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Autore: pazzadite    23/09/2013    1 recensioni
Emma, sedicenne frustrata dalla sua vita noiosa e monotona, innamorata di Daniele, un ragazzo della sua età che nemmeno conosce. Incontra Lorenzo, bellissimo e gentilissimo con lei. Chi sceglierà Emma?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago
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''Ehi!''

Ero stanca, volevo solo essere lasciata in pace.

''Ehi!''

Aprii gli occhi. Vidi un ragazzo, ma non riuscii a focalizzare bene chi fosse.

''Il giardiniere chiamerà la polizia se non ti alzi''.

L'avevo sempre odiato quel giardiniere.

Mi alzai e guardai prima le scarpe del ragazzo: Nike Air Force nere. Erano decisamente belle.

''Grazie per avermi avvisato''.

Lo ringraziai continuando a fissargli le scarpe. Amo le scarpe, soprattutto quelle da tennis, quelle che si consumano ad ogni passo, quelle che si scollano e si spuntano quando colpisci un pallone.Le adoro.Invece quelle con i tacchi le odio; non riesco a camminare e non mi sento a mio agio.

Mi guardai i piedi e i suoi erano decisamente più grandi.

Quando alzai lo sguardo vidi che mi stava fissando un pò incredulo.

Non lo avevo mai visto prima. Era molto bello, capelli castani, un ciuffo spettinato e due occhi verdi enormi, un pò più alto di me e con un bel fisico.

Ammazza, che fisico!

Sicuramente faceva sport: calcio o forse basket, anzi no, nuoto.

Lui notò che lo stavo scrutando e rise. Aveva un sorriso stupendo. Io avevo ancora l'apparecchio, e di certo non potevo competere con lui, ma risi anche io.

''Piacere Lorenzo''.

''Piacere Emma''. Era simpatico il ''fotomodello''.

''Grazie ancora e scusami per averti disturbato''.

''Figurati, non ti avrei lasciato li''.

Ebbi un flashback: ero piena di fango, anche in faccia; mi guardai poi guardai lui che stava trattenendo una risata.

''Cosa ridi! Sono scivolata''.

''Vedo, vedo. Sei troppo buffa''. Andai alla fontanella e cercai di sciacquare la maglietta ma peggiorai soltanto le cose perchè il fango continuò a colare e la maglietta mi si attaccò alla pelle.

'' Sei un caso perso''. Iniziammo a ridere di nuovo.

Stavo parlando con uno sconosciuto di cui conoscevo solo il nome ma mi piaceva e non mi importava.

''Vieni con me; la mia casa è qui vicino''.

 

*****

 

Camminavamo da più di cinque minuti e finalmente mi decisi a parlare: ''Ma casa tua non era vicina?''

Mi guardò ma continuò a camminare senza darmi una risposta.

''Allora?'' Ancora nessuna risposta. Mi fermai. Mi sedetti. Ero stanca di camminare verso una meta non definita.

''Siamo arrivati''.

Davanti a me c'era un cancello enorme succeduto da un bellissimo viale di pini. Alla fine un enorme villa regnava su un giardino grande quasi quanto il mio quartiere.

''Ciao, io devo andare''. Ero troppo imbarazzata. Mi prese per un braccio.

''Entra dai. Non ti devi fare questi problemi.'' Ero incerta ma poi mi sorrise e cedetti.

''Magari ai tuoi da fastidio vedere una come me, tra l'altro sporca di fango fino al collo, in casa loro''  

''D'estate vivo da solo. I miei sono fuori per lavoro; tornano a ottobre. Quanti anni hai Emma?''

''Qundici. Tu?''

''Diciasette''. Nuovo imbarazzo. Era più grande anche se io ero convinta che avesse la mia età.

Entrammo. Era una casa stupenda. Sembrava la casa di Berlusconi; anzi, di Obama.

''Rosa ti accompagnerà nella stanza di mia sorella per scegliere qualcosa da metterti. Scegli quello che vuoi: la roba che ha lasciato qui non le piaceva''

Rosa è la domestica. Mentre salivamo le scale gli chiesi: ''Ma sono dei ricchi sfondati? Fanno parte della politica?''

Rosa si mise a ridere, quasi a lacrime.

''Di tutte le ragazze che ha portato qui nessuna mi aveva fatto questo tipo di domanda. Beh signorina, più o meno ha azzeccato. I genitori di Lorenzo sono ambasciatori uno negli Stati Uniti e l'altro in Messico. Il ragazzo d'estate vive da solo. La sorella ormai vive a Milano per lavoro e lui ha questa villa tutta per lui.''

''Ma soffre di solitudine?'' nuova risata.

 ''No, Lorenzo ha tanti amici e ogni tanto organizza qualche festa. L'assenza dei genitori lo rende molto libero. Esce spesso, anzi non c'è quasi mai a casa. A volte lo rimprovero ma mi ringrazia sempre. Sono come una nonna per lui.''

Rosa mi ispirava fiducia, come una nonna.

Nel mentre che parlavo con la domestica arrivammo nella stanza della sorella.

Si chiama Alice; così c'era scritto sulla porta.

Non aveva un semplice armadio ma una stanza piena di jeans, vestiti, magliette ma soprattutto tacchi.

Quanto li odio.

Presi un paio di jeans e una maglietta rosa troppo scollata per i miei gusti.

Rosa mi vide: ''Signorina Emma con tutta la roba che c'è qui dentro sceglie proprio un paio di jeans e una maglietta? Si provi questo".

Mi diede un vestitino che mi arrivava poco sopra il ginocchio; aveva un corpetto bianco e una gonna a fiori un pò retrò. Poi mi avvicinò delle zeppe bianche. Le guardai schifata.

''No signora tengo le mie''.

Era un abbinamento perfetto: vestitino e Vans Authentic nere piene di fango.

Quando mi vide, Lorenzo sorrise.

''Ti sta bene il vestito'' mi guardò i piedi e una risata canora invase la stanza ''Come abbinamenti non ci sei proprio''.

Feci una smorfia di disapprovo. ''Non abbandono mai le mie Vans e poi non so camminare con i tacchi''.

Mi offrì un milk-shake delizioso. Quel ragazzo aveva qualcosa di speciale, non so bene cosa. Ci guardammo a lungo.

''Hai degli occhi verdi stupendi'' Mi sentii bollire. Ero tutta rossa anche nelle mani; non sapevo cosa rispondere.

''Io dovrei andare a casa''

''Perchè? Rimani. Parliamo un pò oppure ci facciamo una nuotata in piscina''

Alla faccia che non erano ricconi!

Mi tornò in mente Daniele e la serenità dentro di me svanì.

''No davvero devo andare. Sarà per un' altra volta''. Era deluso, si vedeva dalla sua faccia.

''Ti accompagno se vuoi. Ho il motorino''

''Non preoccuparti. La strada la so. Ciao Lorenzo, grazie di tutto''

''Aspet...''

Ero già fuori, correvo per il vialetto; sembrava che i pini mi cadessero addosso. Mi seguiva. Fuori dal cancello mi girai e lo guardai; lui si fermò affannato e io me ne andai. Arrivai sino a casa e iniziai a piangere.

Mentre lo guardavo non pensavo a lui ma a Daniele, uno che nemmeno sapeva che esistevo. Eppure pensavo a lui.

Perdonami Lorenzo.


*****

 

''Ho bisogno di parlarti vieni a casa ti prego''.

''Arrivo''

Dopo mezz'ora Anna arrivò a casa.

Ho quattro amiche ma con ognuna di loro ho una rapporto diverso. Con lei mi sfogo e risco a parlare di tutto: dalle scemenze sino all' argomento più serio. Anche lei con i ragazzi, più precisamente con il suo ex, a dei problemi.

''Emma cos'è successo?''

''Sono andata al parco. Un ragazzo. Me ne sono andata. E...'' Mi diede uno schiaffo. Ahia!

"Calmati e raccontami''.

Le raccontai tutto per filo e per segno e mi diede un altro schiaffo

''Ahia Anna!''

''Sei scema? Lo fai apposta? Scappi da uno che ti ha trattato come una regina per uno stronzo che nemmeno ti parla? Sei tutta matta''

''Lo so ma è stato più forte di me"

"Ora lo chiami e gli chiedi scusa. Ce l'hai il numero vero?"

"No, sono fuggita prima che me lo desse".

"Allora vai a casa sua!"

"Ci penso e poi decido. Piuttosto tu, con Marco, come va?"

"Lasciamo perdere. Continua a mandarmi messaggi e a chiedermi di uscire. Non lo sopporto più"

"E tu lo rispondi?"

"Si"

"E ci sei uscita?"

"Si". Stavolta lo schiaffo glielo diedi io.

"Sei più stupida di me". Scoppiammo a ridere

"Lo so, ma il fatto e che mi piace ancora ma allo stesso tempo lo odio".

La abbracciai.

''Grazie Anna''

''Grazie a te''

 

 

 

 

Note dell'autrice

Com'è questa storia? Vi sta piacendo? Spero di si...sapete, è la prima che scrivo e non è che sia proprio il massimo...se vi fa piacere lasciate una recensione positiva (o, a mio malincuore, negativa) magari soddisferò i vostri desideri! Suggeritemi magari anche il continuo o qualche scena! Se mi piace magari vedrò di adattarlo e inserirlo nella mia storia. Non esitate a RECENSIRE <3

-Elena-

  
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