Fanfic su artisti musicali > EXO
Segui la storia  |       
Autore: aris_no_nami    26/09/2013    2 recensioni
Ogni mattina era così… mi svegliavo tardi… prendevo il treno per un pelo… arrivavo a scuola giusto in tempo… e la solita noia quotidiana!
Ma da un po’ di giorni c’era qualcosa che aveva rotto quella solita routine noiosa, o meglio dire qualcuno.
"Era da un paio di giorni che sul mio stesso treno, circa alla terza fermata, saliva sempre un ragazzo orientale.
Cinese?! Giapponese?! E chi lo sa! Non capivo la differenza di quelle facce gialle… tutti uguali!
(...)"
E se tutta la tua vita scomparisse per sempre? Se quella vita che tanto amavi fatta di amici, famiglia e divertimento si distruggesse completamente? Come ti sentiresti se dovessi mollare tutto e tutti perchè ti devi trasferire?
Scoprire che tutta la tua vita era una balla continua...
Se dovessi sopportare tutto ciò come ti sentiresti?
E non dimentichiamoci di quei ragazzi strani... Chi sono? ma soprattutto... cosa sono?
Una continua scoperta di cose nascoste porterà la protagonista ad una nuova vita... Ad una vita tenuta nascosta...
------------------------------------------
(collegata in parte con la fanfiction "Chocolate Drug" sui B.A.P)
Genere: Mistero, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Dannata sveglia! Dannata sveglia! Dannata sveglia!
Continuavo a ripetermi mentre pedalavo più veloce che potevo.
 
Arrivai giusto in tempo per prendere l’ultimo treno.
Legai la bici al primo palo che trovai e saltai dentro il mezzo ch epartì subito dopo.
Camminai per vari vagoni alla ricerca di un benedettissimo posto libero e, all’ultimo vagone, ne trovai fortunatamente uno. Mi sedetti e mi infilai le cuffie, sparandomi musica al massimo.
Ogni mattina era così… mi svegliavo tardi… prendevo il treno per un pelo… arrivavo a scuola giusto in tempo… e la solita noia quotidiana!
Ma da un po’ di giorni c’era qualcosa che aveva rotto quella solita routine noiosa, o meglio dire qualcuno.
Era da un paio di giorni che sul mio stesso treno, circa alla terza fermata, saliva sempre un ragazzo orientale.
Cinese?! Giapponese?! E chi lo sa! Non capivo la differenza di quelle facce gialle… tutti uguali!
E proprio come ogni giorno, alla terza fermata, lo vidi salire e guardarsi intorno alla ricerca di un posto vuoto. Dopo un bel po’ che rimase in piedi a cercare si decise a venire davanti a me, proprio dove c’era l’unico posto vuoto.
Si tolse lo zaino dalle spalle e si sedette, senza badarmi di un solo sguardo. Io lo fissai per parecchio tempo, alla ricerca di un qualche diffetto in quel volto perfetto, fino a che non mi degnò di uno sguardo confuso.
Io gli rivolsi un sorrisino sghembo e lui, come risposta, si mise le cuffie.
Ok… molto simpatico!
Pensai ironico, sbuffando e incrociando le braccia al petto.
La musica del Occhi Mandorlosi davanti a me era così alta che la potevo sentire sovrastare la mia. Mi tolsi le cuffione e cercai di capire cosa stesse ascoltando, facendo finta di niente guardando fuori dal finestrino.
Pure sforzandomi non riuscivo proprio a capire di che si trattasse. Io che ero un’esperta in musica non riuscivo a capire cosa stesse ascoltando?!
PANICO!
Dopo una ventina di minuti persi a cercare di sentire cosa cavolo stesse ascoltando, mi arresi e mi rinfilai le cuffie, facendo ripartire Bob Marley.
Con la coda dell’occhio lo vidi ridacchiare.
Che se ne fosse accorto?!
 
Dopo una mezzoretta di viaggio arrivò finalmente la mia fermata.
Presi lo zaino e mi alzai. Me ne stavo per andare, ma prima diedi un’altra occhiata al ragazzo che continuava a guardre fuori dalla finestra.
Sbuffai e uscii dal mezzo.
Cominciai a camminare a passo spedito verso la mia scuola. Guardai l’ora sul mio orologio e vidi mancava poco alle otto. Mi misi subito a correre come una matta.
Arrivai giusto un attimo prima che chiudessero i cancelli. Entrai come una ladra e mi intrufolai silenziosa in classe, gattonando per non farmi vedere.
Furtivamente riuscii a raggiungere il mio posto e appena mi fui seduta presi dallo zaino un quaderno a caso e lo aprii, facendo finta di essere concentrata su qualcosa.
Quando sentii una presenza davanti a me alzai lentamente la testa, trovandomi davanti la pelata testa del mio prof di algebra, matematica e tutte le materie con numeri e calcoli.
Quello continuava a fissarmi con uno sguardo killer ed io gli risposi con un bellissimo sorrisone.
-Signorina… - cominciò lui – Dov’era quando abbiamo fatto l’appello?!
Mi chiese maligno.
-In bagno.
Mentii io, sempre sorridendo.
-Si prof! È vero!
Disse una voce alle mie spalle.
Il professore se ne tornò alla lavagna grugnendo.
Mi girai e lanciai un bacio alla voce che mi aveva salavata: la mia Sarah!
-Sari.. grazie mille!
Sussurrai.
-Di niente. Sai quante volte mi hai coperto te?!
Mi ripsose facendomi l’occhiolino.
-Vittori e Sarah Galeazzo! Vedete di piantarla immediatamente!
Urlò il prof.
 
-Cavolo! Di nuovo!
Mi dissi pedalando a più non posso.
E un’altra matina era iniziata col piede sbagliato e la sveglia stupida.
Come sempre legai la bici e mi fiondai dentro il treno.
-Salva…
Sospirai piegandomi in avanti con la schiena.
Come ogni santa mattina dovetti farmi quasi tutti i vagoni per trovare il solito posto vuoto. Mi sedetti e mi infilai le cuffie con la musica a palla.
Ogni mattina le solite cose… cristo, che palle!
E poi, alla terza fermata, eccolo salire con un borsone su una spalla. Questa volta non si guardò neppure intorno ma venne diretto verso di me. Si sedette e si infilò le cuffie come sempre.
Ma… più lo osservavo più non riuscivo a vedere qualcosa di imperfetto in lui…

Avevo il fegato che si stava rodendo da un sacco di tempo… doveva per forza saperlo… dovevo chiederlo o non sarei riuscita più a vivere…
Esplosi.
-Sei siliconato?
-Come scusa?!
Mi chiese lui strabuzzando gli occhi e togliendosi le cuffie.
-No… cioè… nel senso… - cercai di dire io, non trovando le parole giuste – Sei così… così… perfetto!
Dissi infine.
Lui ridacchiò e scosse la testa.
-Tutto naturale.
Disse infine.
Annuii. Mi stavo per rimettere le canzoni quando un’altra domanda mi pervase la testa.
-Un’altra cosa.
Gli dissi alzandoi l’indice.
-Mi devi chiedere altre cose strane o…
Disse, lasciando a me finire la frase.
-No no, niente di strano. Volevo solo sapere di che nazionalità sei.
Dissi infine.
-Secondo te?!
Mi chiese come se fosse la cosa più ovvia al mondo.
-Mh… non saprei… cinese?
Il ragazzo si mise a ridere di gusto. Dopo aver sbellicato per bene mi rispose.
-Sono sud coreano.
Annuii nuovamente e mi rimisi le cuffie.
Dopo un po’ la mia testa aveva già materializzato un’altra domanda che la mia bocca stava per sfornare.
-Scusa – gli dissi – ma se sei coreano devi avere un nome strano, giusto?
-Chiamami Kai.
Mi rispose ridacchiando.
-Lavinia.
Risposi io, per poi mettermi le cuffie e facendo finalmente partire la musica.
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > EXO / Vai alla pagina dell'autore: aris_no_nami