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Autore: Gretel85    25/09/2013    5 recensioni
Ranma era furioso, non tanto per lo spavento preso e il conseguente urlo -assai poco virile- uscito dalla sua gola. No. Lui era ansioso, preoccupato e infuriato perché il maestro lo aveva sentito pensare a voce alta. E questo non andava bene. Non andava mai bene in casa Tendo, ma soprattutto, non andava bene con Happosai.
-Allora Ranma, dicevi di Akane?-
Ecco appunto.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akane Tendo, Happosai, Nabiki Tendo, Ranma Saotome, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lord, what fools these mortals be!”
William Shakespeare, A Midsummer Night's Dream

 


 

4. Kiss Contest in giardino.

La realtà di quelle parole imbarazzò e impensierì tutti i presenti. Se Ranma fosse tornato normale grazie a un bacio di una delle sue spasimanti, e non della sua fidanzata, ciò avrebbe significato dire addio a molti dei sogni che i diversi abitanti di quella casa segretamente covavano.

-E comunque non è tutto.- Affermò il vecchio maestro.

-Perché? C’è dell’altro?- Chiesero tutti.

-Beh, vedete, per completezza di informazione…-

-Non mi importa niente della tua pseudo professionalità, pazzo maniaco! Una volta per tutte dimmi quello che c’è da sapere!- Se continuava così, Ranko sarebbe scoppiata a breve.

-Ebbene, zuccherino bello, la tua maledizione come vedi è impazzita, va e viene a suo piacimento. La tua controparte femminile ti metterà in difficoltà, emergendo soprattutto nei momenti più inopportuni, ma se non risolvi il problema entro ventiquattro ore, potresti non tornare uomo mai più.-

Tutti rimasero a bocca aperta. Tranne Nabiki.

Sapeva che il vecchio mentiva, ma in fondo il bello del gioco è che dura poco. Sarebbero state ventiquattro ore molto interessanti ed estremamente proficue.

Con grande sorpresa di tutti a riprendere il controllo di sé e il dono della parola fu proprio Ranko.

-E ora che faccio?-

-Amico Tendo…-

-Amico Saotome…-

-Niente mare per oggi, ragazzi! Buahhhh!- Dissero i due genitori abbracciandosi tra le lacrime, ma tornando immediatamente seri.

-Figliolo, chiuditi nel Dojo e non riuscirne fino a quando non avrai risolto quest’increscioso inconveniente…. Se solo lo sapesse tua madre! BRRR... mi vengono i brividi!-

-E sia Ranma!- Rincarò Soun. -Chiudetevi lì per oggi e fate quel che dovete fare; non voglio sapere niente, ma bada a non far soffrire la mia bambina o te la dovrai vedere con me!-

-Tr-tranquillo Soun, lo p-prometto.- Si difese Ranma dalla versione Oni del quasi suocero.

Akane dal canto suo era rimasta silenziosa. Non aveva voglia di partecipare a tutto quel circo, né tanto meno di assistere alle scenate che quelle oche avrebbero fatto da lì a poco all’idea di baciare, stavolta col permesso del diretto interessato, il suo ambito fidanzato.

Era gelosa e triste. Ma non lo avrebbe mai dato a vedere.

Mezz'ora dopo Kasumi stendeva i panni in giardino, Soun e Genma giocavano a shogi in veranda, Ranma e Happosai erano chiusi nel dojo ad aspettare l’arrivo delle spasimanti. Appollaiato su di un improvvisato e assai comodo giaciglio di zuccherini, il vecchio fumava beffardo la sua inseparabile pipa, gli occhi chiusi, sogghignando di tanto in tanto. Dal canto suo Ranma, aspettava impaziente, seduto a terra vicino all'altarino, fissando immobile il pavimento.

E del resto che altro avrebbe mai potuto fare? Non riusciva nemmeno ad alzare lo sguardo, l'implacabile morsa allo stomaco, l'ansia e l'imbarazzo lo stavano sopraffacendo. Per la prima volta nella sua vita Ranma Saotome aveva le mani legate. Non poteva fare niente, se non accettare il naturale corso degli eventi. E che eventi! Era lui a dover essere “salvato”; doveva aspettare e soprattutto fronteggiare una situazione per lui ai limiti del concepibile. Tutti concetti e azioni che non gli appartenevano in alcun modo.

*Ma tu guarda come fuma tranquillo, quel vecchio maniaco! Che tu sia maledetto, vecchiaccio... Oddio che imbarazzo... ma come posso fare una cosa del genere davanti a tutti? Davanti a lei... se solo quella stupida...e dove sarà finita ora? E quell'altra arpia? Che anche tu sia maledetta Nabiki Tendo...quando tutta questa storia sarà finita, me la pagherete cara!*

-Non provarci nemmeno, Ranma!- Proferì il vecchio maestro.

-Eh?- *Da quando il pervertito sa leggere il pensiero?*

-Sei proprio un pivello di infima categoria, Ranma! A volte mi chiedo come tu possa essere mio allievo! Ma guardati...-

Solo allora Ranma si accorse di essersi nel frattempo alzato in ginocchio, il pugno destro chiuso, lo sguardo ancora diretto al soffitto. Era evidente che il pensiero di vendicarsi gli aveva dato nuova energia, confortandolo almeno per il momento.

-Ahahahah!-

-Vecchio pervertito... ti assicuro che quando tutta questa storia sarà finita, avrai molto poco da ridere!-

-E io ti ho già detto di non provarci nemmeno, Ranma! Sono il tuo maestro in fondo! Ne ho diritto. Avrei potuto costringerti ad affrontare prove ben peggiori, lo sai! Dovresti ringraziarmi e per più di un motivo. Prendilo come un allenamento.-

-Io sono un artista marziale, so bene cos'è un allenamento e questo non lo è! E poi cosa credi? Io sono Ranma Saotome, posso affrontare qualsiasi situazione, anche il tuo stupido gioco e vedremo alla fine chi riderà!-

-Staremo a vedere.- Rispose soave Happosai. -Ma devi sapere, Ranma, che la parola coraggio deriva dalla parola cuore. Il vero coraggio di un uomo si misura anche in situazioni come questa, in cui, credimi, velocità, elevazione, destrezza e prontezza di riflessi ti saranno ben poco utili, eheheh!-

A quelle parole Ranma temette di aver perso non solo il coraggio, ma anche il cuore. Arrivò persino a chiedersi se fosse normale non sentire più il proprio battito cardiaco. Ecco il senso di freddo che tornava minaccioso a imperlargli la fronte. Che bella statua doveva sembrare.

Improvvisamente decise di reagire a modo suo; un artista marziale del suo calibro non poteva cedere terreno alla vergogna. E decise di replicare. Con la solita sfrontatezza.

-Ah si? E sentiamo un po', da quando ti interessi di filosofia?-

-...- II maestro lo fissò improvvisamente con sguardo truce. -Si dice filologia, ignorante! Sei proprio un pessimo allievo. E comunque lascia perdere, rifletti sulle mie parole, se ne sei in grado, e per una volta taci e preparati spiritualmente. A breve tutto avrà inizio.-

Inaspettatamente Ranma rimase in silenzio. Anche volendo, non avrebbe saputo cosa dire.


 

Nabiki era stranamente sparita subito dopo la colazione. Si era scusata, dicendo che aveva delle commissioni da fare ed era scappata via. Ma Akane, seduta in camera sua, lo sapeva, la conosceva troppo bene. Così quando Nabiki si decise a tornare, si affacciò alla porta della camera della sorella.

-Allora? Non mi hai risposto prima, Nabiki. Quanto sei dentro a questa storia? E quante scommesse ti ha già fruttato?- Il tono di Akane non era piatto, non era cattivo, solo di rimprovero.

Nabiki sorrise alla provocazione sedendosi sul letto e facendo cenno alla sorella di avvicinarsi.

-Ti piacerebbe saperlo, eh? Sorellina si vede lontano un miglio che questa storia ti dà tanto fastidio…allora perché non scendi giù e non partecipi anche tu? Chissà…magari sarà proprio il tuo bacio a riportare Ranma alla normalità…-

Presa in contropiede e imbarazzata Akane non aveva alcuna intenzione di lasciar cadere l’argomento.

-Figurati se mi piego a questi giochini da quattro soldi! A proposito pensi di guadagnarci molto?- Ora la sua voce aveva assunto un tono maggiormente alterato e si sentiva.

-Ovvio mia cara! Mezza Nerima ha già scommesso e tra il sistema scommesse, le foto e i video questa storia mi frutterà una piccola fortuna. Altro che i trucchetti di Happosai, questo sarà il vero gioco dell’estate!-

La proverbiale calma di ghiaccio di Nabiki vacillò per un momento. La contentezza di fondo nella sua voce era incontenibile ed estremamente evidente. Akane stava per replicare, ma la sorella la fermò.

-Shhh! Senti? È già arrivato qualcuno.-

Nabiki si precipitò nel dojo seguita da una riluttante Akane. In breve le sembrò di rivivere il giorno del suo matrimonio fallito. Erano tutti lì. Nemiche, nemici e spasimanti vari.

Con la sua spatola…

-Eccomi, Ran-chan! Vedrai che ti libererò da questo maleficio!-

Con la sua spada…

-Ignobile Saotome, che stregoneria è mai questa? Che hai fatto alla deliziosa ragazza con il codino? Ti sei approfittato di lei, dì la verità! E la dolce Akane Tendo? Non pensi a lei? Sei una vergogna per il genere maschile Saotome, ma io Tatewaki…-

Con il suo cinese stentato…

-Ni-hao amole! Tlanquillo, la tua Shampoo è qui ola! Fammi sistemale questi inutili ostacoli e sono subito tua!-

Con il suo pesantissimo ombrello rosso…

-Ranma Saotome, come puoi fare questo alla dolce Akane? Se sei un uomo, combatti!-

Con i suoi infiniti petali neri…

-Ohohoh! Che luride sciocchine. Non avete alcuna possibilità! Le mie labbra saranno le uniche che toccheranno quelle del mio adorato Ranma, guarendolo da ogni sortilegio!-

Con i suoi giganti occhiali appannati…

-Saotome, ti credevo un uomo diverso dopo tutto, ma mai avrei pensato che ti abbassassi a tanto per avere la scusa di baciare delle belle donne. Non provare ad avvicinarti a Shampoo, altrimenti...-

La solita giostra. In giardino e in pieno giorno.

Ranma/Ranko -a seconda dei momenti- cercava di schivare i colpi e chiudere la vicenda il più velocemente possibile. Non che gli fosse troppo congeniale come cosa. Baciare tutte e tre le sue spasimanti. Davanti a tutti poi.

*Davanti a lei...*

Un senso d’imbarazzo e tremendo disagio lo pervadeva ogni volta che ci pensava. Tra le altre cose in cuor suo sapeva che non avrebbe mai funzionato con nessuna di loro *tre*, ma Akane si era rifiutata di aiutarlo e questa cosa, non lo avrebbe mai ammesso, gli bruciava moltissimo.

Akane in disparte taceva allibita. Nabiki aveva cominciato a girare video e a scattare foto, ovviamente in contemporanea. Un vero miracolo. Happosai supportava Ranma e con i suoi Happo Daikarin lo stava aiutando ad accelerare i tempi. Era da tanto che non si divertiva così!

Soun e Genma non sembravano troppo toccati e continuavano a giocare come se nulla fosse. Praticamente come sempre.

Dopo una buona mezz'ora di “Saotome, io ti ammazzo”, “Stupida papela, levati di mezzo!”, “Ranma, preparati a morire!”, “Ragazza col codino, il tuo cavaliere è qui!”, “Sul mio onore ti giuro che me la pagherai cara!”, “Tatewaki, se non vuoi che tua sorella rimanga figlia unica ti consiglio caldamente di non contrastare il nostro amore! Ranma ed io ci apparteniamo! Ahahahahah!” e “Lascia perdere il fato, psicopatica! Sarò io a salvare il mio Ran-chan!”, Mousse, Kuno e Ryoga giacevano a terra privi di sensi, messi fuori gioco da Ranma, Happosai e le tre folli d’amore.

A quel punto intervenne Nabiki. -Bene, ora che siamo pronti direi di passare a cose più interessanti. Quindi, per decidere l’ordine con cui avrete la possibilità di baciare Ranma, andremo semplicemente in ordine alfabetico! Akane, tecnicamente tu saresti la prima, sorellina, ci hai ripensato?-

-Assolutamente no!- Rispose cocciuta la piccola Tendo, guardando altrove a braccia conserte.

*Akane...*

*Stupido!*

-Come vuoi tu. Allora, vediamo un po'... Kodachi, tocca a te.-

Un urlo paragonabile alla sirena di un'ambulanza si levò in mezzo al giardino -Uhhhhhhhhh! Hai sentito, Ranma caro? Lo vedi che è destino? Vieni qui, fatti abbracciare! Ti prometto che le mie labbra saranno l’ultima cosa che ric…eh? Che scherzo è mai questo, Nabiki Tendo? E tu, odiosa ragazzina, dove hai nascosto il mio Ranma?-

All’apice del solito imbarazzo, Ranko sorrideva grattandosi nervosamente la testa.

-Ran-chan, ma cosa significa?-

-Senza acqua, amole?-

-N-Nabiki? Non glielo hai detto quando le hai avvisate? E tu vecchio maniaco?-

-Non era compito mio, Ranma.- Rispose il vecchio mentre, seduto su una pietra, riprendeva fiato fumando allegramente.

-Uh, ho dimenticato un piccolo particolare ragazze.- Intervenne a quel punto Nabiki -La maledizione di cui vi parlavo è questa, bisogna liberare Ranma da questo corpo e farlo tornare permanentemente uomo.-

Saggia la ragazza, senza rivelare più del dovuto era riuscita a spiegare quel che c’era da sapere.

Kodachi però non sembrava affatto convinta. -Io non sono sicura di voler baciare quest’odiosa ragazzina; rivoglio il mio Ranma! Lui mi avevate promesso!-

-Se vuoi perdi il turno e fatti da parte, Kodachi!- Minacciò Ukyo brandendo la spatola.

-Esatto, spatolona, ma anche tu puoi andale, sai? Basto io, velo amole?-

La rosa nera si portò il dorso della mano sinistra davanti alla bocca.

-Ahahahahahah! Ma che insulse ragazzine! Pensate davvero che Kodachi, la rosa nera, possa essere fatta fuori da due bambinette da strapazzo? Vieni qui, Ranma caro, ora so che sei sempre tu in fondo e non mi fa alcuna differenza.-

E così dicendo, lo sguardo della follia, Kodachi afferrò Ranko per il bavero della casacca e la tirò a sé, unendo le sue labbra a quelle della ragazzina dai capelli rossi.


 


 

* * *

Finalmente anche questo capitolo, più lungo rispetto al solito, può dirsi concluso! Ringrazio moltissimo tutti voi che avete avuto la pazienza di leggere fino a qui e/o di recensire. Questa storia mi ha preso molto e spero di riuscire, fino alla fine, a rendere al meglio quello che mi passa per la testa. Grazie di cuore e a presto! :)

Gretel  

  
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