Fanfic su artisti musicali > One Direction
Ricorda la storia  |      
Autore: _Graysoul    23/09/2013    11 recensioni
L’attenzione di Liam poi si spostò su uno scricciolo dai capelli biondi seduto sul divano che lo fissava. Si diresse verso di lui e gli si inginocchiò davanti.
“Tu devi essere senza dubbio Niall” che Zayn aveva vestito con una camicia azzurra per l’occasione.
“Indovinato! Tu chi sei? Sei il mio nuovo bisitter?”
“Io sono Liam e no, non sono ancora il tuo babysitter” sorrise divertito “questo lo deve decidere il tuo papà.”
Ziam || One Shot || Molto fluff.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Liam Payne, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Avvertimenti: in questa storia Zayn è un padre single disperato il cui figlio è Niall. Mi rendo benissimo conto che la genetica non permetterebbe mai una cosa del genere ma è stata una chiara ed esplicita richiesta da parte della mia amica Elena di fare una Ziam dove Niall fosse il figlioletto di Zayn. Da pazzi, me ne rendo conto.
Spero che la lettura sia di vostro gradimento; ciao!


Si infilò il cappotto in fretta e furia, prese le chiavi di casa e il cellulare dal mobiletto in corridoio e schizzò fuori di casa. Corse come un pazzo per le strade di Londra, inciampando più e più volte, beccandosi insulti dai passanti accidentalmente travolti, rischiando di essere investito. Si fermò bruscamente al semaforo dannatamente rosso, cercando di riprendere fiato. Gli stava per uscire il cuore dal petto. Controllò l’orologio. Era in un ritardo spaventoso. Ancora. Quando scattò il verde schizzò di nuovo, riprendendo la corsa pazza.
Giuse davanti alla scuola che ormai non c’era più nessuno, nemmeno un genitore. Tutti i bambini erano stati riaccompagnati a casa dai loro papà e dalle loro mamme. Tutti, tranne il suo.
Niall era seduto sui gradini davanti all’uscita della scuola. La testina bionda stava appoggiata alla manina, sporca di pastelli, l’espressione annoiata e lo zainetto dei Pokemon abbandonato ai suoi piedi. Alla sua destra lo torreggiava la malvagia maestra di matematica, con le braccia incrociate al petto e l’espressione minacciosa nascosta sotto quei sottili occhialetti da lettura.
Andò loro in contro correndo. Quando Niall lo notò si alzò in piedi squittendo un “papà!”; la maestra si limitò in uno sbuffo stizzito. Zayn prese in braccio il suo piccolo sussurrandogli una tempesta di “scusa scusa scusa”.
“E’ di nuovo in ritardo, signor Malik. Io e suo figlio la stiamo aspettando qui da ben più di venti minuti, se ne rende conto?”
Zayn raccolse da terra lo zainetto mettendoselo in spalla “lo so benissimo signorina White, e mi rincresce tantissimo!”
“Mi preoccuperebbe il contrario” ribatté, ferendo quasi Zayn. Credeva per caso che non gliene importasse nulla di suo figlio? “ma non è la prima volta, e presumo non sarà l’ultima.”
“Sì, lo so, è solo che con il lavoro faccio fatica ad arrivare sempre puntuale e…”
“Beh, le consiglio di prendere provvedimenti allora. Chiuda il cancello all’uscita, grazie.” E rientrò a scuola, probabilmente a sistemare l’aula. Zayn sospirò, abbattuto, riprendendo ancora una volta fiato.
Posò Niall a terra e gli si inginocchiò davanti “ciao campione” sussurrò.
“Hey papà! Sei arrivato di nuovo in ritardo..”
“Si, ehm.. mi dispiace tantissimo..” bisbigliò in imbarazzo, sistemandogli i ciuffi di capelli biondi scompigliati.
“A me dispiace che la maestra ti abbia sgridato” ammise il bimbo giocando con i bottoni dell’uniforme.
“Me lo meritavo, ti ho di nuovo fatto aspettare. Ti va un gelato per farmi perdonare?”
A Niall si illuminarono gli occhi. Annuì con vigore, saltandogli in braccio. Zayn rise, accogliendolo tra le sue braccia e, zainetto in spalla si indirizzarono verso la solita gelateria.
Quando tornarono a casa Niall balzò a terra e si gettò sul divano ricoprendosi dei suoi giocattoli e inscenando una battaglia tra il peluche a forma di pony e quello a forma di orso.
Il moro sorrise alla scena; sistemò lo zainetto e si diresse subito in cucina, scolandosi mezza bottiglia d’acqua. I piatti erano tutti da lavare, il bidone della spazzatura era strapieno e sui fornelli vi era ancora il pranzo del giorno precedente. Un disastro. Entrò nello studio deciso a lavorare un po’ ma cambiò subito idea: sulla scrivania erano ammassati centinaia di fogli di tutte le grandezze e misure; per terra giacevano valige e valigette, biro di tutti i tipi, qualche giocattolo di Niall. Scosse la tesa in segno di resa e andò in camera, pronto a cambiarsi e schiacciare un sonnellino. Prima di svestirsi si specchiò un momento e in quello stesso momento desiderò di non averlo mai fatto.
I capelli erano un macello, sparati in tutte le direzioni e bisognosi di essere lavati; gli occhiali erano storti; sul viso marcate occhiaie che sottolineavano la stanchezza. Ciliegina sulla torta, prima di uscire si era messo il cappotto al contrario. Sospirò, esausto, passandosi le mani tra i capelli.
Aveva assolutamente bisogno di una mano.
 
 
 
Liam tornò a casa –sempre che quell’appartamento minuscolo più somigliante a una topaia potesse essere definita tale. Si rigettò sul letto, talmente stanco da non riuscire nemmeno ad addormentarsi.
Quel lavoro da barista lo sfiancava, specialmente con quell’orario. Subito dopo i corsi universitari, che lo tenevano davvero impegnato, doveva catapultarsi in quel bar e lavorare fino a sera. Se poi gli andava proprio di fortuna, verso le nove aveva gli allenamenti di football. Si rigirò un paio di volte tra le lenzuola, arrendendosi dopo qualche minuto. Si alzò, dirigendosi in cucina. Aprì le ante della dispensa: vuoto. Aprì il frigo: vuoto. Sospirò, prendendo il telefono in mano. Ordinò una pizza, tanto per cambiare.
Nel mentre decise di riordinare casa –come se non fosse già al limite della perfezione. Fece una lavatrice, spazzò per bene il pavimento, lavò il bicchiere usato per fare colazione quella mattina. Quando arrivò la pizza pagò con le poche sterline rimanenti nel portafoglio. Circa mezz’ora dopo riuscì ad addormentarsi.
Quando riaprì gli occhi trovò affianco a se, comodamente seduto sul divano, un Louis intento a trovare qualcosa di decente alla televisione. Sobbalzò dallo spavento, spaventando anche l’amico.
“Dio Liam! Mi hai fatto prendere un colpo!”
“Oh scusami tanto mio caro, non era davvero mia intenzione spaventarti mentre guardi la mia televisione spalmato sul mio divano di casa mia! Come diavolo sei entrato?” strillò cercando di riacquistare un battito cardiaco regolare.
“Abbassa il tono” si lamentò stizzito il castano “Hai lasciato la porta socchiusa, genio del male. Pensa se fosse entrato un ladro!”
“Beh, non avrebbe trovato molto da rubare se non l’ultima fetta di pizza rimasta.”
Louis annuì, effettivamente d’accordo. Poi sbuffò e spense la televisione in un gesto rabbioso.
“Comprati una nuova TV Liam! Questa è un rottame! Non c’è mai nulla di decente!”
“Scusa se sono povero e non posso permettermi una televisione al plasma con antenna satellitare” ribattè glaciale. L’amico alzò le spalle, per niente sorpreso dal suo tono di voce. Ci era abituato. Si conoscevano da anni. “Come va con il tuo dolce fidanzato?”
A quella domanda gli si illuminarono i bellissimi occhi celesti che si ritrovava “Harry? Oh, benissimo. Ora è a scuola per i corsi pomeridiani o qualcosa del genere. Adoro stare con lui. Ci amiamo tanto, ridiamo tanto, scopiamo tanto...”
“L’amore della tua vita quindi.”
“Esatto.” Affermò con un tono di voce che riservava solo e soltanto quando si parlava di Harry. “tu invece?  Qualche fiamma?” chiese curioso.
Liam scoppiò in una risata sarcastica. “Tra università, lavoro e football non ho tempo da dedicare nemmeno a me stesso.”
“Effettivamente fai un po’ schifo. Mi chiedo come tu non inciampi tra le tue occhiaie.” Già. A volte se lo chiedeva anche lui. “Molla gli studi.”
“Non posso, voglio diplomarmi.”
“Allora molla il lavoro”
“E con cosa vivo? I miei non sono ricchi imprenditori”
“Molla il football” Liam inarcò il sopracciglio. “Scherzavo. Il football è l’ultima cosa che devi mollare. La squadra ha bisogno di te. Io ho bisogno di te.” Immaginava. Louis si alzò dal divano, diretto verso la cucina ma Liam gli anticipò la delusione “tutto vuoto, amico”.
“Liam! Da quando non fai la spesa?”
“Da quando non ho soldi per fare niente. L’università mi costa, l’affitto di questa maledetta casa mi costa, la mia vita mi costa! Ho bisogno di un lavoro più redditizio. Così non posso andare avanti.”
Louis annuì, armeggiando col telefono. Poi improvvisamente prese la giacca di jeans e aprì la porta di casa.
“Dove vai?” lo fermò il minore.
“Da Harry. Vuole portarmi a cena fuori. Non è meraviglioso?” e glielo disse con un sorriso talmente enorme e un tono così sognante che fecero scoppiare a ridere Liam. Sì, davvero meraviglioso.
Rimasto di nuovo solo Liam si strofinò gli occhi con le mani.
Aveva assolutamente bisogno di una mano.
 
 
La domenica pomeriggio, a casa Malik, era dedicata alle pulizie di casa.
O almeno così Zayn si ripeteva ogni mattina. Si alzava come sempre di buon’ora, fumava una sigaretta in balcone e poi rientrava deciso a mettere in ordine. Sistemava qualche gioco di Niall nell’enorme cesto dei giocattoli nella stanza dei giochi, cercava di lavare i piatti e piegare qualche vestito ma appena il biondino si svegliava si ritrovava a fare i compiti con lui, giocare con le carte dei pokemon mezze distrutte, fare la lotta, disegnare, suonare la batteria giocattolo. Quindi, ogni domenica sera Zayn pensava che la domenica, a casa Malik, era dedicata a suo figlio. Quel giorno, non era affatto diverso.
Mentre Niall disegnava con i pastelli colorati un enorme dinosauro fucsia sotto uno splendido cielo giallo, Zayn beveva tranquillo un caffè. Si era svegliato più pensieroso del solito.
Doveva prendere provvedimenti. La casa era un macello, in settimana era sempre costretto a lasciare Niall al doposcuola o affidarlo alla mamma di un qualche suo compagno di classe, o lasciarlo spesso a casa dei vicini. Da quado l’aveva portato a lavoro con sé e si era messo a disegnare pesci intenti a ballare il tango sui suoi documenti aveva dovuto lasciarlo in balia alle persone più disparate e questo non andava bene.
Non poteva lasciare suo figlio, la sua più grande ragione di vita a gente sconosciuta o inesperta. Assolutamente no. Si chiese anche come diavolo aveva potuto fare una cosa del genere. Che razza di padre degenerato era? Il punto è che il lavoro sì, era davvero impegnativo, ma nulla innanzi al lavoro del padre single che era.
Niall alzò lo sguardo, puntandolo in quello del suo papà. “Stai pensando tanto vero?”
Zayn si riscosse, affogando nell’azzurro degli occhi del suo tesoro “si nota?”
La testina bionda fece su e giù ripetutamente “quando pensi tanto ti vengono due occhi sottili sottili e hai le labbra uguali al becco delle papere” sentenziò, serio.
Il moro scoppiò in una fragorosa risata, che contagiò anche il bambino. Quando si ripresero “sì” ammise “stavo pensando..”
“A..?”
“Ad un babysitter.”
“Cos’è un bisitter?”
“Un babysitter, amore” lo corresse sorridendo, intento a pulirgli la guancia sporca di pastello giallo “è una persona che si prende cura di te mente papà è al lavoro”
“Ma io non voglio un bisitter! Io ho già te.”
“Si, campione, lo so.. ma io lavoro tanto e non voglio più lasciarti a casa dei vicini o a scuola. Voglio che tu stia al sicuro a casa con una persona che si occupi di te finché io non torno a casa.”
“Ma.. ma se la persona è cattiva?” Niall iniziava ad agitarsi. Non gli piaceva come idea. Non voleva che qualcun altro si prendesse cura di lui. Lui voleva solo il suo papà, nessun’altro.
“Se la persona è cattiva la mandiamo via a calci e pugni. Ma stai tranquillo, la sceglieremo assieme così potrai decidere tu stesso.” Il biondino sembrò essere convinto e sorrise felice.
Zayn prese il computer e scrisse subito l’annuncio su internet. Ad opera completata si premiò con un’altra tazza di caffè.
“Finto!” esclamò Niall alzando il disegno in aria, come una grande medaglia d’oro.
“Ma è bellissimo!” disse Zayn prendendolo tra le mani “E’… è.. che cos’è?”
“Ma che domande! E’ Igor il dinosauro rosa! E quelli piccoli vicino a lui siamo noi due! Forza, appendilo al frigo.” Il moro eseguì l’ordine posizionando il capolavoro esattamente al centro del frigorifero. Rimasero entrambi qualche secondo ad ammirarlo, Niall con le braccia conserte, tra le mani ancora i mille pastelli colorati e stampato in viso un enorme sorriso; Zayn con un’espressione felice ma confusa e la testa piegata di lato. Suo figlio avrebbe sicuramente avuto un futuro splendente, ma non come pittore.
 
 
Liam sottolineava meticolosamente i passaggi più importanti dell’enorme libro dell’università. Trascriveva sul block notes gli avvenimenti più importanti, cerchiava le date da ricordare, trascriveva approfondimenti da fare a bordo pagina. Ordinò il secondo caffè della giornata alla grassa cameriera del solito bar sotto casa.
Due mani sbattute con forza sul suo tavolo gli fecero bucare il foglio con la matita dallo spavento.
“Louis, porca miseria! Stai cercando di uccidermi, ultimamente?”
L’amico si sedette tranquillo al suo tavolo, sorridendogli con un sorriso storto. Si tolse cappellino e giacca –una giacca decisamente troppo larga per lui e bevve un sorso del suo caffè. Accanto a lui prese posto un ragazzo alto, molto alto, dai capelli per metà ricci e per metà lisci, occhi verdi più dello smeraldo, spalle larghe ricoperte solo da una semplice tshirt bianca.
“Buongiorno Liam” disse educatamente, con la sua solita voce lenta e profonda dal tono pacato.
“Ciao Harry! Potresti chiedere al tuo ragazzo di essere un po’ più delicato?” in risposta Harry rise, alzando le spalle.
“Smetti di lamentarti e sii riconoscente, piuttosto!” esclamò Louis con la sua voce acuta.
“Riconoscente per cosa? Il prossimo infarto?”
“No, idiota. Per averti trovato un lavoro profumatamente pagato e decisamente adatto a te” gli spiegò, sbattendogli in faccia il suo iPhone bianco. Liam lo prese in mano, immergendosi nella lettura.
L’articolo diceva che un certo Zayn Malik aveva bisogno di un babysitter per suo figlio, dalle dieci alle sei di pomeriggio e la paga non era davvero niente male, decisamente più di quanto avrebbe fatto su in un mese al bar. In fondo gli erano sempre piaciuti i bambini, quindi non c’erano particolari problemi. La casa si trovava a sole due fermate di metro da casa sua. Perfetto. Distolse lo sguardo dal telefono pronto a ringraziare l’amico ma lo ritrovò immerso in un appassionante bacio con il compagno. Teneva le braccia, avvolte in quella giacca che ora aveva capito appartenesse ad Harry, intrecciate al suo collo e sorridevano entrambi nel bacio. A vederli così, sembravano davvero fatti l’uno per l’altro. Distolse lo sguardo, imbarazzato, ritornando sui libri. Qualche istante dopo “beh?” lo interruppe l’amico.
“Oh, si! E’ ottimo, Louis. Mille grazie, sei un amico. Ho davvero bisogno di un po’ di soldi in questo periodo. Mi sono annotato il numero così..”
“Beh chiama subito allora!”
“Adesso?”
“Certo, adesso” intervenne Harry “un bel lavoro così ben pagato te lo fregano in un attimo.” Louis annuì, come sempre innegabilmente d’accordo con la sua anima gemella.
Liam prese il telefono e compose il numero. Attese pazientemente sotto gli sguardi dei ragazzi; stava per riattaccare quando una vocetta sottile sottile rispose.
“Pronto? Chi è? Chi parla?”
“Ehm.. sono Liam Payne e chiamo per..” ma un’altra al telefono lo interruppe. Una bellissima voce.
“Scusi, era mio figlio. Sono Zayn Malik, mi dica.”
“Si, ecco ehmm.. sono Liam Payne e chiamo perché ho letto il suo annuncio su internet dove se non sbaglio cercava un babysitter..”
“Oh si, ma certo! Può venire a casa mia alle cinque. Porti curriculum e tutto il resto, arrivederci” e riattaccò.
“Oh. Beh. Molto semplice” constatò Louis che era rimasto in ascolto.
Liam annuì e iniziò a far su le sue cose. Aveva bisogno di una doccia, rendersi presentabile. Salutò i ragazzi, ringraziandoli e lasciandoli alle loro romanticherie, pagò il conto e si diresse a casa. Una volta pronto prese la metro, diretto a casa di questo signor Malik. Quando si ritrovò davanti alla porta di casa, bussò due volte ed attese pazientemente. Quando la porta si aprì, per poco non si strozzò con la saliva.
 
 
 
 
 
Quel pomeriggio Zayn e il piccolo Niall l’avevano trascorso a casa, incontrando un aspirante babysitter dopo l’altro; ma a quanto pare nessuno era adatto al ruolo perché Niall rispediva a casa tutti.
Se n’erano presentati un paio con un ottimo curriculum e molta esperienza. C’era stata la signorina McKith, ma a Niall ricordava troppo la sua maestra di matematica e gli faceva paura; poi il signor Connowall, ma  a Niall non piaceva il suo odore; la signora Flinn, troppo fissata con i gatti e troppo noiosa.
Insomma, nessuno di adatto. Quando ormai stavano per gettare la spugna era arrivata un’altra telefonata e, giusto per tentare la sorte, aveva atteso l’arrivo del nuovo aspirante babysitter.
Così, quando bussarono alla porta, Zayn si trovò davanti un bellissimo ragazzo che avrà avuto la sua età.
Rimasero per un momento a fissarsi, senza dire una singola parola. Poi si ricordò delle buone maniere e lo fece accomodare in casa.
“Sono Liam Payne, piacere. Ho chiamato un paio di ore fa per..”
“Si si si, il babysitter” terminò Zayn. Era dalle dieci di quel mattino che sentiva le stesse cose.
Liam annuì, offrendo il suo curriculum. Il moro lo lesse velocemente, trovandoci le solite cose. Diversi lavori, esperienze con i bambini, studi eccetera. Poi posò l’attenzione sul ragazzo. Lo squadrò da cima a fondo. Capelli castano chiaro, a spazzola, grandi occhi color miele, un sorriso gentile che ispirava fiducia. Spalle large, fisico sportivo. Ben qualificato. L’attenzione di Liam poi si spostò su uno scricciolo dai capelli biondi seduto sul divano che lo fissava. Si diresse verso di lui e gli si inginocchiò davanti.
“Tu devi essere senza dubbio Niall” che Zayn aveva vestito con una camicia azzurra per l’occasione.
“Indovinato! Tu chi sei? Sei il mio nuovo bisitter?”
“Io sono Liam e no, non sono ancora il tuo babysitter” sorrise divertito “questo lo deve decidere il tuo papà.”
“Non è vero. Decido io! E ora ti farò anche delle domande!” declamò, sistemandosi meglio per il divano.
“Spara!”
“Come stai?”
“Oh, beh.. molto bene grazie e tu?”
“Bene anche se la camicia mi sta stretta” e a Liam venne da ridere ma si trattenne perché quel piccolo Niall stava cercando di dimostrarsi grande e serio. “Che lavoro fai?”
“Lavoro in un bar ma studio anche”
“Anche io studio! Vieni nella mia scuola?” Stavolta fu Zayn a doversi trattenere dalle risate.
“No, direi di no”
“Hai ragione. Uno alto come te si nota subito. Quanti anni hai?”
“Ventitré, e tu?”
“Quattro e tre quarti. Cosa c’è in quel sacchetto?”
“Oh giusto!” Liam si schiaffò una mano sulla fronte giocosamente “me lo stavo quasi dimenticando. Questo è per te. L’ho presa al bar prima di venire qui” e la offrì al biondino, curioso. Aprì il sacchettino e , sbirciandone il contenuto emise un urletto. Ne tirò fuori una ciambella ricoperta di glassa alla fragola. Le sue preferite! Ne addentò un pezzo e, dopo averlo ingurgitato “prendiamo lui, papà! Prendiamo lui! Ha portato la ciambella! E’ perfetto, ci sa fare! Prendiamo lui!” si mise a urlare.
Liam rise, alzandosi poi in piedi. Zayn mise a tacere le urla di Niall con un gesto della mano e “beh, sembri andare a genio a mio figlio” disse sorridendo “comunque si, leggendo il curriculum mi sembri adatto al lavoro quindi, beh, benvenuto a bordo” terminò restituendogli il foglio.
Liam ringraziò, entusiasta poi si rivolse a Niall “bene, allora noi due ci vediamo domani”
“Sei il mio nuovo bisitter?” chiese speranzoso con gli occhioni azzurri spalancati.
“Penso proprio di sì” rispose, facendo lanciare il bimbo in una serie di evviva ed urrà. Salutò Zayn e, prima di uscire di casa “quella magari mangiala dopo cena, così non ti rovini l’appetito” rivolgendosi a Niall.
“Ma io la voglio adesso!”
“Facciamo così; tu mangi la ciambella dopo cena e io domani te ne porto un’altra, va bene?”
“Affare fatto!” e Liam uscì sorridente, diretto a casa, contento nell’aver trovato un nuovo lavoro decente.
 
Zayn rimboccò le coperte a Niall e, dopo avergli letto un capitolo della storia del Coccodrillo Goloso, gli diede il bacio della buonanotte.
“Mi piace quel Liam come bisitter, pà”
“Bene, son contento. Domani sera mi racconterai tutto quello che avete fatto e se ha fatto il bravo.”
“Promesso!” e dopo pochi attimi si addormentò. Zayn richiuse silenziosamente la porta della sua cameretta, andò in camera sua e si infilò sotto le calde coperte del suo letto matrimoniale troppo vuoto. Sospirò. Effettivamente Liam non era davvero niente male.
Nel senso, ci sapeva fare con i bambini, si era visto. Aveva un ottimo curriculum, senza dubbio. Un bel ragazzo, bisognava ammetterlo. E poi aveva due occhi… no. No no. Proprio no. Scacciò ogni pensiero simile rigirandosi su un fianco, cercando si addormentarsi.
Il mattino seguente, quando bussarono alla porta, Zayn era sotto la doccia, così andò Niall ad aprire la porta –ovviamente dopo aver meticolosamente chiesto chi fosse e aver guardato attraverso lo spioncino per mezzo dello sgabello davanti alla porta, come gli aveva insegnato papà. Era Liam.
“Ciao Liam! Come stai?”
“Buongiorno Niall, molto bene grazie  e tu?”
“Bene. Papà è sotto la doccia, come al solito è in ritardo per il lavoro.”
“E tu oggi non hai scuola?”
“Faccio ancora l’asilo, sai? Ci vado solo qualche volta o per il doposcuola, quando papà lavra tutto il pomeriggio. Ma io odio andarci. Gli altri bambini urlano in continuazione.”
“Beh, da domani non ci andrai più dato che ci sono io qua.” A Niall gli si illuminarono gli occhi.
“Tu non vai a scuola?”
“Ho deciso che non ci andrò più per un po’, così posso farti da babysitter.” Intanto si erano seduti sul divano e Niall stava mangiando la sua nuova ciambella glassata non senza un certo entusiasmo.
“E perché vuoi farmi da bisitter?”
“Beh, ecco..”
“Liam!” una voce attirò la sua attenzione. Sollevò lo sguardo ed ecco Zayn, vestito di tutto punto e indosso un sorriso smagliante. Era davvero bellissimo, penso Liam, con i suoi capelli corvini, i suoi occhi scuri come la cioccolata fondente, la sua pelle che gli ricordava il suo amato caffelatte con non troppo latte. “Mi salvi, davvero!” gli venne incontro.
“Oh, davvero? Per me è un piacere, adoro i bambini”
“E’ fantastico. Con tutto questo lavoro a volte faccio davvero fatica e..”
“Tranquillo, capisco” gli sorrise, comprensivo. Rimasero a guardarsi un istante quando “beh” disse Zayn “io vado che sono abbastanza in ritardo.” Porse a Liam un bigliettino “questo è il mio numero, qualsiasi cosa tu abbia bisogno. Niall ti mostrerà per bene tutta la casa e.. direi che questo è quanto.” Poi si rivolse a Niall, chinandosi verso di lui “tu signorino fai il bravo e non far impazzire Liam, mi hai capito?” Niall annuì vigorosamente. “Si papà” e gli diede un bacio sulla guancia “buon lavoro!”
“Grazie campione!” poi si rivolse a Liam mentre inforcava gli occhiali e indossava il cappotto “buona fortuna con lui e ancora grazie! A stasera!” e uscì di casa.
Seguì un momento di silenzio, poi Niall tirò per la manica della felpa Liam.
“Dai forza, ti faccio vedere la casa” gli disse, solo come un gran signore sa fare. Così Liam esplorò casa Malik e capì che i soldi non gli mancavano. Era un enorme appartamento ben arredato a due piani nel quale però regnava il caos. Sulle pareti erano appesi tantissimi quadri di tutte le dimensioni e Niall gli mostrò tutte le stanze: la stanza dei giochi, la sua cameretta, la cameretta del suo papà, i due bagni, lo sgabuzzino, la cucina, la sala –nonostante l’avesse già vista, lo studio del papà nel quale però non entrarono dato che papà glielo aveva proibito, la stanza degli ospiti  e poi la stanza che colpì maggiormente Liam: la stanza dei disegni.
Era un’immensa stanza interamente dipinta di bianco, con una grandissima finestra al centro che la illuminava completamente, quasi del tutto vuota se non fosse stato per due o tre cavalletti appoggiati alla parete, un tavolino rotondo ricoperto di pastelli e fogli con tre seggioline  e un mobiletto con sopra mille tempere ed acquarelli e pennelli di tutte le forme e dimensioni.
“Tuo papà è un pittore, Niall?”
“Sì! Fa tantissimi disegni bellissimi anche se molti non hanno senso. Molti li attacca ai muri, altri li porta al lavoro, ma la maggior parte li mette nella stanza che fa paura.”
“Stanza che fa paura?” chiese perplesso.
“Si chiama così anche se papà la chiama sempre cantina.” Annuì grave “però si, papà disegna. Solo che lui lo fa sempre su fogli molto più grandi dei miei. Ha detto che si chiamano tele, i suoi fogli e che stano appoggiate al.. al… ehm..”
“..cavalletto” completò Liam al suo posto.
“Ecco si! Lui! Bravo!”
Al centro della stanza però vi era un cavalletto coperto da un lenzuolo. Vi si avvicinò e sollevò il lenzuolo con cura. La tela ritraeva un occhio, null’altro. Era un occhio molto grande, incolore. Rimase qualche istante a guardarlo; era davvero bellissimo.
“Papà dice che è il mio occhio, anche se io non ci credo. I miei occhi non sono così bianchi.” esclamò Niall, facendo rimbombare la sua voce nel silenzio della casa. “Non va più avanti.. è fermo lì da tantissimo.”
Poi il bimbo andò a sedersi al suo tavolino e prese a disegnare mentre Liam tirò fuori dalla borsa il suo libro e studiò un po’. Pranzarono con una pasta all’italiana e più tardi andarono nella stanza dei giochi e fecero un torneo con le macchinine e inscenarono una lotta con i peluches. Infine iniziarono a vedere un film, L’Era Glaciale 4, anche se Niall riteneva che il terzo fosse il più bello con tutti quei dinosauri stupendi. A metà film, però, Zayn tornò a casa.
Niall saltò giù dal divano e corse in braccio al suo papà. “com’è andata al lavoro? Hai venduto tanti disegni?”
Zayn rise e “si, qualcuno” scompigliandogli i capelli, e tornò a vedere il film. Liam gli venne incontro, tranquillo e sorridente; il moro l’o invitò a prendere un caffè in cucina.
Si sedettero al tavolo e “allora, com’è andata? Niall ti ha fatto impazzire?” chiese sfilandosi gli occhiali e incrociando le caviglie sotto al tavolo.
“Oh no!” lo contraddisse Liam, appoggiandosi al tavolo “anzi. Abbiamo disegnato, mangiato, giocato e visto un film. E’ un bambino fantastico, davvero.. tranquillo, solare, divertente, molto intelligente..”
“Oh si, a volte fin troppo intelligente. Non si fa scappare nulla quella volpe” borbottò Zayn facendo ridere Liam. “sono contento che vi troviate bene l’uno con l’altro.. questo lavoro mi tiene così dannatamente occupato..”
“Niall mi ha detto che dipingi. I quadri sulle pareti..?”
“Sì, li ho fatti io” sorrise. Di un bellissimo sorriso, pensò Liam.
“Sono davvero stupendi. Immagino tu ne venda tanti..”
“Grazie. Sì, per l’appunto. Apro spesso mostre qua e là e il negozio mi ruba un mucchio di tempo, però amo il mio lavoro.” Esi alzò per versare il caffè nelle tazze. Lo offrì a Liam e rimasero in silenzio per qualche attimo.
“Tu invece?”
“Io cosa?” Liam si era perso nel guardare le mani di Zayn attorno alla tazza.
“Nel senso, parlami di te”
“Oh certo. Nulla di che, prima di fare il babysitter lavoravo in questo bar, nulla di che. La mattina seguivo corsi all’università ma ora li ho sospesi..”
“Cosa studi?”
“Storiografia”
“E ti piace?”
“Non mi fa schifo” sorrise, finendo il suo caffè. Parlarono del più e del meno, della passione del football di Liam, dei quadri di Zayn, di Niall fino a quando il minore non si accorse che si stava facendo tardi. Si alzò dal tavolo, andò a salutare Niall ancora concentrato sul film e prima di andarsene salutò anche Zayn che gli rispose con un meraviglioso sorriso con tanto di denti. Uscì dalla casa di ottimo umore, ringraziando silenziosamente Louis per avergli trovato quel lavoro.
 
 
Trascorse la prima settimana e Liam incassò la sua prima paga, per i suoi gusti troppo generosa per essere solo un babysitter.
I pomeriggi con Niall erano tutti splendidi. Si erano immersi in diverse avventure spaziali, avevano visto tanti bei film; Liam aveva imparato da Niall una tattica per fare dei disegni fantastici con i suoi adorati pastelli, che gli aveva prestato eccezionalmente. Poi quando Zayn rientrava si mettevano a parlare di loro, del lavoro, di molte altre cose. Iniziavano a conoscersi e ognuno apprezzava la compagnia dell’altro. Come quella sera.
“Sono contento nell’aver trovato questo lavoro” ammise Liam “devo ringraziare Louis… anche se scommetto che deve il merito ad Harry.”
“Harry?” chiese interessato Zayn.
“Il fidanzato di Louis”
“Oh.” Così Liam prese a parlare un po’ di quei due, del loro essere l’uno così perfetto per l’altro, del loro amore a dir poco ineguagliabile, la loro devozione reciproca, ma anche la loro simpatia, la loro innata dote del far ridere chiunque in qualsiasi situazione, del fatto che Louis giocasse a football con lui, della passione per il canto di Harry. “Sarebbe bello conoscerli” disse il moro poi.
“Credo lo farai. E tu? Che mi dici dei tuoi amici?”
“Ehm.. io..” Zayn iniziò a sentirsi in imbarazzo “diciamo che i miei amici sono i quadri, ecco” ammise infine. Liam rimase in silenzio. Possibile che una così bella persona non avesse amici? Il lavoro lo teneva così impegnato?
“Ecco qua, un amico al suo servizio” gli rispose sorridente, facendo un piccolo e scherzoso inchino con il capo. Zayn scoppiò a ridere e “grazie” aggiunge poi, dopo essersi ripreso “grazie davvero, Liam” sussurrò.
Il castano cerco di reprimere un brivido inaspettato. Gli piaceva il suono del suo nome detto da Zayn.
Improvvisamente Niall entro nella stanza correndo, interrompendo il tranquillo silenzio che si era creato. Si accomodò in braccio a Zayn e “papà, voglio pizza!”
“Ma abbiamo mangiato pizza anche ieri sera..” facendo ribattere il biondo con un’alzata di spalle. Liam sorrise e “credo sia ora di andare.. a domani, buonanotte ragazzi”
“Notte Lì!” strillò Niall dalla cucina.
“Notte” sussurrò Zayn dalla porta. “Notte” gli rispose tranquillamente Liam sorridendogli.
Quando richiuse la porta Zayn tornò al tavolo con Niall. Ordinarono la pizza e, nell’attesa “che ne pensi di Liam, campione?”
“Oh, è fantastico! Ci divertiamo un mondo insieme e ridiamo tantissimo! Ha detto che un giorno di questi se continua a fare bello andiamo al parco e mi insegna a giocare a football!” rispose emozionatissimo.
Il moro gli scompigliò i capelli. Sì, Liam piaceva proprio anche a lui.
 
 
Arrivò quindi quel pomeriggio in cui Zayn tornò a casa dal lavoro e la trovò tutta in ordine e vuota.
Si diresse quindi in cucina e, appiccicato al tavolo un post-it giallo con su scritto “al parco; mandaci un messaggio quando arrivi” con la elegante calligrafia di Liam e sotto un “ciao papà” con la storta calligrafia del suo campione. Pescò il cellulare dalla tasca e chiamò Liam.
“Dove siete?”
Sorrise involontariamente al suono della sua voce.
 
Quando arrivò al parco, non li trovò subito. Quel giorno c’era molta gente nonostante fosse settembre inoltrato; eppure le giornate parevano non raffreddarsi, così tutti ne approfittavano e andavano al parco a catturare gli ultimi raggi di sole. Andò verso la fontanella e girò a destra come gli aveva indicato Liam e poi, eccoli. Niall cercava di calciare il pallone il più forte possibile nella direzione del castano, non riuscendoci. Liam però non glielo faceva pesare e lo incoraggiava, promettendogli ciambelle. Quando finalmente il pallone prese in pieno il petto di Liam, il babysitter lo prese imbraccio, urlando come se fosse allo stadio. Caddero quindi tutti e due sul prato, ridendo come stupidi. Zayn li osservava incantato.
Poi Liam lo vide.
Se ne stava appoggiato all’albero a diversi metri da loro, avvolto dal suo solito cappotto nero con indosso i soliti occhiali che secondo Liam lo rendevano bellissimo. Lo indicò e anche Niall si girò nella sua direzione. Quando lo vide “papà!” urlò e gli corse incontro. Zayn lo accolse tra le sue braccia, sollevandolo e facendolo girare. Era completamente sudato e stravolto dall’allenamento intensivo ma felice come una pasqua.
“Hey campione!”
“Mi hai visto giocare? Hai visto la pallonata che ho tirato a Lì? Non sono fortissimo?”
“Si, sei davvero fortissimo! Sei anche mille volte più bravo di me.”
“Lì è davvero grande! Devi farti insegnare! E’ divertentissimo!”
Intanto Liam si era avvicinato, un po’ sudato anche lui. Si morse le labbra. Zayn rimise a terra Niall che corse di nuovo verso il pallone e andando incontro a due bambini suoi compagni di asilo.
“Hey”
“Hey” sorrise di rimando il moro “è bello vederlo così felice”
“Si beh, ho approfittato della bella giornata” rispose alzando le spalle. Rimasero un momento in silenzio, gli sguardi che saettavano da loro a Niall.
“Eravate bellissimi” si lasciò sfuggire Zayn.
“Anche tu che ci guardavi” rispose di rimando. Si voltarono entrambi a guardarsi negli occhi. Liam sentì di nuovo quel brivido e aveva una voglia matta di avvicinarsi a lui, ma non si mosse. Trascorsero alcuni attimi così, a guardarsi in silenzio, ad osservarsi. Si sollevò un leggero vento freddo che parve riscuoterli entrambi.
“Beh, è meglio andare.. inizia a fare freddo.. meglio non ammalarsi” propose Liam. Zayn annuì, e richiamò Niall che salutò i suoi amichetti. Saltò in braccio al suo papà e “andiamo a prendere una cioccolata?” propose. I due non poterono essere più d’accordo.
 
 
Era il quinto compleanno di Niall e quel sabato mattina Zayn non aveva idea di che cosa fare. Voleva preparargli una torta ma lui non ne era decisamente in grado. Uscì in balcone e si fumò una sigaretta, rimanendo ad osservare la gente che passava di sotto. Ripensò a quei giorni trascorsi in tranquillità, di come ora le cose andassero bene grazie a Liam. Liam. Ma certo, Liam! Si precipitò in sala e prese il telefono. Compose il suo numero e “buongiorno” sentì dall’altro capo del telefono la voce assonnata dal castano riempirgli le orecchie.
“Buongiorno! Scusa se ti ho svegliato così presto ma ho assolutamente bisogno del tuo aiuto!” e gli spiegò la situazione. Venti minuti dopo Liam era già davanti alla sua porta di casa con una borsa della spesa piena di ingredienti. Si spostarono entrambi in cucina e iniziarono a preparare la torta.
Zayn faceva tutto ciò che Liam gli diceva. Sbatté le uova –non senza romperne uno e suscitare le grasse risate di Liam, mescolò per bene l’impasto, lo stesero sulla teglia, ricoprirono poi il tutto di glassa al cioccolato e prepararono anche diverse ciambelle con l’impasto rimasto. Avevano riso quasi tutto il tempo con Liam che si faceva beffe della goffaggine in cucina di Zayn e Zayn che si arrabbiava e gli lanciava farina addosso. Il risultato fu quindi una bellissima torta, delle splendide ciambelle e i due ricoperti di farina.
Si diedero una breve ripulita e stavano per andare a svegliare Niall quando Zayn fermò Liam.
“Cosa succede?”
“Hai dell’impasto sulla guancia!” rise Zayn. Liam lo accompagnò ancora una volta nella risata e fece per pulirsi con la mano ma il moro lo fermò. Smisero di ridere. Zayn allungò la mano sulla guancia di Liam e con il pollice andò a ripulirlo delicatamente dall’impasto. “Fatto” sussurrò poi.
Rimasero fermi tutti e due, quasi imbambolati, occhi negli occhi. Liam aveva quasi smesso di respirare. Poi Zayn fece un passo indietro “vado a svegliarlo” e sparì in corridoio. Il castano rimase fermo in cucina, il cuore che batteva leggermente più forte del normale senza spiegarsi il perché, il punto in cui l’aveva toccato Zayn quasi bollente. Poi, quando rientrò con il biondino in braccio si riprese e gli cantarono tanti auguri a te; alla vista della torta Niall si svegliò del tutto, soffiò le candeline, mangiarono tutti insieme la torta e poi si andarono a preparare, pronti ad uscire e comprare i regali di compleanno.
Regali speciali perché ormai Niall era diventato grande; insomma aveva già cinque anni! Andarono di negozio in negozio in giro per Londra, mangiarono zucchero filato e si divertirono un mondo al parco.
Tutto il pomeriggio Zayn e Liam si scambiarono involontariamente mille sguardi silenziosi che a Niall non sfuggirono ma che commentò con un’alzata di spalle tra se e se. Rientrarono a casa davvero tardi, felici ed esausti.
Niall ringraziò con un bacio il suo papà e Lilì e si addormentò subito.
Liam e Zayn andarono in cucina e sistemare i piatti di quella mattina, commentando la bella giornata. Liam si stava rivestendo quando “è molto tardi” disse il moro.
“Già, oggi abbiamo proprio fatto baldorie” assentì ridacchiando.
“No dico, perché tu torni a casa.. è molto tardi e non è un gran che prendere la metropolitana a quest’ora.”
“Tranquillo, sono grande e grosso, e per quanto io sia bello non mi stupreranno” rise di rimando Liam.
Zayn sorrise ma “puoi restare qui, se ti va” propose. Cadde il silenzio. “Nel senso.. ehm.. abbiamo una camera degli ospiti, puoi tranquillamente usarla..” disse sistemandosi gli occhiali imbarazzato.
“Oh.. beh.. io..”
“Davvero, non c’è problema Liam. Resta..” sussurrò poi.
Rimasero ancora qualche attimo a guardarsi quando poi Liam rientrò in casa, togliendosi sciarpa e cappotto. Zayn lo accompagnò nella sua stanza offrendogli una sua tuta come pigiama. Il castano lo ringraziò sorridendogli, si diedero la buonanotte e poi Zayn scomparve in camera sua.
Liam si infilò sotto le coperte indossando i suoi vestiti. Avevano il suo profumo. Sorrise senza accorgersene e si addormentò così.
 
 
Trascorsero molte altre settimane tranquille in cui Liam, grazie alla buona paga poté pagare gli arretrati dell’affitto e permettersi anche un po’ di shopping che Louis gli aveva vivamente consigliato.
Quel pomeriggio di dicembre era quindi al bar con Harry e Louis a bere una cioccolata calda. Ormai il freddo era sceso con neve e tutto il resto ma Liam era così felice e tranquillo che nemmeno se n’era accorto.
“Liam, piantala” disse ad un certo punto l’acuta voce di Louis decisamente irritata.
“Di fare cosa?”
“Stai canticchiando, Li” gli spiegò Harry con il solito sorriso e la solita voce tranquilla.
“Ultimamente sei troppo felice. Fai quasi schifo” disse il maggiore.
“Già, sembri davvero contento.. è bello vederti così” concordò il riccio.
Quei due erano completamente opposti. Sembravano sale e zucchero, bianco e nero. Totalmente diversi ma si fondevano perfettamente insieme. A volte li invidiava.
“Oh, scusate non me n’ero accorto.. in effetti si, sto molto bene..”
“Da quando hai iniziato a lavorare come babysitter per Zayn, da quel che mi pare” insinuò Harry giocherellando con le dita del suo fidanzato. Louis ridacchiò e si scambiò un’occhiata con il riccio, che sorrise.
“Cos.. cosa sono quegli sguardi e quei sorrisi? Cosa state insinuando?” si difese Liam, confuso ma in fondo consapevole. Il maggiore rispose con un’alzata di spalle, come se nulla e “già, com’è Zayn?” buttò con un tono del tutto casuale. Liam assottigliò gli occhi: era una trappola, se lo sentiva. Ne fiutava l’odore.
“Zayn è.. okay.”
“Okay?” chiese Harry.
“Okay” ripetè Liam.
“Okay” chiarì Harry.
Seguì un momento di silenzio. “E va bene! Avete vinto!” si arrese il castano, suscitando le risatine dei due. Li odiava. Li odiava profondamente. “Zayn è.. bellissimo. Con quegli occhi grandi e scuri, ancora più belli quando indossa gli occhiali.. sempre vestito di nero, elegante.. terribilmente sexy..”
“Bel paparino, insomma.”
“Già, davvero un bel paparino..” poi Liam pensò a Niall e sorrise; si era affezionato in così poco tempo a quel bambino; Harry, come leggergli nel pensiero gli chiese di lui.
“Niall è davvero speciale. Adora disegnare.. fa centinaia di disegni al giorno.. adora la musica, è davvero intelligente. Insceniamo sempre battaglie e teatrini con i peluches, guardiamo i film. Tutti i suoi compagni di asilo lo adorano anche se lui preferisce stare per conto suo. Credo mi voglia davvero bene.. e gliene voglio anche io.”
“Anche tu un bel paparino. Potreste fare una bella coppia di paparini con un tenero figlioletto e vivere tutti felici e contenti. Hai pure detto che è single, no?” sentenziò Louis. Liam non si prese nemmeno la briga di scandalizzarsi.
“Louis, non posso provarci con Zayn. E’.. insomma, è il  mio datore di lavoro! E’ il padre di Niall. Non posso fare una cosa del genere. Sarebbe.. strano. Non lo so..”
“Liam, ascoltami. Da quel che ci hai raccontato in questi giorni è come se voi giocaste ad acchiapparello tra sguardi e carezzine casuali. Sembrate me e Harry agli inizi..” e Harry rise al pensiero.
“Eri davvero timido all’inizio sai? Di cosa avevi paura, idiota?”
“Ancora con questa storia?” sbuffò Louis, punto nell’orgoglio “lo dico ora chiaro e forte: avevo paura di non piacerti, okay? Tu eri bellissimo, con i tuoi enormi occhi verdi e i tuoi ricci non ricci e le tue stupide t-shirt bianche e quel sorriso perfetto che mi facevi ogni giorno, la tua risata maledetta che sembra miele puro e la tua voce e io invece ero solo un povero idiota che..” ma non terminò la frase perché Harry lo aveva interrotto con un bacio. Louis gli si sedette in braccio e ricambiò il bacio con foga, con tutto l’amore del mondo; Liam rimase a guardarli, sorridente, pensando a quanto dev’essere bello baciare Zayn e inebriarsi del suo profumo.
Intanto la neve era iniziata a scendere.
 
 
Quel giorno Zayn era rientrato decisamente tardi dal lavoro. Entrò in casa silenziosamente, togliendosi cappotto sciarpa e guanti; posò la roba sul tavolino in corridoio e si diresse in cucina, deciso a prepararsi un tè caldo. Gettò un occhio in sala e proseguì dritto ma poi si fermò di colpo. Fece due passi indietro e ripuntò lo sguardo sul salotto.
Sul divano c’era Liam, profondamente addormentato con un dolce sorriso stampato e sdraiato su di lui Niall, con il viso nascosto nell’incavo del suo collo e una mano stretta a pugno attorno ai suoi capelli. Era una scena bellissima. Estrasse dalla tasca l’iPhone e scattò una foto. Se lo rimise in tasca e si inginocchiò davanti a loro; sistemò un ciuffo di capelli al piccolo Niall, come sempre sporco di pastelli. Spostò lo sguardo su Liam; aveva un’espressione così serena, tranquilla, con quel dolce sorriso che ormai conosceva benissimo. Sollevò una mano e la lasciò sospesa sulla sua guancia, indeciso. Poi la poggiò delicatamente sulla sua guancia e la carezzò, calda e morbida. Spostò il pollice sulle sue labbra, leggermente socchiuse e accarezzò anche quelle. Si avvicinò lentamente al suo viso. Sentiva il suo leggerissimo sospiro solleticargli la pelle. Era ad un centimetro dalle sue labbra. Socchiuse gli occhi. Il suo profumo lo avvolse, dolcissimo. Prese un respiro profondo e.. e si allontanò. Si passò una mano sul viso, stravolto, poi allungò le braccia e, con la massima delicatezza prese in braccio Niall che gli si accoccolò inconsciamente sulla spalla; lo posò sul suo lettino, rimboccandogli le coperte e posandogli un bacio sulla fronte.
Poi tornò in sala e si sedette ai piedi del divano accanto a Liam.
“Liam” sussurrò. Niente. “Hey, Liam” riprovò, scuotendolo un pochino “svegliati.”
Il castano aprì lentamente gli occhi, stropicciandoseli e tirandosi su a sedere. Sbadigliò e Zayn cerco di reprimere una risatina: era davvero dolcissimo.
“Mi sono addormentato” borbottò poi.
“Già”
“Niall..?”
“L’ho già portato a letto, tranquillo. Dorme ancora come un angioletto” Liam sorrise tranquillo “avete fatto festa eh?” chiese, indicando i mille pezzettini di lego sparsi per terra e i resti di pollo fritto e patatine.
“Decisamente” confermò “com’è andata al lavoro?” chiese poi mentre si dirigevano in cucina per preparare il tè.
“Oh si, tutto bene.. ho fatto tardi per colpa di una mostra, mi dispiace..”
“Figurati, non c’è problema. Adoro stare con Niall” spiegò alzando poi le spalle in un semplice gesto. Zayn annuì perdendosi poi nei suoi occhi. Sembravano ambra immersa nel miele. Lo avvolgevano completamente, gli riscaldavano il cuore e glielo facevano battere forte. Lo facevano sorridere inconsciamente, lo tranquillizzavano ormai da diversi mesi. Bevvero qualche sorso del tè ormai pronto in silenzio, osservandosi l’un l’altro. Liam appoggiò poi la testa al braccio teso sul tavolo e rimase a fissare Zayn di traverso che ricambiava ancora lo sguardo. Gli sorrise e il moro sentì una stretta al livello del cuore. Sembrava uno dei peluches a forma di panda di Niall con quell’espressione, quel sorriso, quegli occhioni. Poi lo vide alzarsi e venirgli incontro. Gli si fermò davanti, a pochi centimetri. Piegò leggermente la testa.
Zayn si sentì andare a fuoco, il cuore deciso a schizzargli via dal petto. Non si mosse. Smise di respirare.
Liam continuava ad avvicinarsi lentamente. Sentì le sue mani poggiarsi alle sue spalle, il petto quasi appoggiato al suo, gli occhi ancora puntati nei suoi.
Poi, lo vide fermarsi.
Zyan sbattè diverse volte le palpebre, confuso.
Liam sospirò pesantemente e “beh, è meglio che vada” sussurrò. Si avvicinò di nuovo e gli posò un lungo bacio sulla guancia. Poi, quando si staccò bisbigliò un “buonanotte Zay” uscì dalla cucina, indossò il cappotto e uscì di casa.
Zayn rimase immobile appoggiato al piano cottura della cucina per diversi minuti ancora, con la tazza di tè ancora stretta in mano, il respiro irregolare e gli occhi leggermente spalancati. Poi si smosse, mise la tazza nel lavabo, si diresse nella stanza dei disegni e riprese, finalmente, a disegnare.
 
 
“Seriamente Liam, dovresti invitarlo” insisté Harry per la milionesima volta.
“Decisamente! Sarà una bella serata, te lo promettiamo” assicurò Louis “e poi sarà anche il giorno del mio compleanno! Non puoi non esserci.”
“E se avessero di meglio da fare? E se non volessero venire?”
“Beh, chiediglielo e lo scoprirai, no?” sottolineò il riccio mentre aggiustava il suo cappellino in testa a Louis.
Così quel pomeriggio tranquillamente trascorso a casa tra cioccolate calde, coperte e giochi da tavolo a casa Malik, prima di andarsene Liam andò da Zayn e “ehmm”
“Si?” chiese il moro ripulendo gli occhiali con la manica della camicia, invano. Liam glieli prese e li ripulì per bene con la sua felpa; il maggiore fece per riprenderseli ma Liam glielo impedì e glieli sistemò lui stesso delicatamente.
“Ecco qua” sorrise poi.
“Grazie” rispose imbarazzato Zayn. Trascorse un attimo quando poi “dicevi?”
“Oh si!” si riprese l’altro “volevo chiedermi se domani sera tu e Niall avevate qualche impegno..”
Zayn ci pensò su un momento e “no” disse “nessuno. Perché?”
“Perché domani è il compleanno di Louis e anche perché è la Vigilia di Natale Harry e la sua band cantano un paio delle loro canzoni in un locale molto carino e tranquillo e mi chiedevo se voleste venire..” spiegò tutto d’un fiato.
“Ma certo! Vero campione?”
Niall che era rimasto in ascolto mentre leccava la cioccolata da tutte e tre le tazze annuì con fervore. “visto? Ci saremo. Dov’è?” così Liam tutto trionfante gli diede l’indirizzo e li salutò con un “a domani” sprizzante di gioia.
 
L’indomani Niall, talmente imbottito tra giubbotto sciarpa guanti e cappellino da sembrare un pinguino, e Zayn, sempre elegante con il suo cappotto nero verso sera arrivarono al locale.
Era davvero carino come aveva detto Liam, addobbato con festoni di Natale e l’immancabile albero. Tutti  che avevano un’aria felice, allegra, festosa, indossavano un cappellino rosso da Babbo Natale.
“Ne voglio uno anche io papà! Papà lo voglio!” prese a strillare Niall tutto emozionato. Zayn intanto cerava Liam tra la piccola folla. Lo vide poi assieme ad altri due ragazzi, uno alto e riccio l’altro un più passo che si tenevano per mano. Senz’ombra di dubbio Louis e d Harry. Poi il riccio lo vide, lo indicò e Liam e l’altro ragazzo si voltarono verso di lui. Il volto di Liam si illuminò di un dolce sorriso e gli corse incontro con una tazzona di cioccolata per Niall. Anche lui aveva il cappello da Babbo Natale che posò sul testino biondo di Niall, suscitando i suoi urli di gioia.
“Buon natale!” esclamò felice, porgendo una tazza di cioccolata anche a Zayn “che bello vedervi qui” poi li condusse verso Louis ed Harry e li presentò ufficialmente. Zayn strinse le mani a tutti, sorridendo gentile. Poi i ragazzi spostarono l’attenzione sul piccolo Niall che si nascondeva dietro le gambe di Liam.
Louis si sporse un po’, scollandosi da Harry e “questa testina bionda non può che essere il Niall di cui Liam ci ha tanto parlato.”
Niall uscì dal suo nascondiglio e “Lìlì parla di me?” così Louis lo prese in braccio e “eccome se parla di te. Ci dice che fai sempre disegni bellissimi e che ti piace tanto la musica, è vero?”
I suoi grandi occhi celesti si illuminarono “oh si! Adoro disegnare! Se volete ve ne faccio uno di voi due insieme!” propose gettando già le braccia al collo di Louis.
“Ci faresti un bellissimo regalo” disse Harry posandogli un bacio sulla fronte. Zayn li affidò un attimo a loro e prese a parlare con Liam. Si sistemarono al bancone, sedendosi vicini solo per mantenere il calore corporeo ovviamente. Parlarono per una mezz’oretta del Natale, delle feste, del lavoro, di tutto quando si abbassarono le luci. Niall corse sgambettando verso di loro e prese posto su una seggiolina alla destra di Liam. Harry salì sul piccolo palco in fondo alla saletta.
“Buonasera gente e buon Natale! Io sono Harry e loro sono i White Eskimo. Questa sera vi canteremo qualche canzone scritta da noi e.. beh, grazie per la vostra attenzione!” così Harry cominciò a cantare il loro repertorio. Zayn rimase colpito dalla sua voce, così profonda, graffiante ma anche dolce e coinvolgente. Louis era seduto in prima fila che ascoltava con occhi lucidi il suo fidanzato cantare tutte quelle canzoni che gli dedicava solo con gli occhi. Dopo una mezz’oretta Harry si fermò e “questa canzone la dedico al mio bellissimo ragazzo, Louis, che oggi compie venticinque anni. Ti amo, Lou” partì un applauso ed Harry riprese a cantare con tutto l’amore del mondo “don’t let me go”.
Liam si voltò istintivamente verso Zayn che lo stava già guardando. Anche i loro sguardi si fusero sotto le parole del riccio. I cuori scalpitavano, le mani tremavano leggermente, i respiri più pesanti.
Quando la canzone finì Louis saltò sul palco, gli gettò le braccia al collo e lo baciò con trasporto sotto gli occhi di tutti; un altro applauso partì accompagnato da qualche risatina e fischio.
Zayn e Liam distolsero lo sguardo l’uno dall’altro, leggermente in imbarazzo e brindarono tutti insieme.
I ragazzi scesero quindi dal palco e si avvicinarono a loro; parlarono del più e del meno, del gruppo di Harry, di Niall, dei loro lavori, degli studi, dei loro interessi fino alla mezzanotte. Si augurarono buon Natale, abbracciandosi calorosamente tutti quanti, scambiandosi regali. Intanto che Liam parlava con alcuni suoi compagni di università, Zayn chiese a Louis ed Harry se potevano stare con Niall un momento, giusto il tempo di fumare una sigaretta.
“Ma certo, vai pure”
“Stiamo noi con la pulce” assicurò Harry prendendolo in braccio.
Così uscì dal locale. Il freddo lo investì in pieno, assieme al silenzio. Da perfetto idiota si era dimenticato la sciarpa. Prese la sigaretta dalla giacca e dopo alcuni tentativi riuscì ad accenderla. Fece due tiri cercando d concentrarsi su qualcosa ma finì per pensare a Liam.
Era diventato un pensiero fisso. Era ovunque e ormai indispensabile. Era bello vederlo ogni mattina con il solito dolce sorriso dipinto in faccia; adorava tornare a casa la sera e trovarlo immerso in qualche avventura con Niall o concentrato in qualche film. Amava poi cenare insieme a lui e suo figlio, tutti insieme al tavolo. Si era abituato a dargli la buonanotte e salutarlo la sera o invitarlo a dormire da loro. Gli riempiva di gioia il cuore nel vedere come Niall si era affezionato a lui.
Spesso Zayn si era confidato con lui. Gli aveva parlato della sua ex moglie, Perrie, che gli aveva dato quello splendido figlio ma alle prime complicazioni li aveva abbandonati, spezzandogli il cuore; a com’era stato difficile agli inizi, tra lavoro e il piccolo Niall; a come aveva dovuto chiedere aiuto alle sue sorelle; a tutte le volte che si era sentito il più grande fallimento sulla faccia della terra. Ogni volta Liam era rimasto ad ascoltarlo attentamente, senza staccare i suoi occhi ambrati da lui; poi gli sorrideva dolcemente e gli diceva sempre ciò che pensava. Cioè che lui era un ottimo padre e tutto il lavoro che stava facendo era solo e soltanto per garantire un’ottima vita al suo unico e dolce figlio; gli ricordava tutti i suoi pregi. Lo faceva sentire speciale. Lo faceva sentire felice.
 
Liam andò al bancone ad ordinare una birra quando vide Louis ed Harry immersi in una profonda conversazione con il piccolo Nialler, seduto sull’alto sgabello e le gambe a penzoloni. Gli si avvicinò e “di che parlate, ragazzi?”
“Parlavamo di Igor il dinosauro rosa” spiegò pragmatico Niall come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
A Harry luccicavano gli occhi “oh Liam, ti prego portami un disegno di Igor, lo voglio vedere. Sembra bellissimo. Hai detto che balla anche, vero?”
“Oh si!” squittì il biondino “danza classica!”
“Hai sentito Lì? Non è bellissimo? Danza classica!” ripeté Harry seriamente emozionato, con un’espressione paurosamente smile a quella di Niall.
Liam annuì “certo, bellissimo” e cercò di non ridere davanti all’espressione di Louis. Guardava Harry con un misto di scetticismo ed incommensurabile amore. “ehm, dov’è Zayn?”
“E’ uscito a fumare” sogghignò Louis “puoi andargli a fare compagnia? Sai, la notte di Natale.. da soli..” Liam gli tirò un’occhiataccia ma gli sorrise e si diresse fuori con il suo cappellino da Babbo Natale. Non lo notò subito. Stava dall’altra parte della strada, appoggiato all’unico lampione che illuminava il tutto. Guardava per terra, concentrato a fumare e perso in un qualche pensiero. Lo notò solo quando era ormai a metà strada.
“Hey” gli disse quando se lo ritrovò davanti.
“Hey” sussurrò Zayn.
“A cosa pensavi?” chiese curioso Liam, mentre rabbrividiva di freddo. Il moro alzò le spalle e, ignorando la domanda “com’è la dentro?” domandò.
“Uhm, tutto bene. Harry e Niall sono immersi in una profonda conversazione riguardo il dinosauro Igor.. sai, roba importante” affermò serio, riuscendo a strappargli una risata nella quale lo accompagnò. Quando si ricomposero si sorrisero guardandosi negli occhi; poi distolsero lo sguardo concentrando l’attenzione altrove. Qualche chicco di neve stava iniziando a scendere.
“Il tempo è passato davvero in fretta…”
“Davvero. Sembra solo ieri quando tu ti sei presentato con una ciambella per Niall.. e ora fai completamente parte della sua vita...” si fermò “delle nostre vite” si ricorresse poi.
Liam lo guardò, sentendo il cuore perdere qualche battito “già, anche Niall è entrato a far parte della mia vita… anche tu.” Miele e cioccolata si scontrarono. Un gusto così forte, così dolce, così caldo.
Zayn si girò verso di lui, piazzandoglisi davanti, a pochi centimetri l’uno dall’altro.
Avevano i capelli e i cappotti ormai ricoperti di neve; la strada si era colorata di bianco; i loro nasi rossi, gli occhiali leggermente appannati di Zayn, le mani gelate affondate nelle tasche a tremare leggermente.
Liam fece un altro passo avanti e i loro nasi quasi si scontrarono; estrasse le mani dalle tasche poggiandole quindi sulle sue spalle.
“Liam” bisbigliò Zayn.
“Mh?” sottovoce, come se dovesse essere un segreto.
Ma Zayn non disse nulla.
Zayn non disse nulla perché poggiò le sue labbra contro quelle del castano. Un leggero contatto che però durò abbastanza da scaldare i loro corpi al limite del possibile; una mano fredda gli si posò sulla guancia, carezzandola dolcemente. Poi, si staccarono. Liam batté un paio di volte le palpebre, come a doversi risvegliare da un sogno. Invece no. Erano proprio lì. Nessuno dei due disse nulla.
Dopo pochi secondi Liam gli sistemò un ciuffo di capelli, facendolo sorridere come solo una quindicenne innamorata sa fare. Poi “è meglio rientrare, che dici?” sussurrò ancora. Zayn annuì e così fecero rientro al locale e si unirono a Louis ed Harry che ora parlavano di tatuaggi con Niall.
Quando Niall vede i due rientrare “voglio un tatuaggio” annunciò.
“No” disse secco Zayn, suscitando le risate di Harry, che di tatuaggi ne era praticamente ricoperto. Avrebbe scommesso la mano con cui dipingeva che almeno la metà erano dedicati a  Louis.
“Lilì! Io ne voglio uno! Convinci papà!”
“Sentiamo, cosa ti vorresti tatuare campione?”
“uhmm.. cosa mi posso fare?”
“Tutto quello che vuoi” spiegò Louis mostrandone un paio dei suoi: un passerotto, una bussola, un omino sullo skate.
“Anche dei nomi?”
“Certo”
“Allora voglio fare il tatuaggio del mio nome, quello di papà e quello di Lilì tutti insieme” decise felice.
Seguì un momento di silenzio in cui tutti sorrisero, spostando lo sguardo da Zayn a Liam. Anche loro due si guardarono, abbassando poi lo sguardo.
“Beh” disse alla fine Zayn “direi che è ora di andare a nanna. Qualcuno oggi ha già festeggiato troppo” alludendo a Nialler che ormai sbadigliava sonoramente. Lo prese in braccio e, mano a mano che si avvicinava all’uscita seguito da Liam, salutava e ringraziava tutti. Quando arrivarono alla macchina Niall si era già addormentato. Lo sistemò in macchina e poi si girò verso Liam, deciso a dirgli qualcosa ma si ritrovò senza parole.
“Ehmm.. vuoi.. vuoi uno strappo a casa?” avrebbe voluto dirgli resta a dormire con me, cioè da me ma qualcosa lo trattenne.
“No.. no grazie.. io sto ancora un po’ qui con i ragazzi..”
“Sì, d’accordo. Beh allora… buonanotte e grazie ancora di.. di tutto.”
“figurati” sorrise Liam, ora decisamente in imbarazzo. Zayn fece per entrare in macchina ma “aspetta!” lo fermò poi. Il moro si voltò di nuovo verso di lui, gli occhi ora accesi di speranza.
“Io.. ehm…”
“Si?”
“Beh ecco…”
“Dimmi”
“Il.. il cappellino.”
“Cosa?” era confuso.
“Il cappellino” e gli porse un cappellino azzurro che teneva stretto in mano “di Niall.. lo stavi per dimenticare..”
“Oh.” Zayn lo prese in mano, fissandolo “si, grazie mille. Allora..”
“Allora buonanotte”
“’Notte Liam”
“Buonanotte Zayn, e buon Natale” e lo guardò allontanarsi in macchina.
La neve scendeva ancora, raggelando tutto, ma le sue labbra, che Zayn aveva baciato, erano ancora bollenti.
 
 
Le vacanze di Natale trascorsero tranquille. Zayn restò a casa con Niall.
Dipinse. Dipinse tanto. Dipinse come non faceva da mesi e mesi. Dipinse qualsiasi cosa gli passasse per la mente, ininterrottamente e per ore. Nei giorni seguenti poi li portò tutti al negozio, deciso a venderli.
Liam non era venuto da loro per il semplice fatto che era andato per qualche giorno dalla sua famiglia per trascorrere le vacanze. Gli aveva mandato solo uno o due messaggi, dicendogli che sarebbe tornato i primi di gennaio dato che aveva trovato un lavoretto con un suo amico di laggiù giusto per l’occasione.
La sera di capodanno Zayn e il piccolo Niall stavano sdraiati nell’attico, concentrati suoi fuochi d’artificio di inizio anno.
“Vorrei che Lilì fosse qua con noi..” disse poi Niall con la sua dolce vocina.
“Già..” sospirò Zayn “lo vorrei tanto anche io piccolo” non sai quanto, pensò.
Ripensò al bacio di diversi giorni prima. Si era sentito attraversare da un brivido fortissimo, che lo aveva completamente riscaldato; un’emozione indescrivibile lo aveva pervaso, inebriandolo da capo a piedi. E tutto per un semplice e leggerissimo bacio a stampo. Non gli era mai successo. Mai prima d’ora. Si sentiva terribilmente strano. Triste e felice al tempo stesso. Non ci stava capendo niente. Poi la vocina di Niall lo distrasse dai suoi pensieri, colpendolo dritto al cuore.
“Vorrei che anche Lilì fosse mio papà.”
Ci mise diversi attimi a recepire l’affermazione. Vorrei che anche Lilì fosse il mio papà. Oh mio dio.
“Cos’hai detto campione?” chiese tremante, tirandosi su a sedere.
“Si, insomma.. con lui sto tanto bene. Voglio dire, so che sei già tu il mio papà però vorrei anche Lilì.. tutti i miei compagni di asilo hanno un papà e una mamma.. ma io non voglio una mamma. Io voglio un altro papà. Mi diverto di più con un altro papà e Lilì è perfetto” spiegò. “Lilì può essere il mio altro papà?” chiese poi, sgranando gli occhioni blu come il mare e limpidi come il cielo a giugno.
Zayn si ritrovò senza fiato e senza parole. Cosa poteva dire adesso? Non lo sapeva.
“Io.. oh picciolo io.. io non lo so..”
Niall assunse un’espressione triste e tornò a concentrarsi sui fuochi artificiali. Quando si addormentò Zayn lo mise a letto. Cercò anche lui di prendere sonno ma non ci riuscì. Passò la notte intera a girarsi e rigirarsi nelle coperte pensando a Liam, ai suoi occhi, alla sua bocca, alla sua risata, alle parole di Niall. Soffocò un urlo nel cuscino per la frustrazione. Che diavolo che stava succedendo! Non ci capiva niente.
 
 
Liam era tornato da diversi giorni da casa dei suoi genitori e le cose erano tornate alla normalità.
O meglio, così cercavano di farle apparire. Normali.
Come se tutti quegli sguardi veloci potessero apparire normali.
Come se tutti quei sorrisi sfuggenti potessero apparire normali.
Come se tutte quelle mani sfiorate per sbaglio potessero apparire normali.
No, in fondo nessuno ci credeva.
Quel pomeriggio, trascorso come molti altri, era ormai giunto al termine e Liam stava andando a salutare Zayn quando, prima di andarsene “Zayn?” lo richiamò.
“Si Liam?” gli piaceva dire il suo nome, anche se non ce ne fosse spesso bisogno.
“Ehm.. sabato sera io e Louis giochiamo una partita di football abbastanza importante e.. beh, mi chiedevo se ti andasse di venire a vedermi.. vederci” si corresse subito.
“Mi stai invitando a vedere la tua partita di football?” ripeté Zayn, togliendosi gli occhiali.
“Si. Cioè, puoi portare anche Niall, ovvio.. lui adora il football.. sono certo che adorerebbe vedere una partita” sorrise, speranzoso.
“Ma certo. Certo che veniamo!” come poteva perdersi il suo Liam, cioè Liam giocare a football.
“Grande!” esclamò Liam contento “allora a domani sera!” uscì di casa quasi correndo e informò subito Harry e Louis del successo.
 
 
Quel sabato sera così Zayn si ritrovò assieme a Niall sugli spalti, aspettando l’inizio della partita. Effettivamente non era mai stato ad una partita di calcio e Niall sembrava mille volte più informato di lui.
“Com’è che ne sai così tanto tu sul football e io no?” chiese quindi.
“Beh, Lilì ed io guardiamo un mucchio di partite alla tv e lui mi ha insegnato tutto! E ora shh, inizia! Guarda! Guarda papà! Laggiù ci sono Lilì e Louis!” così presero ad applaudire e gridare i loro nomi assieme agli altri tifosi. Poco dopo, accanto a loro prese posto Harry.
“Hey Harry!” salutò calorosamente Zayn. Niall gli saltò direttamente in braccio.
“Ciao Zayn! Hey tigre! Come state?”
“Molto bene grazie, tu? Le vancaze?”
“bene,  tutto bene. Le ho trascorse con Louis nel nostro chalet in montagna” rispose, accompagnando il tutto con un occhiolino.
Zayn rise di gusto e “divertiti?” chiese.
“Beh.. sai, faceva freddo e noi dovevamo mantenerci caldi quindi..”
“Okay okay okay, messaggio ricevuto. Siamo in presenza di minori” tagliò corto ridendo ancora. Harry lo accompagnò di cuore e, una volta ripresosi “sei qua anche tu per la partita?”
“Certo, ci ha invitati Liam”
“Immaginavo” annuì sorridendo, o forse sogghignando “state insieme?” chiese poi schietto.
La domanda lasciò sgomento Zayn. Per un attimo tacque ma poi “no! No no! Lui è.. insomma, sai, il babysitter di Niall e.. no, no siamo solo amici..”
“Hey, tranquillo” scherzò Harry “ero solo curioso. Scusa la sfacciataggine” sorrise quindi come un bimbo di cinque anni.
“Figurati, nessun problema” fissando di nuovo lo sguardo sulla partita. Si sentiva terribilmente in imbarazzo per la rua stupida reazione. In fondo era anche una domanda lecita, no? Perché agitarsi così?
La partita trascorse tranquilla, tra urla di incitamento e applausi fino a quando Liam non segnò un goal e metà stadio entrò i delirio. Harry prese in braccio Niall, che iniziò ad urlare “Lilì! Grande Lilì! Sei forte Lilì! Ti voglio bene Lilì!” in perfetto stile cheer leader, e Zayn tirò un fischio di gioia. Louis e Liam, che stavano correndo per il campo saltandosi addosso, posarono l’attenzione su di loro e fu in quel momento che il cuore di Zayn esplose. Liam gli aveva mandato un bacio e con la bocca aveva mimato un per te.
In quel momento di dimenticò di essere un uomo maturo ed un padre serio e rimase fermo, con gli occhi lucidi a fissare Liam e sorridergli. L’unico pensiero logico che il suo cervello riusciva a formulare era oh mio dio e Liam e per me. Harry, che intanto lo osservava con la coda dell’occhio, rideva sotto i baffi.
A partita conclusa, dopo altri due goal da parte di Louis, tutti erano tornati a casa tranne loro cinque. Louis ed Harry se ne stavano ad amoreggiare come al solito infondo agli spogliatori; Liam intanto si cambiava e sorrideva tranquillo. Era esausto ma tremendamente felice. Avevano vinto ma, cosa più bella di tutte Zayn era venuto a vederlo assieme a Niall, aveva fatto il tifo per lui, gli aveva sorriso. Aveva sentito i suoi occhi puntati su di se per tutto il tempo. Era stato bellissimo.
Il rumore di una porta che si apriva lo distrasse dai suoi pensieri.
Niall entrò correndo come un pazzo e urlando “abbiamo vinto! Abbiamo vinto! Lilì e Lou, abbiamo vinto! Evviva!” Liam lo prese in braccio, facendolo girare e urlando anche lui “abbiamo vinto! Abbiamo vinto!” al coretto si unirono Louis ed Harry che saltellavano in cerchio tenendosi per mano.
Quando Zayn entrò negli spogliatori e vide cosa stava succedendo esplose in una enorme risata che si placò solo dopo molti minuti. Si asciugò le lacrime, scesegli a forza di ridere e, quando si riprese, andò ad abbracciare Liam.
“Sei stato fantastico” gli sussurrò all’orecchio; era così orgoglioso di lui.
“Grazie” disse Liam, stringendolo forte a se. Rimasero qualche istante fermi così, l’uno stretto all’altro quando il fischio giocoso di Louis li riportò bruscamente alla realtà, facendoli staccare di colpo. Niall era rimasto a guardare sorridente. Solo in quel momento Zayn si rese conto che Liam era rimasto senza maglietta per tutto quel tempo e si sentì andare letteralmente a fuoco.
Il castano si ricompose e si rivestì interamente.
“Possiamo anche andare” ed uscirono tutti.
Louis ed Harry li salutarono, spiegando che sarebbero andati chissà dove a festeggiare ancora un pochino la vittoria e si allontanarono così stretti l’uno all’altro, mano nella mano.
“io.. beh, io vado a casa” disse quindi Liam, pronto a dare la buonanotte ma stavolta Zayn non lo lasciò scappare.
“Liam!”
“Si?”
“Vuoi… vuoi…” prese un respiro profondo “vuoi dormire da noi?”
Liam rimase a fissarlo. “Si! Si Lilì, dormi da noi!” s’intromise Niall che iniziò a saltellargli davanti. Spostò lo sguardo da Zayn, che lo fissava intensamente, a Niall, che ancora saltellava e “d’accordo” accettò, sorridente. Così si diressero tutti a casa.
Fecero un po’ di fatica a mettere a letto il piccolo Nialler che era ancora tutto emozionato dalla partita ma con qualche canzone, diversi capitoli di storie e preghiere silenziose alla fine si addormentò.
Liam andò quindi nella camera degli ospiti, che era quasi diventata la sua seconda camera ma Zayn lo seguì silenzioso come se nulla fosse. Lo seguì e si gettò a peso morto sul letto insieme a lui.
Sospirarono. “Missione compiuta” disse Zayn.
Liam rise, senza un preciso motivo o scopo. Si sentiva solo leggero. Leggero e felice. Cadde quindi il silenzio, interrotto solo dai loro respiri fino a quando “Niall vuole che anche tu sia il su papà” disse Zayn, tutto d’un fiato. Le parole rimasero sospese nell’aria, grandi e fluttuanti.
Liam ci mise un po’ ad assorbirle ma quando ci riuscì si voltò verso Zayn. “Che cosa?” chiese.
“Sì. Qualche sera fa stavamo guardando i fuochi d’artificio e.. beh, e lui ha detto che vorrebbe che anche tu fossi il suo papà.. assieme a.. a me” spiegò, cercando di nascondere l’insicurezza e il tremore nella voce.
Silenzio. Era senza parole. Niall aveva davvero detto questo? Voleva che lui e Zayn.. fossero i suoi papà.. insieme. Il cuore quasi gli schizzò in gola e prese a battere forte. Poteva sentirlo. Tum tum, tum tum, tum tum. O forse quello era quello di Zayn. Non lo sapeva. Non ci stava capendo niente. Ci capì ancora di meno quando Zayn prese la sua mano tra le sue. Si voltò completamente dalla sua parte, immergendo gli occhi in quei diamanti neri che erano i suoi occhi. Bellissimi. Poi spostò lo sguardo sulle loro mani intrecciate.
Si incastravano perfettamente.
Rispostò l’attenzione sul viso di Zayn. Si concentrò di nuovo sui suoi occhi splendidi, che non si perdevano un suo movimento, per poi posarsi sulla sua bocca. Su quella bocca che ora poteva definire morbida, calda nonostante tutto quel freddo, accogliente, perfetta. Aveva il bisogno di baciare di nuovo quelle labbra.
Si tirò leggermente su, appoggiandosi su un gomito, senza districare l’intreccio delle loro mani. Il cuore continuava a battere forte. Deglutì a vuoto. Si spostò lentamente, sempre sotto lo sguardo del moro, fino ad essere quasi sopra di lui. Per un attimo nessuno dei due si mosse.
Poi Zayn poggiò l’altra mano sul suo collo, spingendolo verso di lui. Lo stava avvicinando. Di più, sempre di più. Si fermò ad un soffio dalle sue labbra. I loro respiri quasi inesistenti si fondevano, si solleticavano a vicenda. I loro sguardi non si scollarono nemmeno un secondo, fortemente incatenati.
Liam sollevò lievemente un sopracciglio, come a chiedere il consenso e, quando Zayn annuì leggermente, annullò la distanza e posò le labbra sulle sue.
Calde, morbide, perfette come le ricordava. Sapevano di casa. Rimasero qualche attimo così. Poi Zayn socchiuse la bocca e lo stesso fece Liam, infilandoci quindi la lingua. Iniziò a baciarlo piano, con movimenti lenti, come intimorito. Poi, poco a poco, acquistava sicurezza. Le loro lingue si intrecciarono più e più volte, si accarezzarono, si leccarono le labbra. L’intreccio delle mani andò a sciogliersi solo per poggiarsi, una sulla sua guancia e l’altra sul suo petto. Il corpo di Liam andò ad aderire completamente a quello di Zayn, i respiri si fecero pesanti. Lingue che si rincorrevano, labbra che si mordevano, lievi sospiri che si facevano scappare. Zayn andò ad invertire le posizioni, sdraiandosi sul muscoloso corpo di Liam.
Liam divaricò le gambe e lo strinse a se con entrambe le braccia; continuarono a baciarsi a lungo, ancora e ancora fino a quando non fu troppo e dovettero staccarsi per riprendere fiato.
Si staccarono che avevano il fiatone. Zayn con una mano tra i capelli di Liam e l’altra posata sulla sua guancia posò la fronte alla sua e respirò profondamente; socchiuse di nuovo gli occhi, inebriandosi del suo odore ancora una volta. Liam intrecciò ancora una volta le loro mani, leccandosi le labbra. Sentiva il suo sapore in bocca. Dio, stava impazzendo. Gli posò un dolce bacio a stampo sulle labbra ma a quel contatto ripresero a baciarsi con foga, come due calamite finalmente venute a contatto. Continuarono a lungo fino a quando “dio mio” sussurrò Zayn, soffocato dalle emozioni.
“Già” rispose Liam, nella stessa situazione, se non peggio. Respirarono ancora affannosamente.
Zayn poi si accoccolò su di lui, nascondendosi nell’incavo del suo collo. Liam lo avvolse di nuovo tra le sue braccia; sembrava così piccolo ed indifeso adesso. Lo strinse forte. Non voleva lasciarlo mai più andare.
Trascorsero attimi di silenzio fino a quando “Liam?” lo richiamò bisbigliando.
“Mh?” rispose, mentre gli accarezzava dolcemente la schiena.
Zayn non rispose subito; per un momento Liam pensò che si fosse addormentato. Poi rispose.
Un altro bisbiglio, ancora più sottile del precedente.
“Non abbandonarci, ti prego”
A Liam sprofondò il cuore nel petto. Si tirò leggermente su, costringendo Zayn a spostarsi e guardarlo negli occhi. Occhi enormi, occhi spaventati, occhi liquidi. Gli si strinse il cuore e andò ad asciugare una minuscola lacrima che stava per scivolare lungo la guancia.
“Oh Zay.. no.. non potrei mai farlo..”
“Non mi devi lasciare” affermò con l’insicurezza che trasudava da tutti i pori. Si stava completamente aprendo, senza ripensamenti o rimpianti.
“Zay, io non riuscirei mai a lasciarvi, nemmeno volendo. Non posso lasciare Niall.. ormai mi sono affezionato a lui, lo adoro, lo amo come.. come.. beh, come un figlio..” gli prese il viso tra le mani, accarezzandogli le guance con i pollici “e non potrei lasciare te nemmeno volendo.. non dopo stasera” aggiunse sorridendo “io.. beh tu..” prese un respiro profondo “in questi mei sei diventato così importante per me, giorno dopo giorno. Sei entrato a far parte della mia vita.. o forse io sono entrato nella tua, nelle vostre.. e non riuscirei ad abbandonarvi o dimenticarvi nemmeno in un milione di anni. Io non vado da nessuna parte Zay, davvero.”
Zayn gli sorrise, posandogli un leggero bacio sulle labbra al quale Liam rispose lentamente. Poi si sdraiarono sotto le coperte; Liam lo avvolse tra le sue braccia, posando un bacio tra i suoi capelli. Zayn strinse le braccia attorno alla sua vita e si addormentarono così, felici e tranquilli.
 
Al suo risveglio Liam era solo.
O meglio, a letto era solo. Emise un verso infastidito da quell’assenza e fece per muoversi quando “non muoverti” la voce di Zayn gli arrivò forte e chiara da un qualche angolo della stanza. Non si mosse come ordinato ma aprì lentamente gli occhi.
La stanza era immersa dalla luce e Zayn era seduto sul davanzale della finestra, album da disegno sulle ginocchia, matita in mano, altra matita dietro l’orecchio. Spostava incessantemente lo sguardo da lui al foglio, ombreggiando e ritoccando ogni dettaglio. Dopo un lasso di tempo in cui Liam era rimasto a fissarlo disegnare “okay, fatto” disse alla fine Zayn. Liam si alzò dal letto, stiracchiandosi come un gatto. Poi raggiunse il moro e dopo aver sbirciato l’album rimase senza fiato. Lo aveva ritratto mentre dormiva.
Il disegno era davvero splendido, perfetto. Zayn glielo porse con un sorriso e Liam, dopo averlo guardato con uno sguardo piacevolmente sorpreso volle regalargli un bacio sulla guancia ma Zayn lo fermò, gli prese il viso tra le mani e lo baciò sulle labbra. Un bacio passionale che Liam ricambiò con trasporto. Quando si staccarono sorrisero entrambi e si diressero silenziosamente in cucina. Preparano la colazione insieme; Liam gli insegnò come fare dei perfetti pancacke con tanto di sciroppo d’acero.
Quando l’opera era ormai completata, con perfetto tempismo, si svegliò Niall che apparve in cucina rivestito del suo pigiamino blu con gli aeroplanini stropicciandosi gli occhi.
Quando Zayn lo notò lo prese in braccio dandogli allegramente il buongiorno e lo fece sedere sul tavolo.
“Che cos’è quest’odore buonissimo, papà?” chiese con la vocetta ancora impastata dal sonno.
“Lilì ed io ti abbiamo preparato i pancacke!” e gli servì un enorme piatto di frittelle che lo fecero svegliare definitivamente. Le divorò quasi tutte in un battibaleno e stava quasi per mettersi a urlare di quanto era felice quando una cosa lo lasciò senza parole. Papà e Lilì si stavano dando un bacio.
Ma non un bacino sulla guancia come quelli che gli regalano le sue amichette dell’asilo. Un bacio di quelli veri! Di quelli che si scambiano i papà e le mamme dei suoi amici! O quelli che si vedono nei film!
Prese a battere le mani e ridere felice. Zayn e Liam si staccarono, sorridenti.
“Papà! Papà! Adesso anche Lilì è diventato il mio papà?” chiese speranzoso. Gli occhioni blu quasi luccicavano. Liam guardò indeciso Zayn che gli sorrise incoraggiante e “sì, piccolo, proprio così. Anche Lilì è il tuo papà… o forse lo è sempre stato” e si abbracciarono tutti e tre insieme, profumati di pancacke e felicità.
 
 
I mesi trascorsero in fretta e l’estate era finalmente ritornata.
Liam aveva smesso di fare il babysitter e ora lavorava con Zayn; organizzava mostre, eventi, vendeva i suoi quadri, sistemava gli affari mentre Zayn dipingeva, dipingeva e dipingeva ancora. Insieme erano una squadra perfetta. Louis ed Harry avevano assunto il ruolo di babysitter nei casi in cui i nuovi fidanzati dovevano viaggiare da qualche parte per qualche mostra importante.
I pomeriggi al parco si susseguivano felici; Niall ormai aveva imparato a giocare a football ma preferiva di gran lunga cantare e suonare la chitata giocattolo che gli aveva regalato zio Harry.
Sembrava davvero il lieto fine di uno di quei film che Nialler adorava guardare: papà Zayn e papà Liam si volevano tanto bene, si scambiavano tantissimi baci e insieme trascorrevano un mucchio di tempo insieme. Si ricorda anche quel pomeriggio in cui li aveva spiati dalla loro camera: papà Liam teneva abbracciato stretto stretto papà Zayn, stavano ridendo per qualcosa che lui non aveva capito quando ad un certo punto papà Zayn aveva detto “ti amo”. Papà Liam si era fermato di colpo di ridere, lo aveva guardato negli occhi e si erano baciati di nuovo e anche papà Liam ha detto a papà zayn “ti amo”. Niall se lo ricorda bene. Ridevano come pazzi. Anche zio Harry e zio Louis se lo ripetevano spesso. Chissà cosa voleva dire..
In famiglia era arrivata anche una new entry: Igor, il cucciolo di labrador nero.
Non era proprio il dinosauro che Niall aveva espressamente richiesto ma il disastro che piantava e il rumore erano pressappoco simili.
Così ora, appeso al muro del frigorifero di casa Malik-Payne vi era un altro enorme disegno:
il dinosauro rosa Igor, Igor il cane e, a sinistra papà Liam e papà Niall che tenevano per mano Niall.
Sorridevano tutti.






 
Cccciau bellissimi.
Sono tornata, yay! Mi rendo benissimo conto che erano mesi che non ho scritto un accidente ma davvvero, perdonatemi, non avevo ispirazione.
Dedico questa storia alla mia amica Elena che mi ha minacciata ispirata a scriverla.
Spero sinceramente che vi cia piaciuta; è la solita bmba fluff in stile Claire.
Dopo tre mesi trascorsi senza scrivere sono davvero intorpidita quindi non sarà scritta benissimo (in più mia madre mi sta urlando dietro di spegnere da ore quindi non ho avuto il tempo di rileggerla per intero; mi scuso per eventuali errori!)
Detto ciò, spero come al solito in una vostra recensione giusto per sapere cosa ne penate, fami notare errori o correzioni eccetera.
A presto spero; vi voglio tanto bene.
-Claire
  
Leggi le 11 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: _Graysoul