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Autore: marco    26/03/2008    9 recensioni
C'è una frase tra le tante che una donna innamorata sogna di sentirsi dire una volta nella vita. Se quella frase arrivasse troppe volte o troppo tardi? Se non provenisse dalla persona desiderata?
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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sorprese inaspettate!
Sorprese inaspettate!

Ron era tutto eccitato, finalmente era riuscito a comperare l’anello per la sua proposta, ora doveva solo trovare le parole giuste. “Chissà cosa ha detto Harry alla sua bella?” pensò dentro di se.

Harry si era felicemente sposato e lui non conosceva i dettagli della sua dichiarazione dato che era sempre rifiutato di darglieli, sapeva solo che aveva causato ore e ore di pianto alla sua dama, per la felicità.

Anche Ron voleva provocare lo stesso effetto, ma non sapeva come fare e soprattutto temeva di essere preso in giro per l’eternità, eppure doveva provarci.

 

Hermione stava pulendo la cucina incurante di cosa stava per accaderle. Fischiettava felice passando lo straccio per il salotto di casa rimuovendo tutto lo sporco, quando un suono, che riconobbe essere il campanello, riecheggiò per l’intera villetta. Resasi presentabile, grazie ad un abile tocco di bacchetta, con curiosità andò ad aprire il portone di casa..

Ron apparve in tutta la sua bellezza, vestito elegantemente e con il viso tutto rosso per l’imbarazzo tanto da confondersi con i suoi capelli. Era deciso e niente lo avrebbe fermato, dietro la schiena teneva un mazzo di rose rosse a gambo lungo come piccolo omaggio.

Hermione lo guardò interessata, mentre gli faceva spazio per farlo entrare in casa. –Tutto bene Ron?- Domandò discreta. –Vuoi un caffè?-

-No grazie, Hermione- disse sempre più agitato saltellando da un piede all’altro senza sosta.

-Accomodati Ron, torno subito- disse andando in cucina a prendere un poco di camomilla da offrirgli per cercare di tranquillizzarlo almeno un poco.

Non passò molto che Ron la vide tornare con una tazza in mano piena di una bevanda fumante dal colore giallo paglierino. –Prendi che ti fa bene, sei troppo agitato- disse porgendogli la tazza reggendola con una mano, mentre con l’altra teneva sotto il piattino. Ron si fece coraggio “Ora o mai più” pensò, cercando quella risolutezza che non riusciva a trovare.

S’inginocchiò osservandola nei suoi occhi castani porgendole in dono il mazzo di fiori, che aveva con se e senza darle tempo di parlare –Hermione, ci conosciamo da una vita, sei unica gentile e sempre disponibile. Non ho parole per dire cosa rappresenti per questo povero sciocco, vorresti sposarmi?- disse tutto di un fiato.

Un rumore di piatti infranti sul pavimento in cotto, seguito dal tintinnare del cucchiaino precedentemente posto sul piattino, echeggiò per tutto il salotto, il cuore le batteva fortissimo e il suo volto prima colorito da una leggera abbronzatura, poteva battere quello di un fantasma. Non si aspettava quella richiesta, tutto ma non quella. Non lo aveva mai visto con una ragazza, ma non pensava fosse per causa sua, migliaia di pensieri passavano nella sua mente, per un attimo sperò fosse il primo di aprile, ma subito si ricordò che era passato da qualche giorno. Si sedette sulla poltrona posta alle sue spalle, bevendo tutto d’un fiato la bevanda avanzata al suo migliore amico, miracolosamente salvata dallo sfracelo, continuando a pensare se stesse sognando oppure No.

Non sapeva cosa rispondergli, decisamente imbarazzata non riusciva a comprendere cosa fosse preso a Ron. In un attimo aveva visto crollare tutte le certezze che aveva su di lui, lo aveva fissato negli occhi vedendolo serio, come poche volte era stato in vita sua, emise un respiro liberatorio cercando di trovare le parole adatte per rispondergli.

–Ron sono lusingata e commossa della tua proposta, mi hai detto delle belle parole, ma…- non fece in tempo a finire la frase che lui stava esultando urlando a squarciagola –Le è piaciuta! Le è piaciuta!- Dopo essersi calmato leggermente si rivolse nuovamente alla sua amica -Ora posso andare. Grazie Hermione, vado a propormi, scusa il disturbo- disse prima di uscire dalla porta come solamente un pazzo riuscirebbe a fare, lasciandola lì imbambolata a cercare di riprendersi dallo shock appena avuto, pose le rose nel vaso di cristallo sopra il tavolino al centro del salotto, pensando che era meglio tornare a letto per il resto della mattinata.

 

Il picchiettare di un gufo la destò dal suo sonno ristoratore, guardò l’orologio notando che presto suo marito sarebbe tornato dal viaggio di lavoro. Aprì al gufo che riconobbe essere Edvige la candida civetta di Harry, le somministrò i suoi adorati biscottini gufici, che mangio allegramente, mentre Hermione la liberava dalla lettera legata alla sua zampetta.

Il campanello suonò nuovamente senza lasciarle il tempo di schiudere la busta, obbligandola ad andare a vedere chi era. Lasciò la lettera sulla scrivania correndo ad aprire la porta di casa.

-Ciao Draco, che bello vederti qual buon vento?- chiese Hermione facendo gli onori di casa.

-Ciao Hermione, sola in casa?- fece titubante e assolutamente poco Malfoy.

-Purtroppo sì- rispose soprapensiero –Cosa posso fare per te, Draco?- chiese con relativa tranquillità

Draco la stava fissando con i suoi occhi privi di espressione, per chi non li sapeva leggere. Quel giorno però emanavano una luce strana, quasi fosse paura. Lo vide avvicinarsi risoluto e senza rendersene conto si ritrovò a indietreggiare. Le sue gambe urtarono il divano facendola sbilanciare all’indietro.

Hermione iniziava ad essere decisamente agitata, stretta a Draco che, afferrandola al volo, le aveva appena evitato di rovinarsi per terra, mentre lui continuava ad osservarla come avesse voluto ipnotizzarla, senza dire una sola parola.

Improvvisamente e senza sapere come un enorme mazzo di rose rosse dal gambo lungo apparvero tra loro mentre le labbra di Draco lasciavano uscire il suono di una parola che solo ripeterla avrebbe guastato l’armonia del momento.

Gli occhi di lei si spalancarono increduli, osservando quei bellissimi fiori che quasi nascondevano il viso di Draco. –Scusa?- disse lei pensando di non aver capito bene.

-Vuoi sposarmi?- ripete lui dolcemente, ma con tono deciso, lasciandole il tempo di assimilare la domanda.

Il cuore di Hermione batteva così forte da farle male per l’agitazione, s’impose di calmarsi sperando con tutta se stessa che suo marito non arrivasse in quel momento. Cercò di pensare a cosa rispondere, quando la voce di Draco la strappò dai suoi pensieri –Andava bene? Ero convincente?-

-Sì- mormorò stralunata pensando al terrore che stava provando.

-Grazie Hermione, a presto- disse lui adagiandola elegantemente sul divano per poi andarsene decisamente sollevato lasciandole il mazzo di rose in regalo.

Hermione sistemò le rose vicino alle altre per poi tornare a letto dopo aver finito la camomilla con la speranza che facesse effetto presto.

 

Quel giorno la buona sorte sembrava avercela con lei e con il campanello di casa sua, che con insistenza suonò nuovamente.

-Arrivo, arrivo- bofonchiò dirigendosi ancora una volta verso la porta. “Meno male ho preso un giorno di ferie, se ero a lavoro cosa mi succedeva?” pensò dentro di se.

Non appena l’aprì, si ritrovò in mano un mazzo di rose rosse dal gambo lungo, ma senza dare il tempo allo sconosciuto di parlare urlò –ADESSO BASTA! SONO FELICEMENTE SPOSATA!- disse ricacciando in malo modo le rose verso il proprietario, sbattendogli la porta in faccia.

Era decisamente alterata, prese un libro dalla biblioteca mettendosi a sedere sulla sua poltrona preferita cercando di calmarsi ancora una volta.

Tanto si era concentrata sulla lettura che non si rese conto quanto tempo era passato, poco o forse un’eternità non lo sapeva, improvvisamente sentì la porta di casa aprirsi lasciando passare un uomo ricoperto di petali di rose e che teneva in mano quello che una volta era un mazzo di fiori.

Hermione non appena lo vide sussultò –Oddio cosa ti è accaduto?- disse preoccupata.

-Ho avuto uno scontro con una pazza isterica e subito dopo con una porta- sibilò leggermente alterato.

-Scusa Harry, ma se ti racconta la giornata di oggi non mi crederesti mai- mormorò afflitta abbracciandolo cercando due coccole di consolazione dall’unica persona che poteva dargliele.

-Ho prenotato un ristorante, oggi dobbiamo festeggiare ben due eventi. Il nostro anniversario, non penserai me ne sia scordato- disse Harry rincuorandola.

-La seconda?- chiese curiosa.

-La saprai al ristorante- rispose ridacchiando.

 

Per tutto il tempo che l’era servito a rendersi bellissima, non molto a dir la verità, Hermione aveva tartassato Harry per sapere cosa le stava nascondendo, odiava i segreti specialmente se era lei ad essere tenuta all’oscuro. Ormai pronta si ricordò della lettera arrivata decidendo di leggerla. Un bellissimo sorriso le illuminò il volto -Sai Harry, sono tre le cose da festeggiare- disse lei dopo aver richiuso la busta arrivata tramite Edvige.

-Tre?- chiese lui

-Sì… tre… ma lo saprai al ristorante- disse facendogli la linguaccia.

 

Un tavolo riservato per quattro li stava attendendo in un rinomato ristorante italiano dove Ron e Draco erano seduti in loro attesa. Harry e Hermione fecero capolino nel grande salone vedendo il serpeverde parlare civilmente con il sommelier riguardo il vino da accompagnare al loro pasto.

-Mi sono permesso di ordinare- fece Draco serio dopo averli salutati

-Hai fatto bene- ripose Hermione, mentre faceva segno al cameriere che non voleva vino.

-Cari amici miei- esordì Harry -Cosa festeggiamo stasera, oltre al nostro anniversario- disse vedendo Ron diventare paonazzo e imporporarsi le guance di Draco.

-Ci siamo dichiarati- Disse Ron tutto d’un fiato

-Ci sposeremo tra un mese e spero voi siate i nostri testimoni- continuò Draco.

-Finalmente!- disse Harry –Come avete superato la prova della dichiarazione, chi avete scelto come cavia?- continuò vedendo i loro sguardi saettare decisi verso la sua donna, che si riempì il bicchiere svuotandolo in un sol sorso, cercando di non pensare a quella giornata burrascosa.

Hermione non credeva a cosa udissero le proprie orecchie, mai lo aveva pensato -Volete dirmi che voi siete…- disse decisamente rossa in volto cercando di riempire nuovamente il bicchiere. –Bè… auguri- mormorò un pochino imbarazzata e con i brividi che le scorrevano lungo il corpo.

Era felice per loro e non aveva pregiudizi, ma l’idea di aver ricevuto due dichiarazioni da due… era un po’ troppo per lei.

Quel momento d’imbarazzo terminò con l’arrivo delle ordinazioni. Draco aveva ordinato il Cacciucco, un piatto tipico livornese a cui venne fatto onore. –Amore, come ti sei sentita oggi davanti alle loro dichiarazioni- chiese ridacchiando Harry, cercando di immaginare una possibile reazione.

Hermione lo osservò un attimo –Sai Harry, sono incinta- disse tutto d’un fiato.

Il rumore delle posate cadute nel piatto ormai vuoto echeggiò nel ristorante.

–Ecco, ho avuto la stessa reazione. Il resto te lo dico a casa-

 

  
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