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Autore: Fantasiiana    25/09/2013    2 recensioni
Eccomi con una fan-fiction veloce veloce che tratta dell'amorevole gita di Simon all'Hotel Dumort e dopo.
Mi sono detta: perchè nessuno pensa mai al mio povero cucciolo? Bene, c'ha pensato Fantasiiana.
Non dico nulla, spero solo che la troverete bella, emozionante e recensirete!!
Al suo interno troverete due capitoli visti dal punto di vista di Simon.
E ci saranno piccoli acceni Simael *aria colpevole*
Ho detto tutto: buona lettura!
[Dal testo:
-Certo che voi mondani fate sempre un casino assurdo!
Dall'ombra emerse una figura... Un ragazzo dalla pelle color miele, gli occhi scuri, come i capelli ricci che gli ricadevano intorno al viso e un sorriso a metà fra il divertito e il beffardo stampato in volto.
-Raphael...- fiatò Simon.]
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Raphael Santiago, Simon Lewis
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Per rinascere bisogna prima morire

 

 

 

Terra. Terra ovunque. Sopra, sotto, a destra, a sinistra, dentro le narici, dentro la bocca, dentro i vestiti... C'era appena lo spazio per aprire gli occhi. Non che servisse poi a molto...
Tutto era buio, silenzioso.
Sono morto...
pensò, eppure le cose non tornavano.
Per essere morto era terribilmente cosciente. Strinse i pugni. Terra.
Eh sì, era cosciente.
Inspirò, e gli riuscì stranamente estraneo. Come se non fosse una cosa strettamente necessaria.
Eh sì, era morto. Però era anche vivo...
Cercò di ricordare chi era...
Il suo nome: S... Sim.... Simon?
Provò a pronunciarlo.
Sentì i denti che si univano in un sibilo. Si....
La saliva inumidirgli le labbra. Mo...
La lingua scivolargli fra i denti. N...
Sì, quello tornava. Suonava bene, familiare.
Ma chi era Simon? Lui. Sì, ma chi era lui? Un ragazzo.
Già, un ragazzo... ferito. Sentiva male dappertutto, ma di più al petto.
Cosa c'era lì? Provò a muovere il braccio e si tastò la pelle celata sotto la maglietta lacera.
Silenzio...
Quel silenzio non era familiare.
C'era stato un battito lì, un tempo... Se lo ricordava, il cuore che batteva.
E ora? Ora era fermo, immobile.
Di sicuro sono morto.

Ma che avrebbe dovuto fare, da morto? Rimanere lì sotto per sempre?
Che abbia almeno qualcosa da rimpiangere, allora.

Provò a concentrarsi sui suoi pensieri. Due parole gli balenarono in mente: Clary e Raphael.
La prima gli parve dolce e calorosa, la seconda travolgente, attraente e... perforante. Erano entrambe armoniose, ma in modo completamente diverso.
Solo dopo capì che si trattavano di due nomi. I ricordi tornarono a poco a poco, insieme alla consapevolezza di essere un mostro, un vampiro.

Mi ringrazierai, Simon...


Non vedeva proprio come poteva farlo. Raphael aveva solamente voluto vendicarsi di Jace, e aveva usato lui per farlo.
Guarda i lati positivi: farai parte del loro mondo
si disse, ma quel pensiero non lo rasserenò affatto. Lui amava essere un mondano... Doveva ammettere che spesso il pensiero di essere come Clary l'aveva sfiorato e allettato, ma era solo per lei, appunto! Mentre giocava a Wolrd of Warcraft o leggeva manga, aveva sempre desiderato di essere diverso, ma quello lo desideravano tutti!
Le parole della madre gli risuonarono nella testa come un eco lontano.
Ricorda, Simon, ti rendi conto di quanto valga qualcosa finchè non la perdi.

Aveva ragione, D... se aveva ragione!

Ci mise un po' a capire.
Sgranò gli occhi. Mosse le labbra, posizionò la lingua fra i denti e provò a ripetere la parola che aveva omesso di dire.
-D...
Niente, blocco totale. Non sapeva bene perchè, ma in quel momento non riusciva a dire “Dio”.
E' perchè sei sottoterra, idiota!
si disse. Pensa piuttosto ad uscire di qui! Sei un vampiro, ma non sei morto.
Smosse un po' di terra per alzare anche l'altro braccio e spinse sopra di sé.
Spero solo che non abbiano avuto la geniale idea di seppellirmi con la schiena verso l'alto!

Spinse. Spinse. Anche con le gambe. L'aria cominciava a mancargli, ma pensandoci meglio non era l'aria... Era qualcosa che gli ruggiva nel petto, nello stomaco, e si propagava lungo tutto il corpo.
Gli bruciava tutto. Si strinse la maglietta con il pugno e premette contro la gabbia toracica, ma il dolore non svaniva. Solo quando sentì un sinistro cigolio all'altezza del petto si fermò.
Il suo cervello reagiva come se fosse tornato quello di un topo.

Fame, fame, fame... Sangue, sangue, sangue... Mordere, mordere, mordere...

Spinse con più forza.
Si sentiva forte ogni secondo in più che passava. La terra a contatto con il suo corpo sembrava donargli energia, forza, vitalità.
Non sei poi così morto, Simon.

Cominciò a martellare la terra, a scavare con le unghia, a scalciare con i piedi.
La terra gli ricadeva in faccia, finendogli in bocca o negli occhi.
Almeno sai che non sei stato seppellito al contrario.

Le mani si fecero strada fra gli strati di suolo, finchè non raggiunsero l'aria piacevolmente fredda di una notte gelida. Mosse le dita come a volerla afferrare, gioendone.
Sembrano passati secoli...

Riprese a scavare. Sempre con più foga. Si dimenava come impazzito, come una bestia ferita in una gabbia di ferro. Ma in fondo era questo che era, in realtà.
Con un ultimo forte spintone riuscì a mettersi seduto, sollevando zolle di terra tutt'intorno. Non vedeva bene, era tutto sfocato per via della terra sugli occhi.
Fece leva sulle braccia nude e si sollevò, strisciò per un paio di metri e crollò al suolo.
Non gli sembrava di aver bisogno di riprendere fiato, ma voleva riassaporare il vento che gli carezzava la pelle nuda delle braccia e quella del fianco dove la maglietta di era strappata, e quella del viso sporco di terra.
Ad un tratto, una voce, ed un tocco gentile lo fecero irrigidire.

Fame, fame, fame... Sangue, sangue, sangue... Mordere, mordere, mordere...

Voltò la testa. Era un viso familiare...
Aprì la bocca, ma non gli uscì il “Clary” carico di gioia, amore e sollievo che avrebbe voluto.

Fame, fame, fame... Sangue, sangue, sangue... Mordere, mordere, mordere...

Divenne tutto rosso e gli occhi gli lacrimarono, mentre il corpo lo stringeva nella sua morsa impazzita di dolore. Urlò senza volerlo e le saltò addosso agile come un gatto. L'afferrò per le spalle e la sbattè a terra.

Fame, fame, fame... Sangue, sangue, sangue... Mordere, mordere, mordere...

Ritrasse le labbra, scoprendo i canini allungatisi. La preda sferrò un calcio e prese a dimenarsi, ma lui non sentì nulla.

Fame, fame, fame... Sangue, sangue, sangue... Mordere, mordere, mordere...

L'afferrò nuovamente per le spalle e la sbattè a terra per stordirla.
Stava per affondargli le zanne nel collo morbido, quando si sentì spingere violentemente e ruzzolare tra la terra smossa. Si raggomitolò con le gambe strette al petto, tremando per il dolore.
Incrociò uno sguardo. Occhi scuri come buio liquido... Che begli occhi!
Lo scrutavano come fa il capobranco con il primo arrivato, il suo protetto, colmo di tenerezza, rimprovero, dolcezza, alterigia e severità allo stesso tempo.
Simon cercò di trasmettergli tutta la sua sofferenza. Lui lo capiva... Lui era come lui...

Raphael...

Se ne rimase raggomitolato su se stesso finchè Raphael non strappò un sacchetto con dentro del sangue con le unghia acuminate e non se lo schizzò addosso. 
Le spalle di Simon si raddrizzarono, le orecchie gli si tesero e guaì come un cane bastonato, mentre la sofferenza si acuiva.

Fame, fame, fame... Sangue, sangue, sangue... Mordere, mordere, mordere...


Tremava, e il dolore non voleva abbandonarlo. Dolore alle ossa, la testa che bruciava come in fiamme, la vista sfocata, e come cura quello che un eco disperato gli ordinava gridando: Fame, fame, fame... Sangue, sangue, sangue... Mordere, mordere, mordere...
Raphael gli porse il sacchetto macchiandogli il viso con qualche goccia di sangue e Simon bevve il contenuto avidamente.
Forse per via del buio, o forse perchè tutti guardavano il nuovo vampiro che si cibava per la prima volta, ma nessuno, a parte Simon, vide le belle labbra di Raphael incurvarsi appena, divertite dallo spettacolo.
Quando ebbe finito il primo sacchetto di sangue, Simon ne chiese un altro a Raphael con un lamento, come un cucciolo che chiede cibo al padrone. E lui glielo porse.
Simon godette fino in fondo di quel liquido fresco che gli colava giù per la gola e gli calmava il dolore. Era dolce e salato insieme, aveva mille e soltanto uno gusti diversi insieme...
Finì anche quel sacchetto e pian piano Simon tornò ad essere presente a se stesso.
Si guardò intorno incuriosito.
Lo guardavano tutti, ma mancava qualcuno...
-Clary?- chiese a Jace, ignorando i volti disgustati e incuriositi insieme di tutti i presenti.
Il sangue continuava a impregnargli i lati della bocca e il collo, ma non se ne curò.
-Se n'è andata.
Simon abbassò la testa, ricordandosi che aveva cercato di morderla. La voce nella testa taceva, e lui si sentì morire non avendo nessuna spiegazione logica al suo comportamento deplorevole e inaccettabile. -Come ho potuto attaccarla?- chiese in un sussurro contorcendosi le mani in grembo.
-Già, stavo per chiederti la stessa cosa.
La voce di Jace era aspra, accusatoria.
-Basta così.
La voce di Raphael suonò diretta, perentoria... e confortante.
-Simon non ha colpe. E' l'istinto dei vampiri che non sanno controllarsi. Li obbliga a nutrirsi di qualsiasi cosa stia loro attorno. Voi non potete capire il nostro dolore.
Probabilmente, anzi sicuramente, l'unico a capire a che tipo di dolore si stesse riferendo Raphael, fu Simon. Il vampiro si voltò verso il ragazzo, chinandosi e porgendogli una mano.
-Vieni, uccellino. E' ora di darsi una ripulita.



Angolo Autrice
Ciao a tutti i lettori e a tutte le lettrici (probabilmente più quest'ultime XD).
Solo una cosetta da dire su questo capitolo, a aprte il fatto che non mi sembra all'altezza dell'altro, ma proprio completamente... Comunque, c'è un motivo per cui ho scritto che Simon sente la terra donargli la vita, e cioè che è proprio così XD. RIcordiamoci che Raphael spiega a Clary che gli "uccellini" traggono vita dalle cose vive per nascere ed è per questo che c'è sempre freddo quando nasce un vampiro.
Io ricordo, anche se penso che nessuno possa dimenticarlo ;3.
Per il resto, nulla più^^ recensite che il prossimo capitolo è tutto per Raphael *^*
  
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