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Autore: DarknessIBecame    23/09/2013    4 recensioni
Un calderone di FF (più o meno lunghe), tutte dedicate alla splendida Ainwen che mi sprona a scrivere.
La maggior parte avranno Olicity come protagonisti, ma alla fine, spero solo facciate un sorriso e magari una risata!
Non avranno cadenza precisa perché saranno caricate quando ispirazione chiama.
Enjoy!
Ultimo chap aggiunto (12/10/13): Let me go (WTH??)
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Felicity Smoak, Oliver Queen, Tommy Merlyn, Un po' tutti
Note: AU, Lime, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Perché si era convinto di poter fare quella cosa?
E come si era lasciato tirare in mezzo, soprattutto quando quel ragazzino viziato e con una passione smodata per i guai era con loro?
Forse era questa la migliore domanda che poteva farsi in quel momento. Sapeva bene che tra Thea e Felicity c’era stata un’intesa che lui non poteva capire: sapeva che rimanevano ore al telefono, parlando di chissà che cosa e, persino quando Felicity era immersa nel lavoro, teneva sempre l’auricolare nell’orecchio opposto a quello che serviva per le sue ronde, nel caso sua sorella chiamasse.
Aveva visto questo rapporto svilupparsi e crescere in qualcosa che somigliava tanto a “la sorella/sorellina che non ho mai avuto”.
E questo spesso gli dava ancora i brividi.
Non c’era volta in cui Thea non lo torturasse perché facesse il primo passo con la sua nuova migliore amica, non c’era volta in cui Felicity non lo rimproverasse per come si comportava con il “povero” Roy.
Si erano messe d’accordo per mandarlo ai pazzi, come se non avesse già altri problemi a cui pensare.
Questi ragionamenti però non gli avevano impedito di cedere alla richiesta da parte di due paia di occhi chiari e dolci, di riscuotere qualche favore e far aprire la pista di pattinaggio sul ghiaccio di Starling City solo per loro.
Nulla di strano, completamente innocua come situazione… fin quando Roy Harper non era entrato nel quadretto.
Oh, certo, il sorriso soddisfatto della bionda e lo sguardo speranzoso di sua sorella l’avevano fatto cedere, per questo il ragazzino non era ancora volato da una parte all’altra della pista grazie al suo prezioso aiuto; no, lui stava infilando gli scarponcini dalla lama larga e guardava con disapprovazione la sorella che aiutava l’imbranato ad allacciare gli stivaletti.
Era davvero tanto incapace? O gli piaceva far inginocchiare Thea, tanto per avere una delle ragazze più ricche di Starling City ai suoi piedi?
Sbuffò di nuovo, impaziente, ma la voce della donna al suo fianco lo riportò al presente.

“Avrei dovuto portare qualcosa di più pesante, non so mai come…”

In effetti, il semplice vestitino blu a fiorellini bianchi, con quelle calze che per quanto pesanti non la coprivano abbastanza ed il maglioncino verde smeraldo non sembravano tenerle chissà quanto caldo.
Si sbrigò quindi a scogliere dalle spalle il suo maglione di cashmere arancione, che, per quanto fosse caldo di sicuro non le avrebbe impedito movimenti sulla pista.
Porgendoglielo con un sorriso, contento di aver evitato quel problema che già lo stava preoccupando più del dovuto, tornò ad aggrottare la fronte davanti all’espressione sorpresa di Felicity.

“Che c’è?”

“E’ arancione!”

“E quindi?”

“E quindi sono vestita di blu, e verde Oliver. Guarda il mio rossetto! Non stanno bene insieme, ma grazie.”

Scioccato dalla risposta secca della ragazza, grugnì qualcosa che assomigliava a “donne”, rimettendo il maglione al suo posto, prima di lanciare un’altra occhiataccia alla coppietta felice qualche gradino più in basso, rispetto a loro.
Perché non poteva essere anche lui così felice, rilassato… innamorato?
Perché non si permetteva di esserlo, ecco qual’era il suo vero problema.
Mentre la donna al suo fianco cresceva d’importanza nel suo cuore e nella sua vita – in ogni lato di essa -, lui rimaneva sempre il solito uomo arrabbiato che si impediva di vivere, seppure fossero passati anni da quando le colpe del padre erano ricadute su di lui.
E se Thea avesse avuto ragione? Se avesse semplicemente dovuto prendere coraggio e parlare con lo splendido genio al suo fianco?
La domanda più importante al momento era: ne aveva il coraggio?
Si voltò, osservando i lineamenti delicati della giovane donna che lo affiancava in ogni istante nella sua missione e lo supportava da anni ormai, in ogni evento importante. Lei si voltò con un sorriso quasi riservato, come se credesse di non meritare quell’attenzione particolare e si sentisse a disagio.
Non voleva più che si sentisse a disagio con lui, voleva poterla guardare in ogni istante senza che lei si sentisse in imbarazzo per qualcosa che riteneva inappropriato.

“Anche se questi colori non stanno bene insieme, non significa che non sarebbero perfetti per tenerti caldo, lo sai?”

Aveva iniziato così, stringendo di nuovo il maglione in mano e cercando di rilassare le spalle già tese perché, dopo anni, non aveva ancora capito come si sarebbe comportata Felicity Smoak con lui.

“Oliver, non ce n’è bisogno, davvero! Una volta in pista mi scalderò e poi ho il mio cappotto in…”

L’aveva interrotta scuotendo il capo, passando poi una mano tra i corti capelli biondo cenere e guardandola dal basso, dato che si era piegato in avanti per appoggiare entrambi i gomiti sulle ginocchia.

“Ci sono cose però che a volte… uno non pensa vadano bene, in coppia… Persone, che sono tanto differenti e invece alla fine risultano la perfetta combinazione di cose differenti. Magari… due persone che nessuno avrebbero mai pensato potessero stare insieme.”

Sentì la biondina trattenere il respiro e si girò del tutto, pronto ad ogni risposta. Ma non a quella che gli diede.

“Oh, hai totalmente ragione! Non pensavo che ci saresti arrivato, non così presto! Cioè, non che pensassi che tu non sia in grado di certi ragionamenti o di lasciarti un po’ andare però… ok, smetterò di parlare ora. Comunque hai ragione, sono davvero perfetti insieme.”

E lo sguardo di Felicity vagò sulla coppia più giovane a pochi passi da loro. E poi dicevano a lui che era duro a comprendere quando si trattava di sentimenti? Quasi ruggì di frustrazione e fastidio, perché ancora una volta la sua sfortuna – o mancanza di comunicazione, se ci avesse ragionato – gli aveva tirato un brutto scherzo.

“Oh, sì, loro. Adorabili, certo.”

Rimase a guardare Thea e Roy scendere in pista ed osservò la postura da pallone gonfiato che era quel ragazzino. Poteva andare peggio? Sua sorella aveva quasi gli occhi a cuoricino e come minimo adesso Harper avrebbe dimostrato di essere un perfetto pattinatore.
Si dovette ricredere qualche secondo dopo, guardando il galletto entrare in pista e subito cadere a faccia avanti, braccia spalancate in cerca di equilibrio e gambe che volavano per aria, ancora in cerca di un appiglio.
Gli costò tutto il suo autocontrollo, non ridere di fronte a quella scena, ma almeno si sentiva un po’ rincuorato.
Si voltò quindi per offrire la mano a Felicity e l’aiutò a scendere le scalinate, una mano nella sua e l’altra al gomito per garantirle più equilibrio. Lei lo ringraziò giusto in tempo per sparire e volare nel bel mezzo della pista ghiacciata, dove sembrava completamente a casa sua.
La guardò per un minuto buono, bocca leggermente spalancata, mentre con una leggera rincorsa lasciava che la gamba destra rimanesse indietro rispetto alla sinistra e si alzasse dietro di lei, completando più di una piroetta prima di piegarla all’altezza del ginocchio e farla scivolare giù, braccia unite al petto e capelli biondi mossi dallo spostamento d’aria perfetto che aveva creato.
Imbambolato lì, l’aspettò perché venisse a prenderlo, infilò la mano nella sua e riuscì semplicemente a sussurrare un “non sapevo” mentre lei se lo tirava dietro per la pista, neanche fosse un peso carino da portarsi dietro.

Nella direzione opposta, Thea cercava di insegnare a Roy come stare in piedi senza cadere ogni due secondi, ma senza troppi risultati.
Appoggiandosi alla parete in vetro che circondava la pista, afferrò il polso di Felicity che stava per ripartire e la girò così che gli desse le spalle, poggiandosela contro e stringendola da dietro, felice di sentirne il respiro mozzato quando appoggiò il mento sulla sua spalla.
Uno di quei giorni avrebbe potuto strusciare il naso contro quel collo chiaro, lo sapeva.
Per ora si sarebbe limitato a farle capire a gesti di CHI parlasse, poco prima.

“Sono carini come dicevi tu. Però se vuoi evitare che io rida ogni volta…”

La strinse di più alla vita, sentendo le braccia coperte quasi istintivamente da quelle di Felicity e guardò Roy piegato sulle ginocchia sorridere, convinto di potercela fare quando lasciò le mani della sua ragazza.
Sapeva già che dopo qualche secondo sarebbe caduto e, proprio quando lo vide atterrare in malo modo sul ghiaccio, continuò a parlarle all’orecchio.

“…Ogni volta che quel ragazzino cadrà, sarà meglio che tu mi stia vicina e mi controlli, non credi? Lo dici sempre poi, che sei la parte buona della mia coscienza.”

Sorrise sulla sua spalla, sentendola fremere leggermente e sospirare, voltandosi così che potesse guardarlo negli occhi ed usando il naso di Oliver per tirare su gli occhiali.

“Lo faccio solo per Thea ed il povero Roy, sia chiaro. Quel ragazzo è un santo a sopportare i tuoi modi bru…”

“Ehi, guardate, ci sono riuscito!!”

Le teste dei tre volarono verso Roy, che con un sorriso enorme riuscì a stare in piedi fin quando non andò a sbattere contro il solido muro di vetro naso, petto e tutto il resto, scivolando successivamente a terra con lentezza e spingendo i Queen e Miss Smoak a fare una corsa verso di lui per controllare che fosse tutto a posto.
Mentre osservava Felicity prendersi cura del ragazzino, sentì lo sguardo della sorella su di sé, mettendolo a disagio.

“Beh?”

“Era ora, scemo. Però adesso che hai seguito il mio consiglio, vedi di seguire il suo e lascia stare il mio Roy, ok?”

E con questo, la moretta si era accucciata accanto alla bionda, entrambe prodighe di attenzioni per il ragazzo un po’ intontito, steso a terra, senza più degnarlo di uno sguardo.

Se doveva trattare meglio Roy Harper per far contenta sua sorella e quella che a breve – secondo i suoi piani – sarebbe diventata la sua fidanzata, allora avrebbe stretto i denti e lanciato giusto un paio di minacce, ma sarebbe tornato in grande stile nelle grazie di entrambe.

Ok ok, sono tornata. Tipo che mi mancava aggiornare qui? E poi ve lo dovevo, dopo tutto l’angst che ho portato nel fandom. Mi sentivo davvero tanto cattiva.
Spero però di fare ammenda innanzi tutto con questo capitolo leggero, as usual in questa raccolta, e dicendovi che uno dei prossimi (sempre qui), sarà il seguito dell’Oliver PoV di Let her go.
A proposito, avete guardato la seconda parte, quella con il Roy PoV? No? Andate a farlo!! *_*
GirlOnFire con quella coppia ci si impegna proprio. *_*
Ps. questo racconto è una scopiazzatura di una scena presa dalla seconda stagione di Teen Wolf, ma era troppo bella da reinterpretare con questi quattro! Spero che nessun fan se la prenda. <3
Volevo farvi presente che ho appena aperto la mia pagina FB e che potete trovarmi su DarknessIBecame con le mie pubblicazioni e con domande e magari qualche frase dalle future FF, se potesse interessarvi.

As usual, keep the reviews coming!
Io sono qui che rispondo e mi carico per ogni parola lasciata.

Baci
Dark/Vevve

   
 
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