Storie originali > Drammatico
Ricorda la storia  |      
Autore: Frankie_ Echelon    24/09/2013    5 recensioni
Lettera di una figlia ai propri genitori.
Non sono brava nelle introduzioni quindi spero che questo possa bastare..
Genere: Drammatico, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 
Lettera di una suicida
 
Cari Mamma e Papà,
Vorrei partire col dire che il gesto che ho appena compiuto non è colpa vostra, voi non avete colpa di niente se non di aver amato fin troppo vostra figlia.
A dire la verità non si può dare la colpa a nessuno se non a me stessa. O, forse, al mondo intero?
Ormai mi conoscete fin troppo bene e sapreste quindi giungere ad una conclusione: io non darei mai la colpa ad un terzo.
Le mie decisioni sono sempre state prese con coscienza. Posso intendere e volere e mai e poi mai scaricherei le mie colpe ad altri.
 
Quando ero piccola mi avete sempre insegnato a rispettare le persone. Mi avete sempre detto che nessuno è diverso da noi; che le persone possono sembrare diverse ma che in realtà, dentro di noi, siamo tutti uguali.. In tutti noi batte un cuore.
Ma crescendo mi sono ricreduta. Non dico che le vostre parole, i vostri insegnamenti siano stati delle totali bugie. Dico soltanto che le vostre erano delle piccole verità nascoste in bugie incontestabili.
Avete ragione, tutti noi esseri umani abbiamo la certezza di possedere capacità che altre specie viventi non posseggono.. Noi abbiamo un cuore che batte, e che spesso ci porta a fare delle scelte sbagliate; noi abbiamo la fortuna di possedere una mente sviluppata dotata di ragione che ci permette di scegliere ma soprattutto CAPIRE e frenarci quando stiamo in una viuzza disseminata di pericoli qua e là.
Tutti gli umani posseggono queste 'Qualità'.. ma ne siamo TOTALMENTE sicuri?
Col tempo mi sono ricreduta.. il mondo è in realtà diviso: ci sono coloro che posseggono queste qualità e chi invece no.
Ed io, con mio grande dispiacere, mi sono imbattuta nel secondo tipo di “persone”, quelle persone che non sanno nemmeno il significato della parola qualità.
La stragrande maggioranza degli abitanti del mondo segue una logica tutta sua: Se non ti vesti così allora sei 'strana'; se non parli così allora 'sei strana'; se non usi un certo atteggiamento allora sei 'strana'.
Io non ho mai seguito le varie mode, sono sempre stata come sono. Ho sempre usato il mio cervello e ho sempre preferito la lettura di un libro il sabato sera invece che una serata in discoteca a 'farsi' il primo ragazzino carino che ti metteva le mani addosso.
Ho sempre preferito la musica ad un tiro di canna e ho preferito la vertigine di un panorama in montagna che quelle causate da un bicchiere di liquore di troppo.
Ditemi, è tanto sbagliato essere se stessi?
E, sul serio, spesso ti ritrovi a pensare 'Sono loro le persone “normali” e quindi sei tu la “strana” o è il contrario?'. Sono rimasta spesso a pensare a questo particolare e sono arrivata dunque ad una conclusione: IO ero quella strana, IO ero quella sbagliata..
E sono arrivata a convincermene talmente tanto che non ho potuto fare a meno di convincere pure gli altri.. O forse è stato il contrario?
Mamma, Papà ma anche per voi io ero 'strana'?
Spesso non riesco a capire se sono un ingranaggio arrugginito di un orologio mal funzionante.
Nella conformità del mondo mi sono sentita spesso come una chitarra scordata o una una nota fuori tempo.
Lo so, scusate, queste metafore della musica vi fanno venire il nervoso.
Che dire, purtroppo sono nata in un'era dove l'originalità diventa moda, dove l'essere alternativo è d'obbligo.. dove la fantasia e la creatività sono ormai sparite anche nei bambini.
Purtroppo sono nata nell'era del conformismo e del bullismo. Oh, e non tocchiamo quest'ultimo tasto..
È ormai impossibile vivere un'adolescenza tranquilla.
È facile dire “le medie e il liceo sono gli anni migliori!” o “Quanto vorrei tornare negli anni del liceo”. Certo, il liceo può essere bello se fai parte della categoria delle persone 'popolari'.. chi invece era/è come me, beh, non gli sentirete mai pronunciare tali parole.
La scuola dovrebbe essere un posto dove puoi stare tranquilla, non dovresti avere paura di andarci.
 
Spesso mi sono ritrovata a pensare a come sarebbe stata la mia vita se fossi nata in un'altra parte del mondo, dall'altra parte dell'emisfero.
Mi immagino una ragazza felice con una bella casa, una famiglia felice e tanti amici che la amano e che le stanno accanto.. soprattutto nei momenti di pura tristezza.
Immagino una vita perfetta, una ragazza perfetta.
Ma poi ci penso: la perfezione non esiste.
Penso che sarei potuta nascere in un altra città, in un alto continente, in un altro mondo, ma sarei rimasta sempre e comunque me stessa.
Non ho mai visto il mondo con superficialità ma, vivendo al margine di esso, ne vedo solo l'involucro. Non potrò mai vedere il cuore del mondo se continuo a stare nel margine.
Sono sempre stata un'emarginata, sia in casa che al di fuori. Non ho mai avuto l'appoggio della mia famiglia né delle persone che mi circondano.. e scusatemi, mamma e papà, se queste parole possono ferirvi, ma purtroppo è così.
Non sono mai stata la reginetta della scuola o la ragazza che tutti vogliono.
Sono sempre stata quella derisa; quella che hanno buttato via varie volte come una carta straccia.
Sono quella ragazza che viene vista con sguardo torvo.
Sono sempre stata la “ragazza sovrappeso”. Vittima di percussioni su percussioni, di prese in giro.
E così, sono diventata l'invisibile..
Sì, INVISIBILE.
Ho perso anni per la paura di entrare in classe, di essere guardata.
Così ho imparato a sparire: entravo in classe e io non esistevo più. Mi rannicchiavo nel mio posto cercando di fare il meno rumore possibile.
Mancavo sempre quando avevo le interrogazioni orali perché avevo paura di avere l'attenzione di me, di essere derisa anche per quello.
Sapete, mamma e papà, non c'è cosa più brutta nell'essere invisibile agli occhi degli altri.. ma sentirmi emarginata mi piaceva. Avevo imparato, HO imparato, a conviverci.. anche se forse ormai è tardi.
Forse bastava andare oltre alla domanda “come stai?” perché, si sa, la risposta non è mai sincera. Posso dire quanto voglio che io 'sto bene' anche se in realtà non è così.
Sapete, bisogna saper cogliere tutte le sfumature di quel 'sto bene'. Ma ripeto, questo non c'entra col gesto che ho fatto, voi non ne avete colpa.
 
Cara mamma,
so bene i sacrifici che hai fatto per me. So bene quanto tu abbia lavorato per mettere in tavola un pezzo di pane.
Non voglio che tu pianga per me, io ho bisogno che tu sia ancora più forte di quel che sei. Ho bisogno di sentirti ancora una volta cantare; ho bisogno di sentire ancora la tua risata.
Non pensare che io abbia voluto abbandonarti, no non lo farei mai.
Ricordati di me come quella ragazza che il pomeriggio, nelle giornate fredde, stava rannicchiata nel divano a guardare qualche film strappalacrime.
Ricordo ancora tutte le volte che mi hai difeso contro le ingiustizie della vita, contro coloro che mi deridevano.
Ti ringrazio per essere stata semplicemente TU.
Ti voglio bene mamma e, ti prego, non piangere per me.
 
Caro papà,
Non ho mai avuto l'occasione di approfondire il nostro rapporto.
Una figlia desidera sempre avere quel rapporto speciale col proprio padre, e io desideravo di possedere il nostro.
Sai, per quanto non conoscessi molto di me sapevo che ero la tua piccola stella, e ora, tranquillo, potrò essere tale.
Per essere felice mi bastavano gli abbracci tuoi e della mamma, era questa l'unica cosa di cui avevo bisogno.
Papà, anche se non te l'ho detto spesso sai che ti voglio bene, e sempre te ne vorrò.
Prenditi cura della mamma ora che io non ci sono più.
 
Scrivo queste parole per assicurarmi che voi non vi diate la colpa di niente. Scrivo queste parole per essere sicura di aver lasciato una traccia di me su questa terra.
Non voglio che la gente ora dica “era una brava ragazza” o “io ero sua amica, le volevo bene”.
Non ho bisogno di falsi perbenismi, non ho bisogno della pietà delle persone.. e sono sicura che non ne vorreste neanche voi.
 
Vi ho chiesto di non piangere ma invece quella che sta piangendo sono io. Scrivo queste parole mentre le lacrime si mischiano all'inchiostro della penna.
Spero col cuore che non vi scorderete mai di me, spero di avere sempre un posticino nel vostro cuore.
Spero che dopo questa vita ci sia altro, voglio potervi stare sempre vicino. E così sarà.
Sarò quella sensazione di freddo che sentirete nel viso quando vi accarezzerò. Sarò quella goccia di pioggia che percorre il vetro freddo della finestra mentre sarete intenti a perdervi nella bellezza dei temporali. Sarò quella stella che brillerà più delle altre in una notte limpida e sarò quella cometa che esprimerà i vostri desideri.
Vi ho amato e vi amerò sempre.
 
La vostra piccola stella.



Salve a tutti.
Spero che questo piccola one-shot sia stata di vostro gradimento.
Nulla di tutto quello che ho scritto è realmente accaduto. Tutto ciò è frutto della mia mente.
Spero di ricevere, anche privatamente, dei commenti (o recensioni) su quesa OS :)
Baci 
MIC
   
 
Leggi le 5 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Drammatico / Vai alla pagina dell'autore: Frankie_ Echelon