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Autore: sundayrose    25/09/2013    2 recensioni
Hermione muore in un incidente d'auto.
Draco, suo marito, non si rassegna. Si uccide e cerca di trovarla nel regno dei morti.
Ma la morte per suicidio non lo porta nello stesso luogo dove si trova sua moglie.
Draco dovrà affrontare un lungo viaggio, fatto di prove da superare e paure da affrontare, per poter finalmente raggiungere il suo amore.
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Oltre la morte'
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Di nuovo insieme

 

Non poteva crederci di averla di nuovo tra le braccia, di poter sentire finalmente la consistenza della sua pelle sotto le dita e il peso dei suoi capelli sulle spalle.
La sua bocca anelava quella di lei, bramosa di poter finalmente baciare quelle labbra morbide, confondendo il loro respiro in un unico, intenso vortice di passione.
Draco teneva stretta Hermione con la disperazione e il desiderio di un amante troppo a lungo tenuto lontano dalla sua compagna.
Nel suo intimo, sconsiderato istante di follia blaterava frasi senza senso, inducendo sua moglie a guardarlo, persuadendola a tenersi stretta a lui, ammonendola di non osare lasciarlo.
L’oblio prezioso dei sensi che era quel mare in tempesta rendeva tutto più vivido seppur più ovattato. Draco aveva la netta sensazione che il suo cervello a volte si staccasse, rendendo vane le sue capacità di ragionare, mentre rimanevano vivide le sue percezioni sensoriali.
Per questo non si sorprese delle reazioni che il suo corpo aveva nei confronti della sua donna. Reazioni che lo facevano sentire più vivo che mai e che lo spingevano a cercare un contatto più profondo, più intimo.
- Hermione -
Il suo tono sembrava una preghiera, una supplica rivolta al cielo, rivolta a lei affinché non lo lasciasse mai più.
- Ti prego, stringimi. Non lasciarmi!-
Lei non parlava, si limitava ad accarezzarlo e a protendere la sua bocca verso quella di lui.
- Draco!-
Il fatto che il suono di quella voce fosse venuto da molto lontano e che l’Hermione fra le sue braccia non avesse mosso le labbra non lo insospettì minimamente.
- Sono qui, tesoro. Sono qui – Rispose lui, accarezzandole il viso prima di baciarla con passione.
- DRACO!-
Una parte del suo cervello memorizzò che lo stavano chiamando. La voce era stridula e sembrava disperata, ma la dolce sensazione che stava vivendo lo persuase ad ignorarla.
- Draco, ti prego, guardami!-
Involontariamente voltò la testa verso quel suono, attirato non tanto dal tono angosciato e supplichevole, quanto dalla somiglianza strabiliante che quella voce aveva con quella di Hermione.
Ma non era possibile. Hermione era lì. Hermione era tra le sue braccia.
Puntò gli occhi su una striscia di scogli lontana un centinaio di metri da lui. Su di essi si stagliavano tre persone (tre anime, in verità) che cercavano in tutti i modi di attirare la sua attenzione chiamando il suo nome.
Che volessero indurlo con l’inganno ad avvicinarsi per poterlo scacciare da quel girone?
No, non doveva farsi imbrogliare, non doveva cedere all’inganno. Ora che aveva trovato Hermione non aveva nessuna intenzione di lasciarla andare.
- Draco, guardami, ti prego! Sono io Hermione. Sono io, non lei!-
Quella voce si insinuava nella sua mente come un fastidioso ronzio e vi faceva nascere domande e dubbi.
Ma no, non doveva arrendersi ad essa. Era solo un maledetto trucco di quelle anime malvagie e senza scrupoli, che lo avrebbero buttato nel Regno di Lucifero non appena avessero messo le mani su di lui.
Tutto quello che voleva, tutto quello che desiderava e per cui aveva compiuto tanto era fra le sue braccia, il fatto che potessero fargli credere che non fosse lei era davvero ridicolo.
- Ci siamo sposati il ventidue Giugno, subito dopo i M.A.G.O. . Non volevamo aspettare e siamo andati contro tutti quelli che dicevano che il nostro matrimonio non avrebbe funzionato. Ma siamo stati insieme per tre anni e sono stati i tre anni più belli della mia vita -
Come facevano a sapere tutte quelle cose? Che potessero leggergli nella mente?
- Mi ricordo ancora il nostro primo bacio. E’ stato subito dopo la guerra. Io ero venuta a cercarti, tra le macerie di Hogwarts, sperando che stessi bene e che non ti fosse capitato niente. Sapevo che non avresti voluto che succedesse tutto quello, l’avevo visto nei tuoi occhi disgustati e terrorizzati. Poi, però, avevo saputo che te ne eri andato insieme ai tuoi genitori e per un momento ho pensato che non ti avrei più rivisto e che in realtà non ti importasse niente della guerra che stavamo combattendo, né di me. Ma poi ti ho visto girovagare tra le macerie e i calcinacci della Sala Grande, cercando chissà cosa, chissà chi; e io sono rimasta a guardarti per molto tempo, intimamente felice che tu stessi bene e che fossi ritornato. Quando i nostri occhi si sono incrociati ho capito subito che avevi appena trovato quello che stavi cercando, l’ho capito dall’espressione di sollievo che si era fatta strada sul tuo volto e del tuo passo mosso inconsapevolmente verso di me, prima di renderti conto di trovarti in un posto pieno di gente che non avrebbe capito il gesto che stavi per fare. Così decisi di facilitarti un po’ il compito dirigendomi su per quella che un tempo era una maestosa scalinata di marmo. Lo feci anche per accertarmi che le mie sensazioni fossero esatte e non solo una visione distorta della mia perfida mente. Ma tu mi hai seguita e, quando io mi sono nascosta in un corridoio con le pareti ormai crollate, tu non hai esitato nemmeno un attimo prima di abbracciarmi, come se fosse normale, come se non avessimo passato gli ultimi sette anni ad insultarci a vicenda. -
Draco rimase attonito da quelle parole e, per un attimo, il dubbio si insinuò in lui come fumo tra le crepe di un muro.
Per la prima volta da quando si era tuffato, guardò attentamente la donna che stringeva tra le sue braccia e per poco non ebbe uno shock.
Quella non era Hermione. Non era lei che si protendeva con le sue labbra carnose e che si avvinghiava con le unghie alla sua spalla.
Non era lei la donna che aveva baciato negli ultimi minuti.
Non era lei quella a cui aveva sussurrato dolci parole d’amore.
Improvvisamente voltò la testa verso la scogliera e, come se la vista gli si fosse schiarita di colpo, riconobbe immediatamente la figura di sua moglie stagliarsi contro il cielo denso di nubi.
- Hermione!-
Il suo urlo fu come un raggio di sole che schiarì all’improvviso il viso di lei. Draco la vide inginocchiarsi sulle rocce appuntite e tendere a lui la mano affinché la raggiungesse, affinché la afferrasse e la stringesse per non lasciarla mai più.
Il contatto dei loro palmi scatenò in loro un vortice di emozioni talmente intense da destabilizzarli. Erano lì, finalmente. Di nuovo uniti, di nuovo insieme e tutto quello che entrambi avevano sopportato fino a quel momento non valeva niente, niente se li aveva portati a riunirsi ancora. E l’avrebbero fatto altre mille e mille volte se questo voleva dire poter stare insieme per sempre.
Le loro bocche si unirono in un bacio dolce e passionale ancor prima che Draco fu issato completamente sulle rocce. Non potevano più aspettare e ora, in quel momento, la cosa più importante era accertarsi, rendersi conto di non star accarezzando un sogno, di non star baciando una visione, ma di stringere, annusare, assaporare davvero la pelle dell’altro, il corpo dell’altro.
- Amore mio, amore mio – Draco non smetteva di ripeterlo tra un bacio e l’altro, soffiandole sul viso, sulle labbra, tra i capelli tutto quello che si era tenuto dentro per tanto tempo.
- Perdonami. Perdonami! Credevo fossi tu! Non avrei mai, mai…-
- Schtt… Non dire niente, non importa –
Si erano cercati per tanto tempo, avevano attraversato l’Inferno pur di ritrovarsi, come si dice nelle poesie o nei modi di dire un po’ sdolcinati, ma loro lo avevano fatto davvero, il loro amore era andato davvero oltre tutto.
- Non per fare la guastafeste – La voce di Greta emerse fastidiosa e inopportuna in quel momento di estasi idilliaca.
- Non ora, Greta – La interruppe Draco, tornando ad occuparsi delle grazie di sua moglie.
- Vorrei tanto rimandare ad un altro momento ma… -
- Cosa?- La fulminò lui.
- Credo che le anime dell’Oceano non siano tanto contente che ne abbiamo sottratto due proprio sotto il loro naso –
Draco ed Hermione girarono la testa di scatto verso il mare in tempesta. Un’orda di corpi si stava riversando verso di loro come una diga che aveva appena rotto i suoi argini.
Non si erano resi conto che quell’Oceano ospitasse tante anime o, forse, tutti gli spiriti dell’Inferno si erano riuniti per punirli del loro oltraggioso gesto.
Paralizzati dall’orrore, i quattro ragazzi rimasero a fissare attoniti quello spettacolo terrificante per un tempo indecifrabile. Fu Jace a riscuoterli tutti, incitandoli a correre per scampare alla furia dell’Inferno.
Le rocce della scogliera erano bagnate e scivolose e ferivano i loro piedi nudi come schegge di vetro. Molte volte inciamparono e caddero sulla rude pietra, rischiando di precipitare tra le onde.
La loro corsa sembrava senza speranza: non potevano tornare indietro perché avrebbero trovato solo il Deserto con le sue anime ingorde ad accoglierli, mentre il punto in cui si stavano dirigendo non presentava altro che il Monte Talio da cui era scesa Hermione e su cui, di certo, non erano i benvenuti.
- Dove stiamo andando?- Chiese Draco con il fiato corto mentre stringeva convulsamente la mano di sua moglie, forse temendo che avrebbe potuto perderla di nuovo se solo si fosse separato da lei.
- Dobbiamo raggiungere la base del Monte Talio – Rispose Jace sicuro.
- Cosa? Sei impazzito? Ci porterai nella tana del lupo –
- Fidatevi di me. C’è un’apertura tra le rocce, dobbiamo solo attraversarla prima che le anime ci raggiungano, poi saremo liberi –
- Come fai a sapere tutte queste cose ? – La voce di Hermione era appena percepibile tra gli ansiti della corsa e i rumori del mare in tempesta.
- Ho visto parecchie volte anime scampare alla furia di altre nascondendosi tra quelle rocce. Non so cosa ci sia al di là, ma mi sono reso conto che, una volta sparite, le anime dell’Oceano interrompevano il loro inseguimento. A quanto pare loro non possono varcare quella soglia –
- Bene, allora affrettiamoci a raggiungerle, perché non so voi ma io non ho affrontato tutto questo per finire i miei giorni (metaforicamente parlando) in un oceano lussurioso dove non riesco a distinguere neppure quale sia mia moglie –
- Nessuno lo vuole, Draco – Rispose Greta piccata.
- Risparmiate il fiato e correte, le anime ci stanno raggiungendo!-
Draco voltò la testa indietro a guardare. In effetti molte anime avevano raggiunto le rocce della scogliera e si stavano issando su di esse per continuare il loro inseguimento. Strinse allora molto più forte la mano di Hermione e la trascinò via, più veloce di quanto credesse potessero correre le sue gambe.
Mancavano ancora pochi metri. Poteva vedere anche da quella distanza la rientranza tra i muri di pietra che formavano la base del Monte Talio.
Mancavano pochi metri per la salvezza, pochi metri perché tutti i suoi gesti non fossero stati vani.
Poi all’improvviso qualcosa accadde, anche se in un primo momento non capì bene cosa. Sentì solo la mano di Hermione scivolare via dalla sua con uno strappo. Draco si girò a guardare e la vide distesa sulle rocce, mentre un’anima più forte e più determinata di lei l’aveva afferrata per la caviglia e la trascinava inesorabilmente verso le onde.
- No!-
Draco si lanciò verso di lei nello stesso momento in cui altre mani lo agguantarono per le spalle. Il contraccolpo lo fece sbalzare all’indietro, cadendo sulle rocce e ferendosi gravemente ad un fianco.
- Draco! – Hermione cercava di divincolarsi, ma la stretta sulla caviglia era ferrea e si ferì profondamente i palmi nel tentativo di aggrapparsi alle rocce. Guardava con disperazione suo marito che nel frattempo era trattenuto da altre tre anime e non riusciva in alcun modo a liberarsi di loro.
I piedi di Hermione toccavano già l’acqua quando una figura velocissima balzò su di lei. Non capì cosa fosse fino a quando non venne issata di nuovo all’asciutto, con il piede finalmente libero.
- Greta, Draco…-
- Se ne sta occupando Jace – Le disse Greta aiutandola a rimettersi in piedi.
Hermione voltò lo sguardo nel punto in cui prima stava suo marito, dove ora c’era un abilissimo Jace che allontanava a suon di colpi di karaté tutte le anime che riusciva a raggiungere.
- Correte! Io li tengo lontani – Gridò lui mentre assestava un calcio ben piazzato allo stomaco di un’anima che tentava di avvicinarsi a Greta.
Draco, finalmente libero, afferrò di nuovo la mano di Hermione e corse in direzione dell’apertura tra le rocce in cui si stavano dirigendo poco prima.
Greta girava continuamente la testa indietro per accertarsi che Jace non fosse in pericolo, ma quando lo vide correre di nuovo verso di loro si tranquillizzò e pensò solo a raggiungere velocemente la destinazione.
Il luogo verso cui si stavano dirigendo non era altro che un piccolo spazio tra due muri di roccia sovrapposti. Draco, Hermione, Greta e Jace dovettero passarci uno per volta strisciando cautamente tra le pareti di pietra scura talmente strette e anguste da far mancar loro il respiro.
- Sei sicuro che questo posto non ci porti in un altro girone ancora peggiore di quello che ci siamo lasciati alle spalle?- Chiese Draco mentre guardava dubbioso la stretta rientranza attraverso il quale stavano passando.
- No, non sono sicuro. Ma l’alternativa era finire i nostri giorni tra quelle anime invasate, rischiando di diventare presto come loro –
- Spero solo che abbia una via d’uscita e che il fatto che le anime dell’Oceano smettano di inseguirci non sia perché siamo in trappola – Disse Greta con una punta di preoccupazione nella voce.
- Non credo, non ho mai visto nessuno uscire di qui – Rispose Jace.
- Questo non è incoraggiante – Ribattè Draco.
- Smettetela di battibeccare e guardate! – Fece Hermione indicando un punto in lontananza.
Tre teste si girarono all’unisono nella direzione in cui penetrava una striscia di luce sottile come un filo.
Con gli occhi puntati verso quella nuova piccola scintilla di speranza, tutti e quattro si diressero senza indugi nella direzione indicata dalla scia di luce.
Le pareti graffiavano loro il petto e le spalle tanto erano strette, ma a nessuno di loro importava.
L’uscita si rivelò più lontana del previsto, ma una volta raggiunta i quattro ragazzi non riuscirono a non rimanere a bocca aperta.
Si trovavano sulle sponde di un placido e tranquillo fiume di un tenue colore rosa. File e file di salici piangenti dello stesso colore costeggiavano entrambe le sponde sfiorando con i loro rami e con le loro foglie l’acqua che gli scorreva sotto. In lontananza una porta di legno bianca si stagliava contro il cielo dorato e, attraverso di essa, come se ne fosse la foce, il fiume passava e proseguiva verso una meta ignota.
- Ma… è meraviglioso! – Hermione si portò una mano alla bocca mentre i suoi occhi affamati scrutavano ogni angolo di quel posto magnifico.
- Questo è il paradiso! – Disse Greta con la stessa espressione meravigliata.
- Non credo – Disse Jace con un mezzo sorriso sulle labbra – Ma ci siamo molto vicini –

 

NOTE DELL’AUTRICE:

Salve lettori. Mi prostro ai vostri piedi e mi scuso ancora per il mio ignobile ritardo.
Non voglio annoiarvi con i motivi per cui sono stata tanto lontana, confido nella vostra gentilezza e spero che non mi abbiate mandato definitivamente a quel paese.
Detto questo, spero comunque che il capitolo vi sia piaciuto. Ormai siamo arrivati alla fine della storia, il prossimo capitolo sarà l’ultimo.
Un po’ mi dispiace ma, sinceramente, non vedo l’ora di dare il via al sequel di questa storia. Perché si, ci sarà un sequel.
Come sempre vi ricordo di visitare anche la mia pagina facebook Sundayrose Efp.
Un abbraccio a tutti quelli che leggeranno e commenteranno.
Baci.
Sundayrose

  
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