Charlie Sommers, il ritorno.
Ecco come definivo il mio tornare a Londra.
Ero sempre io, la sbadata, stupida, procione, panda sbilenco di sempre.
Solo un po’ più cresciuta…
Non tanto di altezza, sono sempre la solita nana.
Sono cresciuta solo due centimetri in questi due anni.
Sarò una nana a vita, che tristezza.
Fisicamente sono cambiate diverse cose.
Sono un po’ meno piatta di quando avevo 18 anni, i miei capelli sono allungati, adesso mi arrivano a poco più di metà schiena, e mi si sono scuriti un po’ di più, sono sul castano scuro.
E sono dimagrita gente! Di poco, anche perché non ho mai avuto bisogno di dimagrire.
Dopo due ore di viaggio in pullman, e tre minuti in metropolitana per arrivare a Notting Hill Gate, arrivai finalmente alla mia nuova casa.
Non mi piaceva l’America più di tanto, io ero nata per stare a Londra.
Avrei avuto per tutto settembre quella rompi palle di mia cugina.
Aveva 15 anni, ed era una rompi palle totale, di cervello ne dimostrava 12.
Sento quasi la mancanza di Chris a pensarci….
Anzi, Chris ed Hestern fusi insieme sono meno rompi palle.
Andai a dormire, perché il giorno dopo mi sarebbe aspettato l’incubo di mia cugina.
La mattina mi alzai tardi, perché buttai il cellulare per terra perché quella svegliaccia continuava a suonare.
Tranquilli, il mio cellulare sta bene.
Corsi a fare una doccia, mettermi qualcosa da vestire e preparare qualcosa da mangiare per l’arrivo di Hope, mia cugina.
Non che non mi piaccia il mio nome, ma il suo è così figo.
Evidentemente avevano la “speranza” che la loro figlia nascesse senza che diventasse una disagiata urlante, ma purtroppo è successo comunque.
Sentii bussare alla porta e prima di aprirla feci il segno della croce con le mani.
“Cugina!” esclamò con una voce da papera scartavetrandomi davanti le sue valigie entrando in casa.
“La finezza” sussurrai per non farmi sentire.
“Che facciamo?” Mi chiese tutta allegra.
“Ti porto nella tua stanza, così ti puoi riposare un’oretta no? Magari scrivi a tua mamma che sei arrivata“ dissi.
“Si giusto”.
L’accompagnai in camera… non male come inizio.
La sera uscimmo a fare un piccolo giro di esplorazione e di orientamento per lei, e a me mi serviva solo per ricordarmi un po’ come era il posto, visto che non ci tornavo da due anni.
“Svegliati dormigliona che voglio andare a giro per Londra!” urlò mia cugina come una foca mongoflettica.
Dio che nervi, preferisco cento volte mia mamma stile belva disumana che mi urla di alzarmi.
“Dai che dobbiamo andare alla ricerca degli one direction!” urlò tutta allegra.
“I uan daiche?” chiesi guardandola come se avesse detto di venire da marte.
“Sono cinque splendidi cantanti inglesi, uno irlandese!” urlò tutta allegra.
“Ah che bello lo aggiungo alla liste delle cose… di cui mi posso pure scordare” dissi alzandomi dal letto andandomi a lavare e vestire.
“Sei cattiva però” si lamentò Hope.
Che dio mi salvi.

Aaahzvaaagna, makandsoul è tornata gente!
Si, dovrete sopportarmi ancora, ed eccoci qui all'inizio del ritorno di Charlie.
Sono emozionata, perché ho tante idee per la storia, per continuare il tutto.
Bene, visto che ci siete recensite e fatemi sapere cosa ne pensate, anche se questo è il primo capitolo ed è noioso lo ammetto :/
Ma dal secondo le cose si faranno più serie, lo prometto!
Un bacio xx