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Autore: Prince Lev Swann    25/09/2013    3 recensioni
In questa fanfic narrò le giornate di Sora, Riku e Kairi alle Isole del Destino.
Genere: Fantasy, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kairi, Riku, Sora, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto, Kingdom Hearts
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Era l’ora del tramonto e Sora e Riku giocavano agli spadaccini sulla spiaggia dell’isola principale. 

- Ho vinto io stavolta! - esultò Sora quando Riku cadde a terra, sfinito. Si alzò reggendosi alla spada di legno conficcata nella sabbia e rispose: - Solo perché sono stanco. Stamattina ho lavorato con papà -.

- Davvero? E perché? - chiese Sora.

- Perché oggi è la giornata dedicata a padre e figlio -.

Sora si strofinò leggermente il mento. - E precisamente che lavoro? -

- Tagliare la legna, lo sai! Tu non sei andato a lavoro con il tuo papà? -

- No… Mio padre non mi farebbe andare a lavoro con lui, sono troppo piccolo per pescare -.

- Ma dov’è che lavora? -

Sora indicò un punto in mezzo al mare dove l’acqua era molto alta. In effetti c’era un peschereccio. Era una bella barca abbastanza grande, sulla cui superfice bianca vi era disegnata una sirena sopra uno scoglio. Era molto graziosa, la coda era verde e i capelli di un rosso splendente.

- E quel disegno chi l’ha fatto? - chiese Riku.

- Mia mamma - rispose Sora. - È molto brava e le piacciono le sirene -.

- Ora che facciamo? - chiese Riku.

- Mmm… Potremmo chiamare la bambina nuova, Kairi! - propose Sora.

- Non credo sia una buona idea - commentò Riku.

- Perché? -

- Perché non è ancora abituata. Si sta ambientando e forse non ha voglia di giocare…

- Dov’è ora, comunque? -

- È stata adottata da quella signora che ci lancia le caramelle. Lei e suo marito hanno sempre voluto un figlio o una figlia, ma non possono averne una loro, così mi ha detto mamma. Quando il sindaco ha cercato qualcuno per adottarla si sono presentati subito - raccontò Sora.

- La casa di fronte alla mia… E lei non ricorda nulla del suo passato? La sua vera famiglia e tutto il resto? - chiese Riku.

Sora scosse il capo.

- Ma allora come fanno a sapere qual è il suo nome? -

- Quando l’hanno trovata sulla spiaggia non ricordava niente. Il nome era ricamato sul vestito. Mamma pensa che sia una sirena! -

- Non lo pensa davvero - disse Riku, secco.

- Invece sì! Non c’è altro motivo, comunque. Qui ci sono solo le Isole del Destino. Quindi può provenire solo dal mare -.

- Sora, non devi credere a tutto quello che ti dicono, come la faccenda di Babbo Natale… -

- Ehi! Adesso quello che c’entra? – disse Sora irato, - Da dove altro può provenire allora? – chiese infine.

Riku esitò un momento.

- Be’, ultimamente ci sono parecchi… fenomeni strani – rispose.

- Cosa intendi dire? – domandò il più piccolo.

- L’hai sentito anche tu quel suono ieri in quel posto… -

- Pensavo che avessimo chiarito fosse solo il vento… -

Riku lo ignorò.

- …e anche tu hai visto quella porta… -

- Ma è chiusa, non c’è niente dietro… -

- …e quei visitatori tempo fa – concluse il più grande.

Sora rimase in silenzio per un po’, strofinandosi il piccolo mento.

- Non so che dire riguardo a quei due… non me li ricordo neanche bene! E comunque tu non mi vuoi dire che ti ha detto il maschio! –

- Perché è un segreto, devo mantenere la promessa… ma se ci arrivi da solo, io non romperò nessuna promessa e tu capirai! –

Sora rimase in silenzio, con la testa in giù e battendo i piedi, riflettendo.

- Eh dai… - lo incoraggiò Riku, - è ovvio che né Kairi e né quei due possano provenire da questo mondo… -

Sora fece un verso stupito.

- Tu credi davvero che… che esistano altri mondi? –

- Finalmente ci sei arrivato! – urlò Riku.

- E come credi siano arrivati fin qui? –

- Non lo so. È questo che voglio scoprire. Forse Kairi può aiutarci a scopr…- ma Riku fu interrotto da una voce nuova, di bambina.

- Ciao – si sentirono salutare da Kairi.

La bambina li aveva appena raggiunti. Si fermò, con le mani dietro la schiena, evidentemente tenendo qualcosa. Aveva capelli rossi e non molto lunghi, e un nuovo vestitino bianco e rosa. Portava ancora la collana a forma di conchiglia.

- Ciao… - ricambiò il saluto Sora, arrossendo violentemente e strofinandosi il collo per l’imbarazzo. L’amico si fece più coraggio.

- Ciao - disse. – Ehm… Allora come va? Ti piacciono le isole? –

Kairi sorrise.

- Oh sì, mi piace molto questo posto! Solo che mi piacerebbe vedere anche l’altra più piccola… -

- Quella è l’isola dove andiamo sempre a giocare! – sbottò Sora.

- Sì, Milly me l’ha detto – rivelò Kairi. – La mia mamma adottiva - aggiunse, quando i due amici la guardarono cercando spiegazioni.

- Ah, sì. Quindi ti piace la nuova famiglia? – chiese Riku, ma un attimo dopo sembrò pentirsi di averlo chiesto.
Kairi, comunque, non parve minimamente turbata dall’argomento.

- Oh, sì! Sono molto gentili. Mi hanno detto di provare a… a fare amicizia -.

- Be’, noi possiamo essere amici tuoi! – esclamò Sora, allegro.

- Davvero? – disse lei sorridendo.

- Stai scherzando? Certo che saremo amici! – intervenne Riku.

- Bene! – esclamò Kairi con gioia. – Vi ho portato dei fiori! – esclamò entusiasta, porgendo loro un mazzo di margherite.

- Mi piace coglierli… - spiegò.

Sora li prese e i due la ringraziarono, poi arrivò il papà di Sora, un uomo non molto alto, magro e dai capelli castani e lunghi fino alle spalle.

- Ehi, ciao ragazzi. – disse tranquillo, facendo un cenno con la mano. - Fareste meglio a entrare, si sta facendo tardi… - continuò, entrando in casa e chiudendo la porta.

I tre rimasero in silenzio per un po’, sorridendo, poi Sora, che ora si sentiva più a suo agio, continuò:

- Allora che ne dici se doman… - ma fu interrotto dalla dolce voce di sua madre, provenire dalla casa più vicina, che lo chiamava: - Sora! Vieni a casa, la cena è pronta! –

- Ah, questa è mia mamma. Mi sa proprio che devo andare – spiegò.

- Non fa niente, tanto devo andare anch’io… - spiegò Riku.

- E anch’io. Dovrei esser già tornata a casa… - ammise Kairi. – Cha stavi dicendo, Sora? – chiese.

- Oh, se domani vuoi venire con noi all’isola a fare colazione insieme. Non devi portare niente… Alle otto e mezza qui, ci accompagna mio papà in barca, se vuoi ovviamente… -

- Certo che voglio! A domani allora! –

I tre raggiunsero le rispettive case, felici. Kairi era loro amica.

   
 
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