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Autore: aurorajstone    26/09/2013    1 recensioni
Il passato di Roronoa Zoro prima della vicenda di Kuina.
-DIVENTERO' LO SPADACCINO PIU' FORTE DEL MONDO!!
Genere: Avventura, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Roronoa Zoro
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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THE VERY VERY VERY STRONGEST

Per questa one shot devo (purtroppo) dare i crediti a quella cazzona di Johanna Jenner. Senza di lei, devo ammetterlo, questa storia non sarebbe esistita. Ringraziate lei e i suoi film mentali ♥


"DIVENTERO' LO SPADACCINO PIU' FORTE DEL MONDO!!"
 
Korijo spaccava la legna mentre il sudore gli imperlava la fronte.
Era tutto molto tranquillo, quel pomeriggio. Sua moglie Mariya era dentro a cucinare allegra, lui era di ottimo umore perché la caccia aveva prodotto ottimi risultati.
C’era una sola nota stonata, in quel contesto.
Posò l’ascia a terra e si diresse verso suo figlio, che, come al solito, aveva l’aria corrucciata e cupa.
–Zoro, figliolo– gli poggiò una mano sulla spalla, e gli sorrise amorevolmente.
Il bambino dai capelli verdi sollevò il capo e, senza lasciar trapelare alcuna espressione sul suo viso, rispose. –Ciao.
–Come mai sei così cupo?
–Mi annoio. Non c’è mai niente da fare, qui.
Il padre ci pensò sopra. –Capisco… domattina ti piacerebbe venire a caccia con me?
Zoro si sollevò di scatto. –Sul serio?!
–Certo. Però per le otto devi essere in piedi!
–Non mi hai mai lasciato venire a caccia con te! – esclamò eccitato. –Come mai adesso hai deciso di permettermelo?
Korijo si limitò a sorridere affettuoso e, già in cammino verso la casa, disse a suo figlio: –Vieni presto per cena.
Il mattino dopo, svegliare Zoro fu probabilmente la cosa più difficile di tutte.
Mariya provò prima con i suoi metodi buoni e pacifici, ma, visto che non producevano risultato, arrivò il papà e lo scaraventò giù dal letto.
–Sveglia, scansafatiche! – urlò. –Sono già le sei!
Zoro si stropicciò gli occhi ancora intontito dal sonno. –Le sei?! Avevi detto per le otto!
–Ho sbagliato– ridacchiò il padre. –Avanti, giù dal letto. Ti aspetto fuori.
 
Mentre erano nel bel mezzo del bosco, Zoro decise di riprovare a fare a suo padre la fatidica domanda. –Allora, pà?
Lui si girò confuso. –Allora cosa?
–Come mai hai deciso di farmi venire a caccia con te?
–Ti racconterò una storia– annunciò suo padre.
Zoro appizzò le orecchie. Le storie di suo padre erano molto belle.
–Quando avevo la tua età, la vita in paese era molto difficile. Per i soldi e per il cibo, in generale. Mio padre faceva il possibile, ma l’età cominciava a farsi sentire, il lavoro andava sempre peggio, e mia madre si limitava a fare quel che poteva. Così decisi di muovermi anche io. La vita da parassita non mi è mai piaciuta– sorrise al ricordo. –A mio padre piaceva in particolar modo la carne, che, ovviamente, in tavola non c’era quasi mai. Così decisi di usare i miei risparmi per comprare questo fucile– mostrò l’arma fiero. –Mi addentrai nel bosco. Il primo giorno fu disastroso, non acchiappai neanche un misero fagiano! Ma non mi diedi per vinto, e giorno dopo giorno cominciai a migliorare. Finchè, dopo una settimana, non mi presentai con quattro scoiattoli.
Zoro sussultò. –Incredibile! E i nonni come hanno reagito?
–Mi chiesero prima di tutto come avevo fatto a comprare il fucile e le munizioni, e gli risposi che avevo usato i miei risparmi. Volevano suonarmele, ma poi appresero il bel gesto e ci gustammo gli scoiattoli insieme– rise. Continuò commosso. –Non vedevo la mia famiglia così felice da un sacco di tempo, e per me fu una tale gioia vedere i loro sorrisi spontanei! Così decisi che, per il bene dei miei genitori, sarei diventato un abile cacciatore.
–Papà, ma…– Zoro si sporse per scrutarlo meglio. –Stai piangendo o sbaglio?
Korijo si asciugò la lacrimuccia e sorrise al figlio. –Capita quando ricordi la causa del tuo sogno.
–Alla fine sei riuscito a diventare un abile cacciatore? – chiese Zoro, ingenuamente.
Senza che neanche lui potesse vederlo, Korijo si girò e sparò in aria. Un uccello enorme cadde a terra, proprio davanti ai piedi del figlio.
–Penso proprio di sì! – decise Zoro, afferrando il volatile.
–Vedi, Zoro… Forse la motivazione della tua noia è proprio quella del non avere un obiettivo preciso. Scova la tua strada. Io ti appoggerò.
 
La famiglia Roronoa era a tavola gustandosi le prede della caccia della mattina.
Alla fine, Zoro era riuscito a prendere solo uno scoiattolo. Ma, come primo giorno di caccia, gli andava più che bene.
Mariya annusò l’aria. –Korijo… è da un po’ che sento puzza di bruciato– disse preoccupata.
Lui sorrise, spensierato. –Non preoccuparti, al villaggio bruciano sempre la spazzatura.
Il bambino era tutto contento, gustandosi la preda da lui cacciata.
Constatò che aveva un sapore migliore, essendo frutto dei suoi sacrifici.
–Zoro, figliolo, ti dispiacerebbe scendere al villaggio e prendere della legna? L’abbiamo quasi finita– chiese Korijo, con il boccone in bocca.
Suo figlio annuì. –Certo. Vado subito, torno presto!
Salutò i suoi genitori e si diresse verso il villaggio.
Si trovavano varie cataste di legna vicino ad alcuni negozi che, ormai, Zoro conosceva a memoria, perché i suoi genitori lo mandavano sempre a prendere il legname. Sulla strada per il villaggio cominciò a sentire un’atmosfera strana e deglutì preoccupato.
Vide una… rissa?
Un combattimento.
Corse verso il luogo della lotta e notò che dei briganti avevano attaccato il villaggio.
Cosa comune.
Però quelli non erano comuni briganti…
Erano pirati.
Ed erano in molti.
Il suo villaggio, di fatto, stava avendo la peggio. C’erano già circa dieci cadaveri a terra, con accanto i rispettivi familiari che piangevano e si disperavano.
Un urlo di un bambino lo fece voltare alla sua destra.
Il bimbo in questione stava per essere trafitto dalla spada di uno dei pirati.
Zoro fu attirato da una strana aura davanti a lui.
Constatò che proveniva da una katana.
Fu tutto molto veloce in quel momento.
Zoro che corre verso la katana, l’afferra, e sbaraglia il colpo del pirata, salvando il bambino.
–Scappa! – gridò.
Il bimbo corse verso la sua mamma piangendo, ed entrambi fuggirono da quelli che ormai erano i resti del villaggio.
–Moccioso! – il pirata grugnì e buttò all’aria Zoro, sorpassandolo.
“Chissà perché non mi ha ucciso” penso il bambino terrorizzato.
Comunque, dimenticatosi della legna, si rimise in cammino verso casa, con la katana in spalla.
“Menomale che non abitiamo al villaggio” sospirò sorridente, mentre tornava a casa.
Con la katana.
Però, quando si ritrovò davanti alla sua abitazione gli si parò davanti agli occhi uno spettacolo orribile.
La casa di legno in fiamme. Sua madre schiacciata sotto un masso enorme.
–MAMMA! – Zoro corse verso di lei e la scosse, ma non rispondeva.
Così avvicino l’orecchio vicino al suo petto.
Zero battiti.
–NON E’ POSSIBILE! NO! DANNATI PIRATI! – gridò, in preda alla disperazione. Le mani in viso.
Si accasciò poi davanti a sua madre e pianse sulla sua pancia, invocando il suo nome.
Come poteva essere morta in una maniera così stupida e banale? Roronoa Mariya, sua madre, era stata uccisa da un pirata con un semplice masso. Era tutto un incubo!
Poi un altro viso gli si piazzò davanti.
–PAPA’! – gridò, sperando che lui gli rispondesse.
Girò intorno alla casa, e lo trovò sul retro, sotto delle macerie, con un palo conficcato in una spalla e una lancia in una gamba.
–PAPA’! – lo scosse, e, miracolosamente, Korijo era ancora vivo.
–Zoro…– tossì, sorridendo alla vista di suo figlio. –Sei salvo, menomale.
–Adesso ti tiro fuori! – esclamò il verde ignorandolo, tentando di sollevare gli oggetti sopra suo padre.
–Smettila, figliolo… è tutto inutile.
–MA COSA STAI DICENDO?!
–Sono ormai più morto che vivo, e preferisco morire in questo momento… non sono nemmeno stato in grado di proteggere tua madre.
–NON DIRE IDIOZIE! ERANO IN TANTI, E POI LA MAMMA NON VORREBBE SENTIRTI DIRE CERTE COSE! ADESSO TI PORTO IN SALVO! – urlava, in lacrime, stava quasi per svenire per lo sforzo compiuto per togliere quelle macerie dal corpo di suo padre.
Poi una mano gli afferrò il piede destro.
Abbassò il capo verso suo padre, e lo trovò sorridente. –Zoro… basta. Mi restano pochi minuti– affermò.
La verità colpì il bambino come tanti pugnali, e lo fece inginocchiare a terra vicino al suo amato padre.
Quest’ultimo gli carezzò il viso bagnato. –Ascolta. Tu sei forte.
–No. Non lo sono. Se lo fossi stato tu e la mamma stareste bene, adesso– sputò.
–Non dire cavolate– lo rimproverò il padre. –Contro i pirati ci vogliono tipi allenati. Stammi bene a sentire… io ho fiducia in te. Voglio che trovi la tua strada e che realizzi il tuo sogno, proprio come ho fatto io. Il mio sogno era diventare un abile cacciatore, ma da quando sei nato ho cominciato ad averne anche un altro. Voglio che tu vada per la tua strada. Il mio sogno è vedere il tuo sogno realizzato da te. E adesso voglio fare l’egoista, per l’ultima volta…– sorrise.
Zoro aprì bene le orecchie. Cosa poteva dire di egoista suo padre in punto di morte.
Korijo tossì. –Puoi realizzare il mio e il tuo sogno?
Dagli occhi di Zoro sgorgarono ulteriori lacrime. Annuì tremando.
–Dimmi, figliolo… lì c’è una katana. Hai trovato la tua strada? – sorrise.
–Sì! – affermò Zoro.
–Bene.
Quella fu l’ultima parola che Roronoa Zoro udì da suo padre.
Infatti, dopo si rimise in piedi e riafferrò la sua katana.
Roronoa Korijo si spense con un sorriso sulle labbra, udendo la fatidica frase che suo figlio avrebbe pronunciato in futuro a tutti i suoi avversari.
–DIVENTERO’ LO SPADACCINO PIU’ FORTE DEL MONDO!!
 
Spazio autrice.
Eccomi a rompere le palle anche nel fandom di One Piece, che è tutta la mia vita onestamente.
Me nerd.
In questa one shot ho fatto la seria… sono quasi commossa.
No, probabilmente la serietà è dovuta al fatto che io ammiro Zoro, e poi il suo passato è stato sicuramente tragico (lasciando perdere Kuina).
Comunque, che ve ne pare? La trama è 90% frutto della mente perversa di quella svitata della mia migliore amica, Johanna Jenner.
Adesso vi state chiedendo: “e perché non se l’ha scritta lei la one-shot?”
Perché è una capra.
Ovviamente i nomi dei genitori di Zoro li ho inventati io.
Mentre scrivevo quasi piangevo… Zoro è un mito.
Adesso vado dai… Grazie a tutti del supporto che mi date nell’altra mia fanfiction! (Journey)
Se mi volete su facebook, eccomi: JAY STONE
Ciao minna!
   
 
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