Libri > Orgoglio e Pregiudizio
Segui la storia  |       
Autore: MM_White    23/09/2013    6 recensioni
Cosa sarebbe accaduto se Elizabeth avesse promesso a Lady Catherine de Bourgh che non avrebbe sposato suo nipote Darcy? Questa storia comincia proprio da qui, per reinventare il finale. Oltre all'orgoglio e al pregiudizio si insinueranno tra i due protagonisti molti altri sentimenti, come la Passione.
«Ebbene sì, provo dei sentimenti per lei,» disse allora Darcy con impeto «che cosa cambia adesso? Ti rispondo io: niente! Io rimarrò Darcy, l'uomo ricco e arrogante, padrone di Pemberley, lei invece rimarrà Elizabeth, con i suoi libri, la sua ingratitudine e i suoi pregiudizi. Non potremo mai stare insieme».
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


Elizabeth non aveva voluto accettare la proposta di matrimonio di Darcy per il suo bene, per la sua felicità. Ma cos'è realmente la felicità se non un rapido ed emozionante brivido? Tale senso di appagamento non dura di certo per un giorno intero figurarsi per anni. E lei, la felicità, era riuscita a dargliela. La scorse nel profondo dei suoi occhi il giorno in cui le ripropose di sposarlo, certo di un sì. Non era una nobil donna, non era ricca nè aveva una famiglia di cui vantarsi. Non conosceva a fondo la musica, il canto, il disegno, il ballo e le lingue moderne; oltre a questo non si distingueva nell'aspetto e nel portamento, nel tono della voce, nell'atteggiamento e nell'espressione...(*) Ma amava leggere e trascorrere del tempo con le sue sorelle. Sapeva di non essere particolarmente istruita ma sapeva altresì che riusciva ad affrontare le situazioni più difficili con audacia, senza perdersi mai d'animo, anche a costo di sembrare arrogante o spavalda. Non riusciva ancora a spiegarsi bene il perchè, ma sapeva che sarebbe stata l'unica a poter rendere davvero felice Darcy. E renderlo felice era tutto ciò che poteva desiderare.


Mentre Elizabeth e Oliver danzavano un'altra quadriglia, Darcy voleva sprofondare nel pavimento. Non si era mai sentito così confuso e affranto. Provava un amore così profondo e passionale nei confronti di quella ragazza, che avrebbe rinunciato a tutto, perfino all'orgoglio, per averla tutta per sè. Il suo cuore divampava al solo pensiero che un altro gentiluomo potesse guardarla, sorriderle... Toccarla. Cercò di contenersi il più possibile, inghiottendo bocconi via via sempre più amari.
La sgradevole voce di Lady Catherine destò Darcy dai suoi cupi pensieri: «Volete smetterla di stare lì tutto impettito? Coraggio, invitate vostra cugina a danzare come farebbe un vero gentiluomo». Anne de Bourgh abbassò lo sguardo, imbarazzata, mentre Darcy le si posizionava davanti. «Cara cugina,» disse con un breve inchino, ma quel gesto tanto galante voleva solo mascherare un certo disprezzo e mentre le porgeva la mano, Darcy non riuscì a trattenere un lungo sospiro. La ragazza conosceva troppo poco il vero carattere del cugino per capire che quella richiesta lo aveva infastidito e appoggiò altezzosa la mano inguantata su quella grande e calda di Darcy. Quando iniziò la danza i presenti non riuscivano a distogliere lo sguardo dalla coppia. Il loro matrimonio sarebbe stato l'evento dell'anno e Anne de Bourgh, arrossendo, si rendeva sempre di più conto di quanto fosse affascinante il suo futuro sposo. Tuttavia l'uomo non sembrava ugualmente compiaciuto e non le rivolse la parola per tutta la durata del ballo. Per questo motivo la ragazza rimase colpita quando, al cambio di coppie, Darcy incominciò a parlare con Miss Bennet.


Sentì il battito del cuore accelerare non appena si rese conto che aveva tra le mani quelle candide e minute di Elizabeth Bennet. Lei cambiò subito espressione, spegnendo il sorriso che le aveva illuminato il volto fino a quel momento.
«Possibile che si possa provare così tanta avversione nei confronti di una persona?» Le chiese senza guardarla negli occhi.
«Dove ha imparato come si incomincia una conversazione in maniera tanto brillante?»
A Darcy scappò un sorriso: «Sì credo che sia possibile.»
«Io credo che sia possibile sposare qualcuno che si ama realmente.»
Mentre parlava, Elizabeth si pentì di essere stata troppo impetuosa e di aver dato a Darcy la possibilità di potersi prendere gioco di lei con tanta facilità. Per quanto riguardava Darcy invece, lui non aveva nessuna intenzione di deriderla, anzi, la frase che aveva appena ascoltato fuoriuscire dalle labbra della donna per la quale provava un forte sentimento, lo aveva del tutto disorientato. Cercò di capire meglio il significato di tale frase: «Non credo di aver parlato di matrimonio.»
«Evidentemente non sarò riuscita ad ascoltare bene le sue parole, signore!» Elizabeth sentì il viso infiammarsi. Non riusciva più a ragionare lucidamente. Il rumore del battito del suo cuore era così forte che sembrava sovrastare il brano dell'orchestra. «La musica è troppo forte.» Disse scostando lo sguardo, imbronciata.
Darcy la guardò con affetto. Da quando aveva abbassato tutte le difese, Elizabeth le suscitava una tenerezza incredibile. Desiderò abbracciarla lì e senza vergogna davanti a tutti i presenti. Se solo fossero rimasti da soli, anche solo per qualche minuto.
«Se non riesce a sentirmi posso avvicinarmi di più,» disse accostando leggermente la testa a quella della ragazza, «se vuole.» Sussurrò poi. Da quella vicinanza Elizabeth potè sentire il profumo della pelle di Darcy. Non riusciva a comprendere perchè avesse compiuto un gesto così sconsiderato e al centro della sala, per di più. Non fu in grado di proferir parola.
La danza permise alle rispettive coppie di tornare assieme, per poi scambiarsi nuovamente. Quando Darcy ritornò da Elizabeth non riuscì più a tenere a freno la lingua.
«Da adesso in poi sarò chiaro. Vorrei parlare con voi, signorina Bennet.»
«Lo state già facendo, mi sembra.»
«Intendo privatamente.»
«Non conosco nessuna ragione per la quale dovrei parlare in privato con voi, signor Darcy.»
«Ma io ne sono a conoscenza, per questo motivo, signorina Bennet, mi conceda qualche minuto per parlare con voi in un luogo più appartato.»
«Parlare in un luogo appartato da sola con un gentiluomo?» Disse Elizabeth con aria scherzosa «Non sarebbe esattamente il comportamento che dovrebbe tenere una signorina rispettabile!»
«Ma io vi prego...» la voce di Darcy vibrò per un secondo, dando segni di cedimento. Deglutì ancora. Elizabeth non aveva mai visto Darcy comportarsi in quel modo. Socchiuse gli occhi, dispiaciuta.
«Mi dispiace davvero deluderla, signor Darcy, ma non posso accettare la sua richiesta.»
«E' per via del signor Oliver?»
Elizabeth lo guardò con aria di sorpresa.
«Ha accettato la sua proposta di matrimonio?»
«Non conosco nessuna ragione per la quale dovrei risponderle.»
«La smetta di tirare in ballo la ragione. Dunque l'ha accettata?»
Sconcertata da tanta insistenza, Elizabeth non riuscì più a danzare. Si fermò al centro della sala con le mani ancora tra quelle di Darcy, tra lo stupore generale.
«Che cosa dovrei tirare in ballo in questo momento, se non la ragione? Quando si parla di sentimenti riesco solo a diventare più irrequieta. E poi...» Elizabeth abbassò lo sguardo per un attimo, intorno a lei era calato il silenzio, «credo che dovrebbe interessarsi di meno ai matrimoni degli altri e di più al vostro». Concluse marcando l'ultima parola, mentre rialzava il capo.
Darcy abbassò le braccia, deluso.
Elizabeth comprese di averlo ferito profondamente. Decise che avrebbe ricominciato tutto da capo, con il signor Darcy. Vedere quell'espressione triste sul suo volto era sì una situazione assai rara, ma era anche un duro colpo per il suo ego. Non era capace di fare del male alle persone che amava. Amare. Si stupì per aver utilizzato un verbo simile ripensando al signor Darcy. Era ormai chiaro che quel gentiluomo le aveva stravolto la vita. Va bene, si disse tra sè e sè, avrebbe ricominciato tutto dall'inizio con lui. Gli avrebbe concesso di parlarle in privato e gli avrebbe chiarito tutta la questione sul signor Oliver. Voleva comportarsi nella maniera più onesta possibile.
«Venga con me».
Prese per mano Darcy e incominciò a tirarlo fuori dalla sala. Inizialmente Darcy oppose una leggera resistenza ma in seguito si fece guidare da Elizabeth che intanto si faceva strada tra lo stupore generale. Quando passarono davanti a Lady Catherine de Bourgh, la nobildonna mostrò segni di agitazione.
«Ma.. Signorina Bennet! Darcy!» Strillò.
Elizabeth rallentò il passo e si voltò.
«Vostra Magnificenza» disse con un profondo ed esagerato inchino. L'intenzione di deriderla era evidente e Lady Catherine de Bourgh divenne paonazza.
«Quale... Scostumatezza! E... E disolutezza!»
Elizabeth le rivolse un largo sorriso e proseguì il suo cammino tirando Darcy per la mano. Quest'ultimo non sembrava affatto scontento di quel contatto fisico nè tantomeno della situazione che si stava venendo a creare e anzi, dopo lo stupore iniziale, ne rimase vivamente divertito.
Una volta che Elizabeth e Darcy ebbero lasciato con tanta fretta la sala, tra gli invitati si alzò un forte mormorio e Anne de Bourgh, risentita, incominciò a piangere.


Elizabeth non aveva la minima idea di quale fosse la loro destinazione. Continuava a camminare a passo svelto davanti al gentiluomo, senza lasciargli mai la mano. Si trovavano in un lungo corridoio che, contro ogni aspettativa, oltre ad essere invaso dal chiacchericcio della sala principale, era anche molto affollato. Non era di certo il luogo adatto per parlare. Privatamente. Per questo motivo decise di aprire una porta qualsiasi e di tirare Darcy nella stanza.
«Il signor Oliver...» Esordì Elizabeth, chiaramente nervosa, «Il signor Oliver è il gentiluomo più affabile e gentile che io abbia mai conosciuto. Ho trascorso pomeriggi meravigliosi passeggiando con lui. Riesce sempre a farmi ridere e divertire. Ho pensato seriamente che sarebbe stato l'uomo che avrei potuto amare, che avrei potuto sposare. Io non comprendo il motivo di tanto interessamento da parte vostra, dato che state per sposarvi, ma mi sento in dovere di darvi una risposta. No, signor Darcy, nonostante abbia pensato a così tanti aspetti garbati sulla personalità del signor Oliver, io non ho accettato la sua proposta di matrimonio. E nonostante ciò lui ha voluto restarmi accanto, come amico. E' per questo motivo che nutro per lui una profonda e sincera stima.»
Elizabeth disse tutto ciò che le venne in mente senza pensarci. Il volto di Darcy sembrava titubante. Dopo un sospiro per riprendere fiato continuò, con insicurezza: «Adesso che sapete questo, signor Darcy, è il vostro turno. Cosa volete dirmi?»
Darcy si schiarì la voce, tornando ad assumere la consueta postura rigida.
«Si è resa conto, signorina Bennet, che mi ha trascinato in una camera da letto, illuminata tra l'altro da pochissime candele?»
«Perfetto,» disse Elizabeth arrossendo, «Posso andare, dunque. Le auguro un buon proseguimento di serata, signor Darcy.»
«L'amo.» Disse Darcy mentre Elizabeth usciva dalla stanza, chiudendo la porta. L'uomo rimase in silenzio e quasi completamente al buio per qualche secondo. «Ancora.» Sussurrò. Poi la porta si aprì nuovamente, mostrando l'esile figura di Elizabeth. Le gote arrossate e il respiro affannato.
Darcy sentì il cuore battere più forte del solito.
«Tuttavia non mi ha permesso di esporle il mio dubbio.»
«Vi ascolto.»
«Con tutto il rispetto, signorina Bennet, mi chiedo chi le ha instillato strane idee sul mio celibato.»
«Ecco io... Ho visto Anne de Bourgh mentre provava un abito da sposa in una boutique di Londra... E poi ho sentito il signor Bingley dire...»
«Charles!» La interruppe Darcy, un gesto insolitamente maleducato da parte sua, penso Elizabeth divertita «Mi perdoni se ho interrotto le sue motivazioni,» disse dopo essersene accorto, «Ma dovevo immaginarlo. Questa volta è stato lui a intromettersi nella mia vita privata, e in fondo me lo merito. Ma vi assicuro, signorina Bennet, che non sono fidanzato e che non prenderei mai la decisione di sposare una donna per la quale non provo una profonda ammirazione.»
«Neanche se si tratta della figlia di vostra zia, Lady Catherine de Bourgh?»
«In particolar modo, se si tratta della figlia di mia zia, Lady Catherine de Bourgh.»
Elizabeth rise.
«E' soddisfatta adesso, signorina Bennet? Posso ritenermi almeno suo amico, adesso che le ho dimostrato che non sono l'uomo arrogante e opportunista che voi credete?»
«Ho dimenticato quei giorni in cui la ritenevo tale, Signor Darcy.»
Darcy manifestò di essere confuso.
«Ma ho fatto una promessa,» cercò di chiarire Elizabeth «a vostra zia. Il giorno in cui fece visita a Longbourn mi chiese di non sposarmi mai con voi, per la vostra felicità.»
«Non credo che mia zia sappia esattamente cosa potrebbe rendermi felice.»
Si scambiarono uno sguardo fugace.
«Ma voi non sciogliete mai una promessa, non è forse vero?»
Il silenzio di Elizabeth sembrò confermare l'ipotesi di Darcy.
«Allora guardatemi signorina Bennet, stringete una promessa con me, con il gentiluomo più orgoglioso e più innamorato di tutta la contea.»
A quel punto Elizabeth alzò lo sguardo, con gli occhi lucidi e la bocca aperta dallo stupore.
«Se è vero che l'unica motivazione che l'ha spinta a non sposarmi è stata l'aver fatto un patto con mia zia, promettetemi che da oggi in poi mi rimarrete sempre accanto.»
Elizabeth cominciò a piangere per l'emozione.
«Se è davvero la mia felicità ciò che ha a cuore, capirà. Ma se è alla felicità di sua figlia, che puntava, mi rincresce per lei, ma ha avuto il nipote sbagliato. Se rimarrete al mio fianco... Oh signorina Elizabeth...» Darcy l'abbracciò, contravvenendo ad ogni codice morale, senza pensare alle conseguenze di quel contatto, trascurando il giudizio della gente. «Vorrei che voi foste con me stanotte, e domani notte, e tutte le notti della mia vita».
Tra le lacrime e tra le braccia del signor Darcy, Elizabeth sentì imperversare il cuore di entrambi. Pensò che fosse buio, buio come quella notte a Londra, ma questa volta le loro anime, come i loro corpi, erano finalmente vicini.




Nota:
(*) Tutte queste caratteristische, vengono elencate dalla signorina Bingley durante la breve permanenza di Jane ed Elizabeth a Netherfield.

   
 
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Orgoglio e Pregiudizio / Vai alla pagina dell'autore: MM_White