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Autore: Allie_Mayniac    23/09/2013    1 recensioni
Me lo immagino mentre mi bacia la guancia per la prima volta prima che io entrassi a casa mia a circa 12 anni. E’ come se ci sia sempre stato.
No,in realtà c’è sempre stato anche in questi mesi. Solo che non lo sapevo.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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The truth hurts.


Austin's POV

Percepisco le lacrime di Karen sulla mia maglia e sento qualcosa bruciarmi dentro, un boccone amaro e bollente scendere e bloccarsi nell'esofago. Quelle lacrime non dovrebbero scendere, perché continuano imperterrite? È triste o felice? Inizio a pensare che l'ho realmente fatta emozionare, per la prima volta in vita mia, dalla felicità.

La stringo tra le mie braccia imbarazzato.

Dopo qualche minuto è completamente in silenzio e svogliata si libera dalla mia presa e si siede sul divano al mio fianco.

Guarda con gambe e braccia incrociate le donne davanti a lei è ogni tanto si asciuga qualche lacrima.

-Beh, penso che dopo qualche tempo sia arrivato di dirmi TUTTA LA VERITÀ, niente più menzogne, niente più giochetti. -

La zia di Karen guarda confusa la cognata e la nipote, ignorandomi completamente.
É la mamma di Karen a prendere la parola per prima.

-Cat, vai a fare del caffè, molto caffè, ho paura che dovremmo passare una lunga notte. -

La zia sparisce dal salotto.

Senza farmi vedere mando un messaggio ad Alex.:
"Non credo di tornare stanotte, tranquillo, ti spiego domani, sono da Karen."

-Mamma, sempre se tu sei mia madre. Dove è tuo marito? Non dirmi che non posso saperlo, credo di averne il diritto.-

-Houston.-

-Houston?-

Sento uno strato di insicurezza e speranza nascondere per un momento tutta la sua determinazione.

-Cimitero di Houston.-

Sento Karen sussultare e annaspare, spaventato dall'idea di un nuovo attacco di panico le stringo la mano e lei si rilassa leggermente.
Sapevo che il padre era morto, ma mi era stato vietato di diglielo per "non danneggiarla".

-È morto.. Mi avete mentito per così tanto! Mio padre!-

-Karen, posso spiegare! Eri così scossa, quello psicologo mi ha fatto raccomandazioni importanti.-

-CAZZATE! Mentire non è mai la strada migliore!-

La madre ha gli occhi lucidi e abbandonandosi su una poltrona disperatamente cerca lo sguardo della figlia che, al contrario guarda me per trasmettermi i suoi sentimenti, per cercare sicurezza o semplicemente per chiederlo se rimarrò al suo fianco.

-Voglio la mia storia. Cosa è successo dal 4 aprile di due anni fa. -

-Bene, tu vuoi la verità. E la verità avrai.-

La zia arriva con un vassoio di caffè e tazzine, la madre ne afferra una e dopo un sorso si schiarisce la voce e inizia a parlare.

-Allora, il 4 aprile sei andata al compleanno di questo ragazzo qui presente. Il giorno dopo dovevi andare a una mostra a Houston con tuo padre. Nel viaggio, un tir ha fatto ribaltare la vostra auto, lasciandovi entrambi gravemente feriti. Appena sono stata avvisata dell'incidente io e sua madre, Michelle...-

Ingoia un probabile groppo in gola e mi indica debolmente.

-Beh, noi abbiamo saputo anche che c'erano probabilità di migliorare col tempo.. Tu entrasti in coma..e..-

Cedendo inizia a piangere facendomi risentire quel boccone caldo nel petto.

-Continua, non ti sei messa scrupoli a nascondermelo per due anni, credo sia arrivato il momento di mettere i sentimenti repressi e di capire come va la vita, che non puoi avere tutto sotto il tuo controllo.-

La donna trattiene le lacrime e ricomincia a parlare.

-Insomma, tuo padre era in situazioni critiche, ma poteva migliorare col tempo, pazienza e preghiere e sarebbe tornato come nuovo. Ci credeva anche lui, finché non ha chiesto di te e alla notizia del tuo coma è ceduto emotivamente. È morto nel giro di una settimana, chiedendo di trattarmi come una principessa e lasciarti in eredità le sue stampe preferite sapendo che le avresti apprezzate. Un'anno dopo, esattamente 11 mesi e 16 giorni dopo ti sei svegliata e, degli esperti mi hanno dato raccomandazioni come quella di non parlare di tuo padre, del Texas e del tuo passato. Avresti dovuto ricordare da sola, mi avevano avvisato che sarebbe potuto essere una reazione dolorosa e violenta. È stato difficile nasconderti tutto ciò.-

Prendendo tutto il coraggio che riesco a trovare prendo la parola.

-Karen, parlai anche io con tuo padre prima che se ne andasse, mi disse che sapeva che il nostro rapporto era molto forte così mi ha chiesto di tornare sempre da te, non ostante bisticci, fama e delusioni. Mi ha chiesto di renderti felice. Ci ho messo un bel po', ma ci sono riuscito, eccomi qua.-

Sul suo volto un'espressione enigmatica e impassibile.

- Credo sapesse che saresti uscita dal coma e diventata una fantastica ragazza, ma non sarebbe voluto sopravvivere senza la certezza di rivederti sorridente. E lo capisco.-


La sua mano si allontana dalla mia come se scottassi e i suoi occhi diventano di ghiaccio. Con uno scatto si alza dal divano e facendo ondeggiare pericolosamente i capelli rossi.

-Lo sapevate tutti. Mi avete nascosto tutto. Non posso  di nessuno, di mia madre, di mia zia, del mio migliore amico, di nessuno!-

Karen corre al piano di sopra.

Penso si sia chiusa  in camera sua finché non sento la madre squittire.

-In bagno no!-

-Perché?-

-L'altro giorno in bagno ho trovato delle garze e il disinfettante aperto, sotto di essi una lametta con del sangue rappreso.-

Scatto in piedi e corro verso le scale cercando di capire dove è il bagno. Apro tutte le porte finché non ne trovo una chiusa a chiave dall'interno.
Prego che tutto quel tempo in palestra possa rendersi utile a sfondare una porta.
Rischiando di romperemo la spalla destra, dopo tre colpi i cardini cedono e mi presentano uno spettacolo inquietante: l'anta dell'armadietto dello specchio aperto e il contenuto rovesiato per terra e sul lavandino, sul ripiano del lavandino del cotone e delle garze strappate e un rasoio smontato vicino ad essi.

La finestra è aperta e non c'è traccia di Karen. Provo ad affacciarmi ma nessuna sua traccia, noto solo il balcone adiacente al davanzale.
La madre é alle mie spalle.

-È scappata, credo di sapere dove possa essere. Ma non vuole vederci. La capisco e dobbiamo rispettare le sue scelte. -

-Ma sono sua madre!-

-Ma non ti vuole vedere! E anche io farei lo stesso al suo posto. L'ha.. L'abbiamo tradita! Domani mattina la cerchiamo, io torno domani. -

Faccio per andarmene ma non posso lasciare questa donna in simili condizioni.

-La aiuto a pulire e provo ad aggiustare la porta, le dispiace se "dormo" qui stanotte? È lontano il mio Hotel.-

-Si, grazie mille.-

Dato il danno fatto alla porta la appoggio  alla parete e seguo la madre che solo ora, ricordo chiamarsi Katrhin.

-Puoi dormire nella camera degli ospiti, vieni è da questa parte.-

Entriamo in una stanza a me quasi familiare. Il baldacchino al centro della stanza, la scrivania con schizzi e matite ovunque, una mezza parete di foto e altre tre di quadri e stampe varie. Mi ricorda terribilmente Karen, e suo padre.

Ringrazio e sorrido a Kathrin che sparisce dalla porta chiudendola.

Mi butto sul letto esausto per poi alzarmi a guardare i fogli sulla scrivania, pieni di bozze di ritratti. Quasi mi spavento quando vedo il mio una rappresetazione a pastello del mio stesso sguardo disegnato e colorato in modo impeccabile.
Leggo la data nel retro "26 agosto 2013".
Subito dopo scorgo delle parole scarabocchiate a matita: " Non so che occhio è, ma mi ispira dolcezza, mi sembra familiare."

Trovo un'altra raffigurazione particolare, tre figure che si tengono a braccetto. Non ci sono i tratti del volto, ma riesco a capire subito chi rappresenta.

Leggo la data "12 settembre" e una didascalia:"Sto ricordando tutto, credo di aver sbattuto la testa la scorsa primavera, per quello non ricordo bene tutto e mi sono risvegliata in un ospedale. Sono sicura di non essere mai stata sola in vita mia, ero felice, ma non lo potrò essere ancora, mai più felice. È il mio destino. Anche se so di amare qualcuno di sicuro nessuno mi ama."

Per la seconda volta in vita mia sono spaventato, terrorizzato.

Corro scendendo le scale e prendo il mio giubbotto di corsa.





PERDONATEMI 
TANTO PEL'ATTESA!
Anche se in realtà nessuno la legge, ma meglio se mi illudo!
Insomma, più di due mesi e solo due recensioni, è un po' triste contando che in tuto la storia ne ha 40 per 16 capitoli.

Anyway, questo capitolo è moooolto importante e ci ho messo un po' ascriverlo, per pubblicarlo idem, ma ci terrei a sapere cosa ne pensate e cosa crediate succederà! MU HA HA HA HA HA.

Va bene, sappiate che vi amo tutti!


Per contattarmi:

twitter: @skillzasdonuts
ask: @peetaismysoul
tumblr: alelovespandas

 
xx Alex
  
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