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Autore: reggina    25/09/2013    3 recensioni
Olga, Tatiana, Maria, Anastasia e Aleksej.. Quattro granduchesse e uno zarevic ma prima di tutto quattro ragazze e un bambino semplici che hanno sognato, hanno patito, hanno palpitato alle prese con i loro primi amori...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Periodo Zarista
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Si è sposato. Ironia della sorte ha portato all'altare un'altra, un'altra Olga.

Olga Kleinmichel è una sposa radiosa oggi.

Lei, Olga Nikolaevna Romanova siede fiera nella cattedrale di Sant'Isacco e, coraggiosamente, ricaccia indietro le lacrime e sorride. Sorride e si immagina al fianco di Pavel.

La figura di Pavel Voronov è imponente e massiccia nell'altera divisa da comandante; la barba nera mette in risalto il naso aquilino del giovane sposo: ha ventisette anni, nove in più di Olga Nikolaevna, eppure sembra così vecchio oggi.

Piange in silenzio. Piange assieme alla sua bella e irraggiungibile granduchessa.

Come sono lontani i giorni felici, fatti di balli e di feste sullo Standard; Pavel lo aveva scordato di essere il comandante dello yatch imperiale quando il sorriso timido e gli occhi azzurri di Olga lo avevano incantato per la prima volta nel 1913, l'anno delle celebrazioni per i trecento anni della dinastia Romanov. La famiglia imperiale festeggiava il compleanno di Olga.

"Posso avere il piacere di ballare la quadriglia insieme a lei, Altezza?"

La giovanissima Olga, così bella nella purezza dei suoi diciassette anni, era arrossita e aveva chinato lo sguardo intimidita. Pavel era rimasto sconcertato da quella reazione: aveva forse, involontariamente, offeso la figlia dello zar?

"Perdonatemi non volevo essere scortese!"

"Oh no, no. Solo preferirei mi chiamaste semplicemente Olga...Mama e papa cercano di farci entrare in testa che certe formalità sono indispensabili ma qui, sulla nostra nave, non c'è nessun cerimoniale a cui io e le mie sorelle dobbiamo stare attente..."

Odiava e si imbarazzava quando la chiamavano Sua Altezza Imperiale la Granducessa Olga Nikolaevna Romanov.

Troppo lungo, troppo ridondante. Soffocante per un animo semplice e sensibile come il suo.

Lo odia anche adesso quel titolo. Quel titolo che si è frapposto tra lei e Pavel.

Lei è una granduchessa, lui un semplice comandante: la vita ha piani diversi per loro. Mama glielo ha fatto capire in maniera sottile e delicata ma decisa.

Sposerà un principe, sarà regina un giorno. Forse regina di Romania: papa vede di buon occhio un matrimonio con Carol.

Al solo pensiero Olga si raggomitola nel suo posto, accanto a Tatiana, mentre la funzione prosegue.

Lasciare la Russia, vivere da esiliata in una terra sconosciuta e straniera, lontana dai suoi affetti e dalla sua gente? Mai!

"Sono una ragazza russa e sposerò un giovane russo. Non potrei mai ammogliarmi con qualcuno che non appartenga alla chiesa ortodossa!"

Ha ribadito il concetto a Monsieur Gilliard pochi giorni fa. Mama e papa sanno e accettano.

"Non permetterò mai che una delle mie figlie si sposi senza amore!"

Alix è stata chiara e categorica. Lei ha lottato per il suo amore per Nicky e non permetterà di fare delle figlie delle pedine per strategiche alleanze.

E allora perché?

Perché Mama ha soffocato sul nascere l'innocente flirt nato sullo Standard? Perché le risate innocenti di Olga e Pavel l'hanno preoccupata? Perché si è fatta inquieta quando si è accorta che Pavel ricambiava i sentimenti di sua figlia?

Meglio separarli in fretta, evitare pettegolezzi e scandali: c'è la figlia della contessa Kleinmaichel a spezzare i sogni di Olga, a strapparla bruscamente dalle sue fantasie d'amore.

Lei si è presa Pavel, con il tacito beneplacito di tutti, anche delle loro Maestà. Non si amano ma c'è tanta tenerezza tra loro: Olga può vederlo mentre i suoi perché si fanno sempre più penosi.

Perché lei non può essere come la zia Olga Alexandrovna? Papà le ha concesso di ottenere il divorzio dallo zio Pietro, sposerà un colonnello, il suo "plebeo".

A volte invidia sua cugina Irina, la figlia di zia Xenia, lei si è innamorata del suo Felix che aveva undici anni e presto lo sposerà. A volte invidia qualsiasi ragazza russa libera di poter scegliere.

Olga non ha potuto farlo. Deve essere una granduchessa prima di tutto.

Il prete va avanti nelle celebrazioni: due copricapi sono posti sulla testa degli sposi, vengono incoronati.

Pavel e l'altra Olga sono ora marito e moglie.

Lo zar e la sua famiglia sfilano per congratularsi con lui. Olga resta in disparte, per ultima per rifuggire, fino all'ultimo, quel momento.

Questo è un addio. Lo sanno entrambi.

Al comandante Pavel Voronov verranno concessi due mesi di congedo, lui e la granduchessa si vedranno ancora, di rado.

Olga si avvicina, allunga la sua mano delicata a stringere quella calda e forte del suo amato mancato. Gli occhi brillano di una malinconia e di una tristezza viscerale che rendono la sua bellezza ancora più intensa.

"Vi auguro che il Signore possa concedervi tutta la felicità che meritate!"

Riesce a dire con voce ferma. Il cuore di Pavel è attraversato da una fitta di dolore: l'ha persa per sempre.

Olga ritira la mano, china la testa come quel giorno di novembre sullo Standard e corre fuori dalla cattedrale.

Scappa da Pavel, dal destino, dal suo mondo di fantasie crollate per sempre.

   
 
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