Tristezza.
Tristezza ed infinita tristezza.
Perché sento questa sensazione?
Non dovrei provare cose del genere.
In fondo la Pietra di Alius dovrebbe abolirmi ogni emozione.
Allora perché quando ho calciato il pallone…quando la scuola si è distrutta sotto i miei occhi, mi sono sentito così?
Perché mi sento ancora così?
Pensando che fosse un’emozione passeggera non ci ho dato molta importanza all’inizio.
Ma vedere quei visi terrorizzati, sentire le urla dei ragazzi e dei bambini che scappavano, il tonfo delle pesanti macerie della scuola che si schiantavano al terreno.
Perché in qualche modo…mi ricorda quel luogo…
Quel luogo in cui sono stato esiliato. Quel luogo in cui ho conosciuto te.
Te che mi ai aiutato. Te che mi sei sempre stato affianco. Te che non mi hai mai abbandonato.
Tristezza e malinconia mi stringono il cuore ogni volta che ti vedo.
Ogni volta che ti passo vicino. Ogni volta che mi fulmini con i tuoi occhi grigi.
Ogni volta che mi dai ordini con tono freddo e distaccato.
Perché mi tratti così?
Io non voglio che mi vedi come una delle tue tante pedine del tuo gioco.
Voglio che mi vedi come uno diverso.
Voglio tornare ad essere il tuo migliore amico, a cui confidavi tutte le tue emozioni profonde.
Voglio tornare là.
Voglio tornare a quei momenti che passavamo insieme, a giocare a calcio insieme agli altri bambini. Quando questo gioco non era controllato.
Quando giocare a pallone, toccarlo, passarcelo…aveva ancora un senso.
Ma adesso…adesso preferirei morire.
Preferirei morire piuttosto che fare del male a quei ragazzi.
Ma una parte di me mi costringe ad andare avanti.
Una parte di me continua a lottare contro l’altra ed entrambe sono in vivace conflitto.
Quella parte mi incita a morire per te.
Ma tu non lo hai ancora capito.
Non hai ancora capito i miei sentimenti.
Sei troppo occupato con Nagumo e Suzuno.
Devi assolutamente conquistarti il titolo di Genesis per la tua squadra.
Sennò cosa avrà più senso per te?

Vorrei sapere cosa pensi.
Cosa ti passa per quella testa, immersa tra quel cespuglio di capelli rossi.
Non ti manco?
Non ti mancano i nostri pomeriggi passati all’ombra di un albero a chiacchierare sulle partite fatte con gli amici poco prima?
Non ti mancano tutti i giorni passati a ridere a crepapelle per le litigate tra Suzuno e Nagumo?
Non ti manca Hitomiko?
Non ti manco io?

Non credo.
So che mi hai dimenticato.
So che ormai per te sono solo un lontano ricordo, chiuso in uno dei tanti cassetti della memoria a prendere polvere, che non verrà mai più aperto.
So che quei giorni felici non torneranno mai più.
Hiroto guardami.
Non vedi come soffro per te?
Una volta, mi saresti venuto vicino, mi avresti avvolto con le tue calde braccia e mi avresti sussurrato parole dolci che avrebbero fermato le mie lacrime.
Quelle lacrime calde, che non sono niente in confronto alla tristezza che ho nel cuore.
Ma so che non lo farai.
So che non lo farai mai più perché ora sei Gran.
Tu sei Gran, il grande e potente. Il preferito di nostro padre. Quello che erediterà la Genesis.
Mentre io sono Reize.
Il piccolo e innocuo Reize, che ti deve giurare fedeltà e obbedire ai tuoi ordini senza alzare un dito.
Ma io non sono Reize.
Io sono Midorikawa Ruji.
E tu sei Hiroto Kiyama.
E te lo farò ricordare.

Ti farò ricordare il passato…

ANGOLO AUTRICE

OOOOk…non fate domande. Questa sera devo essere veramente depressa per scrivere una tristezza del genere.
Spero almeno che sia venuta un minimo bene…che almeno non sia un completo fiasco,
ok, ora vado.
Grazie in anticipo a tutti quelli che metteranno la storia tra preferite/ricordate e chi recensirà. Se ci sarà qualcuno.
Alla prossima!
Ale