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Autore: Hetaliame    26/09/2013    3 recensioni
Può la vita di una ragazza cambiare radicalmente... per colpa di un ombrello?
dal capitolo 1:
Non so neanche quanto tempo passa, ma continuo a piangere.
All'improvviso non sento più la pioggia sopra alla mia testa.
“Vattene via! Lasciami in pace!” urlo allo sconosciuto.
“Non fare la bambina. Così ti prenderai la febbre”
Era una voce pacata, calma e calorosa.
“Non me ne frega niente! Ora LASCIAMI IN PACE!” urlo ancora.
Lo sconosciuto poggia l’ombrello di fianco a me, e sorride. Sento che sorride. Sento il suo sorriso irradiarmi l’anima di gioia. Sorrido, ma copro il volto con le mani per non darlo a vedere.
Dopo un po' di tempo che non sento la pioggia battermi addosso, sollevo la mia testa dalle braccia e non vedo più lo sconosciuto, ma vedo che l'ombrello è ancora sopra la mia testa.
“Stupido....”
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: 2p!Hetalia, Altri, Bielorussia/Natalia Arlovskaya, Liechtenstein, Lituania/Toris Lorinaitis
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1: Umbrella

“Non stai mai con me! Eppure siamo fidanzati!”
“Chi, noi due!? Ma non diciamo cavolate Nat, lo faccio con tutte le ragazze che vedo”
“Ma... Io mi ero illusa che potesse funzionare!”
“Con una come te non funzionerebbe mai...”
“Cosa intendi dire?!” faccio io, il cuore che sta andando in mille pezzi sotto le sue parole, fredde e taglienti come lame affilate.
“Intendo dire che nessuno ti vorrebbe! Chi ti vorrebbe come ragazza!? Di sicuro non il tuo dolce fratellone!”
“Ma come ti permetti di dirmi certe cose?!”
“Guarda, ti do un consiglio: Trovati qualcuno, finché sei in tempo.”
Sento una rabbia ceca salirmi insieme ad un infinità di tristezza.
Lo guardo con gli occhi pieni di lacrime e gli tiro uno schiaffo in faccia.
Lui rimane sorpreso per un secondo, ma subito dopo si mette a ridere e mi dice ancora una volta: “Pensi che questo potrebbe farmi ripensare a tutto quello che ti ho appena detto? Bè, ti sbagli di grosso, piccola illusa! Anzi, te lo ripeto: TUO FRATELLO NON TI VUOLE! NESSUNO TI VUOLE!”
Io rimango un momento in piedi al centro del corridoio, piangendo. Non voglio dargli la soddisfazione di vedermi in questo stato. Comincio a correre.
Esco e continuo a correre nel parco della scuola.
Piove a dirotto fuori.

Mi fermo un attimo, guardo il cielo e urlo piena di rabbia. Ma dalla mia bocca non esce alcun suono.
Ricomincio a correre, poi vedo una panchina e lì mi fermo, mi siedo e mentre ripenso a tutti i momenti trascorsi insieme a quello stronzo, le mie lacrime mi bagnano il viso mescolate alla pioggia.
Stò li piangere, rannicchiata con la testa tra le braccia, non me ne frega niente se qualcuno mi vede.
Non so neanche quanto tempo passa, ma continuo a piangere.
All'improvviso non sento più la pioggia sopra alla mia testa.
“Vattene via! Lasciami in pace!” urlo allo sconosciuto.
“Non fare la bambina. Così ti prenderai la febbre”
Era una voce pacata, calma e calorosa.
“Non me ne frega niente! Ora LASCIAMI IN PACE!” urlo ancora.
Lo sconosciuto poggia l’ombrello di fianco a me, e sorride. Sento che sorride. Sento il suo sorriso irradiarmi l’anima di gioia. Sorrido, ma copro il volto con le mani per non darlo a vedere.
Dopo un po' di tempo che non sento la pioggia battermi addosso, sollevo la mia testa dalle braccia e non vedo più lo sconosciuto, ma vedo che l'ombrello è ancora sopra la mia testa.
“Stupido....”
Detto questo prendo l'ombrello e vado in camera di mia sorella.

Lei apre la porta e mi vede, sgrana gli occhi e corre a prendere un asciugamano.
“Natalia, sei pazza? Potresti  prenderti una febbre ridotta così!” dice mio fratello, che probabilmente quando non mi ha vista tornare e corso subito da Katyusha per vedere se ero qui.
Ridacchio e gli dico: “Buffo, è la stessa cosa che mi ha detto quello sconosciuto...”.
Comincio così a raccontare tutto ai miei fratelloni.
Alla fine supplico Ivan di non fare nulla, so come potrebbe reagire.
“Ok ok, lo prometto. Ma fidati, se lo vedo ancora in giro...Non si prenderà solo uno schiaffo...”
“No! Non ne vale la pena!”
Lui mi guarda e poi sorride annuendo.
Detto questo lo abbraccio e lui ricambia.
“Di chi è questo ombrello?” Chiede Katyusha incuriosita.
Io lo prendo e lo osservo bene. Mi pare di vedere una piccola etichetta, così avvicino l’ombrello per leggere meglio, dal momento che non ho gli occhiali. Sopra, con un pennarello indelebile, c’è scritto:
Toris Laurinatis
Chiunque sia, devo riportargli il suo ombrello.


Ciauuuuuu
Non chiedetemi perchè, ma ho deciso di pubblicare questa storia mentre ne stavo scrivendo un altra e ben sapendo che non avrò molto tempo a dispozione...
ma prometto a chi segue questa o l'altra, o (sarebbe bello) entrambe, che le aggiornerò!
Promesso!
Hetaliame
 P.S. per sapere chi è il brutto bastardo, dovrete aspettare il prossimo capitolo! Ma penso che l'abbiate già intuito se avete letto i personaggi...
  
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