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Autore: Shinkocchi_    24/09/2013    0 recensioni
Per la compareh perchè sì, because FukuMiya otp (?)
[accenni Hakuryuu/Atsuya]
Hakuryuu non era mai stato un ragazzo come gli altri. Sin da piccolo era sempre stato catalogato come “diverso”, per un motivo o per un altro che fosse.
La sua visione del mondo per prima lo era stata.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Hakuryuu, Hayden Frost/Atsuya Fubuki
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Alla compareh <3



 
Настальгія Nastaĺhija
 
 
Quando si era svegliato nel bel mezzo della notte, frastornato, e si era guardato in giro, trovandosi completamente solo nella stanza, aveva arricciato il naso, stranamente contrariato dal non avere la presenza dell’altro vicino. Semplicemente era strano, ormai si era così abituato a trovarselo sempre intorno, ovunque andasse, che in quei rari momenti in cui si voltava e dietro di lui c’era il vuoto non poteva fare a meno di sentire una sensazione spiacevole all’altezza dello sterno.
Hakuryuu non era mai stato un ragazzo come gli altri. Sin da piccolo era sempre stato catalogato come “diverso”, per un motivo o per un altro che fosse.
La sua visione del mondo per prima lo era stata.
Rilassò le spalle indolenzite dalla posizione scomoda, mugugnando, quindi si tirò giù dal letto a fatica, infilando a tastoni i piedi nelle ciabatte, calde, strascicandosi fino alla porta, dove si fermò qualche secondo prima di scendere le scale sbadigliando e scompigliandosi i capelli bianchi. Quando poi arrivò al piano di sotto si fermò in prossimità del salotto, da dove proveniva una luce azzurrastra particolarmente fastidiosa.
Ben pensandoci, non era mai riuscito ad approcciarsi davvero agli altri come avrebbe voluto, probabilmente perché gli altri non erano come lui. Non vedevano quello che vedeva lui.
Già, a volte si era chiesto perché proprio lui e non un altro.
Allungò leggermente il collo, intravedendo l’altro sul divano di fronte, davanti alla televisione accesa, abbagliante, soprattutto se alle tre passate di notte, e mosse qualche passo avvicinandoglisi, soffermando lo sguardo sulla sua figura dormiente nella penombra.
Atsuya aveva sempre avuto un colorito piuttosto pallido, era una delle cose di lui che l’aveva più colpito, che una persona con il suo carattere esuberante, sfacciato, così orgoglioso e con la sua vitalità potesse apparire altrettanto effimero e sfuggevole agli occhi. L’aveva pensato sin dal primo sguardo, ma ben presto si era reso conto che non era solo un “poter apparire”. Atsuya era seriamente effimero e sfuggevole.
Atsuya era.
Socchiuse gli occhi, facendosi più vicino al suo viso per osservarlo meglio, chinando il capo, attento a scrutare i lineamenti sul suo volto rilassato, sereno, tanto da farlo quasi stupire. Era così strano vederlo così, in quella situazione, tanto che Hakuryuu si chiese per la prima volta in vita sua se i morti potessero davvero dormire.
-Non ti hanno insegnato che non si osserva la gente mentre sta riposando?-
Socchiuse gli occhi e trattenne il respiro, incontrando quelli grigio-azzurri dell’altro che risaltavano sotto la frangia disordinata e sulla pelle diafana –Detto da te.- fece calmo, scosse la testa –Sei inquietante quando dormo e mi osservi. Lo fai sempre.- Atsuya aveva in effetti il vizio di starsene a gambe incrociate schiena al muro ai piedi del suo letto, dondolandosi appena con fare del tutto infantile per la sua età.
-Non osservo te. Non sempre. Di solito preferisco osservare fuori dalla finestra, cercare la luna, anche se a volte attiri la mia attenzione perché borbotti nel sonno e ti muovi. È perché voi vivi sognate, anche se non lo ricordate.- disse con una semplicità estrema, prese fiato e ridacchiò stupidamente grattandosi la guancia –E che strano, ora che ci penso sono io quello che non ricorda più come sia, sognare.-
Trattenne il respiro. Una persona normale probabilmente sarebbe impazzita dopo poco a parlare con un fantasma, ma dopo diciotto anni e passa di vita, Hakuryuu aveva ormai sulle spalle un bagaglio di esperienze abbastanza grande da potarsela cavare comunque, quindi non aveva quasi battuto ciglio quando, diversi anni prima, aveva incontrato quel ragazzo che ora pareva avere ad occhio e croce solo qualche anno in più di lui, nonostante l’altezza facesse pensare il contrario.  Non avrebbe detto comunque fosse un caso. Aveva ormai imparato che la parola “casualmente” in quelle circostante era del tutto opinabile e fittizia, perché c’era sempre un perché, per quanto assurdo, astruso e insensato potesse essere, tanto che ormai aveva smesso di chiederselo.
Eppure Atsuya nei suoi inspiegabili controsensi sembrava essere l’eccezione atta a confermare la regola.
-Come mai…sei in giro per casa a quest’ora?-
-Avevo voglia di vedere la neve.- si giustificò con un mezzo sorriso infantile e Hakuryuu non potè far a meno di distogliere lo sguardo con fare vago, forse appena scocciato.
-E quindi è per questo che ti saresti messo a guardare un documentario sulla fauna dell’Antartide in piena notte?- chiese alzando un sopracciglio, interdetto, facendo un cenno alla televisione accesa.
-Siamo a luglio…- rispose ovvio, stiracchiandosi –Per quanto resti con lo sguardo fisso fuori dalla tua finestra, dubito vedrò qualcosa scendere dal cielo a breve termine.- l’altro non rispose –D’estate non nevica di solito, sai.- commentò con una punta di supponenza e un ghigno sfrontato, lanciandogli un’occhiata divertita e saccente come al suo solito.
-Oh. Non mi dire.- fece una smorfia fintamente sorpresa, a cui l’altro parve mettere su un leggero broncio –La perspicacia è una tua dote innata o hai dovuto allenarla?-
-Che ragazzo antipatico che sei…dovresti scioglierti un po’, sai? Sei sempre così teso…- lo prese in giro e il volto del più giovane si irrigidì, con un fastidioso tic all’occhio, le labbra serrate, facendolo sogghignare –E su, la vita è bella, goditela un po’ di più.-
Hakuryuu lo fissò serio, poi sospirò rassegnato, ormai abituato al suo temperamento tanto supponente quanto spesso seccante e infantile –E tu dovresti darti una calmata, sai?- si sgranchì il collo, prendendo fiato, poggiandosi con la mano allo schienale del divano restando in piedi –Guarda che non posso passare tutto il tempo a starti dietro, io.-
-Sshh! Che paroloni per un moccioso—portami un po’ più di rispetto.- gonfiò il petto dandosi delle arie, dando comunque l’impressione di trattenersi a stento dal ridere.
-Ah, eppure non è forse il moccioso che si occupa di tutto qua?-
A quelle parole Atsuya si bloccò, gli rivolse un occhiata serafica, tirandosi a sedere sul divano.
-Ha~ku~ryuu.-
L’interpellato si irrigidì sentendolo sillabare con quel suo tono cantilenante che non prometteva mai nulla di buono –E ora che diamine c’è? Ti ho detto di smetterla di chiamarmi in quella manier— prima che potesse concludere la frase il cuscino che poco prima l’altro teneva stretto fra le braccia gli si spiaccicò in faccia. Ah, bastardo.
-…Atsya—idiota— sputò acido, mentre l’altro si gettava di peso all’indietro tenendosi lo stomaco per  il troppo ridere, il naso arrossato dal colpo preso e il viso contratto in una smorfia decisamente poco rassicurante. Prese il cuscino da terra, alzandolo e facendo per tirarlo –Ora me la pag—
-Ohi.- si bloccò nel momento in cui il più grande premette l’indice delicatamente sulla punta del suo naso, e trattenne il respiro incrociando da sopra il suo sguardo, mentre quello se ne stava immobile, supino sul divano.
In fondo quel suo essere diverso non era solo vedere, solo ascoltare. Era soprattutto sentire.
-Anche i tuoi capelli mi ricordano la neve.-
Dischiuse appena le labbra quando la mano del ragazzo si spostò dal suo naso alla guancia, senza interrompere il contatto visivo.
-Che cosa bizzarra…chissà perché mi fanno venire tutta questa…nostalgia.-
-Che vuoi che ne sappia io.-
Rimasero entrambi in silenzio, poi Hakuryuu mugugnò appena quando l’altro gli tirò piano la guancia –Portami a vederla, l’inverno prossimo, la neve.- disse solo calmo Atsuya, poi chiuse gli occhi –Nel frattempo resta qua con me.-
-…E poi il moccioso sarei io.- ridacchiò piano, quasi ad aver paura che sarebbe finito tutto se avesse fatto troppo rumore. Come svegliarsi da un sogno e scoprire che lui non era reale. Gli pizzicò delicatamente il naso, con un mezzo sorriso in volto facendolo borbottare –Tu evita di scalciare come al tuo solito, però.-
E la televisione nel salotto rimase accesa ancora a lungo quella notte.











*

Ok, no allora. Cosa ho fatto.
Se non verrò picchiata dopo questo vuol dire che qualcuno lassù mi vuole bene, no serio- *rotola e piagnucola*
Allora. Sì. E' una Hakuryuu/Atsuya. Lo so. Ok. Lo so. Ma esiste un perchè, credo, può darsi- *non è vero le piacciono le crack e bast--*
Questa coppia è nata quest'estate durante uno sclero con la mia compareh adorata (Flaine), riguardo a K Project e a quanto cacchio la SaruMi/MiSaru sia canon e...boh, abbiamo cominciato a shippare i loro seiyuu, Miyano e Fukuyama, molto a cacchio, perchè pls, come si può non amarli ("Ma Fushimi e Yata sono gay-?" "...AHAHAHAHAHAHAHAHAH") e poi sono usciti insieme il giorno di San Valentino quindi canon (?)
E boh, mentre cercavamo bellamente di evitare un'insolazione sulla spiaggia è nata la consapevolezza che, sì. Miyano doppia Atsuya. Fukuyama Hakuryuu. E questo è abbastanza per shipparli? ...Sì, lo è (che poi io shippo pure HakuTen, ma ssshhhh).
Comunque, nella situazione che ho immaginato Hakuryuu è fin da piccolo in grado di vedere i fantasmi, che però solitamente non interferiscono nello svolgersi della sua vita, eccezion fatta per, appunto, Atsuya, che invece continua a svangargli le palle (?). Il fatto che Atsuya provi nostalgia nel vedere i capelli di Hakuryuu deriva dal suo passato in Hokkaido quando era piccolo, in compagnia di Shirou, che proprio per il significato "bianco" del suo nome, può facilmente essere accostato ad Hakuryuu da lui. 
Inoltre secondo un headcanon, Atsuya a volte tende a cantilenare il nome dell'altro molto lovly (?), mentre Hakuryuu quando è incazzato tende a mangiarsi alcune lettere (soprattutto le "u", Sarrrr(u)hiko--), trasformando il nome quindi in un "Atsya" molto cazzuto (?).
E boh, che dire? Il titolo. Ah già. E' in bielorusso. Ok, sì, lo so. Significa "nostalgia", e l'ho scelto perchè...beh in realtà non è un motivo serio, ma il suono prodotto dalla parola mi richiama la sensazione che la nostalgia mi fa venire in mente, tutto qua (?).
E boh(2) anche se è crack. Davvero crack. Oltremodo crack, spero vi sia piaciuta lo stesso <3
Grazie a chiunque ha letto o vorrà recensire idk <3

Fede




 
  
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