Introduzione:
Alla
fine, ragazzi, aggiorno pure io, no? ♥
Beh, sì, avete capito bene.
Sono qui!
Allora, come sempre vi preannuncio taaaaaaaaaaanto zucchero
e taaaaaaaaanto AMMMMMMMORE.
Sesta !flash sulla Duncney, ecco a voi 485 parole di tenerezza.
Giulia ♥
Otherwise? ~
Uno squillo, un altro.
Non rispondeva.
Che succede?
« Perché papà non risponde al telefono? » chiedeva la piccola dagli occhi
azzurri, tirando l’orlo dell’abito di sua madre.
« Stai tranquilla, tesoro, il lavoro lo sta prendendo molto, in questi giorni.
» sorrise teneramente, dando un buffetto sulla guancia alla bambina.
« Papà è un grande! » esclamò il bambino dai capelli biondi. « Anch’io voglio
fare il meccanico, da grande! »
La moretta arriccia il naso. « Tu scherzi! Il lavoro della mamma è il migliore… l’avvocato aiuta la gente in difficoltà, ed
è un lavoro molto bello. Vero, mamma? »
Courtney ridacchiò: « Anche il meccanico è un bel lavoro, Alice! »
Il biondino ghignò.
Quel ghigno ereditato dal padre…
« Gne, gne, gne, gne, gne! » sghignazzò, « hai sentito? Mamma dà ragione a me! »
« Non è vero! » strillò Alice.
« Adesso basta, bambini! » disse Courtney, « Brian, smettila di trattare tua
sorella così! Alice… per te vale lo stesso!
»
« D’accordo, mamma. » esalarono all’unisono chinando lo sguardo sul pavimento.
« Facciamo una gara a chi arriva prima al piano sopra? » esultò Brian,
sorridendo.
« Puoi scommetterci, tanto vinco io! » la bambina si mise in posizione da
corsa.
« Ah, sì? » il bimbo alzò gli occhi al cielo. « Al tre. »
« Uno… »
« Due… »
« Tre! »
La mora stava per sgridarli e minacciarli di mandargli a letto senza cena, ma
fu troppo tardi.
Stavano già correndo per tutta la casa.
Si sentì un girare di chiavi, Courtney scattò in piedi.
« Duncan! » gridò, correndogli incontro e abbracciandolo. « Temevo che ti fosse
successo qualcosa! Perché diamine non rispondevi? »
Lui sorrise: « Perdonami, Principessa, ma dovevo riparare un paio d’auto. »
Lei gli gettò le braccia al collo: « Perdonato, per oggi. Ma ricorda: devi
stare in ansia anche tu, sennò non è giusto che debba patire solo io! »
« E quindi? » lui ghignò, accarezzandole amorevolmente la schiena.
« E quindi… » ci pensò su, « domani
arriverò moooolto tardi. Sai, devo riparare
un paio di processi! »
Duncan avvicinò le sue labbra su quelle di Courtney, facendole battere, come
sempre, a mille il cuore. « Te lo puoi ben scordare. »
« Vuoi scommetterci? » fece un sorriso malizioso, mentre le labbra di lui
indugiavano sulle sue.
« Sì, ci scommetto, Principessa. » ghignò, « secondo me non farai tanto tardi… »
Courtney ridacchiò mentalmente promettendosi di averla vinta, e andò a
preparare la cena.
Il giorno dopo, un certo Duncan Nelson parcheggiò l’auto davanti all’ufficio
della prestigiosissima avvocatessa Barlow.
Scese dall’auto, corse per le scale e la raggiunse.
« Buonasera, avvocato. » sghignazzò, mentre sul volto di lei si dipingeva uno
sguardo sorpreso.
Lui non esitò a prenderla in braccio.
« Mettimi giù! » gridava Courtney.
Duncan scosse la testa: « Altrimenti? »
{485 words}
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Giulia’s Corner:
Eh sì, sono ancora qui.
Mi ripropongo con 485 parole che, per me, significano tanto.
Questa è una vera famiglia, per me.
E questo è un grande amore, puccioso o dolcioso che sia! ♥
Perché, come spero pensiate tutti (nessuno, dico NESSUNO, escluso.), la Duncney è cosa buona e giusta!
Ora vado, le mie amiche mi attendono!
Giulia ♥