Capitolo 13
Lacrime di un innocente
≪Barone, il mio vice, il numero
3309, insiste che il prigioniero alpha venga liberato.≫. ≪Le hai risposto che è il
prigioniero che serve per creare il guerriero oscuro?≫. ≪Sì, signore.≫. ≪E, nonostante questo, insiste ancora?≫. ≪Sì... signore.≫. ≪Dannazione...≫. mormorò il barone, uscendo
dall’ombra. I tecnici erano riusciti a creare un esoscheletro di metallo per
riformare la parte ferita. Erol non diede a vedere che rabbrividiva, ma l’effetto
che dava era spaventoso. ≪Un
elemento così valido, cosi tenace... bisogna impedire che commetta sciocchezze.
Mandamela subito, chiamala, ovunque sia.≫.
≪Certo signore... subito signore.≫. Uscendo dalla stanza, la chiamò
sul cercapersone.
≪Erol, volevi vedermi? Mi cercavi?≫. ≪Sì. il Barone vuole vederti.
Vieni.≫.
La guidò verso l’ufficio del barone, e la lasciò non appena attraversò la
porta. Doveva andare da Kai, dal moccioso, a sfogarsi.
≪Ufficiale 3309... Kayla. Sai
perché il barone ti ha convocato?≫.
Lei scosse la testa. ≪Erol
ha denunciato una tua... insistenza... riguardo la liberazione di un certo
determinato prigioniero. Questo non è bene, lo sai, vero?≫. Kayla annuì, certa di averla
fatta grossa. ≪I
prigionieri, specie quelli della sezione per gli esperimenti, sono in prigione
per un motivo ben preciso. Ovvero, per creare nuove armi, e perché sono dei
criminali. Quel ragazzino che tu ti ostini a voler liberare, è la chiave per
vincere la guerra contro le teste di metallo (ecco... la chiave del destino
N.d.A.). Ti preoccupa che sia troppo giovane? Non temere. Abbiamo testato che
la sua forza è superiore alla norma. Resisterà, almeno, finché andrà tutto
bene.≫.
Gli occhi verdi di Ruperttikjakmos la fissavano intensamente, quasi volesse
fulminarla, mentre il suono della sua voce diceva il contrario. ≪Hai qualche domanda, qualche
dubbio... io sono quello che ha organizzato tutto, e posso rispondere ad ogni
tua incertezza su questo caso.≫.
≪Perché lo fate?≫. Un luccichio ancora più
malvagio apparve negli occhi del capitano ≪Perché così potremo salvare la
città.≫.
≪Sprecando vite umane?≫. ≪Ricordati di tutte le guardie
Krimzi morte durante la battaglia. Non è stato uno spreco di vite umane? Anche
il tuo ex comandate, Torn, è morto lì... Ma tu insisti ad ignorare questo
sacrificio.≫.
Kayla abbassò la testa, impotente. ≪Verrò
punita?≫.
≪Non dire sciocchezze... non hai
fatto nulla di male. Se fosse accaduto che il prigioniero alpha non si trovasse
più nella sua cella... beh... in quel caso sarebbe successo qualcosa di poco
gradevole, ma, in fondo, hai solo cercato la liberazione di quel ragazzo
chiedendo il permesso al tuo superiore, no?≫. Kayla annuì. ≪Perfetto. Ora, se non hai altre
domande, noi qui abbiamo finito.≫.
Kayla fece per alzarsi, ma Ruperttikjakmos la fermò:≪Sai cosa di poco gradevole
sarebbe accaduto, se il prigioniero alpha non fosse più stato nella sua cella?≫. Kayla scosse la testa,
intimorita. ≪A
te non sarebbe accaduto niente, ma il valore del canale d’eco di tuo cugino...
sarebbe stato molto alto.≫.
Una domanda, un’ultima domanda corrose la mente di Kayla, e le sfuggì sottovoce
dalle labbra, paralizzata dall’orrore di quel gesto:≪Kairi è stata presa apposta?≫. ≪Erol era diventato troppo
pericoloso. Non costringermi a far del male a dei veri innocenti. Vai pure.≫.
Quando fu sola, sola nel bagno
dedicato alle guardie, si guardò allo specchio. Il suo viso adulto, segnato da
rughe della preoccupazione, i suoi occhi che non luccicavano più dell’emozione
di poter finalmente mostrare il suo viso a quelli che la vedevano, la tuta
rossa, diversa da quella che indossavano le guardie semplici, che significava
che lei era un ufficiale. ≪Faccio
parte di un sistema assurdo...≫.
Mormorò. Era un ricatto. Se lei faceva qualcosa di sbagliato, avrebbero preso
le persone che cercava disperatamente di proteggere. Sentì che stava per
mettersi a piangere, ma trattenne le lacrime. Una sirena annunciò l’ora del
pranzo dei prigionieri. Kayla rabbrividì, mettendosi a posto. Era uno
spettacolo penoso, vederli che cercavano di mangiare quella sbobba contenente
tutte le sostanze per non farli morire di fame, e a volte, i più bastardi tra
quelli addetti alla sicurezza, facevano cadere il piatto, rendendolo
immangiabile. Erol non accettava quella situazione, ma non poteva essere
presente ad ogni pranzo. Facendo un sospiro profondo, decise di fare qualcosa.
Salì al piano superiore, dove stavano consegnando il pranzo. Appena la videro,
le guardie addette alla sicurezza la salutarono. ≪Non voglio vedere cibo per terra,
mi raccomando. Gli addetti alle pulizie hanno detto che se trovano un altro
pezzetto di sbobba sul pavimento, ci faranno causa.≫. Mentre passava accanto alle
celle, guardando quelle persone che mangiavano l’unico pasto della giornata,
sentì delle grida. Cercò di andare in direzione del luogo da dove provenivano,
ma venne fermata da una KG. ≪Mi
spiace, signora, ma... Erol si sta occupando di alcuni affari...≫. Kayla sospirò, uscendo.
≪Erol, per favore, lascialo stare!
Non ti ha fatto niente!≫.
≪Mi ha guardato male! Stai attenta
Kai che...≫.
≪È solo un bambino! Ha solo
quindici anni! Per favore, Erol, lascialo stare, fallo per me!≫. Erol si fermò, chinando la
testa. Il ragazzino riuscì ad approfittare del momento per allontanarsi da lui.
≪Erol, non devi concentrare la tua
rabbia sulle persone più deboli di te. Non farai altro che seppellire la tua
anima. Vieni qui da me...≫.
il ragazzino si avvicinò a Kai, che lo strinse. ≪Non vedi com’è spaventato? Non li
vedi i suoi occhi che non hanno mai desiderato nulla di tutto questo?≫. Erol notò delle macchie scure
sulla divisa di Kai. Il ragazzino stava piangendo. ≪Kai, perché non fai altro che
difenderlo? La data della tua prima... arriverà presto!≫. Kai asciugò gli occhi al suo
protetto. ≪Perché
potresti essere tu. Potrebbe essere mio fratello... o mio figlio. Io in lui
vedo i volti delle persone che amo, e che non vorrei mai che si trovassero qui.
E aiutandolo, cerco almeno di rimettere i miei peccati.≫ ≪Ma Kai, tu sei la persona più
gentile che...≫.
Kai alzò la testa verso di lui, il suo sguardo serio, i suoi occhi verde chiaro
che luccicavano dalla rabbia repressa. ≪Ho
fatto i miei errori. Io non sono innocente, Erol. E tu lo sai bene.≫. Erol sentì che lo chiamavano,
salutò la ragazza e andò dai suoi sottoposti. ≪Signore, l’ufficiale 3309 la
cercava... ≫.
≪Dannazione.. Kayla arriva sempre
nei momenti...≫.
Guardò verso la cella della sua amata, fece un sospiro e si diresse anche lui
verso l’uscita.
≪Sssshhh... ci sono io qui con
te... non piangere... lo so che è dura, ma ce la faremo.≫. ≪La notte sento i tuoi incubi,
quanto stai soffrendo lì dentro? Chi hai lasciato per arrivare in un mondo che
non conosci?.≫.
La voce di Kai era dolce e calma, le sue braccia forti e sicure. ≪Non sono ancora riuscita a capire
il tuo nome... Posso rivelarti un segreto?≫. Lui annuì, guardandola con i
suoi vividi occhioni blu. ≪Ho
tanta paura. Ho paura che Erol si perda, e che non riesca più a capire cosa è
giusto. Sono così...≫.
≪Non dovrai preoccuparti più di nulla,
ora. È il tuo turno.≫.
Kai si voltò spaventata, mentre le labbra del capitano Ruperttikjakmos si
schiudevano in un ghigno.