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Autore: Mentos E CocaCola    24/09/2013    1 recensioni
E se Maria avesse più tempo a sua disposizione per salvare la valle? E se Robin avesse l'incarico di fermarla? Porterebbe a termine il suo compito per riscattare il suo onore?
ATTENZIONE: è una what if, quindi è una sorta di rielaborazione della trama originale.
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Robin De Noir, Maria Merryweather, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Maria
 
Mi svegliai con un brivido alla schiena, poi una fitta lancinante alla spalla, gemetti dal dolore, istintivamente portai una mano sulla ferita, era bendata e qualcuno doveva averla medicata con delle erbe.
Mi guardai attorno, ero in una grotta…o meglio eravamo, sì perché vicino ad un fuoco c’era Robin, completamente immerso nei suoi pensieri.
-Stai meglio?-mi chiese aggrottando la fronte, senza sollevare gli occhi per guardarmi.
-La ferita mi fa ancora male-
Dopo di che calò un silenzio imbarazzato, non riuscivo a guardarlo negli occhi, dopo le cose orribili che gli avevo urlato contro nella cella.
Sospirai, presi fiato e …:
-Ti devo delle scuse-ci guardammo sorridendo dato che l’avevamo detto all’unisono, ma poi il sorriso si spense dopo che pensammo a tutto quello che era capitato.
-Non hai niente di cui scusarti- mi disse abbassando lo sguardo.
-Non credo! Ti ho dato la colpa della mia cattura, mentre tu non c’entravi assolutamente e poi mi hai salvato la vita-
-Non ci sarebbe stato bisogno di salvarti se mi fossi opposto a Jack, ma sono troppo codardo anche solo per guardarlo in faccia-
Mi avvicinai e gli posai la testa su una spalla.
-Se sei un codardo, non saresti partito dalla Rocca per avvertire mio zio e Loveday-
Sussultò.
-Mia sorella era già a Moonacre Manor per portare a tuo zio la notizia della tua cattura-
-Loveday è tua sorella?-
Annuì.
Rabbrividii, un gelo mi aveva attraversato le ossa come quando si ha la febbre alta.
Si tolse la giacca e me la mise attorno alle spalle, poi mi abbracciò.
-MI dispiace, sono uno stupido-
Lo abbracciai anch’io, in quel momento avevo bisogno lui più di chiunque altro.
Mi strinsi a lui cercando di ignorare il freddo che mi penetrava nelle ossa.
-Stai bene?-mi chiese sottovoce.
Volevo potergli rispondere di sì, che stavo bene vicino a lui, ma il mio corpo diceva il contrario.
-Sento freddo.-
Si irrigidì, per poi chiudere gli occhi sospirando.
-Faresti bene a riposare-
Mi sdraiai accanto a lui, mi avvolsi in una coperta che avevo trovato in un angolo.
-È una sorta di rifugio?-
-Sì, spesso mi capita di non tornare per la notte alla Rocca e così rimango in questa grotta-
-Robin?-
Si girò a guardarmi.
-Grazie-
Mi sorrise per poi tornare a guardare il fuoco.
 
Robin
 
-Robin dimmi la verità, quel pugnale era avvelenato?-
Bam! Me lo disse così senza esitazioni la mattina dopo.
-No-
Non volevo continuare il discorso ma temo che lei sia l’unica che debba saperlo.
-Però non era un normale pugnale, vero?-
Mi guardò negli occhi stando ancora sdraiata, si teneva la mia giacca ancora addosso ed era avvolta in una coperta, era metà maggio.
-No, lascia una maledizione sulle Principesse della Luna-
Un silenzio di tomba precedette la sua domanda.
-Morirò Robin?-
Deglutii, era questo il punto, dipendeva tutto da lei, non potevo aiutarla in alcun modo e se fosse servito a qualcosa vi giuro che lo avrei fatto con tutto me stesso.
-Si può sciogliere la maledizione solo restando il più possibile accanto alla persona che ami-
Sbiancò ancora di più di quanto lo fosse già.
Maria ti prego perdonami!
-È una cosa stupida, sembra qualcosa come “il bacio del vero amore è la cosa più potente al mondo.-
Ridemmo insieme.
-È una cosa molto studiata invece, non chiedermi perché ma voi Principesse siete portate ad amare un uomo che appartiene alla famiglia opposta, quindi non potete restare insieme per molto .
Se potessi amarmi, Maria, sarebbe tutto più semplice, ma non è così vero? Mi consideri solo un amico e basta. Se ti accorgeresti di me, sopravvivresti!
-E tua madre allora?-
-Lei è stata un’eccezione, infatti non è finita molto bene-
Seguii un silenzio indecifrabile, il mio poteva essere benissimo imbarazzato, ma il suo?
Credo che l’idea di poter amare me non le sia passata per la testa neanche per un attimo.
Robin.
Coscienza, ti assicuro che questo non è il momento più adatto.
Oh sì che è adatto invece.
Che vuoi dire? Forse desideri rinfacciarmi tutte le cose stupide che ho fatto mentre vedo morire davanti ai miei occhi la ragazza che amo? No grazie.
Robin sveglia! Devi starle il più vicino possibile, magari lei è ancora confusa e non sa quella che prova nei tuoi confronti. Tu devi aiutarla.
Hai ragione devo provarci.
Bene!
-Robin ti prego avvicinati-
Feci come mi aveva detto.
-Dimmi Maria- le dissi dopo averle baciato la fronte.
-Robin devi promettermi che qualunque cosa accada tu dovrai trovare e portare le Perle al mare, la salvezza della Valle è molto più importante della mia vita-
Mi sdraiai accanto a lei per fissarla in quegli occhi che amavo da morire.
-Non dirlo neanche per scherzo, tutti si devono salvare dalla maledizione e quando dico tutti sei compresa anche tu-
Sorrise mestamente per poi scuotere la testa.
-Promettimelo!-
La guardai negli occhi, ormai aveva perso la più piccola speranza di salvarsi.
-Te lo prometto-
Lei annuì e chiuse gli occhi per poi lasciarsi cullare da sogni agitati.
La abbracciai un po’ per il fatto che l’amavo, un po’ perché speravo che non sentisse freddo e un po’ perché speravo che l’avrei aiutata a salvarsi.
Mi addormentai anch’io e da lì cominciarono  gli incubi.
Sembrava che stringendo quel patto, avessi puntato una forte somma sulla sua morte.
Sognai  di essere su una scogliera che si tuffava strapiombo sul mare, ero nel bel mezzo di un teatro greco .
Conoscevo bene quel posto, era “dove tutto era cominciato”.
Chiamavo Maria come se fossi pazzo, poi la vidi.
Sembrava essere un tutt’uno con la luna.
Brillava e non riuscivo a guardarla senza socchiudere gli occhi.
-Addio Robin- mi disse per poi voltarsi e buttarsi in mare.
Mi svegliai di colpo in un mare disudore.
-Robin tutto bene?-mi domandò con voce impastata dal sonno Maria al mio fianco.
-Sì continua a dormire, non ti preoccupare-
Non riuscivo a dormire, l’afa era terribile, saranno stati più o meno duecento gradi senza esagerare.
Mi tolsi la camicia e rimasi a petto nudo per poi ritornare ad abbracciarla.
 
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Maria



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Robin



 ALLURA COSA ABBIAMO QUI?
NON è UNA DELLE SITUAZIONI MIGLIORI, MA.....
SI SONO RIAPPACIFICATI YEAHHHHHHHHH!!
EEEEEEEEEEEEE NIENTE CI SENTIAMO AL PROSSIMO AGGIORNAMENTO.
CIAU CIAU!!
  
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