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Autore: Marty_Winchester    23/09/2013    3 recensioni
Jessica è tornata! Ma perchè gli angeli hanno deciso di strapparla alla pace eterna? Quale minaccia incombe sull'umanità? Cosa dovrà fare?
Leggete e lo saprete!
seguito della serie:
"As long as I'm around nothing bad happen to you"
Genere: Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'As long as I'm around nothing bad happen to you '
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Flashback (capitolo 5 di  I would do anything for them)

«Ciao Jessica, sei splendida come sempre»
Trasalisco e il mio cuore perde un battito per lo spavento. Quella voce… non può essere: è morto, io sono deceduta per ucciderlo.

«Si sono morto… ma non vado da nessuna parte»
Mi giro di scatto e per poco non vado in iperventilazione.

«Lucifero. Non è possibile»
Borbotto tra i denti, cadendo sulla sedia.

«E invece è possibile: il tuo cervello da umana non riesce a sopportare certe conoscenze, così le “esorcizza”»

«Non riesco a capire…»

«Sono solo frutto della tua testa… Lo sai vero che la mente controlla il corpo? Quindi, se volessi, potrei farti molto male; non diventerò il tuo peggiore incubo, sempre che tu faccia la brava»
Deglutisco e istintivamente cerco un potere che non trovo.

«Mi dispiace, penso proprio che tu abbia le pile scariche»

«Ormai non ho più quelle pile»
Mormoro, con voce quasi inesistente.


«Non ti preoccupare, le hai ancora le pile. Sai dov’è il tuo potere? Un po’ all’inferno, un po’ nella gabbia, un po’ in purgatorio e indovina il quarto luogo»

«In paradiso»
La sagoma del diavolo annuisce e mi rivolge un sorriso ambiguo.

«Bè… cosa conti di fare adesso Jess?»

«Niente »

«Io direi di rimettere insieme il tuo potere; preferisci essere una madre pazza piuttosto che potente?»
Sto per rispondere, ma alle spalle di Lucifero appare Dean…

***

Ho stretto un patto con satana, ma sarebbe più corretto dire con me stessa. Devo liberarmi di Lucifero e per farlo ho bisogno del mio potere, per ottenere il mio dono devo seguire le indicazioni del diavolo. L’unico modo per ricaricare le mie pile è fare delle cose, alcune di queste non saranno molto facili, ma sono necessarie per l’incantesimo:

Il sangue di un angelo caduto;
La prima goccia d’acqua sputata fuori dopo l’annegamento di una persona amata;

Il sangue di un demone.

 
Per ora sono riuscita ad avere solo queste informazioni, ma gli elementi necessari sono molti…

 
Presente: Jessica/Crystal.

«Jessica?»
Sono seduta sul piscio, in una cella senza finestre e senza aria; le catene alle braccia e alle gambe mi permettono movimenti di pochi millimetri, ma ormai da mesi e mesi non muovo nemmeno gli occhi.
Buio, marciume, indolenzimento, umidità… niente mi tocca, il senso di colpa e l’odio verso me stessa sono l’unica cosa che mi ricorda di essere viva. Sempre se questa si può considerare vita, ovvio.

«Jessica, so che sei tu»
Una voce profonda e penetrante ripete il mio nome, ancora e ancora, ma io non parlo; trentacinque battiti dopo risento quella voce, non pronuncia il mio nome questa volta, ma elenca tutte le persone che amavo e che ho distrutto: mi sale un conato, a fatica mando giù il boccone amaro e le parole escono dalla mia gola secca con estrema velocità.
«Chi sei tu? Come osi pronunciare quei nomi?»
Silenzio, quella voce non si sente più; forse sto impazzendo, oppure qualcuno vuole solo stuzzicarmi: mi sono fatta molti nemici, per loro deve essere una goduria vedermi in questo stato, ma non mi importa dei molti, non mi importa di niente se non ti soffrire; devo pagare per tutti i miei peccati, anche se non c’è redenzione per le terribili azioni di cui mi sono macchiata…

 
Passato: Vanessa.

Il buio mi ha inghiottito, non sento né dolore né piacere.
La mia mente mi riporta continuamente a quel cimitero, a quella Jessica dagli occhi vitrei, trasparenti come l’acqua; i suoi capelli corvini e le labbra incurvate in un ghigno spaventoso le davano un’aria mostruosa.
Ha riso guardandomi sanguinate mentre perdevo conoscenza, l’arma tenuta con orgoglio nella mano sinistra.
Perché teneva l’arma con la mano più imprecisa? L’ho vista sparare con la sinistra, è più brava di me che sono mancina, ma non la usa perché sostiene di avere una mira pessima; probabilmente la sua scelta mi ha salvato la vita: se avesse usato la destra, sarei sicuramente morta sul colpo.
L’unica spiegazione è che Lucifero la controlla; dopo di me toccherà anche a… Sam?!
Quel pensiero riesce a farmi rinvenire; anche se sono sotto shock, capisco di essere legata a un tavolo, ma la cosa più terribile è che sono attaccata a una sacca di sangue: ho il terrore degli aghi (**nda: la persona cui ho dedicato questo personaggio ha davvero “paura” degli aghi xD**).
Vicino alla sacca è presente un foglio, riconosco la grafia di Jessica: “Ringrazia l’ago che hai nel braccio, senza questo sangue saresti crepata”.
 
«Vanessa?!»
La voce di Gabriele copre il silenzio assordante in cui mi trovo, mi giro di scatto e non posso nascondere il sollievo nel vedere l’arcangelo.
 
«Sei viva»
Costata, rivolgendomi un sorriso e rilassando leggermente lo sguardo.
 
«Che cosa succede?»
Chiedo, con voce debole e gli occhi pesanti. L’arcangelo si avvicina, cupo in volto; le sue mani si appoggiano sul mio braccio, sono fredde in modo innaturale. Un calore tenue mi penetra in profondità, ogni parte del mio corpo è scaldata dalla sua grazia.
«Adesso sei come nuova»
Esclama, la voce leggermente apatica. Sento dei passi e appare la figura di Castiel, il trench leggermente bruciacchiato.
 
«Qui ormai non c’è più tua figlia. Raggiungiamo i ragazzi: saranno preoccupati per te Vanessa»
Gli occhi profondi come l’oceano di Castiel sono spenti, privi della loro vitalità, e la sua voce è bassa e priva di emozioni. Noto che Gabriele lo guarda appena, ma il mio unico pensiero è abbracciare mio marito.

 
Presente: Jessica/Crystal.

Si, ho salvato Vanessa, ma prima le avevo sparato in preda ai deliri causati dalle visioni di Lucifero; non ero in me, ma la mano sul grilletto era la mia, la mia mano sinistra (la mano dominante del diavolo *) ha sparato al petto di mia cognata.
Non mi perdonerò mai per quel gesto e per tutte le cose terribili che le feci in seguito, anche se non ero veramente io; trattai il suo corpo come fosse carne da macello: la misi senza garbo su un tavolo e la uccisi, annegandola in una bacinella. Era incosciente, ma so perfettamente che ha sofferto, soprattutto quando l’ho rianimata dandole il mio sangue: tossico per qualunque essere umano, anche se in quel momento non avevo alcun potere. Sputò l’acqua che aveva nei polmoni e raccolsi quelle gocce per l’incantesimo; Vanessa perse rapidamente conoscenza, ma ormai non mi serviva più a nulla: la attaccai a una sacca di sangue per puro dispetto e me ne andai.
Magari mi fossi limitata a questo, magari fossi responsabile esclusivamente di questo… Se solo mi fossi rifiutata di abbattere il muro, se solo fossi stata più forte, se solo…


«Jessica non eri tu quella persona, eppure ti sei auto costruita una cella: ti sei pentita e hai scontato la tua pena. Ti sei redenta»

«Chi sei tu per dire questo? Non sai cosa ho fatto»

«Lo so invece, so esattamente tutto quello che hai fatto»

«Allora sai che per certe cose non c’è redenzione»

Segue un lungo silenzio, sento a malapena il mio cuore che batte nel petto; l’assenza di rumore permette ai ricordi del mio passato di riaffiorare…

«Sam! Sam! Oddio fratello mio, cosa ti ha fatto?»
«Non piangere Dean, non servirà a nulla versare lacrime»
«Tu non sei Jessica! Puoi avere anche il suo aspetto, ma non sei mia moglie»
«Amarti è stato l’errore peggiore della mia vita, sei solo uno stronzo figlio di puttana che mi ha rammollito! Avrei dovuto ammazzare tuo fratello anni fa e prendere il controllo sull’inferno»
«Jessica, se mi senti sappi che ti aiuterò a riprendere il controllo»


 
Lo sentivo, ma in quel momento non provavo emozioni: riavere il mio potere, quella era l’unica cosa che mi importava. Credevo di essere forte abbastanza da gestire la coscienza del diavolo nella mia mente, sono stata una stupida ingenua: lui ha gestito me. Quando completai le tre prove della Gabbia, Satana tornò in vita, ma non ero ancora abbastanza forte e lui mi manipolò.

«Hey?»
Una voce diversa dalla precedente si solleva, è appena un sussurro; mille ricordi legati a quella persona si palesano nella mia mente e mi fanno muovere di scatto: le catene si stringono con forza intorno al mio corpo, togliendomi il fiato, mentre una scarica elettrica mi stordisce. Che bisogno avevo di mettere anche questo sistema di sicurezza?! Sono legata a delle catene da cui non c’è possibilità di sottrarsi, mi trovo in una cella, una Gabbia quasi più terribile di quella di Lucifero, senza contare la posizione: al centro esatto del paradiso, circondata da Angeli con l’ordine di tenermi rinchiusa qui dentro.  

 
 «Hiddy?»

«Crystal sono io, sono qui per liberarti»

«Non sono più il mostro che conoscevi tu, sono tornata a essere la persona che ero prima, prima che la coscienza di Lucifero prendesse il sopravvento; Crystal è morta nel momento in cui ho riavuto l’ultimo frammento del mio potere. Non andrò mai via dalla mia cella, mi merito una punizione eterna. Scappa prima che qualcuno ti trovi, tanto nessuno può liberarmi da qui: io stessa, con il mio immenso potere, ho costruito questa cella»

«Qualcuno potrebbe farlo»

«E chi? Non conosco nessuno di così potente che vorrebbe tirarmi fuori»

«Qualcuno ci sarebbe: la figlia che hai avuto con Lucifero»

 

* Non credo a queste cose, però ho inserito precedente il dettaglio della mano sinistra perché lei ha gli occhi vitrei del diavolo e la mano sinistra sempre del diavolo. Chiedo scusa a tutti i mancini, non ho niente contro di voi :*

**Angolo dell'autrice**
Scusate il ritardo ç_ç
Erano mesi che non riuscivo a scrivere niente e poi in due giorni ho scritto tutto questo :D
Spero che sia stata una lettura bella e scorrevole  :)
Lasciatemi una piccola recensione se la storia vi piace :*
Al prossimo capitolo!

   
 
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