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Autore: PaneBianco    26/09/2013    3 recensioni
Hermione ha sempre avuto dei presentimenti, ma i suoi migliori amici non l'hanno mai ascoltata. Storia di attimi di vita quotidiana raccontati dal punto di vista di Hermione. Ogni capitolo corrisponderà ad un anno a Hogwarts e si concluderà con il presentimento più grande e importante che Hermione abbia mai avuto.
Genere: Commedia, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Tu e i tuoi presentimenti...


Fine 1^ anno, Hogwarts.

Harry aveva appena attraversato il fuoco per raggiungere la stanza successiva lasciandola sola nella stanza delle pozioni. Hermione si affrettò a bere la pozione per attraversare il fuoco dall’altra parte della stanza. Era necessario arrivare là, perché Harry aveva bisogno di aiuto. Sarebbe andata a chiamare Silente, anche se sapeva che non era nella scuola.

Si portò la bottiglietta alle labbra e bevve tutto d’un sorso. Non aveva un cattivo sapore, ma si sentì strana, come congelata. Fece un passo verso il fuoco e scoprì di essere protetta da un strato di qualcosa. Attraversò la porta del tutto e si ritrovò di nuovo nella stanza della scacchiera.

Ron era ancora svenuto a un lato del pavimento. Giaceva supino con gli occhi chiusi. Le braccia aperte e le gambe erano in una posizione scomoda. Il respiro era lento e una grosso livido viola faceva capolino tra i capelli rossicci.
Hermione gli si avvicino di corsa. Gli prese il polso per sentire il battito.

All’inizio non sentiva niente e si spaventò non poco, ma dopo alcuni secondi il battito del cuore si fece sentire.

TUM TUM. TUM TUM.

Era vivo.

Hermione lo prese per le spalle e gli fece poggiare la sua testa sulle sue ginocchia, per tenerlo sollevato. Sentiva che poteva farcela. Doveva farlo rinvenire.

“ Innerva!”

Ron ebbe un sussulto, ma non aprì gli occhi. Era ancora svenuto.
Quella botta doveva fargli parecchio male.
Doveva ritentare, dopotutto lei era la strega più brillante della sua età. Non si faceva abbattere la prima volta.

“Innerva!”

Ancora niente.

“Innerva… Innerva… Innerva!”

Hermione cominciava a preoccuparsi. Non sapeva cosa fare se non ritentare ancora.

“ Ron! Ti prego svegliati! Ron… Ron…”

Ma il ragazzo non poteva sentirla. Il suo battito si fece più lento e il respiro più affannoso.

“ Ron! No Ron!! Tu devi svegliarti! Ora… InnervaInnervaInnerva… Avanti!!! Svegliati….”

Hermione era sfinita, ma fece comunque un ultimo sforzo:

“INNERVA!”

Ron si mosse all’improvviso. Scosse la testa sulle ginocchia di Hermione e aprì gli occhi.
Sembrava un po’ disorientato e si portò una mano alla testa.

“ Ahi! Questa si che è una botta!”

“Ron!!! Finalmente ti sei svegliato!” Hermione lo aveva avvolto in un abbraccio improvviso.

“ Hermione calmati… Non sono mica morto, era solo una botta” disse lui imbarazzato davanti a quella manifestazione d’affetto. Cercò di sottrarsi all’abbraccio cercando di farle capire che stava bene. Lei non si accorse dei suoi tentativi di liberarsi, ma quando lo guardò negli occhi si allontanò subito imbarazzata.

“ Oh… scusa!”

“Bè allora… Harry?”

“ Oh giusto dobbiamo andare a chiamare qualcuno harry è andato avanti andiamo a chiamare Silente ti spiegherò tutto dopo e…”

“ Calmati Hermione, ma Silente è a chilometri da qui…”

“ Non so…. Ho uno strano presentimento…”

“Si si certo… andiamo ora” disse Ron sbrigativo facendo per alzarsi, ma fallendo subito dopo.

Hermione lo aiutò a reggersi in piedi e lo guidò attraverso le stanze sotterranee. Lui non faceva che lamentarsi della sua botta.

“ahia! Ma questa botta fa proprio male!”

[…]

“ Voglio andare subito in infermeria, non posso più sopportare questo dolore!”

[…]

“ Ma uffa! Non siamo ancora arrivati? Il mio livido sta diventando ros…”

“Se non la pianti di lamentarti e non collabori, ti lascio qua e ti faccio diventare rosso io qualcosa!”   Esclamò Hermione
arrabbiata.

“Ok ok scusa” rispose Ron con un filo di voce.
 


Passo dopo passo arrivarono nel corridoio fuori dalla porta della camera di Fuffi. Nel castello tutto era silenzioso. Le torce appese alle pareti mandavano una luce tenue e tremolante e i quadri guardavano sospettosi i due ragazzi. Ron e Hermione percorsero i corridoi e scesero le scale più veloce che poterono, anche se Ron era ancora un po’ disorientato.
Arrivati all’ultima rampa di scale che portava all’ingresso si fermarono di colpo.

Piton stava salendo e appena li vide un ghigno malvagio apparve sul suo volto.

“Bene Bene! Che felice sorpresa! Due giovani Grifondoro a spasso per il castello…”

“Noi…” Incominciò Ron, ma venne interrotto dal professore.

“ Zitto Weasley! È già abbastanza grave che voi due andiate in giro di notte, non aggravare la situazione con inutili commenti… Come stavo dicendo è PROIBITO andare in giro di notte, quindi cominciamo subito con 50 punti in meno a…”
Ma venne interrotto da un rumore di passi veloci che attraversavano di corsa l’ingresso.

Albus Silente stava salendo le scale e Ron e Hermione tirarono un sospiro di sollievo.
Piton rimase immobilizzato.

“Oh salve Severus… Magnifica serata, non trovi…”

Poi si rivolse ai ragazzi:

“ Harry gli è andato dietro vero?”

Ron e Hermione annuirono e Silente li sorpasso. Loro lo seguirono, ma quando raggiunsero la porta della stanza di Fuffi, il preside disse loro:

“ E’ meglio che voi torniate al vostro dormitorio. Vi farò sapere appena posso.”

Detto questo scomparve dietro la porta.
 



Ron e Hermione si avviarono verso il dormitorio. Attraversato il buco del ritratto si sedettero su due comode poltrone della Sala Comune. Nessuno dei due aveva sonno. Erano preoccupati per Harry… E se Silente fosse arrivato troppo tardi? E se Raptor avesse preso la pietra? E se Harry fosse…

“ Bè alla fine avevo ragione io…” cominciò Hermione per rompere il silenzio.

“ Su cosa?”

“ Avevo quel presentimento che Silente sarebbe arrivato, e così è stato”

“ Si! Su questo avevi ragione” concordò Ron.
 

Circa un’ora dopo Silente varcò il buco del ritratto, dicendo che Harry stava bene e che la pietra non era più in pericolo. Se ne andò e i due amici si guardarono con sollievo. Era andato tutto bene.
  
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