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Autore: Angelo_92    24/09/2013    6 recensioni
Siamo carte manipolate da esperti giocatori, siamo pedine variopinte di una scacchiera di mille colori.
E' una semplice riflessione sulla vita, il classico dilemma che spacca in due il mondo.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                           Colori e idee
 
 
“ Vai a messa! ” mi dicevano in tanti; mi dicevano anche di credere ai preti.
In tanti mi criticavano, quasi mi insultavano per quella mia incredulità. Io, per quanto mi sforzarsi, non riuscivo a crederci.
Non credevo a quelle parole che sapevano di antico, di arretrato, di finto.
Ad altri succedeva il contrario: ci credevano troppo a quelle leggi dettate circa duemila anni fa, a quelle leggi scritte nel libro più famoso del mondo, lette e ripetute in ogni parte del mondo, senza che ci sia un risvolto pratico e tangibile di quelle belle parole.
Ci sono, poi, anche gli atei, che non credono a nulla che non sia materiale. Gli atei non credono nemmeno allo spirito, credono che tutto debba essere mediato necessariamente da uno dei cinque sensi umani, o dalla ragione.

Io cosa sono, invece? Ateo o credente?

Io sono l’ago di una bussola che non sa più dove sta il Nord, perché nel nuovo mondo, non c’è più un Nord. Sono un ago costretto a oscillare continuamente, senza potersi fermare mai, costretto ad indicare direzioni sempre nuove e diverse.
Io sono anche la ragazzina di tredici anni, che, poverina, non sa ancora cosa sia l’amore, e si trova, a suo modo, innamorata di tutti i più famosi attori under trenta, indecisa su chi sia il più bello tra loro.   

Mi ritrovo costretto a meditare, pensare, torturare la mia mente, mentre il vento mi trasporta dove vuole, a vedere chissà quali meraviglie sconosciute, costretto a ponderare la vita per poi arrivare ad una semplice conclusione: non posso scegliere a chi credere perché non siamo noi gli artefici della nostra vita, del nostro destino, delle nostre scelte. Ho capito che è la vita a scegliere per noi. Non posso farmi una vera idea della vita. Ogni mia mossa è, sempre, il risultato dello scontro eterno tra due menti diverse, tra chi crede nella scienza e nella materia e chi crede nella fede e nel misticismo, tra chi è moderno e chi è antico, tra chi è di destra e chi è di sinistra, tra chi crede nella libera impresa e chi nello Stato. A volta vince una parte, a volte l’altra, ma esse convivono e si scontrano in me.
Di una cosa, però, sono sicuro, e questo me lo ha insegnato la vita: sono sicuro che noi pur credendoci potenti, in realtà, non siamo nessuno.
La Natura ci forma e poi, quando vuole lei, ci distrugge, e su questo non abbiamo nessuna difesa, possiamo solo accettare passivamente.
Che sia Dio o la chimica a crearci e poi distruggerci, noi dobbiamo sottostare alle leggi imposteci, non siamo padroni di noi stessi.
Siamo carte manipolate da esperti giocatori, siamo pedine variopinte di una scacchiera di mille colori.
La vita quindi è una scacchiera, sì, una scacchiera speciale e misteriosa.

Su questa scacchiera ci sono, per esempio, le pedine rosse.
Sono quelle pedine che sognano un mondo diverso, sono spiriti liberi ed indomiti, quelli che vogliono un mondo senza denaro e religioni, in cui tutti siano uguali, tutti possano esser felici.
Queste meravigliose pedine sognano un mondo senza proprietà e senza possesso, in cui tutto è di tutti, in cui ci si aiuta a vicenda.
Penso che sia un mondo possibile, un mondo meraviglioso, ma io, che non sono una pedina rossa, purtroppo penso anche che sia sbagliata questa visione della vita.

Cosa altro penso io, pedina confusa di una scacchiera che non mi appartiene?

Arrivo a pensare anche l’opposto, arrivo a vedere un mondo completamente diverso. Vedo un mondo in cui le classi sociali sono ben diverse fra loro, in cui vi sono i ricchi, i poveri, i potenti e i deboli, i bravi e i delinquenti. Vedo che chi uccide merita di essere punito allo stesso modo. E’ un bel mondo, in cui l’ordine sociale ci fa più felici tutti. Vedo un mondo in cui ti puoi arricchire se sei capace, nessuno può toglierti nulla per darlo ad altri, tu stesso puoi gestire ciò che guadagni con le tue fatiche. Questo è ciò che vedono le pedine nere, ma io non sono una pedina nera:   
io sono una pedina di tanti colori diversi. Sì, mi vedo di mille colori e provo mille sensazioni diverse. Tutte insieme mi fanno diventar matto. Posso negare i singoli colori, volendo. Dopo, magari, mi creo un nuovo colore, un colore mio e solo mio.

Scelgo di pensarla diversamente da tutti.

Dico no al rosso perché un mondo in cui non ci sono buoni e cattivi, ricchi e poveri, è un mondo troppo uniforme, troppo uguale, destinato a morire ancor prima di esistere. E’ un mondo impossibile, perché, deduco io, è il denaro che muove ogni cosa nel mondo, e se non fossimo noi a gestire il nostro stesso denaro, ma lo Stato, finiremmo per farci gestire la nostra stessa vita dallo Stato, perdendo la nostra libertà.  

Dico no al nero perché un mondo in cui ogni persona è catalogata e riassunta in una classe sociale non potrà mai essere felice, non ha libertà. E’ un mondo in cui è difficile migliorarti, in cui devi farcela con le tue forze, altrimenti non c’è nessuno Stato o ente pubblico che ti aiuta, o se ti aiuta, non lo fa nel modo giusto.

Voglio, quindi, il colore di un mondo nuovo, in cui ognuno possa esser felice, ateo o religioso che sia, comunista o fascista che sia, ricco o povero che sia, bello o brutto, grasso o magro; voglio un mondo in cui tutto sia possibile, che dia possibilità e diritto a chiunque di esser felice, un mondo in cui si mescolino armonicamente tutti i colori del mondo. Voglio un mondo che non esiste, una scacchiera di colori che non conosco, voglio un mondo come dico io. 
Posso affermare ancora un’altra cosa: questo duello tra colori, idee, posizioni politiche, religioni e non religioni, esisterà in eterno, perché eterna è la diversità tra gli uomini, eterna è la diversità delle idee, la visione della realtà di ciascuno di noi. Ed io, povera piccola pedina di questa grande scacchiera che è il mondo, faccio questo piccolo ragionamento, mentre la scienza o la religione mi manipola a suo piacimento, dandomi il piacere ora, dandomi il dolore dopo, con un’alternanza continua che non mi dà né pace, né tregua. 

  
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