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Autore: Hotaru_Tomoe    23/09/2013    10 recensioni
Raccolta di oneshot ispirate dalle fanart o prompt che ho trovato in rete su questa bellissima serie. Per lo più Johnlock centriche, con probabile presenza di slash.
Aggiunta la storia I'll be home for Christmas:Sherlock è lontano da casa per una missione, ma durante questo periodo il legame con John si rinforza. John gli chiede di tornare a casa per Natale, riuscirà Sherlock ad accontentarlo?
Questa storia, in versione inglese, partecipa alla H.I.A.T.U.S. Johnlock challenge di dicembre.
Genere: Angst, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Lestrade, Mycroft Holmes, Sherlock Holmes
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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LOVE BOAT

Sherlock Holmes non era un uomo paziente e la mancanza di acume altrui lo innervosiva come poche altre cose al mondo.
Era sua ferma convinzione che se l'esistenza di un determinato fatto empirico è provata da indizi numerosi e concordanti, si può solo prenderne atto, invece che insistere in una sterile negazione.
E quella situazione stava ormai assumendo contorni ridicoli, quasi grotteschi, constatò, mentre John, dizionario anglo-francese alla mano, si affannava a spiegare al receptionist dell'albergo che il letto matrimoniale trovato in camera non era di suo gradimento.
"Je voudrais deux lits séparés." pronunciò stentatamente.
"Je suis désolé, monsieur, mais le type de chambre que vous avez réservé est double et le lit ne peut pas être divisée. Malheureusement, toutes les chambres sont occupées et il n'y a pas de substitut possible." [1] rispose l'uomo nel suo fluido accento lionese, risposta della quale John a stento colse la parola 'monsieur'. Si voltò verso Sherlock con aria supplicante "Ti spiace darmi una mano?"
Seccato, Sherlock si avvicinò al bancone "Je m'excuse pour mon compagnon". La chambre va bien comme-ça, merci." [2] pronunciò rapido in un francese da far invidia ad un madrelingua, poi prese John sottobraccio e lo trascinò fuori.
"Non abbiamo tempo da perdere con queste sciocchezze. - lo rimproverò - Se la mia teoria è esatta, ed ovviamente lo è, il nostro uomo sarà al parco Tete d'or tra un quarto d'ora per incontrarsi con il suo contatto."
"Per te sarà una sciocchezza, ma per me no. Quel letto è matrimoniale, Sherlock. Matrimoniale."
"E allora?"
"Insomma - John distolse lo sguardo, imbarazzato - la gente fa in fretta a farsi idee sbagliate."
Sherlock gli scoccò un'occhiata infastidita "John, rientreremo a Londra fra due giorni e le leggi della statistica dicono che le possibilità che avresti di incontrare di nuovo il personale di questo albergo sono di una contro un milione."
"Non è questo il punto." sospirò il dottore, passandosi una mano sugli occhi.
"L'anno scorso, quando ci siamo rifugiati in quell'ostello a Norimberga abbiamo diviso una poltrona in corridoio."
John si strinse nelle spalle. Ricordava bene quella notte da incubo, quando, inzuppati di neve e semiassiderati, avevano trovato rifugio in quella struttura. Dividere lo spazio ristretto di una poltrona ed il calore corporeo aveva permesso loro di non morire congelati. "Quella era un'emergenza." borbottò. Non che fosse stato spiacevole, tutt'altro.
"Non vedo alcuna differenza rispetto ad ora, se non una maggior comodità della nostra sistemazione."
"Lasciamo perdere. - sospirò il dottore - Certo che se tu ti fossi spiegato meglio, quando hai prenotato l'albergo..."
"Cosa dovevo spiegare?"
"Che noi non siamo una coppia. Sono sempre solo io che mi sgolo per farlo capire alla gente."
"Nessuno ti ha chiesto di farlo." sentenziò Sherlock avviandosi a passo svelto verso il parco. Perché a John interessasse così tanto l'opinione di emeriti sconosciuti era una cosa che non riusciva a capire.
Il suo blogger restò fermo sul posto qualche secondo, prima di raggiungerlo. "Sherlock..."
"Non adesso. - lo interruppe - Lì c'è il nostro sospettato."
Un afroamericano sulla trentina in tenuta da pescatore aveva appena sciolto gli ormeggi di una barchetta e sembrava volersi dedicare ad una piacevole mattinata di pesca sul lago.
"Nous voudrons louer un bateau." disse Sherlock al responsabile del piccolo molo in tono sbrigativo.
"Certainement, monsieur. Vous souhaitez louer du attirail de pêche?"
"Non."
L'uomo gli rivolse un sorriso molto allusivo "Je comprends. Bonne journée, messieurs." [3]
"Vieni, John."
Il dottore lo seguì, mugugnando qualcosa sul fatto che quell'uomo non aveva comprends affatto.
Sherlock si accomodò sulla barca, incrociando le braccia.
"Immagino che questo significhi che devo remare io." protestò il blogger calandosi nella piccola imbarcazione.
"Ovviamente. Io devo osservare il sospettato."
"Ovviamente." scimmiottò acido. Prese a remare adagio, lanciando occhiate alle altre coppie in gita sul lago. Vide una ragazzina sporgersi verso il suo accompagnatore e allungargli una gomitata mentre li indicava con il mento e distolse lo sguardo, a disagio.
A dire il vero non era tanto per il fatto che li scambiassero per una coppia, ad infastidirlo erano soprattutto le malignità e le risatine che la gente lanciava alle sue spalle. Odiava quegli atteggiamenti fin da quando era ragazzo, perché purtroppo anche sua sorella ne era stata vittima quando decise di fare coming out a scuola.
Per Sherlock, concentrato solo sull'uomo che stavano pedinando, tutto quello nemmeno esisteva e per un attimo John lo invidiò profondamente.
Il detective sporse le braccia fuori dall'imbarcazione e scattò un paio di foto con il cellulare: l'uomo aveva gettato in acqua un pacchettino legato ad un galleggiante giallo e si era allontanato in tutta calma. Qualche minuto dopo un'altra barca si avvicinò al galleggiante per recuperarlo e anche questo secondo pescatore guadagnò gli scatti di Sherlock, che vennero prontamente inviate alla Gendarmerie locale.
"Uhm..." John cercò di attirare la sua attenzione, ma Sherlock lo ignorò deliberatamente, ben sapendo cosa stesse per dire.
"Sherlock... ci stanno guardando tutti. Pensano che siamo una cop...mph!"
Sherlock decise che la fase di negazione di John era durata fin troppo e lui non era un uomo paziente, come già ricordato.

Fino a un secondo prima stava parlando.
Sì, ricordava vagamente una cosa del genere, prima del blackout totale nel suo cervello, quando per dispetto l'omino della manutenzione aveva staccato l'interruttore generale che lo collegava al resto del corpo.
Era quello il motivo per cui ora se ne stava seduto lì, su quel guscio di noce in mezzo al lago, a subire passivamente il bacio a stampo di Sherlock.
Stava male, doveva essere completamente impazzito, non c'era altra spiegazione, altrimenti avrebbe immediatamente comandato alla sua schiena di raddrizzarsi per porre fine a tale follia, invece di inclinare il collo per agevolare il contatto, perdendosi nella morbidezza di quelle labbra sulle sue e nell'odore di lui che lo stava dolcemente intossicando, godendosi i brividi che gli provocavano il fiato umido di Sherlock sulla guancia e le ciglia folte che gli solleticavano il viso, mentre qualcosa di selvaggio rombava nelle sue viscere, intonando una specie di urlo di trionfo "Sì, sì, sì!"
Sì, se fosse stato sano di mente non avrebbe percorso con lo sguardo ogni centimetro della sua pelle pallida, le piccole rughe che gli erano formate attorno agli occhi strettamente chiusi e sul naso, i capelli soffici e nerissimi che contrastavano in modo quasi violento con il candore dell'epidermide.
Oh dio, era pazzo, sì, e aveva bisogno di un dottore.
Ma lui era un dottore, quindi avrebbe dovuto riconoscere i sintomi della follia su se stesso.
E se tali sintomi non c'erano, se era ancora sano di mente come lo era stato prima di quel bacio, allora non restava che arrendersi all'evidenza, soccombere a quel sentimento vibrante e schiudere le labbra, lasciando che per la prima volta Sherlock assaggiasse il suo sapore e viceversa.
"Sì, sì, sì!" continuava a gridare quella voce al centro esatto del suo petto, a rimbombare e battere in sincronia con il suo cuore e John non poté che darle ragione.
"Sì!"
Contraccambiare quel bacio era probabilmente la cosa più giusta che avesse mai fatto in vita sua.
"Sì!"
Era ciò che desiderava.
"Sì!"
Ed era maledettamente piacevole.
Poi il detective si staccò di colpo da lui e ripiombò a sedere, rischiando di capovolgere la fragile imbarcazione. "Smettila di preoccuparti di ciò che pensano gli altri - lo trafisse con i suoi occhi di ghiaccio - e concentrati piuttosto su cosa pensi tu."
E d'improvviso tutto ciò che lo aveva preoccupato fino a quel momento - le altre coppie sulle barche, rigorosamente eterosessuali, che lanciavano loro occhiate allusive e risatine di scherno, i vecchi sulla riva che li guardavano scuotendo la testa con disprezzo - non esisteva più.
Esisteva solo il sapore unico di Sherlock nella sua bocca, il sentore del corpo di lui forte e concreto, quasi fosse ancora schiacciato contro il suo, e la memoria indelebile di quelle labbra sulle quali aveva fantasticato più di una volta.
Fortunatamente l'omino della manutenzione nella sua testa si affrettò a ripristinare il collegamento tra la materia grigia ed il resto del corpo, così John poté sporgersi verso Sherlock, afferrarlo per il bavero del cappotto e mormorare un altro "Sì", stavolta deciso ed alta voce, prima di dirgli tutto ciò che pensava con un altro bacio.
Registrò appena il rumore dei remi che scivolavano dagli scalmi e toccavano l'acqua. Non sarebbero tornati a riva molto presto, ma non importava: nessuno dei due aveva particolarmente fretta di concludere quel discorso labbra su labbra.


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NOTE

Di francese io non so una parola oltre a "Oui" e "Non", e "dov'è il bagno." Perciò un grazie enorme, scritto a caratteri cubitali con fuochi d'artificio nel cielo, va ad Andrea Moon per il suo aiuto.
Ecco la traduzione dei dialoghi:

[1] "Vorrei due letti separati."

"Sono spiacente, signore, ma la tipologia di stanza da voi prenotata è matrimoniale e quel letto non si può dividere. Purtroppo tutte le stanze sono occupate e non ci è possibile effettuare una sostituzione."

[2] "Chiedo scusa a nome del mio compagno. La stanza va benissimo così, grazie."

[3] "Vorremmo noleggiare una barca."
"Certamente, signore. Volete noleggiare anche l'attrezzatura da pesca?"
"No."
"Capisco. Buona giornata, signori."

A Lione c'è veramente il parco Tete d'or e ha un bellissimo lago.
La storia è stata ispirata da questa fanart

   
 
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