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Autore: Shayla_the_angel    24/09/2013    12 recensioni
SPOILER CATCHING FIRE E MOCKINGJAY!
Lo so è un titolo banale e mi vergogno di sta cosa, ma non avevo idee! Non sapevo come intitolarla, quindi vi chiedo scusa!!!
La ff è ambientata tra il finale di Mockingjay e l'epilogo proposto da Suzanne Collins.
Per la precisione 9 anni dopo la rivolta contro Capitol City.
Katniss e Peeta si stanno riprendendo dagli orrori della rivolta, quando accade ciò che tutti sperano.
So che è corta, ma spero di aver detto a sufficienza per incuriosirvi
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Haymitch Abernathy, Katniss Everdeen, Peeta Mellark, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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18.

 

Mentre scendo le scale cercando di muovermi il più tranquillamente possibile, Peeta corre a chiamare Haymitch, mia madre e tutti gli altri.

Effie si affretta a chiamare un’auto che mi accompagni in ospedale, nel frattempo mia madre mi fa stendere sul divano e mi fa trarre profondi respiri per mantenere la calma.

Peeta ed Haymitch preparano una borsa con dei vestiti per me e per il piccolo e con tutto il necessario per i giorni successivi al parto.

Dopo cinque minuti io e Peeta siamo in macchina, diretti verso l’ospedale.

Mia madre e gli altri ci raggiungeranno più tardi.

Il viaggio non dura a lungo, ma io vengo colta da fitte dolorose e puntuali.

Una contrazione ogni quattro minuti.

Quando accade, stringo la mano di Peeta, che ovviamente fa di tutto per farmi rilassare.

Una volta in ospedale, i medici non hanno bisogno di spiegazioni per sapere di cosa ho bisogno.

Mi fanno accomodare su una sedia a rotelle e mi portano in una stanza, dove due infermiere mi aiutano ad indossare una vestaglia sterile.

«Lei entra con la signora?» domanda una delle due a Peeta.

Annuisce e gli viene consegnato un indumento simile al mio.

«Iniziamo a portarla di là, ci raggiunga non appena è pronto» dice la seconda infermiera, quindi vengo fatta stendere su un lettino e vengo portata in sala parto.

Il medico si premura di farmi tranquillizzare.

«Mi dica, ogni quanto ha le contrazioni?» mi domanda controllando l’orologio sulla parete.

«Ogni quattro minuti circa» rispondo.

«Caspiterina, qui qualcuno ha veramente fretta di nascere» aggiunge lui.

«Io sono il dottor Cooper, non si preoccupi signora Mellark, vedrà che andrà tutto bene» dice successivamente al mio sguardo perplesso.

Non sono molto in vena di battute.

In quel momento entra Peeta.

«Bene, siamo pronti. Signora ogni volta che avrà una contrazione le chiedo di spingere con tutte le sue forze e vedrà che tra pochi minuti sarà tutto finito».

Mi sforzo di seguire alla lettera le istruzioni del dottor Cooper, ma per riuscire a concentrarmi mentre il dolore mi pervade, mi vedo costretta a stritolare le mani di Peeta.

 

-

 

Dopo più di mezz’ora di “signora spinga” “ci siamo quasi” e “vedo la testa” ecco che sento pronunciare la frase che mi tranquillizza e mi strappa un sorriso.

«Signori Mellark, è una bellissima bambina».

La sento piangere, mentre l’ostetrica si preoccupa di lavarla accuratamente e di fare tutti i test per controllare che stia bene.

Due minuti dopo mi vedo porgere un fagottino avvolto in una copertina di cotone rosa e vedo il più bel faccino che sia mai esistito.

Sento le lacrime solcarmi le guance mentre una manina si muove frenetica alla ricerca di qualcosa.

Peeta è commosso quanto me.

«Siete state bravissime entrambe» dice, baciandomi la fronte.

«Scusate se interrompo il momento, ma dobbiamo compilare i documenti di nascita e ci serve il nome della bambina» dice un’infermierina giovanissima, arrossendo fino alla punta dei capelli.

«Ishibeel – dice Peeta – Ishibeel Mellark».

La piccola muove la testa e fa schioccare la lingua rumorosamente.

Io non so che fare.

«Provi ad attaccarla al seno» dice l’ostetrica, con un sorriso.

Seguo il consiglio della donna e vedo che la bambina comincia a succhiare con foga.

È una sensazione strana, ma contemporaneamente meravigliosa e dolcissima.

 

-

 

Mentre Ishibeel mangia, veniamo accompagnati in una stanza.

Il mio letto è affiancato da una culla con i bordi trasparenti.

«Per qualsiasi cosa, non esiti a chiamarci» dice l’infermiera indicandomi un pulsante rosso posto sul comodino.

Io e Peeta non riusciamo a distogliere lo sguardo da quella meravigliosa creaturina che rimane saldamente attaccata al mio seno.

«Vado a chiamare tua madre. Sarà sicuramente nel panico. Va bene?» mi chiede mio marito.

Annuisco, poi comincio ad accarezzare quella minuscola testolina coperta di capelli scuri.

Il mio sguardo si posa fuori dalla finestra, dove la fioca luce del mattino combatte contro le nubi che riversano neve per tutta Capitol City.

 

-

 

Ishibeel sonnecchia tranquilla, infagottata in una tutina rosa che Peeta le ha comprato poco prima.

Stiamo parlando tranquillamente quando vediamo un palloncino fare irruzione nella stanza e rimbalzare pacifico contro il soffitto.

I nostri sguardi vanno velocemente alla porta, dove Haymitch fa capolino con un sorriso che va da un orecchio all’altro.

Subito dietro di lui ci sono mia madre, Effie, Annie, Martin e anche Johanna e i tre truccatori.

Insieme ai palloncini ci viene regalato anche un bellissimo mazzo di fiori.

«Contavo di farvi una sorpresa ed arrivare per colazione a casa di Effie, ma la sorpresa ce l’ha fatta la signorina Mellark» dice Johanna entrando e gironzolando immediatamente intorno alla culla della bambina.

«Come ti senti?» mi chiede mia madre.

«Sono un po’ stanca, ma sto bene» rispondo con un sorriso.

Tutte quelle voci nuove svegliano la piccola che però, anziché piangere, agita le manine verso l’alto.

«Posso prenderla in braccio?» chiede Haymitch.

Io e Peeta annuiamo.

«Certamente» dico.

Haymitch pare possedere un dono innato per  i bambini.

Sa come tenerla, come comportarsi e sembra quasi che tra i due s’instauri un legame fortissimo fin da subito.

Ishibeel è tranquilla tra le sue braccia, non si agita e pare attentissima alla voce del nostro amico.

La piccola passa tranquillamente di mano in mano, finché Effie non chiede a Johanna se vuole cullarla.

«Ehm, no…senza offesa, ma non sono un granché con i bambini» dice, sorridendoci.

La bambina torna a me ed eccola che riprende a dimenarsi per farmi capire che è affamata.

«Signori, credo che la principessa abbia fame, quindi tutti fuori» dice Haymitch prendendo Flavius e Martin a braccetto.

Peeta li segue fuori dalla stanza.

«Katniss vuoi che usciamo anche noi?» chiede mia madre.

«Come preferite, non mi crea nessun disturbo» rispondo, preparandomi ad allattare.

Effie, Venia, Octavia e Johanna escono dalla stanza, mentre mia madre ed Annie rimangono con me, dandomi consigli su come fare e su come migliorare i miei movimenti.

«Guardala negli occhi mentre le dai da mangiare e parlale. È abituata a sentire la tua voce da mesi ed è l’unica che riconosce al momento» dice mia madre.

«Non è una sensazione meravigliosa? Io ho allattato Martin per quasi un anno intero» dice Annie.

È un momento molto dolce e io faccio tesoro di tutti i consigli che mi vengono dati.

Dopo averle dato da mangiare, prendo la piccola Ishibeel in braccio e le picchietto dolcemente la schiena per farla digerire.

«Ancora non ci credo – dice mia madre. La guardo – Sembra ieri quando ti sei offerta volontaria per Prim, per salvarla dagli Hunger Games e ora guardati. Sei sposata, hai una meravigliosa bambina. Sono così felice».

Si asciuga rapidamente una lacrima.

«Mamma, non piangere» dico, sorridendole.

«Non ci riesco Katniss…ancora non ci credo che la nostra vita abbia preso una piega così meravigliosa. Abbiamo passato tanti momenti difficili…» aggiunge.

La bambina comincia a piangere e io ho urgenza di fare pipì.

«Mamma, puoi calmarla tu, devo andare in bagno» dico, porgendole la piccola.

Mi appendo letteralmente all’asta della flebo e vado in bagno.

Sento mia madre che canticchia una canzoncina alla sua nipotina e sorrido.

Quando torno al letto, Ishibeel si è addormentata ed è nella sua culla, mentre mia madre pare riaver acquistato la calma.

Dopo qualche istante arriva un’infermiera che chiede gentilmente a mia madre e ad Annie di lasciare la stanza per eseguire dei veloci controlli.

Mi viene provata la pressione e la temperatura, lo stesso alla piccola.

«Benissimo signora Mellark. È tutto nella norma, tra un paio di giorni potrà tornare a casa con sua figlia» dice con un sorriso prima di lasciare la stanza.

Sorrido, poi attendo che rientrino tutti.

Le ore scorrono in un continuo chiacchiericcio.

Quanto è bella la bambina.

Ottima scelta per il nome.

Dovremo comprare tutto il necessario per quando torneremo a casa.

 

-

 

È quasi ora di pranzo quando bussano sommessamente alla porta.

È Plutarch Heavensbee.

Ci saluta cordialmente e ci informa che è stato mandato dalla Paylor in persona.

«Ci tiene a farvi i suoi migliori auguri per la nascita della bambina. Lo ha saputo mentre sistemava i dati per il prossimo censimento e ha notato il file dell’ospedale. Sapete, per ogni nascita ed ogni decesso veniamo informati dall’ospedale in modo da tener controllato l’andamento demografico della popolazione» spiega.

«Non voglio che pensiate che vi sorvegliamo, anzi è stata una piacevole sorpresa vedere il nome di Ishibeel Mellark» si affretta ad aggiungere.

 

-

 

All’ora di pranzo i miei amici si recano alla mensa dell’ospedale e mi viene concesso di rimanere solamente in compagnia di Peeta.

«Nonostante lei si senta al pieno della forma, si ricordi che ha partorito da meno di dodici ore e dovrebbe riposarsi» mi raccomanda un’infermiera portandoci due vassoi per il pranzo.

 

-

 

La giornata prosegue tranquillamente, Ishibeel sembra una bambina tranquilla e si lascia coccolare volentieri da tutti.

A metà pomeriggio però un’infermiera ci informa che l’orario delle visite sta per terminare e quindi tutti, Peeta compreso, dovranno tornare a casa.

«Ci vediamo domattina» dice mio marito baciandomi e posando un leggero bacio sulla fronte della bambina.

La piccola comincia a brontolare dopo pochi minuti, quindi la prendo in braccio e avverto un fastidioso odore.

Chiamo l’infermiera e le chiedo una mano.

È il mio primo pannolino e non ho idea di cosa fare.

Ishibeel è minuscola e ho il terrore di farle male.

«Non si preoccupi signora Mellark, nonostante le sembri fragile, non lo è affatto. Le prenda le gambe con decisione e le sollevi con delicatezza, poi faccia scorrere il pannolino pulito sotto la bambina ed infine lo chiuda» dice la donna, facendomi vedere tutte le mosse.

«Non rischio di farle male alla medicazione?» domando indicando la garzina candida che le copre il moncone del cordone ombelicale.

«Bisogna fare semplicemente attenzione» risponde lei con un sorriso.

Visto che non sono ancora stata istruita su come medicare la piccola, mi viene impartita una brevissima e semplicissima lezione.

«Si tratta di un procedimento molto semplice da eseguire due volte al giorno e non si deve preoccupare di nulla. Dovrà semplicemente medicare questa zona con una garza imbevuta d’acqua ossigenata, fino a che la ferita non sarà completamente pulita, poi prende un’altra garza, la imbeve d’alcool e quindi la poggia delicatamente sul moncone e la tiene ferma con questa retina. Non deve fare altro» dice la giovane medicando la bambina.

«Due volte al giorno, ogni dodici ore?» domando.

«Come preferisce, non c’è bisogno di seguire gli orari, una volta al mattino e una alla sera, quando cambia la bambina. Nel giro di una settimana, dieci giorni al massimo, si sistemerà tutto».

Prima di lasciarla uscire le pongo ancora alcune domande.

Finché sarò a Capitol City potrò rivolgermi a loro in caso di bisogno, poi dovrò trovare un medico al Distretto Dodici che segua la piccola durante la crescita.

 

-

 

I due giorni successivi, di degenza all’ospedale sono tranquilli e scorrono anche abbastanza rapidamente.

Ogni giorno imparo qualcosa di nuovo e mi sento sempre più vicina al mio ruolo di madre.

Finalmente arriva il giorno in cui veniamo dimesse.

Mia madre mi aiuta a coprire per bene la bambina per evitare che prenda freddo.

«Katniss, lo sai che là fuori è pieno di gente?» mi chiede, mentre controlla la copertina di Ishibeel.

«Lo immaginavo, grazie» dico, stringendo la piccola al petto.

Peeta cammina davanti a noi, trasportando il borsone con le nostre cose e un piccolo seggiolino in cui sistemare la bambina.

Quando usciamo l’aria gelida mi sferza il viso e cerco di proteggere Ishibeel dalle folate di vento e dalla neve.

I fotografi cercano inutilmente di rubare qualche immagine della piccola, ma è talmente imbacuccata e io la stringo così forte che è praticamente impossibile vederla.

Nel viaggio verso casa chiedo a mia madre qualche consiglio sulla scelta di un medico al Distretto.

«Non ci sono medici specializzati, o almeno, non ricordo che ci sia mai stato, però credo che potresti tranquillamente rivolgerti ad Hazelle. In fondo lei ha cresciuto tre figli piccoli completamente da sola»




Eccomi qui, grazie mille!!!
Abbiamo raggiunto più di mille visualizzazioni al capitolo 1!
Caspita, è un traguardone enorme!!!
So che il capitolo non è lunghissimo e mi dispiace avervi fatto aspettare a lungo, ma è stato un weekend di fuoco!
Venerdì matrimonio
Sabato compleanno del mio ragazzo
Domenica ho dovuto recuperare il sonno perso nei giorni precedenti
Lunedì festa di laurea.
E' stata dura, ma alla fine ce l'ho fatta.
Ora non mi dilungo oltre e vi lascio a:

L'ANGOLO DEI RINGRAZIAMENTI:
Grazie a:
- giuyoipoi77 (grazie mille e scusa per l'attesa)
- MatitaGialla (Oddio t'immagino in un angolino a leggere. Che tenera!)
- ile223 (Calcola che alla fine Katniss è cresciuta ed è cambiata. Credo che alla fine, vivendo con un omino zuccheroso come Peeta anche lei si sia ammorbidita un po', non credi?)
- amolefossette (eccomi, spero di non essermi fatta aspettare troppo)
- bookslover95 (Anche io ho sempre preferito Ishibeel e speravo con tutto il cuore che piacesse anche a voi)
- HeartSoul97 (ti prego dimmi che non sei morta...)
- Petniss e directioner (ragionamento strano e particolare, ma non fa una grinza ahaha)
- Elenalways (Eccomi qui, spero che il capitolo ti sia piaciuto)
- Rossella_delle_rose_blu (Posso dire di essermi commossa nel leggere il tuo commento? Ero con i miei amici e mi hanno vista ridere come una cretina davanti al telefono. L'ho riletto un trilione di volte e ogni volta mi ritrovo ad avere una faccia da ebete gongolante. Grazie di cuore. Mi rende veramente felice leggere ciò che hai scritto. Credo sia una delle più grandi realizzazioni per una persona che scrive per passione proprio come me. Davvero, grazie di cuore)
- DestinyMaryHope (Non morire anche tu, dai!!!)
- Mezzanotte_ (grazie per la recensione, è un piacere sapere di avere una nuova lettrice!!!)

Grazie di cuore a tutte voi, undici recensioni sono veramente tantissime ragazze. Grazie grazie grazie.
Vi lascio con un piccolo compito per la prossima volta, vi va di passare da qui e di lasciarmi un commentino?
Grazie mille!!!
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2167962&i=1
   
 
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