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Autore: Aniel    25/09/2013    2 recensioni
Cosa accadrebbe se Bonnie facesse un incantesimo per far tornare indietro il tempo? E se solo lei e Klaus ne mantenessero il ricordo? Tutto potrebbe essere sistemato! Il problema? L’incantesimo decide da solo fin quando invertire il tempo, può essere fatto una volta sola e ha dei piccoli effetti collaterali.
L'originario vedrà così la sua vita venire brutalmente sconvolta e prendere una piega che nessuno si sarebbe mai aspettato. Buona lettura! =D
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Caroline Forbes, Elena Gilbert, Klaus, Originari, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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12 – LITI ED IMPROBABILI APPUNTAMENTI










Caroline guidava senza una meta precisa. Una parte di lei voleva andare dritta da Klaus ad urlargli contro tutta la sua frustrazione, un’altra voleva scappare via da Mystic Falls e non tornarvi mai più. Le file di casette a schiera le passavano veloci di fianco, mentre pigiava il piede sull’acceleratore, e senza rendersene conto si ritrovò a posteggiare di fronte a casa di Elena. Aveva lasciato le amiche in casa sua ed era uscita come una furia, e ora non le importava molto del fatto che Jenna avrebbe potuto essere lì, o che Jeremy poteva sentirli dalla sua stanza, le importava solo che Klaus fosse lì e che subisse la sua collera.
Entrò in casa senza neanche bussare e si diresse a passo deciso verso la camera dell’ibrido. All’interno non c’era nessuno, ma la ragazza poté udire con chiarezza la porta principale aprirsi e richiudersi al piano di sotto.
«KLAUS!» urlò, con tutto il fiato che aveva in gola, prima di cominciare a scendere le scale.
«Caroline?» rispose lui, aggrottando la fronte «Tesoro, cosa ci fai qui? Pensavo che tu, Bonnie ed Elena foste a casa tua». Prima che potesse finire la frase gli arrivò uno schiaffo dritto in faccia. Era stato così improvviso ed inaspettato che non solo non era riuscito a scansarlo, ma rimase inebetito per un po’ dopo averlo ricevuto.
«Giusto per curiosità: cos’ho combinato per meritarmelo?» Caroline era visibilmente imbestialita e lui si sorprese ad indietreggiare.
«Sai perfettamente cos’hai combinato» gli sibilò contro, puntandogli un dito al petto. «Pensavo di essere stata chiara: NIENTE PIÙ BUGIE! Non dopo che mi hai sedotta senza dirmi chi eri»
«Non ti ho mentito, non più»
«Ma non mi hai neanche detto che io e Tyler stavamo insieme nell’altro tempo» l’aria si impregnò di silenzio, dopo quelle parole. Klaus la fissò per qualche istante, incerto su cosa dire, poi si fece coraggio.
«Ha importanza? Tu sai cosa provi per me»
«No, non lo so… non dopo questo! Io e Tyler avevamo raggiunto una solida amicizia qualche mese fa, prima che lui partisse, e quando tu mi hai detto tutte quelle belle parole sul nostro rapporto, ho semplicemente pensato di essere single mentre lo costruivamo. Invece stavo con lui, e tu non me l’hai detto»
«Non te l’ho detto perché ha impedito che stessimo insieme»
«BEH, ALLORA FORSE NON DOVEVAMO STARE INSIEME!»
«Non lo pensi davvero» sussurrò Klaus. Caroline scosse la testa.
«Io ho bisogno di sapere la verità, Klaus. Se io sono rimasta fedele a Tyler mentre tu provavi a separarci, allora forse amavo lui più di quanto amassi te, a prescindere dal male che avevi commesso. E forse quell’amore è più forte anche adesso. Io non lo so. Ma tu non hai voluto dirmi niente di lui, e questo significa che avevi paura, che anche tu hai pensato la stessa cosa. E io devo scoprirlo»
«Quindi mi stai lasciando, per lui, nonostante tutto»
«No… ti sto solo chiedendo di offrirmi l’opportunità di capire da sola cosa provo per te e per lui, senza la tua influenza» fece tre passi indietro, poi si diresse verso la porta, senza dire un’altra parola.
«E come pensi di poter stare con lui, senza il mio aiuto?» Klaus lo sussurrò, ma era certo che lei lo avrebbe sentito, infatti la ragazza si arrestò, con la mano sulla maniglia.
«Cosa vuoi dire?»
«Nell’altro tempo io ho spezzato la maledizione e ho trasformato Tyler in un ibrido. È diventato immortale e non ha più dovuto trasformarsi in lupo. Mi ha odiato, ci siamo odiati a vicenda più profondamente di quanto avrei creduto possibile. Mi ha odiato perché avevo osato intromettermi nella vostra vita, ma senza il mio aiuto, se io non lo avessi trasformato, la vostra storia sarebbe stata destinata ad una breve durata. E sarà così, in questo tempo. Tu non invecchierai, lui sì, e anche se fossi nuovamente in grado di trasformarlo in un ibrido senza ucciderlo, non lo farei. Non lui, non dopo quello che ho visto succedere»
«Come puoi farmi questo? Come puoi dire di amarmi e poi non permettermi di essere felice?»
«Io voglio che tu sia felice, con me. Non con lui! Tu forse non ricorderai, ma io sì. Ricordo che era felice di essere un ibrido, era felice di non doversi più trasformare e dei nuovi poteri che aveva, ma non me ne ha voluto riconoscere alcun merito. Ha preferito odiarmi e complottare per uccidermi, quindi perdonami se non sono il suo più grande fan!»
Rimasero immobili, in silenzio, per quelle che sembrarono ore. Klaus aveva lo sguardo fisso sulla ragazza, e si chiedeva cosa stesse frullando nella sua testa, quando lei finalmente parlò.
«Tyler è stato un grande amico per me... e sapere che in un’altra epoca siamo stati insieme, che eravamo felici, e che rifiutavo te per poter stare con lui, mi ha fatta sentire come se stessi facendo la cosa sbagliata. Non voglio sentirmi così. Voglio sapere cosa mi sto perdendo. Al futuro non voglio pensarci adesso»
«Io non posso aspettarti per sempre, Caroline» lei inspirò e aprì la porta.
«Allora non aspettarmi»
 


Klaus era disteso sul divano nel salotto dei Gilbert, di fronte alla tv, e passava svogliatamente da un canale all’altro, com’era solito fare nell’ultimo periodo. Era trascorso un mese da quando Caroline era andata via per stare con il licantropo. Lui aveva gentilmente rifiutato la proposta dei suoi fratelli di andare a vivere con loro, in parte perché Mikael si era fatto vedere un paio di volte lì dentro, in circostanze tutt’altro che piacevoli, mentre dai Gilbert non aveva l’invito, in parte perché Finn ancora non gli parlava. Erano le 7 del mattino di domenica e tutti ancora dormivano in casa. Lui non era riuscito a chiudere occhio, così si era alzato un paio d’ore prima, solo per stravaccarsi su quel divano e cercare di non pensare agli ultimi mesi. I programmi erano uno più noioso dell’altro, e Klaus si ritrovò a giocare con il telecomando.
All’improvviso qualcosa lo bloccò. Tornò indietro di qualche canale e fissò gli occhi sulla scena trasmessa: c’era qualcosa di terribilmente familiare in essa, ma non riusciva a capire cosa. Si alzò e si inginocchiò di fronte al televisore, lo sguardo vicinissimo allo schermo. La scena era ambientata in un bosco, c’erano molte persone immerse in una discussione accesa, ma lui non ascoltò ciò che stavano dicendo, invece guardò più attentamente l’immagine. C’era un punto in quella scena che gli fece accelerare il battito cardiaco all’impazzata, solo che non riusciva a cogliere il dettaglio. Mise in pausa per poter osservare meglio ogni più piccolo particolare. Qualcosa stonava, qualcosa non doveva essere lì, in quella tv, in quel film. All’inizio si concentrò sull’ambientazione: il bosco, ogni albero, ma non c’era niente che catturasse la sua attenzione, poi osservò meglio i personaggi, volto dopo volto, e fu allora che lo vide. Nascosto, piccolissimo, tra due persone, c’era un viso che Klaus pensava non avrebbe più avuto modo di vedere. L’aveva visto per l’ultima volta molti secoli prima ed ora era davanti ai suoi occhi, all’interno di uno schermo. In qualche modo, Klaus non sapeva come, il viso si fece più grande e lui riuscì a vedere il suo intero corpo, a dispetto del fatto che il video fosse ancora in pausa. L’espressione di quel volto era immobile, lo fissava con sguardo intenso, e Klaus lo fissava a sua volta, finché quello non sorrise e Klaus si allontanò di scatto, chiuse gli occhi e urlò con tutto il fiato che aveva in gola.
Le luci al piano di sopra si accesero all’improvviso e Jenna, Alaric, Jeremy ed Elena corsero verso lui.
«Cos’è successo? Klaus?» l’ibrido riaprì gli occhi e li fissò sulla tv. C’era ancora la scena nel bosco, bloccata, ma non c’era alcun segno del volto che aveva visto fino a pochi secondi prima.
«Mi dispiace» sussurrò. «Io… credo di aver avuto un incubo» non ci credeva veramente e, gettando uno sguardo ad Elena, capì che non ci credeva nemmeno lei, ma non replicò.
«Beh, tanto vale fare colazione, visto che siamo tutti svegli, no? Rick, Jeremy, fate i bravi, apparecchiate» Jenna si diresse allegramente verso la cucina, seguita prontamente dai due. Elena si sedette accanto a Klaus, per terra e attese pazientemente che il rumore nell’altra stanza si facesse più intenso.
«Stai bene?» gli chiese. Lui fece un sorriso tirato e si costrinse a distogliere lo sguardo dal televisore e a puntarlo su di lei.
«Si, sto bene. Ho solo… devo aver sognato»
«Cosa? Cos’hai sognato?» scosse la testa, ridendo nervosamente.
«Non è importante! È solo un incubo»
«Per favore, Klaus… ti ha fatto urlare e siamo a Mystic Falls, la città in cui ci sono più esseri sovrannaturali che umani. Potrebbe non essere stato un semplice incubo»
«Non ho voglia di parlarne, ok?» era stato brusco e se ne pentì subito. «Mi dispiace, è solo che, davvero, non è niente per cui vale la pena preoccuparsi»
«Ok»
«Andiamo a fare colazione con gli altri»
«Aspetta!» Elena si alzò e gli strinse un braccio, costringendolo a voltarsi. «Senti, stasera c’è una serata di beneficienza organizzata dal Consiglio, e ci vanno tutti, ma io non ne ho davvero voglia»
«Come mai?»
«Queste serate sono solo scuse per potersi riunire segretamente. Teoricamente sarebbe mio dovere essere presente, come Gilbert, ma è terribilmente noioso. E poi ci saranno Jenna e Jeremy a rappresentare la famiglia. Comunque, mi chiedevo se volessi rimanere in casa e farmi compagnia. Potremmo organizzare una serata film»
«Si, certo. Non vedo perché no» Elena sorrise e si portò un ciuffo di capelli dietro l’orecchio.
«Perfetto!»

 
Bonnie venne svegliata dalla suoneria del cellulare e rispose senza neanche guardare.
«Chiunque tu sia, sappi che hai appena interrotto un sogno bellissimo»
«Ho un appuntamento» disse la voce all’altro capo, eccitata.
«Elena, sono le otto del mattino, è domenica!»
«Lo so, mi dispiace, ma non potevo aspettare per dirtelo»
«Immagino questo significhi che ti è passata la cotta per Klaus» Elena aveva parlato a Bonnie dei suoi sentimenti poco dopo la fuga di Caroline, e la strega si era trattenuta a stento dal mettersi le mani dei capelli. Tra tutte le svolte temporali che potevano verificarsi, quella era decisamente la più inaspettata. Il silenzio dall’altra parte del telefono le provocò un singolare dolore all’altezza dell’ombelico. «Oh, non ci credo!» esclamò.
«Già!»
«Come hai…? Voglio dire, questo significa che ricambia?» non riusciva a crederci.
«Beh… non è proprio un appuntamento» specificò Elena. «gli ho chiesto di rimanere a casa con me, stasera, e guardare qualche film insieme»
«Ma c’è la festa del Consiglio stasera!»
«Esatto! A casa non ci sarà nessuno, è la mia occasione per fare un passo avanti» Bonnie aprì e richiuse la bocca un paio di volte, incredula.
«Ok… buona fortuna! Fammi sapere come va»
«Certo! Grazie! Ci sentiamo» la strega chiuse la chiamata e sprofondò la testa nei cuscini.
«Wow!»

 
Elena si sentiva particolarmente nervosa. Si ripeteva mentalmente di essere una stupida a sentirsi in quel modo, dopo tutto il tempo che lei e Klaus avevano trascorso insieme e dopo ben due incidenti fuori dalla doccia, ma lui non aveva mai mostrato un interesse diverso dall’amicizia e quel giorno le era sembrato particolarmente pensieroso. Aveva indossato una gonna leggera blu scuro e una magliettina bianca: era abbastanza elegante per un appuntamento, ma non troppo per rimanere a casa, e sperava che sortisse l’effetto sperato.
Quando scese al piano di sotto trovò Klaus intento a preparare dei popcorn.
«Cosa stai facendo?» era una domanda stupida, ma non riuscì ad impedirsi di pronunciarla.
«Senza offesa, ma tu sei terribile in cucina, quindi ho pensato di preparare io qualcosa per cena e per il dopocena»
«Vuoi cenare con i popcorn?» Klaus ghignò e indicò con lo sguardo il salotto: c’era un tavolino, di fronte al divano, colmo di piatti contenenti tartine, insalata di pollo e macedonia.
«Quando hai preparato tutto questo?»
«Mentre tu eri di sopra. Ho pensato di rendermi utile. Difficilmente mi permettete di ricambiarvi per l’ospitalità» lei sospirò.
«È l’unico motivo per cui l’hai fatto? La gratitudine»
«Quale altro motivo potrei avere? Oltre a quello di non farti morire di fame, ovvio» Elena scosse la testa e andò a sedersi sul divano.
«Allora: Autumn in New York o Ghost Ship?»
«Uhm… romantico o horror? Sono due generi completamente diversi»
«La scelta è tua» Klaus sorrise e indicò l’horror.
«Sarà divertente mangiare mentre guardiamo gente putrefatta»
Nonostante un’iniziale incertezza, Elena finì per appassionarsi al film, seguendolo con attenzione fino alla fine. E tuttavia rimase inspiegabilmente nervosa per tutto il tempo. Seguiva, con la coda dell’occhio, ogni più piccolo movimento del ragazzo e in più di un’occasione cercò di avvicinarsi, ma rinunciò perché non riusciva a trovare il modo per mascherare i gesti come qualcosa di naturale. Alla fine del film sentì un macigno calarle all’altezza del cuore e osservò Klaus mentre estraeva il dvd e si sedeva nuovamente sul divano.
«Non sono ancora tornati» constatò lui, gettando uno sguardo alla porta.
«È ancora presto… vuoi da bere?» gli chiese nervosamente, e andò a prendere la bottiglia di bourbon senza attendere la sua risposta. Riempì velocemente due bicchieri e gliene porse uno, rendendosi conto con un sussulto che, per la prima volta quella sera, l’attenzione di Klaus era tutta rivolta su di lei.
«Che ti succede, Elena? Sembri… diversa»
«Mi sento solo molto nervosa, tutto qui»
«Sì, ma… perché?» Elena guardò la sua espressione preoccupata e sentì il macigno farsi sempre più pesante. Trasse un respiro profondo e lo baciò. Fu talmente inaspettato che Klaus rimase immobile per parecchi secondi, prima di rispondere al bacio. Elena sentì una mano accarezzarle delicatamente i capelli, e l’altra intrufolarsi sotto la sua maglietta, sulla sua schiena, mentre sentiva lo stomaco contorcersi nel dolore più piacevole mai sentito prima. Prese il lembo della maglietta di Klaus con entrambe le mani e gliela sfilò, rituffandosi poi quasi immediatamente sulle sue labbra. Il contatto delle sue mani con il suo petto nudo la fece gemere e lui si allontanò quel tanto che bastava per guardarla. Tempo dopo, quella stessa sera, Elena si convinse che fosse colpa della luce, ma gli occhi di Klaus sembravano liquidi e persi chissà dove, come se la stesse guardando ma a stento la riconoscesse. Si tolse velocemente la maglietta e portò le mani al volto del ragazzo, studiandone attentamente ogni singolo tratto, prima di baciarlo di nuovo e di salirgli a cavalcioni. In quella posizione, Klaus si spostò facilmente a baciarle il collo, ma subito dopo averlo fatto spalancò gli occhi e si ritrasse bruscamente da lei.
«Klaus?» lo chiamò, con voce affannata. Lui aveva lo sguardo fisso dietro di lei, verso lo stesso volto, impresso sul muro, che aveva già visto quel giorno. Gli sorrideva, questa volta dolcemente, ma lui non riusciva a non averne paura. Elena seguì il suo sguardo, poi gli si avvicinò.
«Klaus, non c’è niente lì. Guardami! Io sono qui! Qualsiasi cosa tu veda, non c’è» gli prese il viso tra le mani e lo costrinse verso di lei. I suoi occhi si risvegliarono all’improvviso.
«Cosa stiamo facendo, Elena?» lei non rispose e lui indietreggiò di alcuni passi «Cosa stiamo facendo?» ripeté.
«Ti sembra così sbagliato?»
«Sì» la risposta gli uscì spontanea, ma si pentì subito d’averla pronunciata «No… è solo… questi non siamo noi. Noi siamo amici, tu sei la migliore amica di Caroline»
«È la sola ragione per cui ho aspettato così tanto»
«Oh…» Klaus si diede dello stupido. Come aveva fatto ad essere così cieco! I segnali c’erano tutti.
«Non sembrava dispiacerti qualche minuto fa» sussurrò lei.
«Non ragionavo qualche minuto fa. Io… dall’istante in cui mi hai baciato io non ho capito più niente, finché…» i suoi occhi tornarono sul muro dietro di lei.
«Finché cosa? Klaus, cosa ti succede? Cosa vedi?»
«Niente! Credo… credo sia meglio se vado a vivere con i miei fratelli. Mi mancano molto e Finn non può perdonarmi se io continuo a nascondermi»
«E Mikael? Se ti attacca…»
«Farò in modo di non rimanere da solo»
«Klaus…»
«Non posso continuare a stare qui, Elena. Mi dispiace» si riavvicinò a lei e le posò un bacio leggero sulla fronte. «Non è un addio. Ti voglio bene. La mia porta è sempre aperta per te. Vado a dormire ora. Vado via domani mattina»
Lei annuì e lo osservò salire al piano di sopra, certa di aver rovinato tutto.





ANGOLINO AUTRICE
Buonaseraaaaaaaa!!! Ecco qua un altro capitolo... fatemi sapere cosa ne pensate, e sono aperte ipotesi su quale volto Klaus continui a vedere.
Alla prossima!
  
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