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Autore: Teenage__Dirtbag    23/09/2013    2 recensioni
Ashley,Marcus,Erhal,William e Emrys sono cinque ragazzi adolescenti fuori dalla norma.
Sono discendenti delle famiglie fondatrici della città dove vivono, alcuni di loro sanno maneggiare i poteri,altri li usano in maniera negativa,mentre alcuni non sano neanche di averli. Ashley è la protagonista/narratrice, si è appena trasferita e si trova a far amicizia con i quattro ragazzi ma nessuno di loro sa che qualcosa li accomuna. Nella nuova città Ashley si trova a contatto con amici "strani" e cose "sovrannaturali"
*Tratto dal racconto*
‹‹ Hai rischiato di farci scoprire, sei forse scemo? ›› Disse William alzando la voce verso Marcus.
‹‹ Bhe dovevo forse farmi ammazzare? ›› Disse alterato.
‹‹ Se fossi stato zitto, avremmo evitato tutto ›› Continuò ancora più alterato di lui, sempre per colpa sua andavano a cacciarsi nei guai.
‹‹ Si certo.›› Disse sarcastico.‹‹ Dobbiamo sempre fare quello che dici tu ›› Sorrise nervosamente. Marcus ‹‹ William tu non sei nessuno.›› Le sue pupille si dilatarono di nuovo, gli occhi erano completamente neri e il riflesso arancione sui suoi occhi riapparve..
*BUONA LETTURA*
Genere: Sentimentale, Slice of life, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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ONLY FATE WOULD BRING THEM TOGETHER.



INTRODUZIONE


E’ il 1654 in una piccola cittadina dell'Irlanda centrale, quando cinque famiglie scoprono di avere poteri soprannaturali, cercano di nasconderli ma per quanto possibile non riescono a resistere dall’usufruirne e durante la caccia alle streghe vengono scoperti e uccisi. Ciò che non si sa è che i poteri si tramandano di genitori in figli, basta solo che un membro della famiglia madre o padre che sia possieda dei poteri per trasmetterli al primogenito generato . Poteri di genere diverso, poteri illimitati,possiedono tutto ciò ma non sempre riescono ad astenersi, si viene a conoscenza di questi poteri in età diverse. Nel corso del tempo le famiglie invece di rimanere legate si separano vagando per quasi tutto il mondo fino ad arrivare ai giorni nostri in una piccola cittadina della California, dove i cinque eredi di questi poteri William Danvers, Ashley Hamilton, Marcus Evans, Erhal Anderson e Emrys Collins  si ritrovano nella stessa scuola .
William e Erhal sono già a conoscenza dei poteri li maneggiano abilmente da quando sono piccoli,mentre Emrys ci sta iniziando a fare l’abitudine e Ashley ancora non sa di possederli. Marcus,l’ultimo erede,sa di averli anche lui da quando era piccolo ma ne fa un abuso troppo negativo. Sono adolescenti e non sapendo le conseguenze di ciò che possono creare non tutto va come previsto …



Capitolo 1.



# Ashley.
Ero stufa dei continui cambiamenti che facevo per colpa dei miei genitori che litigavano, era la terza volta in un semestre che cambiavo scuola,ma mi disse mia madre che se in questa mi sarei trovata bene mi avrebbe lasciata finire l’anno in santa pace e prendere finalmente il tanto aspettato diploma.
Ero nella macchina davanti scuola e mia madre era quasi più agitata di me, aveva quegli enormi boccoli di un castano chiaro che le scendevano fino al seno su una maglia rossa accompagnata da un cardigan.
 ‹‹ Bene allora, quando esci chiamami se vuoi stacco e ti passo a prendere e .. ›› Disse tutta agitata.
‹‹ No tranquilla mamma torno a piedi. ›› Le sorrisi quasi freddamente, avrei voluto che mi portasse lei ma ovviamente non potevo farla staccare dal lavoro per me e mi adeguai all’idea di tornare da sola.
Scesi dalla macchina e di fronte a me c’èra un vasto giardino con alberi sparsi per tutta l’area. L’erba del giardino era tagliata al punto giusto, gli alberi erano molto grandi e regalavano spazi d’ombra vasti, alla mia destra, dietro una recinzione verde riuscivo a vedere il giardino interno, c’èrano dei tavoli rotondi blu e gialli con lo stemma della scuola sopra, una “S” scritta con un carattere comune bianca con il contorno giallo e blu. Mentre guardavo quel giardino me lo immaginavo stracolmo di gente e l’ansia mi assaliva sempre di più il clacson della macchina di mia madre mi spronò a tornare alla realtà.
‹‹ Ash, io vado.›› Disse mia madre dopo aver abbassato il finestrino.
‹‹ Si mamma a dopo. ›› Mi voltai facendo un freddo sorriso, sorrise altrettanto anche lei e premette il piede sull’acceleratore partendo. Il mio sguardo seguiva la macchina di mia madre come pretesto per perdere tempo e non entrare in quella scuola, sembrava di essere tornata al primo giorno d’asilo quando la mamma deve andarsene e le lacrime iniziano a bagnare il tuo viso mentre con le mani le tieni la gamba, la situazione era simile solo che invece di aggrapparmi alla sua gamba con le braccia ero incantata con lo sguardo a fissare la sua rossa cabriolet che oramai svaniva in lontananza.
Mi voltai, dinanzi a me sette scalini, una porta blu e un palazzo. Sopra, l’enorme scritta “Spencer High School” mi andò subito all’occhio,sentivo il sangue freddo scorrermi nelle vene quando feci il primo passo. Passo per passo acquistavo un minimo di fiducia in me stessa e stringendo a me i libri cercai di entrare in quella che sarebbe stata la scuola dove mi sarei diplomata.
Entrai dall’enorme porta blu dopo i sette gradini che vi erano di fronte,un vago ricordo passò nella mia mente quella che stavo vivendo era una cosa già vissuta molte volte, tutte le persone che erano sul corridoio sembravano avere gli occhi solo per me, indossavo un paio di collant color jeans, una maglia bianca e un cardigan grigio e avevo i capelli piastrati lunghi fino al seno. Mi diressi con i libri tra le braccia nella sala del preside che ovviamente non c’èra ma la vice preside fu così gentile da darmi lei la combinazione del mio armadietto, sempre munita di libri usci a testa china da quella porta a vetro opaco e mi diressi lungo il corridoio. Ad un tratto sentii una botta alla spalla, una ragazza bionda mi era venuta contro facendomi cadere tutti i libri a terra.
‹‹ Hey guarda dove vai ›› Fu questa la prima cosa che disse, non mi azzardai a risponderle avevo troppo timore non volevo mettermi contro nessuno il primo giorno di scuola, dopo di che mi guardò con aria di disprezzo e con il suo gruppetto di amiche se ne andò dalla parte opposta. Raccolsi i miei libri pensando che dopo neanche mezz’ora che ero entrata già avevo l’antipatia per una ragazza, mi alzai e notai che tutti erano entrati già nelle classi, non c’èra più nessuno,iniziai a dirigermi verso il mio armadietto solo il rumore dei miei passi si sentiva in quel corridoio silenzioso, la vice preside mi aveva fatto perdere tempo. Arrivai al mio armadietto, il 237, sul corridoio c’èra solo un ragazzo che era a qualche metro da me, dall’imbarazzo piegai la testa in basso e notai che avevo perso il foglietto con la combinazione, guardai questo ragazzo con un sorriso quasi imbarazzato, era alto con i capelli castani, un dolce sorriso e uno sguardo persuasivo.
‹‹  Ciao ›› Disse sorridendo e porgendomi la mano. ‹‹ Sei nuova? ›› Socchiuse gli occhi sorridendo.
‹‹ Ciao ›› Feci una pausa ‹‹ Si sono nuova ›› Sorrisi, era abbastanza sfacciato per parlarmi subito così. ’ Sei tu quella schiva ‘ Mi spronò la mia dea interiore, forse era vero ero troppo schiva dovevo giocare il suo stesso gioco.
‹‹ Sai per caso aprire il mio armadietto, ho perso la combinazione ›› Sorrisi, lui soffocò una risata passandosi una mano tra i capelli alzati verso l’alto.
‹‹ Posso provarci ›› Sogghigno ed iniziò a girare la manopola varie volte fino a che l’armadietto si aprì.
“ Come diavolo ha fatto? “La mia dea interiore era a bocca aperta e lo ero altrettanto anche io, in meno di un minuto aveva aperto il mio armadietto senza sapere neanche la combinazione. ‹‹ Non dirlo a nessuno ›› Sorrise voltandosi verso di me e indietreggiando di qualche passò per fare spazio a me.
 ‹‹ Sono un cattivo ragazzo ma i  professori non lo sanno ›› Incurvò un sorriso verso destra e anche io mi lasciai sfuggire un sorriso imbarazzato facendo scivolare le mani tra i miei lunghi capelli. ‹‹ Io vado in classe ›› Disse con un sorriso facendomi cenno con la mano.
‹‹ Si, anche io devo andare ›› Sorrisi ed andai verso l’aula di Chimica.
Entrai in quella stanza, la luce filtrava dalle finestre illuminando tutte le persone sedute che in silenzio mi guardavano andare verso la cattedra,mi sentivo abbastanza osservata.
‹‹ Signorina Hamilton benvenuta alla Spenser High School ›› Disse il professore con una voce gentile, ricambiai con un lieve sorriso che era difficile da notare con tutto l’imbarazzo che provavo in quel momento ‹‹ Si vada a sedere lì ›› Indicò un posto vicino ad un ragazzo con i capelli marroni e gli occhi verdi, l’imbarazzo stava salendo sempre di più, sentivo le guance arrossarsi e scaldarsi. Scostai la sedia provocando quel rumore fastidiosissimo e mi sedetti imbarazzata ascoltando la lezione.
Dopo un ora precisa la campanella suonò facendo scattare tutti dalle sedie, io riposi lentamente i miei libri nella borsa mentre vagavo con la mente.”Molto schivo il ragazzo, quasi più di me, non sì è neanche presentato" Pensai mentre riponevo la sedia attaccata al banco.
‹‹ Oh, che stupido non mi sono neanche presentato ›› Disse quel ragazzo facendomi voltare, sembrava come se mi avesse letto nel pensiero, lui si passò una mano tra i capelli sorridendo. ‹‹ Piacere Marcus ››.
‹‹ Ashley ›› Sorrisi freddamente, stava per dire qualcosa ma fu bloccato da una ragazza riccia.
‹‹ Hey Marcus devi assolutamente venire con me ›› Lo prese per il braccio trascinandolo via, presi la mia borsa e mi diressi verso il corridoio.  
Entrai nell’aula di letteratura e subito una sensazione strana mi pervase, camminai piano guardando in basso fino alla cattedra, poggiai il biglietto che affermava che ero entrata a far parte della scuola e mi andai a sedere tra i primi banchi. La professoressa ancora non era arrivata e tutti i ragazzi erano in piedi, mi iniziai a guardare intorno e c’èra il gruppetto delle cheerleader che spettegolava su chi aveva il fisico più bello tra i ragazzi della squadra di football, i “secchioni” che studiavano, i ragazzi della squadra di football che spogliavano con gli occhi ogni ragazza che passava davanti a loro e altri ragazzi in giro per la classe. Poi c’èra una ragazza seduta sul banco che non smetteva di fissarmi, sembrava come se volesse mangiarmi con gli occhi, non distoglieva lo sguardo da me, stavo iniziando ad innervosirmi,era una ragazza con i capelli neri lunghi fino a sopra il seno, occhi marroni molto grandi e la carnagione chiara, aveva un libro davanti a lei ma non lo leggeva, era troppo impegnata nello scrutarmi dalla testa ai piedi. Ad un tratto notai che tra il gruppo dei ragazzi di football c’èra il ragazzo che avevo conosciuto un ora prima.“Vai a salutarlo, hai l’occasione di conoscere una persona” La mia Dea interiore mi incitava ad andare da lui ma appena lo vedevo in mezzo a quel branco di ragazzi che solo messi insieme forse riuscivano a formare un cervello unico, cambiavo idea e tenevo testa alla mia Dea interiore.
Lo guardavo era a suo agio tra di loro ma una sensazione mi faceva capire che lui era diverso, non avrei mai pensato che lui fosse un componente della squadra di football ma mi sbagliavo. Ad un tratto notai che si stava scambiando delle occhiate strane con la ragazza che mi stava guardando poco prima, poi tutto d’un tratto si alzò andando da lei, le lasciò un bigliettino e poi si voltò verso di me, mi andò il cuore in gola, incurvò un sorriso verso destra e si avvicinò passandosi una mano tra i capelli.
‹‹ Hey scusa, prima non mi sono presentato ›› Sorrise, era febbraio e lui indossava una maglia a maniche corte. “Come diavolo fa a non sentire freddo?” La mia Dea interiore era a bocca aperta, “Forse lo fa per mettere in mostra i suoi muscoli”La vedevo sorridere maliziosamente. ‹‹ Io sono William, tu sei? ›› Mi porse la mano sorridendo..

 
*Spazio Autrice.
Salve a tutti, questo è il primo capitolo della mia storia, spero vi piaccia, ho preso un minimo spunto da un fil un pò vecchiotto che a me piaceva ma che penso abbiano visto in pochissimi. Vi pregherei di farmi sapere il vostro grado di apprezzamento di questo capitolo con una recensione qua sottto,positiva o negativa che sia le accetto entrambe. Bhe grazie infinite per avere dedicati cinque minuti della vostra vita per questo capitolo.
                                                                                                                                                 
 Un bacio Fabiana.

 
  
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