Anime & Manga > I cinque samurai
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Autore: SoltantoUnaFenice    24/09/2013    2 recensioni
Touma aveva una busta in fondo al cassetto del comodino. Era una busta di carta gialla, un po' ruvida, e conteneva qualche decina di fotografie. Per prenderla bisognava spostare un po' di cose – la scatola che conteneva l'orologio di suo padre, un blister di compresse per il mal di testa, un quadernetto nero tutto sgualcito e anche due o tre caramelle mezze sciolte che avevano troppi anni per essere ancora commestibili. - ma non era importante, perchè non gli capitava di tirarla fuori molto spesso.
Genere: Angst, Avventura, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Cye Mouri, Kento Rei Faun, Rowen Hashiba, Ryo Sanada, Sage Date
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Touma si rigirò su un fianco, affondando il viso nel cuscino. Una fitta alla spalla lo fece sobbalzare, costringendolo ad uscire dal dormiveglia.
Socchiuse gli occhi, mugugnando e massaggiandosi il braccio, decisamente indolenzito. La stanza era inondata di luce, e il tepore del futon era così piacevole che sarebbe stata un'impresa decidersi ad uscirne. Gli altri quattro futon erano vuoti, ma sentiva un chiacchericcio sommesso provenire dalla sala da pranzo, così decise che non era il caso di preoccuparsi.
Si sentiva intorpidito e dolorante. Fece l'inventario mentale delle parti ammaccate: la spalla destra, decisamente. E la gamba sinistra, dal ginocchio fino al fianco.
Si toccò uno zigomo e se ne pentì all'istante. Era escoriato, e sotto c'era un livido che sicuramente arrivava fin sotto all'occhio.
Sbuffò e cercò di tirarsi a sedere. Il secondo risveglio era sempre il peggiore, tutte le volte.
Quando avevano ripreso conoscenza la prima volta, dopo la battaglia, la prima sensazione che li aveva investiti era stato il sollievo per ritrovarsi ancora tutti insieme.
Mentre a fatica cercavano di tirarsi in piedi, avevano sentito il ruggito di Byakuen in lontananza. Dopo pochi istanti la tigre era balzata tra loro, passando da uno all'altro con urgenza, come per controllare che stessero bene.
Sembrava terrorizzato, e in particolare non riusciva a staccarsi da Ryo.
Li aveva aiutati a tornare a casa senza dare nell'occhio, ed era rimasto a vegliarli quando si erano buttati nei futon, ancora completamente vestiti.
Sul momento Touma non si era fermato a rifletterci, ma in effetti ora gli appariva strano che Byakuen non fosse stato lì con loro, durante la battaglia. Forse quella dimensione irreale in cui erano stati intrappolati gli aveva impedito di percepirli e trovarli, e solo dopo che lo Youja era stato distrutto, era riuscito a raggiungerli.
Come se avesse sentito i suoi pensieri, lo spirito tigre entrò nella stanza. Gli girò attorno, osservandolo con aria critica, poi gli strofinò il muso contro il collo, emettendo un pacato brontolio.
“Sì, Byakuen, sto bene...” affondò il viso contro il pelo morbido del suo collo, grattandolo appena dietro al muso. Era una cosa che riusciva sempre a rilassarlo. A volte gli sembrava di sentire il suo pelo sotto le dita per giorni, anche dopo che Ryo e Byakuen se ne erano andati già da un po'.
Sollevò la testa e rimase un attimo ad osservare quei grandi occhi castani.
“Cosa ne dici, torniamo dagli altri?”

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Shin ridacchiò, osservando Ryo che usciva in terrazza in cerca di un po' di privacy,  parlottando al cellulare.
Anche se non era al livello di rifiuto totale raggiunto da Seiji, anche Ryo non amava troppo il telefono.
E quando parlava con suo padre, finiva sempre col diventare insofferente.
Shin diede un colpetto con il piede a Shu, seduto sul divano accanto a lui, ammiccando in direzione di Ryo.
"Secondo te quali terribili segreti dovrà nascondere?”
Shu sorrise, ma evitò di ridere più apertamente. Aveva metà faccia indolenzita, e un grosso taglio appena sopra alla tempia che gli faceva male ad ogni movimento.
Seiji li studiò di sottecchi. Erano tornati a casa tutti e cinque ammaccati, ma nessuno si era lasciato avvicinare da lui. Il patto, in vigore da molti anni, era che poteva intervenire solo se erano ferite gravi o situazioni critiche.
Non ci provare nemmeno, è solo un graffio!” era la frase che si era sentito dire più spesso in tutto quel tempo, e alla fine si era reso conto che probabilmente era meglio così.
Ryo chiuse la comunicazione, sbuffando sonoramente.
“Allora? Cosa ti ha detto tuo padre da innervosirti così tanto?”
Ryo fece spallucce, ma un leggero rossore sulle guance lo tradì.
“Ah! Qualcosa di imbarazzante! Avanti, sputa il rospo!”
“Ma niente... - Si guardò attorno, rendendosi conto che non lo avrebbero lasciato stare. – mi ha riferito i saluti di una nostra vicina...”
“Quale? - Shu era curioso come una scimmia, quando si trattava di questioni del genere. – Quella Takako che si è presentata a casa tua l'ultima volta che siamo venuti a trovarti?”
Ryo mugugnò una specie di risposta affermativa.
Shin scoppiò a ridere. “Tuo padre cerca ancora di farvi innamorare?”
“Già. – Ryo storse la bocca con aria infastidita. – Lui la incoraggia, e lei non mi lascia in pace...”
“Forse... - La voce divertita di Touma li fece voltare tutti verso la porta – se tu non ci fossi andato a letto, lei non sarebbe così tenace!”
“Cosa?! - Il rossore di Ryo si accentuò decisamente – No! Io non ho...”
La storia di Ryo era costellata di donne più o meno giovani - affascinate dal suo aspetto selvatico e dai suoi grandi occhi chiari - e dai loro tentativi di sedurlo.
E dai suoi tentativi più o meno riusciti di sfuggire loro, argomento che gli era valso una gran quantità di prese in giro dai propri nakama.
“Oh, insomma, Touma!”
Scoppiarono tutti a ridere, mentre Ryo borbottava qualcosa di poco educato.
Touma attraversò la sala per andare a sedersi accanto a Seiji, che non potè fare a meno di notare come zoppicasse lievemente.
“Pensa per te!” Gli sussurrò Touma spingendo appena con un dito sul suo braccio destro, coperto da un bel livido bluastro.
“Ahi! Accidenti a te, Touma, la prossima volta farò a meno di preoccuparmi per te!” Gli ringhiò, coprendosi la parte dolorante.
Byakuen andò ad acciambellarsi in un angolo della sala, apparentemente appisolato, ma comunque con le orecchie tese.
“E così alla fine ti sei svegliato! - Shin aveva una predilezione per questo argomento. - Come sempre, mezza giornata dopo di noi.”
“Avevo bisogno di riprendermi!”
“Non sei stato certo l'unico a combattere...”
“Ma io ero già convalescente da altre ferite, l'hai dimenticato?”
“La verità è che sei il solito pigrone!”
Touma finse di imbronciarsi, ma in realtà si sentiva davvero bene.
Dopo giorni in cui si era sentito schiacciato da qualcosa che non lo faceva sentire sé stesso, quella mattina si era svegliato con la sensazione di essere di nuovo libero. Tutto gli appariva più limpido, e luminoso, e l'aria frizzante dell'autunno era piena di promesse.
Il fatto che Shin si divertisse a metterli in imbarazzo, invece di preoccuparsi per loro, era la conferma definitiva che andava tutto bene.
“Shin ha ragione! - Protestò Shu. – E' quasi ora di pranzo, non ti avrei aspettato ancora molto per mangiare!”
“In effetti, – Touma si passò una mano sullo stomaco. – ho parecchio appetito anch'io. Però in casa non c'è praticamente nulla da mangiare, stavamo andando a fare la spesa, quando...” Lasciò il discorso in sospeso. Non aveva ancora voglia di parlare di quello che era successo.
“Non ti preoccupare, la dispensa è stata ben rifornita! - Esclamò allegramente Shin. – Mentre tu dormivi, io e Shu siamo andati a fare la spesa.”
“Cosa?! Shin, ma perchè non riesci a riguardarti un po'? Non devi portare pesi! - E così dicendo Touma si allungò verso di lui, alzandogli la maglietta e mettendo in mostra tre grossi ematomi. - Ecco, credevi che non li avessimo visti?”
Shin si coprì, in imbarazzo. “Non sono un incosciente! Le sporte le ha portate Shu... - Sorrise. - Lui è ferito solo alla testa, e quella non l'ha usata.”
“Ehi! La prossima volta ti lascerò andare da solo, razza di ingrato!” Sbottò Shu, piccato sul vivo.
“E con questo fanno tre! - Touma si lasciò di nuovo cadere sul divano. - Mi chiedo se sei talmente di buon umore da osare mettere in imbarazzo anche il quarto...”
Seiji si alzò, con uno sguardo sornione che non prometteva nulla di buono. Si mise alle spalle di Shin e si chinò in avanti fino a sfiorare il suo orecchio.
“Non ho ancora deciso se sei più adorabile quando ci accudisci o quando ci prendi in giro, - Sussurrò, facendolo arrossire vistosamente. - ma non provarci nemmeno, chiaro?”
Shin si limitò ad annuire, tenendo lo sguardo fisso davanti a sé. Quella mattina si era svegliato piuttosto spavaldo, ma sapeva quando era il momento di fermarsi...
Gli altri tre scoppiarono a ridere, mentre Seiji spariva nella camera degli ospiti.
“In ogni caso, - Shin si ricompose in fretta. – non potevamo certo festeggiare senza cibo, bevande...”
“...qualcosa con cui brindare, - Gli fece eco Shu. – e soprattutto senza una bella torta!”
“Festeggiare?”
“Touma, sveglia! Oggi è il tuo compleanno!”
“Il mio... - Sbatté le palpebre un paio di volte. – l'avevo completamente dimenticato!”
“E' per questo che ci siamo noi!” Esclamò Ryo.
In quel momento Seiji tornò in sala, portando quattro pacchetti dalle carte colorate e dai fiocchi sgargianti. “Credo di averli trovati tutti.”
A Touma non sfuggì che li portava con la mano sinistra, così come non gli era sfuggito il taglio che gli attraversava la guancia, anche se aveva cercato di nasconderlo sotto i capelli.
“Coraggio, festeggiato! - Shin si alzò e lo spinse verso il bagno. - Vai a renderti presentabile, mentre noi prepariamo tutto!”

- 0 -

Touma uscì dalla doccia, decisamente rigenerato. L'acqua calda gli aveva fatto rilassare i muscoli indolenziti, e la spalla gli sembrava un po' migliorata.
Si asciugò velocemente i capelli, si controllò allo specchio lo zigomo, e si infilò qualcosa.
In cucina erano tutti affaccendati. Shu e Shin stavano cucinando, Seiji impiattava con cura, e Ryo era stato relegato in un angolo a piegare tovaglioli di carta, impilare bicchieri colorati e tirare fuori piatti di plastica dalle confezioni. Shin e Shu avevano una vera predilezione per le cose colorate e vistose, e così finiva sempre che i loro compleanni sembravano più adatti ad un bambino delle elementari che a cinque uomini adulti. Touma sorrise: in ogni caso non avrebbe cambiato una virgola di tutte quelle buffe tradizioni che erano andate formandosi negli anni.
Si fermò ad osservare Ryo cercando di non farsi notare. Come già gli era sembrato prima, anche se non mostrava ferite esterne come le loro, appariva piuttosto pallido ed affaticato. Sicuramente anche Shin se ne era accorto, dato che l'aveva messo a fare un lavoro di tutto riposo.
“Bene, direi che ormai ci siamo. - esclamò Shin – Direi che possiamo cominciare ad apparecchiare. Shu, potresti cominciare a portare un po' di cose in terrazza?”
Touma sobbalzò. “Mangiamo... fuori?”
“Certo! - Shu gli circondò le spalle con un braccio. - E' una bellissima giornata, bisogna approfittarne prima che arrivi l'autunno!”
E prima che Touma potesse replicare, afferrò tre vassoi, e con l'abilità acquisita crescendo dentro ad un ristorante, li portò fuori senza rovesciare una briciola.
In pochi minuti la terrazza fu addobbata ed il pranzo allestito. Touma cercava di non darlo a vedere, ma sentiva la tensione crescere ad ogni istante.
Decisamente non era ancora pronto ad uscire là fuori. Non voleva affacciarsi da quel parapetto, non voleva ripensare a quel giorno, e soprattutto non voleva sentire la vertigine.

“E' pronto!” Gridò Shu.
Touma provò a fare qualche passo verso la porta a vetri, ma il cuore cominciò a battergli così forte che dovette fermarsi subito.
Non voleva deludere i suoi nakama, ma non riusciva a calmarsi. La schiena gli si coprì di sudore freddo, e la vista gli si stava appannando.
Sentì un braccio circondargli la vita, e la voce calma e gentile di Seiji che lo chiamava.
“Avanti, ci siamo noi con te.”
Touma lo guardò senza riuscire a rispondere. Dunque se ne erano accorti subito...
“Non vorrai rinunciare a Tenku?”
“Co-cosa? No...”
“Touma, c'è un motivo per cui hai scelto questo appartamento, ed è lo stesso per cui abbiamo deciso di mangiare fuori.”
Touma non sapeva cosa dire.
Shin si avvicinò dall'altro lato, passandogli un braccio attorno alle spalle e sorridendo.
“Sappiamo che non sarà facile, ma più aspetti e meno coraggio avrai. Ti conviene farlo finchè siamo qui anche noi, no?”
Touma annuì un paio di volte. Mise di nuovo un passo dietro l'altro, ma si bloccò ancora. Si sentiva ridicolo, ma dovette ammettere di essere in preda al panico. Gettò uno sguardo a Shu, che era fuori, seduto sul lettino. Sembrava a disagio quanto lui, e teneva gli occhi bassi.
Ryo gli venne incontro. Prese le mani di Touma e cominciò a tirarlo, camminando all'indietro e fissandolo negli occhi.
“Coraggio. Ti fidi di noi?”
“Che domanda è?! Certo che mi fido, l'ho sempre fatto!”
“E allora... - lo costrinse a fare ancora un passo ed uscire fuori nel vento – non devi far altro che fidarti ancora una volta.”

 

 

  
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