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Autore: Mrs Pattinson    23/09/2013    2 recensioni
Perla ha 26 anni e viene assunta come concierge in uno degli alberghi più prestigiosi di New York. Ha un fidanzato che non ama, perché l'unico amore della sua vita è Robert Pattinson. Il giorno che si incontrano lei è stravolta, tramortita, non sa più cosa fare. Poi un salvataggio in auto, un bacio, una vacanza da sogno. Ma Perla è destinata a soffrire, qualcuno la vuole tenere lontana da Robert.
-"Non so da dove cominciare..."-
Alzai lo sguardo e vidi lui che guardava verso la cascata, poi guardò me, gli sorrisi:
-"Comincia da dove vuoi tu...-"
-"Non sono bravissimo con le parole quando mi trovo in certe situazioni..."-
-"Che situazioni?"-
-"Beh...ecco...io...credo di provare qualcosa per te..."-
Tratto dal capitolo 11
Genere: Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: Spoiler!
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La giornata con Robert fu assolutamente perfetta e fantastica. Il pomeriggio ci concedemmo qualche tuffo al mare, ovviamente spiaggia isolata, la sera cena a lume di candela a casa sua con delle prelibatezze cucinate dalla sua cuoca e per finire coccole fino a tardi, quando crollammo nel sonno abbracciati. Alle sei suonò la sveglia sul suo cellulare e ancora insonnoliti iniziammo a prepararci, da sotto proveniva un profumo di pancake che inebriava le narici, così scendemmo a fare colazione. Marie non si era risparmiata, oltre ai pancake ci aveva preparato dei cestini da portare in aereo con dei giganteschi sandwich farciti con tutto il possibile, era una donna straordinaria e Rob come la vedeva le dava baci e abbracci e non la trattava come una persona di servizio ma come una di casa e lo stesso faceva con Rupert anche se un po più distaccato. Il taxi arrivò puntuale e così prendemmo la via per l'aeroporto. Mi accoccolai sulla spalla di Rob è lui posò la testa sopra la mia e mi prese la mano. -"Stai bene?"-mi chiese. -"Insieme a te sto sempre bene..."-gli risposi alzando la testa per guardarlo, dio com'era bello, toglieva ogni forza con quei suoi occhi tra il verde e l'azzurro, profondi, intensi, magnetici e quella bocca, mai avrei voluto smettere di posarci la mia sopra. -"...l'unica cosa è che non mi va di vedere quel ranocchio del mio "fidanzato", Jasmine ha ragione è proprio antipatico!"- -"Direi che anche io non lo sopporto, primo fra tutti perché ti ha portato via da me con l'inganno!"- disse voltandosi verso il finestrino del taxi. -"Beh ma adesso stiamo insieme e non ti lascio più!"- E di nuovo i suoi occhi catturarono i miei. -"C'è una cosa che volevo chiederti..."- -"Dimmi..."- Quando l'autista si fermò: -"Signori siamo arrivati, sono 20 dollari."- Rob pagò e scendemmo a prendere i nostri bagagli. Nell'area vip c'erano già Jasmine e Justin ad attenderci, stavolta fui io a correrle incontro ad abbracciarla, lasciando per qualche istante la mano di Rob. Il nostro volo partì con una buona mezz'ora di ritardo, ci sistemammo ai nostri posti in prima classe e subito le hostess presero d'assalto sia Rob che Justin, ovviamente io e Jasmine iniziammo a fulminarle con gli occhi. Poi dopo varie occhiatacce si diedero una calmata e finalmente potevamo goderci i nostri ragazzi in santa pace. -"Rob cosa volevi dirmi nel taxi prima che l'autista ci interrompesse?"- Sì guardò bene intorno per assicurarsi, forse, che non ci fosse nessuno nei paraggi, notai anch'io che parecchi passeggeri dormivano compresi i nostri amici, poi mi prese le mani e mi fissò intensamente, lo vidi deglutire a fatica. -"Volevo chiederti...se..."- e fece poi un profondo respiro -"se ti va di venire a vivere con me..."- Lo guardai con gli occhi sbarrati, non mi aspettavo che mi facesse una proposta del genere, il mio cuore andava a mille, gli strinsi le mani e gli dissi: -"In questa mia nuova vita, mi sono innamorata di te per la seconda volta, ed è solo con te che voglio continuare a viverla, perciò si, verrò a vivere con te!"- Lo vidi rilassarsi e tirare fuori un sorriso meraviglioso, di pura felicità, mi abbracciò stretto stretto e mi sussurrò all'orecchio le due parole più belle che un uomo possa dire alla sua donna: -"Ti amo!"- -"Ti amo anche io, tanto, da morire!"-risposi stringendolo ancora di più. Poi tornammo a sederci composti. -"Dopo la rottura con Kristen ero caduto in una profonda depressione, la mia famiglia e i miei amici, Tom soprattutto, non sapevano più come aiutarmi, poi quel giorno che sono sceso dalla macchina e ti ho vista davanti all'hotel, ho sentito dentro di me una forte scossa, il mio cuore aveva ripreso a battere e mi sentii di nuovo vivo. La sera dopo ti ho vista uscire dal garage e mentre uno stuolo di donne mi circondava, sono entrato nella tua macchina, mi hai guardato in modo molto particolare, poi mi hai portato al locale dove mi aspettava Tom e quella sera poi ti ho baciato..."- -"È stato il nostro primo bacio?"-gli chiesi -"Sì..."- -"Continua, magari il tuo racconto mi aiuta a ricordare..."- -"La mattina dopo sono uscito dall'hotel molto presto perché avevo da fare un servizio fotografico, finito il lavoro, mentre stavo per uscire dal palazzo, ti ho vista lì, mi hai detto che eri venuta a trovare un'amica, ma non era vero, volevi parlarmi, siamo andati nella mia macchina e ci siamo baciati per la seconda volta, solo che poi mi hai detto che avevi un fidanzato e che saresti rimasta con lui, ho sentito come un crack dentro e mi sono rinchiuso in me stesso di nuovo. Non ero arrabbiato solo dispiaciuto che la cosa non aveva funzionato tra di noi..."- Rimasi un attimo perplessa, come avevo potuto fargli una cosa del genere, a lui, il ragazzo più stupendo che possa esistere, in cuor mio avevo avuto il dubbio che qualcosa di poco felice fosse successo, ma giurai a me stessa che non lo avrei fatto soffrire mai più. Continuò con il suo racconto: -"Una sera rientrai tardi da una festa e tu eri lì seduta alla reception, ma ti eri appisolata sulla scrivania, ti ho osservata a lungo prima di svegliarti e vederti così sola e indifesa mi ha aperto di nuovo il cuore, poi ho suonato il campanello e sei balzata in piedi e il tuo sguardo di sorpresa nel vedermi mi ha fatto sorridere. Mentre mi stavi per andare a prendere la chiave della stanza sei inciampata nei cavi del telefono e se non ti afferravo in tempo saresti caduta..."- -"Sembra una scena da film..."-dissi io ridendo. -"Sì era quasi comica, perché tu non sapevi come comportarti e soprattutto cosa dirmi, sei stata molto professionale, mi davi del lei..."- -"Ahahahahahah, pensa tu che effetto che mi facevi...dopo che è successo?"- -"Niente, ci siamo giusto guardati un attimo, ma tu hai mantenuto le distanze, sentivo il tuo cuore battere forte e il tuo fiato farsi corto, ma non hai ceduto. Così ti ho lasciato lì e sono salito in camera. Dal nervoso, ho spostato i mobili e mi sono messo a suonare la chitarra, ma dovevo assolutamente parlarti, così con la scusa del mal di testa, ti ho chiamato per farmi portare un'aspirina, ti dirò che come te l'ho chiesta, subito ti sei allarmata e dopo neanche cinque minuti hai bussato alla mia porta..."- -"Ero efficiente allora ... aspetta un attimo...tu...tu mi hai aperto la porta ed eri semi vestito?"- -"Sì mi pare che avevo solo i pantaloni addosso...stai ricordando qualcosa?"- -"Mi ricordo di una stanza molto disordinata, e di te svestito...poi abbiamo discusso?"- -"Più o meno ho provato a farti parlare in un certo senso..."- -"Cioè? Cos'è, hai sfoderato il tuo fascino vampiresco?"- -"Ahahahahahah no ho cercato di farti aprire gli occhi, ma tu li avevi già aperti solo che non volevi ammetterlo...hai negato di amarmi e che l'unico uomo di cui ti importava era Marc!"- -"Forse avevo paura, tu così famoso e io una semplice ragazza di quartiere, qualche dubbio poteva esserci."- -"Sì ma non ne vedevo il problema!"- -"Tu no ma io si, ero un'altra donna evidentemente, troppo insicura, con l'incidente ho acquistato più fiducia in me stessa, sennò non ti sarei venuta mai a cercare!"- -"È vero, allora cos'altro ricordi?"- -"Uhm, vediamo...mi ricordo una stanza piena di rose...un biglietto...e ah si, delle scale."- -"Chissà cosa poteva essere, beh comunque è un buon inizio!"- -"Già, sei un buon terapeuta lo sai?"-gli dissi avvicinando il mio viso al suo, e baciandolo poi con trasporto. In effetti quello che Rob mi aveva raccontato mi stava davvero aiutando a ricordare, per il momento solo piccoli dettagli, ma presto, spero, tutto. L'aereo atterrò intorno alle quattro di pomeriggio, Rob si mise il berretto e gli occhiali da sole e uscimmo dal velivolo, Jasmine e Justin erano dietro di noi presi da loro stessi. Ad un certo punto mentre eravamo quasi fuori del tunnel mi bloccai. -"Cosa c'è?"-mi chiese Robert e gli altri due mi si affiancarono. -"Jasmine vieni con me, dobbiamo vedere se il campo è libero."- La mia amica annuì e andammo fuori a vedere com'era la situazione, mi guardai bene intorno e ad un certo punto vidi Marc vicino ad una colonna armeggiàre col cellulare ed ecco che il mio prese a squillare, era proprio lui, mi nascosi in un angolo per non farmi vedere e gli risposi: -"Pronto?"- -"Amore, ma dove sei?"- -"Sono ancora a Las Vegas, abbiamo perso il volo, ci tocca prendere quello..."- e guardai sul display -"...delle venti che arriva a New York all'una di notte!''- -"Come avete fatto a perderlo?"-mi chiese un po scocciato. -"Ehm, Jasmine ha incontrato una sua vecchia fiamma e così parlando non ci siamo accorte del tempo che passava, ora stiamo qui e aspettiamo...tu dove sei?"- gli chiesi ingenuamente, mentre Jasmine era andata a recuperare i nostri ragazzi ed era sgattaiolata fuori con loro. -"Sono al Kennedy, quindi torni stanotte?"- -"Eh...purtroppo si! Ma tu vai a casa è inutile che aspetti, prendiamo poi uno taxi..."- -"E va bene, ma domani mattina posso venire a casa di Jasmine a trovarti?"- -"Domani mattina? Vediamo perché doveva venire una sua zia dal Connecticut e non so se deve andarla a prendere alla fermata dell' autobus...e poi debbo andare a ritirare il vestito, ricordi?"- -"Già, il vestito, che sciocco che sono, ok allora ceniamo insieme?"- -"Sì va bene, ci sentiamo domani mattina."- -"Ok amore, fai buon viaggio, lo sai che ti amo..."- -"Grazie a domani."- chiusi la conversazione e attesi che Marc se ne andasse. Quando la strada fu libera, uscii anch'io e andai al ritiro bagagli dove mi aspettava Jasmine. -"Ce l'hai fatta?"- -"Sì tranquilla l'ho sistemato per bene il bastardo, fino a domani sera non romperà le scatole, gli ho detto che abbiamo perso il volo, e mi sono inventata che domani arriva una tua zia dal Connecticut!"- -"Ma io non ho nessuna zia nel Connecticut!"- -"Era per toglierlo di mezzo, voleva piombare a casa tua domani mattina presto!"- -"Sì così ti trovava a letto con Robert! Sai che ridere! Sarebbe stato uno spasso!"- -"Ahahahahahah, già, ma sarebbe finita subito la storia, invece con il mio piano da attuare il giorno del party ci divertiremo ancora di più!"- -"Sì è vero. Dai andiamo a prendere un taxi, ho già spedito i ragazzi a casa mia."- -"Sì andiamo, Rob già mi manca da morire!"- E uscimmo per andare a cercare il nostro taxi.
  
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