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Autore: _Krzyz    24/09/2013    10 recensioni
Immaginatevi un Corso di cucina. Semplice, calmo, pieno di allievi desiderosi di imparare a impiattare cibi degni dei più rinomati ristoranti del mondo.
Peccato che qui siamo a Panem, e peccato che questo non sia un normale corso di cucina.
Sostituite i calmi allievi con ragazzi problematici e violenti, pazzi e con tendenze all’autolesionismo, e metteteli nelle mani di una giovane insegnante capitolina che spera solo di uscire viva dalla prima lezione. Benvenuti al Corso di Cucina per Giovani Delinquenti gestito da Effie Trinket! Tra stufati e soufflè, vedremo i nostri amici tributi della 74esima Edizione alle prese con mestoli e intingoli vari!
Riuscirà la nostra beniamina imparruccata a gestire otto ragazzi con vari trascorsi ? E riusciranno i nostri giovani teppisti a non ferire gravemente qualcuno durante la preparazione dei piatti più semplici? Riuscirà il povero Peeta a sfondare finalmente nel mondo dell’alta cucina?
Avventuriamoci con Effie nella sua classe, e possa Gordon Ramsay essere SEMPRE a nostro favore!
Genere: Comico, Demenziale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Effie Trinket, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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CORSO DI CUCINA PER GIOVANI DELINQUENTI
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Lezione n° 6

CIAPA LA GALEINA!


Dedicato a mia sorella, che con la sua fissa dei volatili mi ha involontariamente suggerito il tema di questo capitolo.

Polli. Ok, aveva tollerato le insalate e il pane, ma i polli no. Almeno non vivi. Eppure eccola la, seduta sullo sgangheratissimo pullmino della scuola diretta ad un’aia. La signorina Trinket era indignata. Lei era una delle più brillanti executive chef che Capitol City avesse mai visto! Lei era la Musa della Cucina, lei camminava sui red carpet, non in un fangoso cortile pieno di insulsi volatili! Ma, siccome la buona sorte della capitolina aveva fatto le valigie ed era partita per un viaggio di sola andata in Uzbekistan, la segretaria aveva decretato che la classe facesse dei ‘viaggi d’istruzione’ fuori dagli edifici scolastici. La capitolina avrebbe voluto rispondere che era la segretaria ad avere bisogno di un gitarella d’istruzione dall’estetista, ma alla fine il buonsenso aveva prevalso. Ma c’era ben poco di istruttivo in quella gita.

La signorina Trinket ruotò la testona imparruccata per osservare gli allievi, ritrovandosi sotto gli occhi uno spettacolo deplorevole. Katniss stava osservando fuori dal finestrino ascoltando musica house a palla, una vera tortura per le orecchie. Peeta era seduto vicino alla Ghiandaia e tremava dall’emozione. Le guance erano soffuse da un colorito rosso. Indossava uno zainetto da bambina delle Winx in cui conservava il magico diarietto delle Superchicche e la penna col cuore che si illuminava. Aveva un sorrisetto inquietante che gli arrivava fino alle orecchie e che permetteva una completa visione della sua dentatura. Indossava una magliettina con un unicorno. Insomma, sembrava una casalinga strafatta ad una mostra di dolciumi. Dall’altra parte del bus Finch si stava divertendo a scarabocchiare la faccia di Marvel , profondamente appisolato , con un indelebile. E dal fondo del pullmino gli altri quattro si divertivano a intonare cori e canzoncine stupide che andavano da We Will Rock You a:
-“Se facciamo un incidente muore solo il conducente!”-
Il povero autista Caesar sospirava lentamente, quella canzoncina gli veniva inflitta da una cosa come 10 anni e lui, a causa di ciò, portava una collana d’aglio e peperoncini al collo per scaramanzia. Non che credesse più di tanto nella sventura, ma non si sa mai. Era un ometto sempre allegro con i capelli azzurri e un sorrisone a 34 denti (perché Caesar ne aveva due in più). Una volta era un famosissimo presentatore di show televisivi di cucina, probabilmente uno dei più conosciuti di Capitol City. Aveva vinto premi su premi e si era conquistato la stima dei più rinomati chef di tutta Panem. In una decina d’anni si era guadagnato la fama di  E poi la tragedia, la cosa più terribile che potesse accadergli… aveva servito un piatto di minestra al Presidente Snow. E dentro c’era un capello. Un CAPELLO. Il suo declino era stato rapido e presto le uniche cose che gli rimasero furono la licenza da autista conseguita da ragazzo, un appartamentino in periferia e la collezione di borse di Prada di sua nonna . Alla signorina Trinket Caesar faceva un po’ pena. Continuamente bersagliato da ragazzi esagitati, vittima di canzoncine sadiche, costretto a portare orribili divise da autista e a guadagnarsi da vivere scarrozzando in giro gruppi di adolescenti iperattivi in preda a tempeste ormonali. Nonostante ciò era sempre sorridente e di buon umore e capiva, come la capitolina, cosa significava finire dalle stelle alle stalle o, in questo caso, ai pollai.

Dopo quella che sembrò mezza giornata di viaggio il pullmino giallo arrivò tossendo fumo in una fattoria. Appena Caesar aprì le porte la classe si fiondò fuori per respirare l’aria pura della campagna travolgendo la capitolina imparruccata e facendola rotolare allegramente giù dalle scalette del minibus. Atterrò con un tonfo in mezzo al fango rovinandosi irrimediabilmente la gonna. Meno male aveva messo quella che aveva comprato due mesi fa, la meno recente in assoluto di tutto il suo vestiario! Si alzò stizzita ammirando il panorama. Un recinto pieno di galline e , più in la, quattro tavoli con un fornellino da campeggio, un fornetto elettrico grande poco più di una scatola da scarpe e un set di coltelli da cucina appoggiato sopra, il tutto completato da svariate tonnellate di fango e da un odore sgradevolissimo. La signorina Trinket storse il naso a quella vista, ma aveva una lezione da svolgere. Un urletto insopportabile riportò alla realtà gli otto delinquentelli:
-“Benvenuti, benvenuti, benvenuti all’Allevamento di Polli dello zio Boggs! Oggi faremo una lezione mooooolto speciale!”-
Una voce risuonò nell’aria.
-“Non me ne frega una beneamata minchia della lezione speciale! Perché cazzo siamo venuti in questo posto, Trinket?”- sbuffò Clove irritata. Per la sfortuna della nostra beniamina, alla pazza dei coltelli era guarita la mandibola. E con la mandibola a posto le era anche ritornata la capacità di parlare. La capitolina preferì non approfondire e continuò il suo discorso.
-“Allora ragazzi, quello che dovete fare è entrare dentro al recinto e recuperare una gallina, ma non deve essere una qualunque! Sotto quattro di quelle galline ci sarà il numero del vostro bancone. Il vostro obbiettivo sarà prendere quella precisa gallina, non una senza numero o con il numero di un altro bancone. Thresh e Glimmer, voi avete l’1! Marvel e Finch,2! Katniss e Peeta, voi avrete il 3! E per finire Cato e Clove, a voi tocca il 4! Non barate! Avete dieci minuti per prendere quel pennuto a partire da…”-
La donna fece scattare il timer.
-“…ORA!”-
I ragazzi entrarono in un recinto enorme dove razzolavano  circa un centinaio di polli bianchi di varia grandezza. La Capitolina si sedette su una panchina rovinata e si godette la scena ascoltando le delicati frasi che provenivano dal pollaio.
-“Ommioddiocheschifo! Io le galline non le tocco, mi rovinerei le unghie!”-
-“Cato, cazzo, muovi il culo e prendi quel fottutissimo pennuto!”-
-“Marvel, porca paletta, afferra quella stracavolo di gallina! No, non Glimmer, l’animale!”-
-“Ci sto provando, cazzo, non è facile!”
-“Katniss, potresti darmi una mano per cortesia? Sai, i polli sono molto diversi dai preparati per i biscotti..”-
-“ Va bene rossa, ma non urlare, mi stai perforando i timpani! Ho le orecchie sensibili sai?”-
-“Certo che no! Io sono un’eroina nazionale, io non mi abbasso a questi livelli!”-
-“O santa capra! Non è così tragico rovinarsi le unghie!”-
La signorina Trinket li osservava divertita mentre rincorrevano i volatili , ruzzolando per terra e riempiendosi di fango dalla testa ai piedi. Lei era preparata bene per queste situazioni. Infatti aveva indossato i suoi stivali di gomma a tacco 10 e una parrucca idrorepellente per l’occasione. Cadesse il cielo se era orribile conciata in quel modo! Ma a volte l’esigenza ha la meglio sullo stile, e questa era una di quelle volte.  I dieci minuti finirono con un trillo del timer. Gli allievi uscirono coperti di piume reggendo in mano i quattro polli e imprecando come degli allegri scaricatori di porto.
-“Perfetto! Ora avete tre ore per cucinarlo!”-
Ci fu uno sconcerto generale.
-“Come sarebbe a dire ‘cucinarlo’?!”- chiese Glimmer con una faccia stravolta.
-“Esatto. Non fa piacere neanche a me, ma dovete preparare un piatto a base di pollo. E quello è il vostro pollo!”-
Clove sfiorò i coltelli posati sul suo bancone. –“Quindi bisogna macellarlo?”-
-“Beh…si!”-
-“Ahahaha, come mi piace questa cosa!”
-“Forza Clove! Spolpiamolo e riducia…-
SCIAFF! Cinque dita violacee si formarono sulla guancia di Cato.
-“Non. Osare. Rivolgermi . La. Parola. Capito, stronzetto?”-
-“Ma dai! Ti ho già chiesto scusa millemila volte!”-
Clove per tutta risposta lo trucidò con lo sguardo. Si , le scuse sarebbero potute bastare, ma l buono… il buono dall’arrotino era scaduto. Da ben due giorni. Aveva osato propinarle un buono scaduto, si meritava di patire una sorte peggiore della morte, come il depistaggio o il dover portare Finch a cena in un ristorante di alta classe. Cato la fissava con un’espressione in cui si sovrapponeva un misto di stupore e confusione. 
La nostra paladina della cucina non si fece intimorire dagli sberlotti della pazza coltellofila e continuò imperterrita.
-“Allora, come dicevo dovrete…si, Peeta?”-
Il sedicenne teneva la mano alzata come uno scolaretto (o scolaretta, dato che era vestito quasi totalmente di rosa) eccitato. Tremava e reggeva lo spallaccio dello zaino con l’altra mano.
-“Possiamo farcirlo di pasta di zucchero?”-
-“Per l’amor di dio, no, Peeta! Ok il tempo inizia…ora!”
Adesso, nonostante la signorina Trinket fosse uno chef di prima categoria e non si facesse intimorire da nulla, va detto che la vista dei polli che venivano spennati, e più in generale del sangue, le davano il voltastomaco. Cominciava a tremare e non era più responsabile delle sue azioni. Per evitare spiacevoli incidenti la capitolina si ritirò nello scassatissimo pullminetto giallo, onde evitare la vista di quei poveri pennuti. Caesar provò a intrattenerla per un po’, ma la nostra eroina cadde addormentata appena il suo delicatissimo fondoschiena capitolino toccò il sedile. Si mise a russare con il vigore di una locomotiva.

-“Effie? Effie? Svegliati, su! Il timer è suonato venti minuti fa e tu sei ancora qui che russi come un’elefantessa!”- La voce di Caesar la riportò alla realtà.
Ma come si permette?! Io, Effie Trinket, compiere un gesto indelicato come russare?! Mai e poi mai! Dev’essersi di sicuro sbagliato!
La nostra beniamina si alzò di scatto, indignata per le parole di cattivo gusto che l’autista le aveva rivolto. A passo spedito scese dall’autobus. Ciò che vide dopo fu una cosa talmente scioccante che la parrucca le sobbalzò sulla testa. Il cortile adibito a zona cucina era ricoperto di piume biancastre in ogni centimetro quadrato. I grembiuli color lavanda dei ragazzi erano imbrattati di rosso e c’era del sangue che colava dai taglieri. Gli allievi reggevano tremanti i piatti. Gli unici due che sembravano a proprio agio erano Clove , per ovvi motivi, e Peeta. Perché se la Trinket gli avesse detto di mettere in forno  sua madre con il sedano e le cipolle lui l’avrebbe fatto. Era disposto a tutto, lui voleva imparare a cucinare, bramava i piatti più raffinati, desiderava ardentemente apprendere tutto ciò che la capitolina gli diceva. E nulla, nulla al mondo l’avrebbe fermato. E infatti reggeva il piatto con una mano e una zampa di pollo nell’altra, con gli occhi lucidi e un sorriso che a confronto il più fatto degli Stregatti sarebbe risultato serio. Il tutto era condito da capelli spettinati, sguardi assenti, galline che razzolavano e guano ovunque.
Se racconto questa scena a quella sciattona della segretaria non mi crederà mai! Maledetta lei e i suoi viaggi distruzione*!
La capitolina esterrefatta si avvicinò al tavolo traballante adibito a cattedra.
Che legno rozzo e volgare! Questo non è mogano!
Si sedette disgustata su uno sgabellino, si fece coraggio, imbracciò il registro e chiamò il

Bancone 1 – Thresh e Glimmer

L’agricoltore portò trotterellando la sua opera alla cattedra, seguito dalla bionda schifata che tentava di evitare le aree fangose del cortile. Thresh piantava fiero i suoi stivaloni di gomma nella terra, la salopette incrostata di fango, sangue e altre macchie di origine apparentemente sconosciuta.  La ragazza invece era scioccata. Ciocche di capelli le sfuggivano dalle trecce e indossava guanti di gomma che le arrivavano fino alle ascelle. Dalla tasca del grembiule color lavanda sbucavano un deodorante e svariate confezioni di disinfettante per mani. Il gigante le porse il piatto inchinandosi e levandosi il cappello di paglia. La signorina Trinket rimase un pochettino perplessa alla vista del pollo. Certo, sembrava essere cotto bene ed emanava un profumino niente male, eppure qualcosa non andava.
-“Ehm, Glimmer, mi sai spiegare perché il tuo pollo è coperto di glitter e lustrini rosa?”-
La bionda la fissò un istante e poi rispose:
-“Mi scusi, ma ha visto in che posto siamo finiti?! È la discarica dell’umanità, una creatura delicata e preziosa come me non merita di finire in un luogo del genere! Per quello ho messo i brillantini, in questo modo ci sarà qualcosa di luminoso tanto quanto me in questa maledetta gita!”-
La signorina Trinket si alzò e abbracciò la ragazza in segno di consolazione .
-“Non preoccuparti, stellina! Posso capire la tua frustrazione, nemmeno io sono abituata ad un tale putridume! Vedrai che non permetterò mai più alla segretaria di spedirci in un posto come questo! Non avere paura, assaggerò lo stesso il tuo piatto nonostante i lustrini, ok? ”-
Dopo di che, tornò a sedere ed assaggiò un pezzo di pollo. Inutile dire che il sapore non era esattamente il massimo e che continuò a sputacchiare glitter per tutta la giornata.
-“Voto 4/12! Il pollo era cotto bene ma i brillantini non sono commestibili, cara!
Apprezzò comunque lo sforzo dei ragazzi. Dopotutto una bambola di porcellana come Glimmer doveva essere rimasta scioccata a vita da quel luogo orribile.
Fece un paio di segni a penna sul registro.
Ok, uno è fatto! Ne restano tre, e di sicuro saranno migliori!
Ma, signorina Trinket, lei non conosce mica la Legge di Murphy**?
 
Bancone 2 – Marvel e Finch

Esatto. Marvel E Finch. Non solo Finch. Eppure solo la rossa stava arrivando in solitaria verso la cattedra, e il suo compagno non si vedeva da nessune parte. Conoscendo la personalità disturbata della sua allieva e vedendola imbrattata di sangue dalla testa ai piedi, pensò subito che al posto del pollo le avrebbe servito il ragazzo impanato e fritto. Fu lieta di vedere che sul piatto vi era una coscia di pollo con una salsina verde schifo.
-“Finch, tesoro, ho due domande da porti… Dov’è il resto del pollo e dov’è Marvel?”-
La ragazza la fissò stralunata trucidandola con gli occhi.
-“Ah, Marvel… quel deficiente si sta rotolando dal dolore dietro al bancone e il resto del pollo è ancora crudo dentro al suo stomaco!”-
Dal retro del banchetto arrivò un mugolio strozzato.
-“Ahiaiaiaih… mi scusi, signorina Trinket, avevo fame e così…”-
Un tonfo interruppe la conversazione. Finch aveva lanciato un sasso al ragazzo che, con una precisione svizzera, l’aveva preso sulla zucca.
-“Taci, idiota!”- . La rossa era furiosa. –“Se tu non ti fossi mangiato quella cazzo di gallina cruda ora staresti bene! Te la meriti la sassata sulla testa!”-
-“ Mio dio, Finch! Piantala di maltrattare il tuo partner! “-
-“Stia zitta, Parrucca! Lei avrebbe fatto lo stesso se le avessero rovinato il piatto!”-
Non so darle torto.
La capitolina decise di placare le ire della ragazza addentando la coscia. Non era niente male, non sapeva esattamente con cos’era fatta la salsina ,e nemmeno voleva saperlo, ma doveva ammettere che era davvero buono.
-“Voto 7/12! Ho assaggiato di peggio! Per favore, qualcuno soccorra Marvel!”-
Appena finì la frase Caesar Flickerman uscì dal pullmino vestito con una divisa da crocerossina che lasciava intravedere le gambe pelose dell’uomo. Reggeva una barella in mano. Si caricò il ragazzo in spalla (ignorando del tutto l’uso della barella) e lo condusse nel piccolo autobus continuando a lamentarsi.
Sempre più schifata, la nostra eroina chiamò il

Bancone 3 – Katniss e Peeta

Eccoli la. Peeta e Katniss, Katniss e Peeta. La tipa presuntuosa e il ragazzino esagitato. Un’accoppiata terribile, ma che le era saltato in testa quando aveva permesso a quei due di stare in coppia insieme?
Stupida, stupida Effie!
I due giovani si avviarono verso il banchetto reggendo una pirofila in mano. Ad ogni passo che facevano la signorina Trinket rimaneva sempre più esterrefatta. Il pollo era stato ricoperto di codette di zucchero e aveva una freccia piantata nel petto. Varie verdure completavano il piatto. Il sedicenne posò il piatto sul banco tremando dall’emozione. Inutile dire che la fata dei denti in quel momento sarebbe sembrata non meno virile di un camionista che impreca in coda sull’autostrada per Capitol City. Tra la magliettina rosa, lo zainetto delle Winx e il grembiulino lavanda non sapeva più se definirlo un ragazzo o una ragazza.
-“Signorina Trinket, le presento La Ghiandaia On Fire, piatto prodotto dalla meravigliosa Katniss Everdeen, sua Magnificenza, Anima dei Ribelli, Ragazza in Fiamme e da Peeta Mellark, cioè io, cioè il ragazzo del pane!”-
La capitolina fissava senza parole il panettiere. Possibile che fosse stata davvero Katniss Everdeen, QUELLA Katniss Everdeen a preparare il piatto e non Peeta? Quella ragazza presuntuosa che si vantava quotidianamente di essere superiore a tutte? Di essere superiore a LEI?
-“Oh sono felice che anche Katniss si stia finalmente applicando!”-
-“E meno male! Io sono la vincitrice dei 74esimi Hunger Games! Io ho rovesciato il governo di Snow! Io mi sono presa il merito di questo piatto, che in realtà ha fatto Peeta, perché io sono la Ghiandaia e posso fare tutto!”-
Ah, ecco, mi sembrava strano.
La signorina Trinket era stufa della presunzione di quella delinquentella. Se c’era una cosa che odiava era la Maleducazione. Aveva studiato per anni e anni il galateo, e lei viveva e respirava buone maniere. Rivolgersi  in tono sgarbato, vantarsi, spacciare per proprie opere che hanno fatto altre persone. Quella era La Maleducazione allo stato puro. E la nostra beniamina imparruccata non avrebbe tollerato un comportamento simile.
-“Quindi tu hai osato prenderti il merito di ciò che hanno fatto altri?! Non assaggio neanche il piatto! Voto 1/12 a te e 12/12 a Peeta, per aver creato il piatto!”-
La ragazza sbattè una mano sul piano di legno malconcio del banchetto e con l’altra afferrò il colletto della camicetta rosa griffata della capitolina. Un rivolo di sudore si portò via una parte del cerone che ricopriva in maniera omogenea il volto, ora pallidissimo,  della signorina Trinket. Aveva il volto talmente vicino che poteva contare le lentiggini sul naso di Katniss.
O mio dio! No! Nononono! Non ho messo il trucco waterproof! Chissà che scempio, che disastro! Se proprio devo morire voglio farlo vestita come si deve, incipriata per bene e in un albergo di lusso, non con il mascara che cola , sembrando un procione e immersa nello sgradevole odore di un pollaio!
-“LEI NON PUO’ FARLO!IL MIO NOME E’ KATNISS NONHOUNSECONDONOME EVERDEEN, LA GHIANDAIA IMITATRICE! LEINON SA CHI SONO IO! IO SONO…”
PAM! Improvvisamente la stretta della ragazza sul bavero di pizzo color avorio della capitolina si allentò e la giovane cadde a faccia in giù nel fango. Dietro di lei, Cato si ergeva fiero brandendo una padella.
-“… tu sei una stronzetta del cazzo!”-
Disse il ragazzone rivolto alla Ghiandaia, ora priva di sensi e con un antiestetico bernoccolo sulla zucca. Clove gli lanciò un’occhiataccia sbuffando e lui rispose con un sorriso beffardo. La ragazza reggeva un piatto.
-“Scusi, Trinket, era da tanto che volevo farlo!”-
La donna si diede una rassettata. Stranamente, si ritrovò a ringraziare l’allievo in silenzio. Quella vipera ingrata di Katniss, l’avrebbe pagata cara! Nessuno afferrava il bavero della sua camicetta di Jeanpierrepaul Inserirè un Cognomè Français Qui e la passava liscia. Chiamò Caesar, che trasportò la ragazza svenuta nel pullmino (sempre in tenuta da crocerossina sexy).
Va bene, ne manca uno e poi ce ne andremo da questo lurido postaccio e non ci metteremo più piede!
Ma la donna di certo non si aspettava ciò che le sarebbe successo…

Bancone 4 – Cato e Clove

La ragazza porse la pietanza alla signorina Trinket fissando in modo truce il suo compagno di distretto che , evidentemente, non aveva alcuna voglia di smettere di sorridere e ciò gli conferiva un’aria da ebete. La capitolina scrutò il piatto constando che se lo avesse fatto un uomo col le cesoie al posto delle mani sarebbe comunque risultato meno sbrindellato di quello che gli era appena stato servito.
-“Sono straccetti di pollo con pomodoro e basilico.”- disse con voce grave la ragazzina
Più che straccetti, erano minuscoli brandelli delle dimensioni di un fagiolo. Emanavano un profumino davvero invitante. Evidentemente Clove doveva essersi divertita parecchio a mutilare la povera gallina. La nostra eroina incipriata (attualmente col trucco un po’ sciolto, ma comunque splendida) prese una forchettata e se la ficcò in bocca.
O. Mio . Dio.
Quale sublime sapore! Il pomodoro avvolgeva morbidamente la carne tenera e cotta alla perfezione! E il basilico, tocco di classe!
-“Clove, guarda che ho messo nel nostro piatto!”-
-“Come cavolo sarebbe a dire ‘guarda che ho messo nel nostro piatto’?!?”-
La risposta non tardò ad arrivare. La signorina Trinket piantò la faccia negli straccettini di pollo russando come una locomotiva.
-“Hai usato i sonniferi di Brutus eh, stupido coglioncello pompato ?”-
-“Mmmm… tu che dici?”-
-“Bella mossa!”- disse la ragazzina stringendo la mano a Cato. –“Ma adesso cosa ce ne facciamo di lei?”-
-“Ehehehehe…”-
 
Quando si risvegliò la signorina Trinket non capì immediatamente cosa fosse successo. Sentiva un vento fortissimo soffiarle sulla faccia e fece parecchia fatica ad aprire gli occhi. Impiegò un paio di minuti per capire dove fosse, ma il suo corpo snello a contatto con la lamiera gialla, i polsi e le gambe bloccate da nastro isolante e gli schiamazzi che provenivano da sotto di lei glielo suggerirono chiaramente.
Mi hanno legata! Mi hanno legata sul tetto del pullmino!
Il vento le sputava in faccia moscerini in continuazione e la sua preziosa parrucca color pesca era volata via. Dal tetto udiva lo schiamazzare dei ragazzi che cantavano allegramente delle canzoncine insulse insieme a Caesar Flickerman.
-“INFIDI TEPPISTELLI, TIRATEMI GIUUUUUUUUUUUUUU!!!!”-
Sentì uno dei finestrini aprirsi e la voce di Cato le giunse all’orecchio.
-“Stia tranquilla, la tireremo giù quando arriveremo, tra 50 km!”-
La voce di Peeta le arrivò subito dopo.
-“Mi scusi se sono fuori luogo, signorina Trinket, ma quando cominceremo a fare i bignè?”-
La capitolina continuò ad urlare frasi sconclusionate insultando i suoi allievi. E proprio quando pensò che peggio di così non poteva andare cominciò a piovere.

*distruzione senza l'apostrofo è scritto apposta. Voi definireste questo viaggio più istruttivo o distruttivo? :D
** Legge secondo il quale se qualcosa durante la giornata può andare storto, andrà storto

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IL KACTUS DI KRZYZ

Procrastinare: rimandare al domani con lo scopo di temporeggiare o, addirittura, di non fare ciò che si dovrebbe; Esempio: Krzyz deve smetterla di procrastinare. 
Perchè è quello che devo fare.
Sono in ritardo di 2 settimane con gli aggiornamenti (2 SETTIMANE!) e la scuola mi sta uccidendo lentamente.
Chiedo umilmente perdono per il ritardo e spero di non venire lapidata per ciò, ma sono stata supermegaimpegnata e non ho mai avuto tempo materiale per pubblicare D:
Allora eccoci qua con la prima gita del corso, che introduce 2 importanti novità!
1 - Da ora in tute le lezioni multiple di 6 (quindi 12, 18, 14 ecc...) ci sarà un'altro personaggio della saga che svolgerà un lavoro ignobile! Qui abbiamo Caesar Flickerman in versione autista afflitto/crocerossina sexy con le gambe pelose :D!
2- Esatto. Faranno delle gite. Non chiedetemi quando, sarà una SORPRESAAA!
E anche la lezione n° 6 è finita. Effie sarà riuscita a liberarsi? Tra Cato e Clove la pace regnerà o torneranno a tentare di scannarsi di nuovo? Marvel si riprenderà dall'indigestione? Katniss la pianterà di scassare la cornucopia?
Scopritelo qui, tra i fumi del Corso di Cucina per Giovani Delinquenti di Effie Trinket!

Non ci sono parole per ringraziarvi tutti.
GRAZIE MILLE delle 12 preferite, 5 ricordate e 25 seguite!
GRAZIE MILLE per le 43 recensioni!
GRAZIE MILLE perchè la Lezione Introduttiva ha superato le 500 visite!
E GRAZIE MILLE anche a te, che leggi in silenzio e in silenzio ti diverti leggendo la mia storia!
Un abbraccio a tutti voi,Krzyz vi ama tanto!
Saluti dal Kactus!
Vostra _Krzyz, ora più che mai determinata a smettere di procrastinare :D
  
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