Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: _Alexis_    25/09/2013    2 recensioni
[...] Aveva bisogno di essere un soldato, in lui non c’era nient’altro. [...]
Lui doveva tutta la sua persona all’armata recognitiva [...]

Levi centric.
Genere: Dark, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Eren, Jaeger, Irvin, Smith
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Incompiuta, Spoiler!
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Father.
L’aveva vista sfrecciare davanti ai suoi occhi, Mikasa, dritta verso la morte.
Non aveva più pensato a nulla, si era sentito il cuore in gola. Impulsiva.
Ne bastava già uno, di morto… uno? Aveva smesso di pensare ai suoi soldati, non riusciva invece a togliersi dalla testa lo sguardo di Mikasa, quello che c’era tra quei due.
Che modo stupido di morire.
Il suo corpo aveva tremato talmente forte quando la sua gamba si piegò in maniera disumana, che aveva rischiato di assicurare la morte ad entrambi. Impulsivo.
Invece ce l’aveva fatta, con il risultato di perdere tutto quel poco che gli era rimasto: la sua carriera in qualità di soldato.
Ancora adesso, comunque, non riusciva a pentirsi di aver salvato una ragazzina… due ragazzini, da morte certa.
 
Vestire abiti civili, comunque, non era tanto male. Erano comodi, se non altro, molto comodi per un corpo piccolo e compatto come il suo.
-Erwin e i suoi uomini stanno andando per le lunghe. Di questo passo la polizia militare arriverà prima di loro.
Sorseggiò il suo tè caldo con non troppa soddisfazione. Era irritato… perché si sentiva lasciato indietro?
Non era da Erwin, si ripeteva. Ma non era abbastanza.
-Probabilmente è costipato e sta passando una brutta giornata.
Sentì Eren, che si era posizionato dall’altra parte della tavola evitandolo come la peste per tutta la giornata, soffocare una risatina.
Una di quelle risatine fin troppo spontanee per poterle trattenere, quelle di un ragazzino che non può fare a meno di ridere appena sente parlare di qualcosa che ha a che fare con la cacca.
Lo guardò incredulo.
La sua infantilità, o meglio la sua assoluta innocenza lo stupivano.
Come poteva… come poteva un ragazzo che aveva ammazzato a coltellate degli uomini, visto la propria madre divorata da un titano e sfiorato la morte più volte, mantenere tuttavia l’atteggiamento di un qualsiasi moccioso di quindici anni?
Lui stesso ogni volta che vedeva morire qualcuno si sentiva invecchiare sempre di più, sempre di più, tanto che ormai considerava la sua età nient’altro che un numero.
In testa era essiccato come un vecchio di novant’anni.
-Oggi è parecchio loquace, Capitano.
Oh, come avrebbe voluto che fosse semplicemente rimasto zitto ancora per un po’.
Come glielo spiegava che aveva dei pensieri che non voleva ascoltare. Non voleva spiegarglielo, ecco tutto.
-Che idiozia, io sono sempre loquace.
Anche quella suonava come una battuta.
Aveva sospirato pesantemente mentre fissava quella gamba che aveva ricominciato a pulsare di dolore. Si ci sarebbe abituato, prima o poi.
Comunque Eren forse avrebbe smesso di essere un ragazzino molto presto, ma Levi gli augurava di continuare a ridere alle battute sulla cacca quanto più tempo poteva.
 
Son. 
Erano quei giorni di stallo prima di una missione successiva. I giorni di preparazione, prima di entrare nella capitale, il titano femmina e tutto il resto.
Si massaggiò la fronte con il pollice e il medio, appoggiato al tavolo sul quale avevano discusso fino a poco prima. Che casino, pensava.
Evitava Erwin con studiata accuratezza, ed evitava di parlargli, quasi come si sentisse in colpa per qualcosa, o forse credeva di averlo deluso in qualche modo, bah, non era capace di capirlo neanche lui.
Erwin non era proprio la persona più adatta a confortare qualcuno, e Levi voleva in tutti i modi evitare di fargli credere che ce ne fosse il bisogno.
Non riusciva nemmeno ad abituarsi al maglioncino e ai pantaloni elastici, si sentiva un cretino.
Aveva bisogno di essere un soldato, in lui non c’era nient’altro.
Tutti lo conoscevano come l’uomo che da solo vale un esercito, una delle ultime speranze dell’armata recognitiva.
Tutti gli altri si erano fatti indubbiamente quel pensiero: se non si fossero arruolati, avrebbero potuto fare altro.
Lui doveva tutta la sua persona all’armata recognitiva, tutto quello che era diventato lo era solo ed esclusivamente per quello, per Erwin Smith.
Non c’era semplicemente una vita, al di fuori dell’esercito.
Squadra di Levi sterminata, un ferito. Mhm, meglio dire un invalido.
Ricordava perfettamente i primi tempi nella legione di recognizione.
La sua indisciplinatezza, le numerose risse che provocava. Neanche se lo ricordava più il motivo, attualmente gli sembrava nient’altro che una scempiaggine.
Non ricordava se era la prima, o la seconda, o la terza volta che Erwin lo convocava per parlargli. Lui pieno di lividi e piuttosto scomposto nella sua divisa malconcia.
Erwin era appoggiato al balcone, su di un braccio, non lo guardava ma l’aveva sicuramente sentito entrare.
Si fermò ad una certa distanza dalla scrivania.
-sai cos’è la guerra, Levi?
-certo, comandante. La vivo ogni giorno.
Vide Erwin piegare le labbra in una specie di sorriso, lo stava forse deridendo? Lo guardò poi di sottecchi, senza voltarsi troppo.
-parole pesanti.
Gli sentì impartire. Ancora non lo capiva, gli ci volle del tempo.
-Sai come combattevano una guerra i nostri antenati?
-No, capitano.
-Duravano anni, anche mezzo secolo, anche un secolo intero.
Si ammazzavano a vicenda per tutto questo tempo.
Avevano iniziato utilizzando spade, lance, frecce, torce… infilzavano, squartavano, facevano a pezzi e bruciavano chiunque.
Poi inventarono le armi da fuoco e le bombe e poi ancora degli ordigni capaci di distruggere un intero villaggio, un intero paese in pochi attimi causando effetti che si protraevano per anni.

Il giovane Levi rabbrividì e dovette tenersi fermo un braccio per evitare di sembrare una specie di spastico.
Erwin fece una pausa, avendolo notato, e gli rivolse lo sguardo per la prima volta in quella giornata.
-Non si fermavano qui, però.
In tutto questo invadevano i villaggi, li saccheggiavano e depredavano.
Facevano schiavi, erano certo i più fortunati.
Stupravano le donne… mogli, fidanzate, figlie e bambini, più di una volta.
Fino a lasciare nient’altro che la desolazione.

Si dice che poi l’apparizione di un nemico comune, sia stato capace di riunire l’intera umanità nell’intento di evitare l’estinzione.
Tu, ci credi?

Levi fece di tutto per evitare di tremare, stringendo i denti e i pugni, osservando la stanza nel suo angolo più lontano.
Passarono parecchi attimi prima che riuscisse a rispondere.
-No… signore.
-Perché ti sei unito alla legione di recognizione, allora?
Non rispose allora e non avrebbe saputo rispondere neanche in quel momento.
Quella domanda lo ossessionò per parecchio tempo, ma via via tutto aveva iniziato ad assumere un senso.
Erwin lo aveva terrorizzato come mai nessuno, lo aveva completamente svuotato.
Non fu la prima volta che gli fece un discorso di quel tipo, continuò a spaventarlo a morte per… forse un anno intero.
Lui in compenso lo evitava e non lo guardava in faccia quando non poteva fare altro e ogni notte poteva star certo di svegliarsi sudando.
Eppure presto quella paura era diventata vera e propria adrenalina, ed era per questo che aveva iniziato ad amare e apprezzare quello che faceva.
Erwin lo aveva visto crescere fisicamente e mentalmente fino a diventare quello che era.
E mai una volta aveva perso l’occasione di fargli notare il suo rispetto.
 
Riaprì gli occhi, scosso da un movimento improvviso della carrozza.
Si era addormentato appoggiato ad una parete nel bel mezzo del viaggio, quasi come si fa durante una qualsiasi gita.
Non aveva addosso ansia di alcun tipo, non era utile per quella missione.
Lentamente si mise a sedere in posizione eretta, mentre ancora la sua vista si schiariva.
-Levi…
Lo scosse ulteriormente la voce profonda del suo comandante.
-Non dimenticare il tuo posto.
Erwin non era la persona più adatta a confortare qualcuno.
Era comunque sicuramente l’unica rimasta che tanto lo rispettava prima, tanto avrebbe continuato a rispettarlo.

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finalmente ho potuto dare sfogo a qualsivoglia cretinata mi venisse in testa!!! ne avevo un disperato bisogno u.u
prima cosa, ho messo incompiuta perchè c'era una terza parte che avrei voluto mettere, su PetraxLevi, ma che ora non ho proprio voglia di scrivere e se aspetto che mi venga voglia non la pubblico più... però potrebbe venirmi prima o poi xD
è un po' una piccola riflessione che mi è venuta su quanto fosse dannatamente triste e deprimente Levi nell'ultimo episodio... purtroppo i disegnatori ci hanno regalato delle espressioni fin troppo perfette, e i doppiatori sono fottutamente bravi. (peccato davvero per tutte quelle parti che hanno aggiunto nell'episodio e che mi fanno profondamente ribrezzo, ma non è il luogo per discuterne xD)
spero di non aver esagerato...!!
enjoy :D 
   
 
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