Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: HeliaComeilvento    25/09/2013    5 recensioni
" Non ti sono indifferente."
" Non hai capito. " sorrido. "Per me non esisti. "
" No?" Mi chiede con quel sorriso sexy dipinto in faccia. Il mio cuore diventa un martello pneumatico.
"Quindi se faccio così..." La sua mano si insinua tra i miei capelli e la nostra distanza si annulla. " non senti nulla?"
"No." Mi trema la voce.
" No?Neanche se faccio così?" La mano libera scende sulla coscia destra.
Dovrei prenderlo a schiaffi e invece me ne sto immobile a fissare quei suoi occhi blu.
" E se ti bacio qui?" Le sue labbra premono sul mio collo.
Respiro a fatica.
Lascia lievi baci sul collo, sulle spalle, all'altezza del seno.
" Niente." Dico a denti stretti.
E chiunque si accorgerebbe che sto mentendo.
Si stacca da me, lasciandomi con il respiro spezzato e lo sento ridere.
" Ma guardati, Azzurra, stai tremando e il tuo cuore corre più veloce di un treno."
" Il tuo invece dov'è?" Chiedo, aspra e insolente.
Lo vedo assumere prima un'aria stranamente seria e poco dopo, il solito sorriso canzonatorio.
" Cercalo, se lo trovi te lo regalo."
Si avvicina un'altra volta.
"Non ti innamorare di me, Azzurra."
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Non credere a quelli che dicono che se ami una persona, devi lasciarla andare.
Se ami davvero una persona,impara a tenerla stretta sul tuo cuore e non la fare scappare per nessun motivo al mondo.

-Tiziana Laudani.

 





Venerdì 20.
I giorni corrono veloci come un treno e lei sembra il mare in tempesta.
Ma come si fa a dire "ti amo" a qualcuno che non si accorge neanche di quanto amore ci metti soltanto a guardarla negli occhi?
Se solo capissi che sono io.
Non lui.
Io.
Se solo capissi che l'amore non si può vedere, ma si deve soltanto sentire.
Se solo avvertissi lo stesso brivido che avverto io, ogni volta che ti avvicini a me. 

E vorrei tenerti la mano e andare al cinema insieme in una giornata calda e rincorrere le farfalle in campagna da tua madre e baciarti il collo e rubarti le caramelle più
buone mentre sei distratta.
E accendere la luce quando non riesci a dormire, per sussurrarti che sono vicino a te.
E vorrei vederti sorridere mentre andiamo a cena e costringerti ad indossare il vestito troppo sexy che ti ho comprato io e sfrecciare via con la mia macchina e sentirti 
dire che è anche la tua e guardare le rondini di giorno e le stelle di notte. E affondare le mani sui tuoi capelli morbidi e guardarti dormire per delle ore e leggere il 
giornale mentre prepari la colazione e sentire la tua mancanza quando corro a lavorare.
E vorrei assaggiare le cose che ami mangiare e scrivere dell'amore che siamo e correre insieme a te sul parco mentre fuori piove e fotografarti mentre giochi a 
ramino e arrabbiarmi con te perché non ricordi mai di mettere il tappo sul dentifricio e amarti come posso, come voglio, come sento. 
E comprarmi una camicia solo perché a te piace da morire e regalarti un anello per il tuo compleanno e presentarti a mia madre e vedere la faccia che fa mentre tu 
la saluti bella come sempre e decidere che ti amo in un caldo pomeriggio d'Agosto e dirtelo mentre sei sotto la doccia e guardare la tua strana espressione e 
convincermi che mi ami anche tu e voler vivere veramente con te e sistemare i tuoi vestiti sul mio armadio e nasconderti il golfino che più ti piace e vedere quanto sei 
bella quando impazzisci e cantare Ligabue solo per te e sentirti ridere come una matta e comprare un mazzo di fiori per S.Valentino e accendere la radio mentre ti 
annoi e ballare nel giardino mentre i vicini di casa ridono di noi e veder crescere i papaveri rossi e comprarti una cane e proteggerti dai fantasmi e farmi un tatuaggio 
col tuo nome e capire che sei la donna della mia vita e chiederti di sposarmi mentre siamo in barca e sentire il battito cardiaco aumentare e sposarti per davvero.
E vivere con te. 
E non sentire più la tua mancanza come adesso.
E non doverti più immaginare con una persona che non sono io. 
Con altre mani addosso e altri occhi addosso. 
E non morire dentro ogni volta che ti incrocio in un bar, in pizzeria, per strada.
E dirti che ti amo quando voglio.
E dirti che ti penso. 
E che mi manchi."




Sento la suoneria del mio cellulare, infiltrarsi insistentemente sui miei sogni.
Dormire è diventato quasi impossibile, ultimamente.
L'ultima volta che ho sentito mia madre, mi ha detto che andava tutto bene;
il suo bambino, è un maschietto.
Un ipotetico Travolta, con gli occhioni e il naso piccolino.
Quando ci penso mi vengono i brividi, ma mi rendo conto che sarà comunque mio fratello. 
Ho parlato anche con Thom e -rullo di tamburi- non gli ho urlato contro. 
Per almeno mezz'ora, certo.
In ogni caso, mia madre sembra amarlo,lui sembra pazzo di lei e io sono solo un intralcio per loro. 
Sono certa che a modo suo, mia madre mi ama, ma resta comunque il fatto che non sembra quasi un'altra donna, come quando guardi negli occhi una persona e hai paura di parlare, perché non la conosci, perché non rivedi più in lei, te stessa.
E come se non bastasse,i dubbi sulle frasi di Reina e le vicende delle ultime settimane, continuano a ronzarmi in testa.
E pensare che soltanto un mese fa, ero convinta che la mia vita fosse noiosa;
non che sia eccitante, intendiamoci, ma di recente ho capito che la nostra vita, non è noiosa, principalmente perché è nostra.
Siamo noi a decidere se viverla o lasciarla fare.
E questo comporta delle scelte, che possono ferire o far sorridere.
Di conseguenza, tra mancanze, fotografie vecchie, madri irriconoscibili e ragazzi decisamente scolpiti che dormono nella mia casa al mare, mi ritrovo a boccheggiare di stanchezza ogni sera, nel mio letto, dopo aver spento la luce.
E poi c'è l'amore.
Quello che sembra non arrivare mai, quello che non si fa vedere. 
A volte mi capita di passare da un bar e incrociare gli occhi di qualcuno, e allora mi vengono i brividi.
E se fosse la mia anima gemella?
Insomma, ho vissuto diciotto anni, nella ricerca dell'ipotetico principe azzurro, quello perfetto, con un sorriso stravolgente,
pieno di poesie d'amore, tutte dedicate a me ovviamente, e un mazzo di margherite che profumano anche ad un metro di distanza.
E l'ho cercato disperatamente, conservando per lui tutto l'amore di cui sono a disposizione.
E poi arriva Andrea, con quel sorriso stravagante e quegli occhi che sembra quasi che qualcuno li abbia messi lì, giusto per farmi impazzire e i miei sogni si sgretolano. 
Lo sogno, senza vestiti principalmente e sicuramente in una forma smagliante, con quei capelli neri e... l'ho già detto senza vestiti?!
Si, insomma, lo sogno, senza un apparente motivo e il principe azzurro sparisce dietro l'angolo con Cenerentola.
Forse non sono la principessa adatta, ecco tutto.
Le principesse non fanno sogni erotici su ragazzi stupidi, arroganti e con un carattere che lascia a desiderare, loro sognano di essere salvate dal bellissimo e limpido 
principe azzurro, quello che a volte somiglia tanto ad Alex.
Lui è così, è semplice e originale, a volte un po' strano, ma generalmente dolce e sensuale.
Ma non quel tipo di sensualità passionale che vedo in Andrea, lui ha una sensualità quasi profonda, che si accompagna alla poesia.
E' etereo, ecco.
E io non ho nessun drago cattivo, io non devo essere salvata da nessuno, posso farlo benissimo da sola.
Faccio un respiro profondo e stringo i denti. 
Non è vero, mi dico, non è vero che posso salvarmi da sola.
"Mh." Rispondo al cellulare, spazzando via i miei pensieri. 
"Azzurra, dormivi?"
"Sono le quattro del mattino, cosa pensi che faccio a quest'ora?"
"Mi dispiace, ma ho un problema."
Ancora?
Sbuffo, nel buio totale della mia camera e mi mordo il labbro inferiore.
"Che ha combinato questa volta?"
Non ho bisogno neanche di utilizzare il nome del fratello di Alex, perché entrambi sappiamo che quando si parla di problemi,
il colpevole è Andrea.
Lo conosco da quasi un mese e devo ancora abituarmi a lui. 
"Una festa." 



Ho legato in una coda disordinata i miei capelli e ho messo un vestito comodo. 
Vorrei poter dire che tornerò subito a casa, per continuare a dormire, ma appena entrata in casa, mi rendo conto che non sarà facile mandare via tutti.
Centinaia di ragazzine, con soltanto addosso un intimo, si dimenano frenetiche sopra il mio tavolo da pranzo, cercando di andare al ritmo con la musica che, sono sicura, ha scelto Andrea e che sembra voler tucidare il mio timpano.
Corro verso lo stereo e lo spengo, ricevendo un' occhiata truce, ma che dico? Almeno dieci occhiate truci, da tutte le donne della stanza.
" Bene." Urlo, isterica. " vi consiglio vivamente di vestirvi e scendere dal tavolo, perché tra dieci minuti mi arrabbierò."
Prendo un vestito dal pavimento e lo porgo gentilmente ad una ragazza. " E da arrabbiata sono peggio di come mi vedete adesso." sibilo, cambiando atteggiamento.
Un ragazzo mi applaude compiaciuto ma anche decisamente ubriaco e vedo tutte le donne e quei pochi maschietti approfittatori, raccogliere i propri vestiti e uscire fuori da casa mia. Non è stato troppo difficile.
Adesso, non mi resta che cercare quell'idiota e ucciderlo.
Prendo il cellulare e chiamo Alex, chiedendomi che fine abbia fatto.
" Sono a casa, dove sei?"
" Sto accompagnando a casa due ragazze ubriache." Sussurra. " Ci vorrà più del previsto, considerato che non vogliono passare guai a casa e che...continuano a vomitare." 
"Che schifo, Alex. " Sussurro, arricciando il naso. 
Sento la voce di Andrea e alzo la testa, per capire da dove proviene.
" Dal vivo è molto peggio." Scherza Alex, al telefono.
"Ci sentiamo dopo." Chiudo il cellulare e corro verso la camera di Andrea.
"Alex, sei tu?!"
Cammino silenziosa verso la sua stanza e senza neanche bussare, mi ci catapulto dentro.
La scena che mi si propone, mi lascia letteralmente senza parole.
" Azzurra." Mi saluta Andrea, forse un tantino imbarazzato.
Sopra di lui, c'è una bionda, completamente nuda e quasi in estasi; appena si accorge della mia presenza, assume l'aria afflitta, tipica delle poco di buono e scappa via, stringendosi al seno il vestitino leggero. 
"Come..." Sussurro. "Nel mio..." porto una mano nella bocca, non riuscendo a distogliere lo sguardo da... Andrea. " Non posso crederci."
"Forse è meglio che mi rivesta, prima di diventare la causa del tuo collasso." Mi riprendo dal mio stato di totale sorpresa e ci impiego un attimo a capire che Andrea, non è esattamente sobrio.
Si infila i boxer e i jeans e dopo mi sorride. 
" Razza di idiota che non sei altro, come puoi scoparti una..." gesticolo esageratamente. " una ragazza bionda sul mio letto!!"
"Anch'io l'avrei preferita mora, ma le altre volevano soltanto ballare." 
Mi avvicino a lui, dandogli uno schiaffo esagerato sulla mandibola.
"Ahio!" Mi dice, barcollando. "che ho fatto?"
" Come puoi essere così menefreghista?"
"Credo di avere la febbre." Mi dice, poi, tornando a sdraiarsi nel proprio letto.
"Dovrebbe importarmene?" 
"Sei troppo buona, per fregartene di me." Mi sibila, mentre chiude gli occhi.
Ma Andrea non ha la febbre, è soltanto ubriaco.
La rabbia comincia a lasciare il mio corpo, mentre Andrea si addormenta come un bambino, vicino a me.
Ha il viso semplice e le labbra perfette, tanto da sembrare un angelo. 
Mi alzo e vado in cucina, rendendomi conto che qualcuno, deve comunque sistemare la casa e che ucciderò Andrea quando sarà capace di spiegarmi perché l'ha fatto.
Raccolgo tutti i bicchieri lasciati sul tavolo, per terra e sul divano, lavo i pavimenti e sistemo il bagno. 
Mentre provo a togliere una macchia di birra sul divano, sento Andrea urlare il nome di suo fratello e corro da lui. 
Ha proprio ragione, sono troppo buona per fregarmene.
"Ehi." Mi avvicino.
La sua pelle scotta e piccole goccioline di sudore, scendono lungo la sua fronte, mi rendo conto soltanto adesso di quanto deve stare male. Corro a prendere del ghiaccio e glielo metto sulla fronte e sul collo.
"Mamma..." Sussurra.
"Non sono tua madre, Andrea." Dico cauta, accarezzandogli una guancia.
"Mamma, dove sei?" Continua lui.
E' chiaro che sta delirando. 
"Tua madre è a casa, Andrea, va tutto bene." 
"Perché? Non è stata colpa mia. Non è morta per colpa mia." 
"Andrea?" Lo chiamo.
"Non dovevi morire, mamma." 
"Andrea, tua madre sta bene." 
"Mamma, dove sei?" 
"Ti prego, Andrea, smettila." Sussurro, spaventata a morte. 
Continuo a mettere il ghiaccio in tutto il corpo e dopo aver imbevuto una tovaglia di alcol, la appoggio delicatamente sulla sua fronte, ma il suo stato non migliora,prendo il cellulare dalla tasca e compongo il numero dell'ambulanza.




La vita è un continuo prendere e lasciare.
Un continuo rigirarsi nel proprio letto, sperando che cambino le cose.
E poi vederle cambiare da sole, o non vederle cambiare mai.
Ho sempre saputo di essere un po' come la macchia d'olio in un vestito bianco.
Da piccola desideravo soltanto crescere, prendevo le cose come venivano, perché tanto di li a poco, sarei cresciuta.
Ero convinta che si cominciasse a vivere dopo.
Volevo trovare subito l'amore della mia vita, per conservarlo da qualche parte, e uscirlo fuori, una volta diventata bella e grande.
Perché ero convinta che se in quel momento non mi sentivo speciale, una volta cresciuta, lo sarei stata.
Quasi tutti i bambini hanno questa presunzione di sentirsi gli unici.
Ed è terribilmente bello, sentire un bambino che dice che lui vale tanto, che sa giocare bene a nascondino o che corre veloce come una gazzella. 
E che non importa se una volta cade o se non riesce mai a vincere a nascondino, lui è comunque il migliore.
E' bello poter  vedere come, in un essere così innocente, ci sia così forza di volontà e sicurezza.
Io non ero così, da piccola avevo sempre paura di sbagliare.
Quando correvo, avevo paura di cadere.
Se cantavo, temevo di stonare.
Quando ero sopra l'altalena, mi tenevo forte, perché ero terrorizzata dall'idea di scivolare.
Sono sempre stata così, io.
Non riesco mai a buttarmi a capofitto nella vita, perché sono terrorizzata dalle conseguenze, e così anche in amore.
Come quando ero piccola, vorrei conservare qualcuno, per poterlo uscire fuori, soltanto quando diventerò speciale.
A cinque anni, inoltre, ero perdutamente innamorata di un bambino che si faceva chiamare Enni, era piccolo e con gli occhi di un blu disarmante. 
Enni era un bambino precoce, simpatico e brillante. 
Mi ero infatuata di lui, quando, per la prima volta, lo avevo visto entrare a scuola, con i capelli spettinati e uno zainetto di Dragon Ball, che portava quasi sempre in una sola spalla. Lui era esattamente il mio opposto e si sentiva il più forte, il più bravo, il più simpatico.
Sembrava l'amore perfetto, io non facevo altro che scappare via dalle situazioni, lui invece ci si buttava a capofitto, senza alcun timore.
Mi era capitato di guardare uno di quei film che adesso amo tanto e allora avevo preso in considerazione che da grande, sarebbe stato Ennie, il mio vero amore.
Ci saremmo sposati al mare e il mio, sarebbe stato il più bel vestitino rosa al mondo e il più bel marito dell'universo.
L'avrei conservato da qualche parte, ci avrei messo un bel segnalibro, per ritrovarlo a diciotto anni e vivere insieme a lui.
Soltanto adesso, a distanza di anni, mi rendo conto di quanto già a cinque anni, fossi innamorata dell'amore.
Mi piacerebbe incontrare quel bambino, ormai uomo. 
Anche soltanto per sapere se si ricorda di me.




Spazio autore.
Chiedo umilmente perdono.
E' cominciata la scuola e sono abbastanza incasinata.
Ad ogni modo, spero che questo capitolo vi sia piaciuto.
Abbiamo scoperto del primo "amore" di Azzurra e penso davvero che sia una cosa tenerissima.
Andrea, ne ha combinata un'altra delle sue ma adesso c'è qualcosa di più, considerato che Azzurra ha chiamato i soccorsi, spaventata della sua situazione.
Cosa alquanto strana, Andrea, mentre delirava, parlava di sua madre, dicendo che è morta.
Ma sua madre è ancora viva.
Semplice delirio o c'è qualcosa sotto?
Abbiamo visto, inoltre, una nuova pagina di diario.
Mentre la scrivevo, avevo le lacrime agli occhi, spero che piaccia anche a voi.
Piano piano, capirete tutto.
Recensite e grazie per chi lo ha fatto in precedenza.
Un abbraccio!!!
  
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: HeliaComeilvento