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Autore: neamh    26/03/2008    3 recensioni
Spoiler 7° libro! A Draco la pioggia riporta alla mente episodi del passato, di un amore tenero ma impossibile, che il caso gli farà rincontrare, dandogli una seconda possibilità... è la mia prima fanfiction, per favore recensite!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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incontri in biblioteca
PIOVE
                     di mary0094

Questi personaggi non mi appartengono ma sono di proprietà di J.K.Rowling; questa storia è stata scritta senza alcun scopo di lucro.

E' la mia prima ff sulla mia coppia preferita. Sono ben accette le recensioni! Buona lettura!

Capitolo 1: Incontri in biblioteca

Erano passati vent’anni da quando la guerra era finita. Quella guerra che gli aveva distrutto la gioventù era ormai un ricordo lontano.

Tante cose erano cambiate in vent’anni. Lui era cambiato in vent’anni. Il ragazzi egocentrico e arrogante dalla lingua affilata era scomparso. Ora, a trentasette anni, Draco Malfoy era un uomo, un gran bel uomo a dirla tutta: i capelli biondissimi scompigliati, non più lisci e unti, gli addominali scolpiti e gli occhi color ghiaccio, da sogno… Viveva in un grande attico in uno dei quartieri più esclusivi di Londra. Era un poliziotto dei Babbani, ma nel tempo libero andava a caccia di demoni con la sua “banda”.Anni prima si era sposato (matrimonio combinato) con una purosangue Serpeverde e aveva avuto un figlio Scorpius, “Scor”, che dopo il divorzio gli era stato affidato. Ora il figlio era ad Hogwarts a studiare e lui si ritrovava a casa da solo.

Era una notte fredda invernale e la pioggia scendeva incessante sulle incredibilmente tranquille strade di Londra. Guardando fuori dalla finestra gli tornò in mente il suo ultimo anno ad Hogwarts e ripensò a quanto l’esito di quella dannata guerra era stato fatale per il suo destino, a quanto lo aveva cambiato.

Dopo che Potter aveva ucciso Voldemort infatti i Mangiamorte, coniugi Malfoy compresi, erano stati spediti ad Azkaban. Lui incredibilmente era stato risparmiato, ma era dovuto tornare ad Hogwarts. L’anno precedente, infatti, (con i Mangiamorte come insegnanti) non era stato considerato valido.
Il “fantastico trio” aveva approfittato di ciò per recuperare l’anno perduto e quindi a settembre si erano ritrovati tutti a scuola.
Ma chi volete che voglia parlare con il figlio di due Mangiamorte che, secondo la maggior parte degli studenti, dovrebbe far compagnia ai genitori ad Azkaban? Draco si ritrovò da solo. Perfino gli altri Serpeverde lo evitavano. E così lui trascorreva le sue giornate in luoghi isolati, dove sperava di non essere trovato. Quale posto migliore della biblioteca? Aveva trovato un angolino appartato dove trascorreva i momenti liberi, studiando, leggendo o semplicemente guardando fuori dalla finestra.

Un giorno però la sua solitudine era stata turbata. “il libro che cerchi è da quella parte!” aveva detto con tono stizzito la bibliotecario a qualcuno che Draco, dalla sua posizione non poteva vedere. Quel qualcuno fece capolino nella stanza con i suoi riccioli castani e gli occhi nocciola… proprio quegli occhi da so-tutto-io che detestava da tanti anni. Si voltò verso di lui ma il biondo abbassò lo sguardo: non voleva che lei sapesse che la stava fissando.
Hermione rimase a cercare il suo libro per circa un quarto d’ora, inutilmente.
“che libro stai cercando?” le disse ad un certo punto.
“come scusa?” domandò lei sorpresa
“che libro stai cercando?” ripeté “ci passo le giornate qui, conosco questo posto come le mie tasche. ci metteresti molto meno se me lo dicessi” e aggiunse, per non sembrare troppo gentile con lei “e te ne andresti prima”.
“ “Incantesimi da M.A.G.O.” ” gli disse.
Lui si alzò, prese un libro da uno degli scaffali e lo consegno alla ragazza. Le loro mani si sfiorarono mentre le consegnava il libro. Quel contatto li sorprese e li emozionò: lei avvampò e persino le pallide gote di lui si tinsero di rosso.
“grazie” disse timidamente Hermione, facendo per andarsene, ma la bibliotecaria le si parò davanti: “dove pensa di andare, miss Granger?” “deve consegnare ancora ben cinque libri, non se ne può portare via un altro. Se lo vuole leggere, resti qui” disse indicando una sedia allo stesso tavolo dove era seduto Draco; poi se ne andò, lasciando i due giovani soli.
La ragazza si voltò verso il biondo, quasi chiedendogli il permesso di sedersi, ma, visto che lui la ignorava, o faceva finta di ignorarla, si accomodò.
Rimasero lì per un tempo interminabile, alzando a turno lo sguardo verso chi si trovavano di fronte, stando ben attenti a non farsi notare.
Arrivò l’ora di cena e la ragazza posò il libro e se ne andò. Draco la seguì con lo sguardo: era cambiata molto da quando la aveva conosciuta, anni prima: niente più dentoni da castoro, i folti capelli castani erano stati domati e ora le cadevano in morbidi boccoli sulle spalle, il fisico si era alzato e snellito, aveva le curve nei punti giusti… ma che stava pensando! Lui era pur sempre Draco Malfoy, il purosangue per eccellenza, mentre lei era solo una sporca mezzosangue, anche se molto carina… basta Draco! Si disse il ragazzo scuotendo il capo.

Il giorno seguente i due ragazzi si ritrovarono seduti a quello stesso tavolo e così il giorno dopo e quello dopo ancora… cominciarono a salutarsi e ogni tanto si scambiavano qualche commento su un difficile compito di pozioni o sul libro che stavano leggendo. Sembrava incredibile ma il Principe delle serpi e l’insopportabile so-tutto-io stavano diventando amici…

Un giorno erano lì, come sempre, a leggere. Hermione, all’improvviso, si alzò e, affacciandosi alla finestra, disse “Piove”.
Nel suo tono c’era qualcosa di strano,  forse desidera fare conversazione pensò Draco “mi piace quando piove” affermò. Lei aveva uno sguardo curioso che lo spinse a continuare “alla gente felice piace il sole perché rispecchia il loro stato d’animo, ma di media le persone sono più tristi che felice, quindi la pioggia si addice meglio a tale umore” disse “specialmente al mio” aggiunse con un sospiro.
Hermione, senza pensarci, gli posò una mano sulla spalla come per consolarlo. Sentendo il suo tocco, Draco sussultò e arrossì di colpo. Lei, appena si rese conto di cosa stava facendo, ritirò la mano, impugnò la borsa e scappò via, balbettando un ciao.

Draco non lo avrebbe mai ammesso ma quel semplice tocco aveva fatto scattare qualcosa in lui, qualcosa che avrebbe impiegato molto tempo a comprendere.

Nonostante quel momento di imbarazzo, Hermione non smise di recarsi in biblioteca.
Un giorno Draco le chiese: “cosa pensano i tuoi amici del fatto che passi le giornate qui con me?”
“veramente non sanno che sono con te, pensano che venga in biblioteca solo per studiare. D’altronde sono sempre la so-tutto-io…” rispose imbarazzata.
Draco non poteva dirsi felice di questa risposta ma capì perché la ragazza non aveva detto di lui, qualunque cosa lui fosse per lei, agli amici e le chiese solamente: “ma il tuo ragazzo? A lui non dispiace vederti così poco?”
lei all’inizio non rispose, ma poi gli disse titubante: “ti è mai capitato di desiderare qualcosa per molto tempo e di renderti conto, quando la ottieni, che non ti piace poi così tanto?” “ogni anno per Natale, d’altronde io sono pur sempre un viziatissimo Malfoy” affermò lui per sdrammatizzare, ma aveva capito benissimo cosa intendeva la ragazza, così evito di accennare a Ron in futuro.

Le giornate trascorrevano e man mano i due imparavano a conoscersi meglio. Draco riuscì a parlarle dei suoi genitori, di suo padre, di come si sentiva maledettamente stupido ripensando ai casini che aveva combinato negli ultimi anni, degli insulti ai danni di quelli che considerava “inferiori”, ai danni di lei…
Da parte sua Hermione gli raccontò delle sue avventure, di come spesso era stato difficile seguire Harry, di come a volte avrebbe voluto tirarsi indietro, smettere di sentirsi in dovere di aiutarlo, di come non ci era riuscita e anzi gli era stata sempre affianco, e gli spiegò per filo e per segno del loro viaggio dell’anno precedenti, di come era la vita da latitanti e si fece riferire come era essere dalla parte dei cattivi.
Era chiaro che Draco non era mai stato un vero Mangiamorte: certo aveva ancora quel dannato tatuaggio sull’avambraccio sinistro, ma non era un assassino e non gli piacevano affatto i metodi che il Signore Oscuro (chiamarlo Voldemort gli risultava ancora difficile) utilizzava.

  
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