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Autore: Leptine    26/09/2013    3 recensioni
“Chiunque qui desiderava la sua morte. Chiunque qui lo odiava.” disse alzando il viso verso le persone intorno a lui, guardandoli come se fossero diventati improvvisamente tutti estranei “Chi è stato? Chi l'ha ucciso? Ditemelo!” urlò con tutta la forza mentre strinse convulsamente il corpo di Efestione, come se potesse proteggerlo ancora, per l'ultima volta.
Genere: Fluff, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alessandro il Grande, Efestione
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
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Attese per qualche istante, davanti a quella porta, ma gli sembrava un'eternità. I suoi occhi scorrevano lungo le nervature del legno, ne seguiva i contorni, la direzione. Teneva la mano appoggiata ad essa quasi volendone sentire il respiro. Quando finalmente la porta si aprì Alessandro sorrise ad Efestione, che portava dei pantaloni larghi alla persiana e un lungo copri spalle, sotto mostrava il petto nudo.
“Entra Alessandro. Avevo appena finito di farmi un bagno caldo.” sorrise scostandosi per far entrare il re, che annuì ed entrò velocemente, guardandosi attorno.
“La tua stanza è perfin meglio della mia, come mai?” rise passandosi una mano sulla nuca, mentre guardava il letto a baldacchino, l'armatura di Efestione appesa al suo posto e nel bagno notò due servitori che finiva di sistemare. “Non siamo soli.” sorrise voltandosi verso il ragazzo.
“Mi stavano aiutando.” alzò il mento sorridendo e si avvicinò all'amico, inclinando il capo da una parte. “Devi parlarmi?”
Alessandro abbassò un'attimo lo sguardo prima di andare a guardare fuori, appoggiandosi allo stipite della porta che dava sul terrazzo della camera.
“Qualche giorno fa' ho ricevuto un'altra lettera di mia madre.” sospirò scrutando l'orizzonte illuminato dalla luna piena di quella serata.
“Ti chiede ancora di invitarla a Babilonia?” rispose Efestione avvicinandosi al re, appoggiando poi la mano sulla sua spalla.
“E' un prezzo troppo caro questo, solo per avermi portato in grembo nove mesi.”
“La renderai felice Alessandro, dalle questa gioia.”
“Gioia? Se io sono lo specchio infranto dei suoi sogni. Gioia, bah.” scosse il capo andando a guardare la luna, al suo fianco Efestione emise un piccolo sospiro e andò a guardare anche lui la luna. Poi si volse verso il bagno e con un gesto congedò i due servitori, poi aspettò che fossero usciti per riprendere a parlare.
“Un giorno tu mi dicesti 'La paura della morte guida tutti gli uomini', non ci sono altre speranze nel tuo cuore? Non ci sono altre forze? Non c'è amore nella tua vita?” sussurrò tornando a guardare l'amico, fissando il suo profilo perfetto.
Alessandro sogghignò e poi andò a guardarlo con la coda dell'occhio senza dire nulla. Efestione sorrise e strinse con forza la sua spalla.
“Tu fuggi da lei Alessandro, fuggi da tua madre. Così tanti anni senza vederla, così tante terre che vi dividono. Di cosa hai paura?” sussurrò ancora, sperando in una sua risposta.
“Già. Chi può saperlo. Quando ero bambino mia madre mi credeva divino, mio padre il debole. Cosa sono? Debole o divino Efestione?” sussurrò voltandosi con il capo verso l'amico e la sua mano scivolò sul petto del re. “Vivo costantemente in bilico sulle decisioni, sugli stati d'animo, che non so' nemmeno più cosa mi spaventa o cosa no.” guardò gl'occhi di Efestione che sembravano lucidi a quelle parole. “L'unica cosa di cui sono certo è che la persona più importante sei tu, Efestione. Io ho bisogno di te, sempre. E ho paura di perderti, di rimanere senza di te..ancora.”
Efestione si morse il labbro inferiore sorridendo e poi di scatto lo tirò a se, stringendolo con forza a se, affondando il naso tra i suoi capelli color oro.
“Ho paura di perderti anche io Alessandro, sono geloso di questo mondo che desideri così fortemente.” sussurrò, tenendolo stretto.
“Tu non mi perderai mai. Io sarò con te, sempre. Fino alla fine.” gemì Alessandro, passando una mano sulla nuca del ragazzo andando a stringerli i capelli, poi lentamente chinò il capo verso la sua spalla, sulla quale ci appoggiò delicatamente le labbra socchiuse.
Efestione rabbrividì e stringendolo di più a se, sussurrò “Resta con me, questa notte. Te ne prego.”
Alessandro annuì e fece passare la mano libera sotto il suo copri spalle, appoggiandola sul suo fianco. Le sue labbra iniziarono a posare delicati baci sulla pelle di Efestione, spostandogli i capelli su una spalla sola. Efestione sorrise e strinse la tunica del re tra le dita della mano, socchiudendo lentamente gl'occhi.
“Prima mi hai fatto una domanda. Mi hai chiesto se c'è amore nella mia vita.” sussurrò Alessandro staccando le labbra dalla sua spalla e portando lentamente il viso di fronte al suo, fregando il naso contro la sua guancia.
“Mhmh.” annuì Efestione tenendo gl'occhi chiusi, mentre schiudeva le labbra in un piccolo sorriso.
Alessandro rimase a fissare il suo volto ritrovandosi a sorridere come faceva solo in presenza di Efestione.
“C'è stato amore nella mia vita, amori diversi, amori combattuti, amori passionali. Io pensavo che quello fosse vero amore, ma ancora non avevo capito che non lo era.” mormorò Alessandro, portando la mano sulla guancia di Efestione, che aprì gl'occhi a quelle parole.
“Qual'è il vero amore Alessandro?” sussurrò a sua volta, tenendo lo sguardo fisso su quello del ragazzo.
Alessandro sorrise e fece scivolare la mano dal suo fianco alla sua mano, gliela prese e si staccò da lui, tirandolo con se in camera.
“Te lo mostro.” rispose dolcemente guardando l'amico mentre camminava verso il letto a baldacchino, coperto da un velo trasparente color blu.
Efestione lo lasciò fare, camminando dietro di lui e una volta arrivato al letto fermò Alessandro e dopo aver scostato il telo gli posò le mani sul petto spingendolo sul letto, poi lentamente salì adagiandosi al suo fianco. Alessandro prontamente si mise appena sopra di lui, chinò il capo verso il suo petto e vi adagiò le labbra socchiuse, passando soavemente la mano sul fianco scoperto. Efestione trasalì e socchiuse nuovamente gl'occhi, portando la mano sinistra tra i capelli del re e quella destra la adagiò sulla sua spalla, che strinse con forza. Tutto ad un tratto sentì alcune lacrime solcargli il viso. Alessandro fece scorrere le labbra lungo il suo petto, fino alla gola dove udì i flebili singhiozzi di Efestione. Quest'ultimo sorrideva sempre più e quelle lacrime, erano lacrime di gioia.
“Perchè piangi, Patróclo? Sembri che dietro alla madre correndo torla in braccio la prega, e la rattiene attaccata alla gonna, ed i suoi passi impedendo piangente la riguarda finch’ella al petto la raccolga.” sussurrò Alessandro, posando piccoli baci sulla sua gola, mentre passò la mano libera tra i suoi capelli. Efestione riconobbe i versi dell'Iliade e socchiuse di più le labbra, premendo il capo del ragazzo con più forza alla sua gola.
“O Achille, O degli Achei fortissimo Pelíde, non ti sdegnar del mio pianto. Lo chiede degli Achei l’empio fato. Oimè, che quanti eran dianzi i miglior, tutti alle navi giaccion feriti, quale di saetta, qual di fendente. Di saetta il forte Tidíde Dïomede, e di fendente l’inclito Ulisse e Agamennón; trafitta ei pur di freccia Eurípilo ha la coscia. Intorno a lor di farmaci molt’opra fan le mediche mani, e le ferite ristorando ne vanno. E tu resisti inesorato ancora? O Achille!” sospirò quelle ultime parole, sentendo le labbra del re scendere verso il lato del collo. Alessandro sorrise sulla sua pelle dandogli un lungo bacio sotto l'orecchio, poi si staccò e portò il viso di fronte a quello dell'amico, fregando il naso contro il suo e respirando a pochi centimetri dalle sue labbra.
“Si batté l’anca per dolore Achille, vista la vampa divorante; e, Sorgi, Mio Patroclo, gridò: sorgi.” emise sentendo la mano di Efestione salirgli sulla schiena, sotto la tunica e fermarsi sulla scapola.
Lentamente il petto del re diventò un tutt'uno con quello dell'amico, che aprì gl'occhi ancora commosso e portò la mano libera sulla guancia di Alessandro.
"Cantami, o Diva, del Pelide Achille l'ira funesta, che infiniti addusse lutti agli Achei, e molte anzitempo all'Orco condusse alme d'eroi..." sussurrò Efestione, avvicinando lievemente le labbra alle sue. Alessandro sorrise e inclinò il capo da una parte, prima di posare le labbra su quelle dolci e morbide di Efestione. Entrambi chiusero gl'occhi, come in paradiso, e i loro respiri si bloccarono per qualche istante. Poi quando si staccarono Efestione fece scendere le labbra sul mento del re, scese sulla gola e poi sulla spalla. Avvolge entrambe le braccia intorno alle sue scapole e fregò il gaso contro la sua pelle, riempiendola di tanto in tanto di delicati baci. Alessandro, affondò il viso tra i capelli di Efestione e lo strinse con forza a se.
“Io amo te, Efestione. Nessun'altro.” sussurrò con voce tremante e anche se Efestione non rispose, sentì il suo cuore accellerare i battiti. Lo strinse ancora di più a se e si abbandono alle sue
attenzioni, sicuro che in quel momento non erano Alessandro ed Efestione, non erano un re e il suo amico più caro, erano due persone che avevano bisogno uno dell'altro.
Quella notte null'altro successe, entrambi si scambiarono piccoli ma significativi gesti d'affetto, come il caldo bacio di Alessandro al ciondolo di Efestione e lo stesso gesto fatto da quest'ultimo sull'anello di Alessandro.
All'indomani mattina Efestione si svegliò prima di Alessandro e quando aprì gl'occhi provò una sensazione bellissima, come se per una volta in quel mondo non ci fosse guerra e dolore, non ci fossero battaglie e conquiste. Si sentiva benissimo, come poche altre volte gli era successo. Si tirò su con il capo e dopo essersi passato la mano sul viso lo voltò verso quello del re che dormiva tranquillamente. Sorrise e lentamente avvicinò un dito alle labbra del ragazzo che sfiorò delicatamente e poi chinò il capo sul suo dandogli un delicato bacio senza svegliarlo. Poi lentamente scese dal letto e coprì Alessandro con il lenzuolo, fino alla vita, si mise una tunica che arrivava fino al ginocchio e in punta di piedi uscì dal proprio alloggio, andando nelle cucine per mangiare qualcosa.

Qualche minuto dopo Alessandro aprì gl'occhi, stirò le braccia verso l'alto e sorridendo aprì gl'occhi, facendo un lungo respiro sentendo il profumo che tanto amava. Quando non trovò Efestione scosse un po' il capo e si tirò su seduto, passandosi una mano tra i capelli.
“Sparisce sempre. Ha questo dono da quando era bambino.” rise e poi andò a guardare un'attimo fuori, cercando di svegliarsi e nel mentre la sua mente ripercorse tutti i momenti della notte passata. Ogni gesto. Ogni parola. Ogni bacio. Tutto.
Sorrise ancora di più e poi leccandosi le labbra, che avevano un sapore di verso, scese dal letto e andò a sistemarsi la tunica, poi il pantalone, prima di uscire dalla camera. Fuori trovò Tolomeo, che stava andando verso la mensa.
“Buongiorno Alessandro. Come stiamo?” disse il ragazzo, appoggiando la mano sulla spalla dell'amico.
“Buongiorno Tolomeo. Sto decisamente bene, tu?” rispose il re camminando tranquillamente.
“Ho avuto una nottata insonne. La mia dolce amante è venuta a trovarmi, ancora.” rise per poi storcere le labbra “Cercavi Efestione?”
Alessandro si voltò per guardarlo e sorridendo annuì “Sì lo stavo cercando. L'hai visto? Comunque ti consiglierei di leggere meno Tolomeo, vedi che la tua vecchia amante non tornerà.” rise dando una pacca all'amico sul fianco e poi entrarono in mensa, dove la tavolata era completamente gremita di cibo.
“Per gli Dei dell'Olimpo.” disse Tolomeo restando senza fiato e con la bocca aperta. “No non l'ho visto prima ma ora è là, sta parlando con Leonnato.” annuì indicandoglielo e poi si gettò a capofitto sulla tavolata iniziando a mangiare.
Alessandro scoppiò a ridere e prese un calice con del latte di cocco al suo interno e si diresse verso Efestione “Vai piano Tolomeo o domani peserai di più.”
Efestione udì la sua voce e si volse dalla sua parte sorridendogli ampiamente.
“Ben sveglio mio Alessandro.” sorrise come non mai tenendo tra le mani un rametto di uva, da cui ogni tanto ne strappava un'acino.
“Grazie Efestione. Tu sei sveglio da un po' a quanto pare.” disse Alessandro guardandolo attentamente in viso. Efestione annuì, allora il re spostò la sua attenzione su Leonnato che li guardava curiosamente.
“Buongiorno anche a te, Leonnato.” chinò appena il capo Alessandro.
“Buongiorno a te, Sire.” Leonnato fece la stessa cosa e poi si allontanò, per iniziare una qualche guerra di cibo con il resto delle persone presenti.
Efestione e Alessandro si voltarono per assistere alla scena. Tolomeo spinse via Leonnato per far sì che lui non gli prendesse l'ultimo pezzo di pollo, ma quest'ultimo fece in tempo a far cadere il vassoio a terra. Da lì partì una guerra di cibo, qualsiasi cosa che si trovavano sotto mano veniva scagliato contro qualcuno. Alessandro iniziò a ridere a crepa pelle, chinandosi ogni tanto in avanti e la stessa cosa fece Efestione, avvicinandosi di più al ragazzo approfittando del momento.
E quando le loro due spalle furono in contatto, Alessandro si volse verso di lui e portò la mano sulla sua guancia, accarezzandola lentamente. In quel momento per entrambi nessun' altro esisteva. Come ogni volta c'erano solo loro. Efestione baciò velocemente il palmo della mano del re e poi tornò a guardare la battaglia che era in atto decidendo poi di buttarsi nella mischia. Allora prese il calice dalle mani di Alessandro e glielo buttò in faccia iniziando a ridere.
Alessandro rimase a bocca aperta per un'attimo e poi si avvicinò al tavolo, prese un pomodoro e glielo tirò dritto sulla pancia. Da lì in poi anche loro furono presi di mira e non finì tutto fino a quando sulla tavola non rimase nulla. Alla fine si ritrovarono tutti pieni di cibaglia, da capo a piedi.





Ma qualche recensione? c.c
Mi piacerebbe capire se la storia piace o meno. Quindi per favore scrivetemi qualcosa, ne sarei davvero contenta. <3

   
 
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