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Autore: brendy    26/09/2013    4 recensioni
Noel non è sicura dell’amore, soprattutto quando Harry è per mesi lontano.
Mi dispiace.
“Lei ha, un nuovo messaggio in segreteria da ascoltare. Prema uno per sentire, prema nove per cancellare il messaggio”
Ci pensa, si morde la pellicina delle dita perché nella sua testa ha ancora le occhiate che le lancia lui, quando la vede mangiucchiarsi le unghie.
Poi preme quel tasto, il cuore in gola e la paura di aver fatto un errore.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A quei numeri che rimangono immobili sullo schermo del display.
A quelle chiamate che forse ci saranno, basta solo aspettare.
 
  

 La segreteria telefonica non contiene nessun messaggio da sentire, il riscaldamento è al minimo e nella stanza c’è ancora l’odore del budino alla vaniglia fatto due o forse tre ore fa.
Noel non se lo ricorda molto bene se deve essere sincera.
Ricorda a malapena gli ultimi dieci minuti, il tempo per arrivare fino a casa dal Murphy bar e i freddi tuu-tuu che ha sentito in continuazione per tre minuti abbondanti dopo che Harry, ha chiuso la chiamata.
Perché hanno litigato poi?
Nemmeno riesce a ricordare il motivo per cui, dopo aver fatto pace, si siano rimessi ad urlare cose che nessuno dei due pensa veramente.
Dove hanno trovato la forza per farsi ancora così male?
Si toglie la sciarpa di lana e il cappello, che le ha appiattito di poco i capelli mossi e pieni di nodi, che Harry si diverte a sciogliere quando sono nel letto, coperti da semplice lenzuola e lei ha gli occhi chiusi e la testa appoggiata sul suo petto nudo, che ha ancora i segni rossi e le impronte dei denti.
Sono le quattro di mattina, Amsterdam non è mai stata così spenta e il suo appartamento così freddo. Vuoto.
Guarda le cartoline appese al muro bianco della cucina, i postit sul frigorifero e i cd di Harry sul tavolino, affianco al telefono che adesso lampeggia; 1 nuovo messaggio.
Si appoggia al divano e si morde il labbro, cercando di ignorare quel tremore alle gambe e quella stretta ai polmoni, che le mozza il respiro e le fa appannare la vista ma no, non piange, è ancora troppo arrabbiata perché Harry non capisce.
Non si sforza nemmeno di capire quelle parole che pesano piombo che escono dalle sue labbra, quei pensieri che la notte la tormentano e il giorno sembra esser peggio.
Harry si trascina fusi orari, continenti, oceani, città e usanze diverse.
Musiche asiatiche, persone eccentriche, camere di alberghi belle ma spoglie; suoni, cibi che lei mai mangerà e una chitarra dalle corde consumate ma che lui ama, un po’ meno di quanto ami Noel e che considera il suo portafortuna.
Harry è lontano per mesi, vicino quando parlano al telefono e lui, come un bambino, inizia a raccontarle ogni cosa. È vicino quando le loro mani si intrecciano, quando lui le bacia i graffi che ha dentro ma è lontano comunque, mentre la stringe davanti al tabellone degli imbarchi o mentre prepara la milionesima valigia.
Noel sbuffa, si guarda intorno e odia ogni minima cosa di quell’appartamento perché ormai non è più suo, è troppo loro.
In bagno c’è lo spazzolino di Harry, i suoi vestiti nell’armadio, la sua tazza dentro il lavandino, i suoi libri appoggiati nell’angolo sotto la finestra e sul cuscino, c’è l’impronta della sua testa.
Non ricorda quando Harry ha iniziato ad inserirsi nella sua monotonia, quando gli è entrato sotto pelle come i lividi sul fianco che ancora le fanno male se li sfiora.
Siamo a dicembre, la neve blocca le strade, le case sono più illuminate e sui marciapiedi ci sono pupazzi di neve diversi, fatti dai bambini nel pomeriggio.
Siamo a dicembre ed Harry non c’è, per la prima volta è distante in una chiamata.
Dove sei?
Perché abbiamo litigato?
Perché non resti?

L’ha conosciuto una sera, nel vecchio tunnel solo perché Ashton, felice di aver passato l’anno senza debiti, ha voluto festeggiare.
Harry era li con Niall Horan, Zayn Malik e Luke, che conosce solamente di vista perché Prim, la sua compagna di laboratorio, non fa altro che parlare di lui, scrivere di lui e fare sogni su di lui.
Si sono guardati per tutta la serata, mentre lui cantava seguito a ruota dagli altri tre ragazzi —non ricorda il nome del loro gruppo, è una delle prime cose che ha imparato ad ignorare, ad odiare col tempo; perché è proprio per quel gruppo che Harry è lontano.
Adesso, in questa stanza piena di mobili ma di cui non se ne fa niente, pensa che ha sbagliato anche lei, soprattutto lei.
Non doveva dirgli quelle cose, fare la bambina gelosa che non si fida e ribadirgli quanto sia stanca, quanto male le stia facendo tutto questo.
Doveva farlo parlare, come al solito; sentirlo ridere, accennargli della sua gelosia come è già capitato e sentire lui prenderla in giro dolcemente, mentre immagina le fossette spuntare lentamente e gli occhi lucidi, divertiti.
Noel non è sicura dell’amore, soprattutto quando Harry è per mesi lontano.
Mi dispiace.
“Lei ha, un nuovo messaggio in segreteria da ascoltare. Prema uno per sentire, prema nove per cancellare il messaggio”
Ci pensa, si morde la pellicina delle dita perché nella sua testa ha ancora le occhiate che le lancia lui, quando la vede mangiucchiarsi le unghie.
Poi preme quel tasto, il cuore in gola e la paura di aver fatto un errore.
 
 Ehi, sono io.
Spero che tu sia a casa in questo momento e che mi stai ascoltando (perché so che non vuoi parlarmi).
Sono un coglione, lo so e mi dispiace tanto. Giuro, che questa non è la solita scusa che rifilo ogni volta; sono sincero.
Sono così stupido e mi dispiace.

 
Noel sorride, mentre la voce roca del ragazzo si fa spazio in tutta la stanza, rendendola improvvisamente più piena.
Amsterdam non è poi così buia stanotte, se proprio deve dire la verità.
Conta i suoi sospiri, i silenzi che ci sono tra le parole e vorrebbe far sparire quell’accenno di lacrime nei suoi occhi.
 
Ad essere sincero, sto solamente arrancando parole.
Perché non sono bravo a parlare, ad esprimermi e a dirti quanto in realtà tu sia preziosa.
Siamo seri Noel,  come siamo finiti a litigare?
 
 
“Perché tu sei stupido e non capisci”
Dice ad alta voce, mentre un’altra pausa segue il continuo di quel discorso che non sa nemmeno che senso abbia.
Harry non capisce nemmeno adesso, nemmeno con quel messaggio.
Non ha mai capito.
Così come Noel non lo capisce quando la guarda alla mattina, quando le invia cartoline con scritto poco e niente; però è il suo modo di essere e gli va bene così.
 
Mi ricordo che mi hai sempre detto che tra me e te non sarebbe mai andato tutto liscio.
Io ti ho detto di no, sbagliavo.
Tu già lo sapevi, vero?
Oh, Noel, sapessi quanto mi dispiace.
Quanto vorrei non averti dato motivo di essere gelosa, di dubitare della mia fiducia quando siamo così lontani.
 
 
Harry farnetica in quel discorso.
Si è perso e cerca di ritrovarsi mentre le parla della prima volta che si sono visti, da soli, senza Louis Tomlinson che ha interrotto almeno quattro volte un loro bacio o una frase importante, che poi nessuno dei due ha più avuto il coraggio di dire.
Le parla di quanto le manca vederla arrotolarsi la punta dei jeans perennemente stracciati, di notarla continuamente mettere due calzini di colore di verso e imprecare, quando il piercing all’orecchio si incastra tra i suoi capelli.
Fa freddo, torna qui Harry.
 
Mi hai detto cosa considero casa prima.
Non ti ho risposto, altro motivo che ti ha incoraggiato ad alzare il tono di voce, ma non ad urlare perché tu lo odi.
In realtà non ci ho mai pensato davvero, perché trovo che la risposta sia così scontata che dubitavo tu avessi bisogno di una conferma.

 
 
Lo ricorda.
Stringe i pugni e osserva la porta di legno di noce, che Harry ha impiegato tre giorni per montare.
Noel non si è mai lamentata, gli è sempre stata accanto perché sa che quello è il lavoro di Harry, che lui ama cantare, andare in giro per il mondo per poi tornare, sempre.
Però è pesante e lei delle volte, si sente esausta.
E lui è casa.
Lei ha bisogno di lui qui.
Mi dispiace.
 
Sai cosa amo dei viaggi?
Te.
Te quando ancora assonnata mi accompagni fino all’aeroporto, quando guardi i voli e ondeggi dentro quelle converse larghe e rovinate.
Il bacio, l’abbraccio, il tuo profumo.
Amo sapere, al ritorno, che sarai li ad aspettarmi, mentre cerchi di passare inosservata tra la gente e ti apparti in un angolo, in modo che io sappia trovarti.
Che poi Noel, ti troverei anche in Times Square, mentre piove e tutti hanno un ombrello.
Ti troverei solo per il fatto che sei tu e perché ti amo.

 
 
Sorride e sente le guance colorarsi di rosso.
Forse, se l’è presa perché è il suo diciannovesimo compleanno, perché sono tre anni che stanno insieme e uno che convivono —anche se apparentemente quel appartamento risulta solamente suo.
Forse è perché gli mancava più del previsto, perché lei non è come Prim che sa stare anche da sola, per tanto tempo, che ormai si è adattata alle assenze di Luke o come Cath, che di Niall si fida ciecamente.
Noel, da quando ha lasciato entrare Harry nella sua vita, si è persa per poi ritrovarsi in lui; nella sua voce bassa, nelle sue mani calde, nelle fossette dietro la schiena che gli morde e nelle spalle grosse, che ha graffiato e continuerà a graffiare.
Si è ritrovata nei segni, nei baci, nel comportamento che entrambi hanno imparato a conoscere e nelle smorfie, che sanno distinguere ad occhi chiusi.
Si è ritrovata in Harry e si sente debole.
Con lui si è rifatta le ossa, si è conosciuta e si è accettata; ha imparato a sopportarsi, a sopportare gli altri e a non avere paura di lasciarsi andare, di amare e di perdere.
Però, di perderlo, continua ad averne paura.
Un’altra pausa, la sua voce si spezza per qualche secondo e sente la sua risata nervosa, prima che la sua voce riprenda a parlare.
 
Sei così testarda, lo sai?
Mi fai ammattire Noel, perché sei anche insicura.
Di cosa poi?
Quando sono a chilometri di distanza non sto bene nemmeno io, ma questo è il mio lavoro e mi piace ciò che faccio.
Ma se tu hai pensato davvero che casa, per me, fosse dove non ci sei tu allora dovrei arrabbiarmi io perché.. - 
un’altra pausa, un sospiro più lento e un contare leggero dei secondi che passano -
… merda, perché non è casa se non ho te.
 
 
Resta.
Torna.
Non andartene.
Rimani.
Con me.
Qui.
Ti prego.
 Sorride e vorrebbe trovare un buon insulto per se stessa, perché avrebbe dovuto evitare che lasciasse un messaggio, rispondergli e magari, stare in silenzio mentre lui le diceva le stesse identiche cose.
Perché ora è impacciata, fa decisamente troppo  caldo nella stanza ed Amsterdam sta iniziando ad illuminarsi, nonostante le sei, siano ancora lontane.
 
So che vorresti ancora strozzarmi o riempirmi di insulti io di baci.
Ma è dicembre, sta nevicando e la ringhiera mi sta letteralmente gelando il culo e ho dimenticato le chiavi di casa nello zaino di Zayn per la fretta e… 
 
 
La voce di Harry è interrotta dal bip della segreteria e Noel sta osservando le punte delle scarpe grigie, leggermente bagnate e l’orologio, che segna le cinque meno cinque.
Ripete nella testa le ultime parole del messaggio; le esamina, le imprime nella testa mentre un sorriso si allarga sul suo viso e si precipita fuori dalla porta, ignorando l’ascensore ed iniziando a percorrere le otto rampe di scale.
Harry è seduto sulla ringhiera bianca, che sembra mimetizzarsi perfettamente con la neve.
Ha le guance rosse, la punta del naso nascosta dalla sciarpa nera e i capelli pieni di batuffoli bianchi.
Sente i suoi passi, per questo si gira e Noel non se li ricordava così verdi i suoi occhi, così belli.
“Ce ne hai messo di tempo”
“Anche tu”
“Gli aerei e il mal tempo non sono un’accoppiata vincente”
“Mi dispiace”
Harry sorride sornione e si avvicina, lentamente, perché Noel non l’ha capita così tanto e ancora adesso, adesso che sa quanti nei ha sulla schiena, che il suo primo tatuaggio è stato il gufo sulla caviglia e che quella serratura dietro il collo è per lui, non sa che aspettarsi.
“Auguri in ritardo”
E mentre loro si baciano, Amsterdam si sta illuminando, ma se Harry dovesse scrivere di quel momento sicuramente tralascerebbe l’alba, le stelle ormai scomparse e la luna quasi risucchiata dalle luci del mattino.
Canterebbe di Noel, scriverebbe di casa.







 
  
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