Attese
per qualche istante, davanti a
quella porta, ma gli sembrava un'eternità. I suoi occhi
scorrevano
lungo le nervature del legno, ne seguiva i contorni, la direzione.
Teneva la mano appoggiata ad essa quasi volendone sentire il respiro.
Quando finalmente la porta si aprì Alessandro sorrise ad
Efestione,
che portava dei pantaloni larghi alla persiana e un lungo copri
spalle, sotto mostrava il petto nudo.
“Entra Alessandro. Avevo
appena finito di farmi un bagno caldo.” sorrise scostandosi
per far
entrare il re, che annuì ed entrò velocemente,
guardandosi attorno.
“La tua stanza è perfin meglio della
mia, come mai?” rise passandosi una mano sulla nuca, mentre
guardava il letto a baldacchino, l'armatura di Efestione appesa al
suo posto e nel bagno notò due servitori che finiva di
sistemare.
“Non siamo soli.” sorrise voltandosi verso il
ragazzo.
“Mi
stavano aiutando.” alzò il mento sorridendo e si
avvicinò
all'amico, inclinando il capo da una parte. “Devi
parlarmi?”
Alessandro abbassò un'attimo lo
sguardo prima di andare a guardare fuori, appoggiandosi allo stipite
della porta che dava sul terrazzo della camera.
“Qualche giorno
fa' ho ricevuto un'altra lettera di mia madre.”
sospirò scrutando
l'orizzonte illuminato dalla luna piena di quella serata.
“Ti chiede ancora di invitarla a
Babilonia?” rispose Efestione avvicinandosi al re,
appoggiando poi
la mano sulla sua spalla.
“E' un prezzo troppo caro questo,
solo per avermi portato in grembo nove mesi.”
“La renderai
felice Alessandro, dalle questa gioia.”
“Gioia? Se io sono lo
specchio infranto dei suoi sogni. Gioia, bah.” scosse il capo
andando a guardare la luna, al suo fianco Efestione emise un piccolo
sospiro e andò a guardare anche lui la luna. Poi si volse
verso il
bagno e con un gesto congedò i due servitori, poi
aspettò che
fossero usciti per riprendere a parlare.
“Un giorno tu mi
dicesti 'La paura della morte guida tutti gli uomini', non ci sono
altre speranze nel tuo cuore? Non ci sono altre forze? Non
c'è amore
nella tua vita?” sussurrò tornando a guardare
l'amico, fissando il
suo profilo perfetto.
Alessandro sogghignò e poi andò a
guardarlo con la coda dell'occhio senza dire nulla. Efestione sorrise
e strinse con forza la sua spalla.
“Tu fuggi da lei Alessandro, fuggi da
tua madre. Così tanti anni senza vederla, così
tante terre che vi
dividono. Di cosa hai paura?” sussurrò ancora,
sperando in una sua
risposta.
“Già. Chi può saperlo. Quando ero
bambino mia madre
mi credeva divino, mio padre il debole. Cosa sono? Debole o divino
Efestione?” sussurrò voltandosi con il capo verso
l'amico e la sua
mano scivolò sul petto del re. “Vivo costantemente
in bilico sulle
decisioni, sugli stati d'animo, che non so' nemmeno più cosa
mi
spaventa o cosa no.” guardò gl'occhi di Efestione
che sembravano
lucidi a quelle parole. “L'unica cosa di cui sono certo
è che la
persona più importante sei tu, Efestione. Io ho bisogno di
te,
sempre. E ho paura di perderti, di rimanere senza di
te..ancora.”
Efestione si morse il labbro inferiore sorridendo e
poi di scatto lo tirò a se, stringendolo con forza a se,
affondando
il naso tra i suoi capelli color oro.
“Ho paura di perderti anche io
Alessandro, sono geloso di questo mondo che desideri così
fortemente.” sussurrò, tenendolo stretto.
“Tu non mi perderai mai. Io sarò con
te, sempre. Fino alla fine.” gemì Alessandro,
passando una mano
sulla nuca del ragazzo andando a stringerli i capelli, poi lentamente
chinò il capo verso la sua spalla, sulla quale ci
appoggiò
delicatamente le labbra socchiuse.
Efestione rabbrividì e
stringendolo di più a se, sussurrò
“Resta con me, questa notte.
Te ne prego.”
Alessandro annuì e fece passare la
mano libera sotto il suo copri spalle, appoggiandola sul suo fianco.
Le sue labbra iniziarono a posare delicati baci sulla pelle di
Efestione, spostandogli i capelli su una spalla sola. Efestione
sorrise e strinse la tunica del re tra le dita della mano,
socchiudendo lentamente gl'occhi.
“Prima mi hai fatto una
domanda. Mi hai chiesto se c'è amore nella mia
vita.” sussurrò
Alessandro staccando le labbra dalla sua spalla e portando lentamente
il viso di fronte al suo, fregando il naso contro la sua
guancia.
“Mhmh.” annuì Efestione tenendo gl'occhi
chiusi,
mentre schiudeva le labbra in un piccolo sorriso.
Alessandro
rimase a fissare il suo volto ritrovandosi a sorridere come faceva
solo in presenza di Efestione.
“C'è stato amore nella mia vita,
amori diversi, amori combattuti, amori passionali. Io pensavo che
quello fosse vero amore, ma ancora non avevo capito che non lo
era.”
mormorò Alessandro, portando la mano sulla guancia di
Efestione, che
aprì gl'occhi a quelle parole.
“Qual'è il vero amore
Alessandro?” sussurrò a sua volta, tenendo lo
sguardo fisso su
quello del ragazzo.
Alessandro sorrise e fece scivolare la mano
dal suo fianco alla sua mano, gliela prese e si staccò da
lui,
tirandolo con se in camera.
“Te lo mostro.” rispose dolcemente
guardando l'amico mentre camminava verso il letto a baldacchino,
coperto da un velo trasparente color blu.
Efestione lo lasciò
fare, camminando dietro di lui e una volta arrivato al letto
fermò
Alessandro e dopo aver scostato il telo gli posò le mani sul
petto
spingendolo sul letto, poi lentamente salì adagiandosi al
suo
fianco. Alessandro prontamente si mise appena sopra di lui,
chinò il
capo verso il suo petto e vi adagiò le labbra socchiuse,
passando
soavemente la mano sul fianco scoperto. Efestione trasalì e
socchiuse nuovamente gl'occhi, portando la mano sinistra tra i
capelli del re e quella destra la adagiò sulla sua spalla,
che
strinse con forza. Tutto ad un tratto sentì alcune lacrime
solcargli
il viso. Alessandro fece scorrere le labbra lungo il suo petto, fino
alla gola dove udì i flebili singhiozzi di Efestione.
Quest'ultimo
sorrideva sempre più e quelle lacrime, erano lacrime di
gioia.
“Perchè piangi, Patróclo? Sembri che
dietro alla madre
correndo torla in braccio la prega, e la rattiene attaccata alla
gonna, ed i suoi passi impedendo piangente la riguarda
finch’ella
al petto la raccolga.” sussurrò Alessandro,
posando piccoli baci
sulla sua gola, mentre passò la mano libera tra i suoi
capelli.
Efestione riconobbe i versi dell'Iliade e socchiuse di più
le
labbra, premendo il capo del ragazzo con più forza alla sua
gola.
“O Achille, O degli Achei fortissimo
Pelíde, non ti sdegnar del mio pianto. Lo chiede degli Achei
l’empio
fato. Oimè, che quanti eran dianzi i miglior, tutti alle
navi
giaccion feriti, quale di saetta, qual di fendente. Di saetta il
forte Tidíde Dïomede, e di fendente
l’inclito Ulisse e Agamennón;
trafitta ei pur di freccia Eurípilo ha la coscia. Intorno a
lor di
farmaci molt’opra fan le mediche mani, e le ferite ristorando
ne
vanno. E tu resisti inesorato ancora? O Achille!”
sospirò quelle
ultime parole, sentendo le labbra del re scendere verso il lato del
collo. Alessandro sorrise sulla sua pelle dandogli un lungo bacio
sotto l'orecchio, poi si staccò e portò il viso
di fronte a quello
dell'amico, fregando il naso contro il suo e respirando a pochi
centimetri dalle sue labbra.
“Si batté l’anca per dolore
Achille, vista la vampa divorante; e, Sorgi, Mio Patroclo,
gridò:
sorgi.” emise sentendo la mano di Efestione salirgli sulla
schiena,
sotto la tunica e fermarsi sulla scapola.
Lentamente il petto del
re diventò un tutt'uno con quello dell'amico, che
aprì gl'occhi
ancora commosso e portò la mano libera sulla guancia di
Alessandro.
"Cantami, o Diva, del Pelide
Achille l'ira funesta, che infiniti addusse lutti agli Achei, e molte
anzitempo all'Orco condusse alme d'eroi..." sussurrò
Efestione,
avvicinando lievemente le labbra alle sue. Alessandro sorrise e
inclinò il capo da una parte, prima di posare le labbra su
quelle
dolci e morbide di Efestione. Entrambi chiusero gl'occhi, come in
paradiso, e i loro respiri si bloccarono per qualche istante. Poi
quando si staccarono Efestione fece scendere le labbra sul mento del
re, scese sulla gola e poi sulla spalla. Avvolge entrambe le braccia
intorno alle sue scapole e fregò il gaso contro la sua
pelle,
riempiendola di tanto in tanto di delicati baci. Alessandro,
affondò
il viso tra i capelli di Efestione e lo strinse con forza a se.
“Io amo te, Efestione. Nessun'altro.”
sussurrò con voce tremante e anche se Efestione non rispose,
sentì
il suo cuore accellerare i battiti. Lo strinse ancora di più
a se e
si abbandono alle sue
attenzioni, sicuro che in quel momento
non erano Alessandro ed Efestione, non erano un re e il suo amico
più
caro, erano due persone che avevano bisogno uno dell'altro.
Quella
notte null'altro successe, entrambi si scambiarono piccoli ma
significativi gesti d'affetto, come il caldo bacio di Alessandro al
ciondolo di Efestione e lo stesso gesto fatto da quest'ultimo
sull'anello di Alessandro.
All'indomani mattina Efestione si
svegliò prima di Alessandro e quando aprì
gl'occhi provò una
sensazione bellissima, come se per una volta in quel mondo non ci
fosse guerra e dolore, non ci fossero battaglie e conquiste. Si
sentiva benissimo, come poche altre volte gli era successo. Si
tirò
su con il capo e dopo essersi passato la mano sul viso lo
voltò
verso quello del re che dormiva tranquillamente. Sorrise e lentamente
avvicinò un dito alle labbra del ragazzo che
sfiorò delicatamente e
poi chinò il capo sul suo dandogli un delicato bacio senza
svegliarlo. Poi lentamente scese dal letto e coprì
Alessandro con il
lenzuolo, fino alla vita, si mise una tunica che arrivava fino al
ginocchio e in punta di piedi uscì dal proprio alloggio,
andando
nelle cucine per mangiare qualcosa.
Qualche
minuto dopo Alessandro aprì
gl'occhi, stirò le braccia verso l'alto e sorridendo
aprì gl'occhi,
facendo un lungo respiro sentendo il profumo che tanto amava. Quando
non trovò Efestione scosse un po' il capo e si
tirò su seduto,
passandosi una mano tra i capelli.
“Sparisce sempre. Ha questo
dono da quando era bambino.” rise e poi andò a
guardare un'attimo
fuori, cercando di svegliarsi e nel mentre la sua mente ripercorse
tutti i momenti della notte passata. Ogni gesto. Ogni parola. Ogni
bacio. Tutto.
Sorrise ancora di più e poi leccandosi le labbra,
che avevano un sapore di verso, scese dal letto e andò a
sistemarsi
la tunica, poi il pantalone, prima di uscire dalla camera. Fuori
trovò Tolomeo, che stava andando verso la mensa.
“Buongiorno
Alessandro. Come stiamo?” disse il ragazzo, appoggiando la
mano
sulla spalla dell'amico.
“Buongiorno Tolomeo. Sto decisamente
bene, tu?” rispose il re camminando tranquillamente.
“Ho avuto
una nottata insonne. La mia dolce amante è venuta a
trovarmi,
ancora.” rise per poi storcere le labbra “Cercavi
Efestione?”
Alessandro si voltò per guardarlo e sorridendo
annuì “Sì lo stavo cercando. L'hai
visto? Comunque ti
consiglierei di leggere meno Tolomeo, vedi che la tua vecchia amante
non tornerà.” rise dando una pacca all'amico sul
fianco e poi
entrarono in mensa, dove la tavolata era completamente gremita di
cibo.
“Per gli Dei dell'Olimpo.” disse Tolomeo restando
senza
fiato e con la bocca aperta. “No non l'ho visto prima ma ora
è là,
sta parlando con Leonnato.” annuì indicandoglielo
e poi si gettò
a capofitto sulla tavolata iniziando a mangiare.
Alessandro
scoppiò a ridere e prese un calice con del latte di cocco al
suo
interno e si diresse verso Efestione “Vai piano Tolomeo o
domani
peserai di più.”
Efestione udì la sua voce e si volse
dalla sua parte sorridendogli ampiamente.
“Ben sveglio mio
Alessandro.” sorrise come non mai tenendo tra le mani un
rametto di
uva, da cui ogni tanto ne strappava un'acino.
“Grazie Efestione.
Tu sei sveglio da un po' a quanto pare.” disse Alessandro
guardandolo attentamente in viso. Efestione annuì, allora il
re
spostò la sua attenzione su Leonnato che li guardava
curiosamente.
“Buongiorno anche a te, Leonnato.” chinò
appena
il capo Alessandro.
“Buongiorno a te, Sire.” Leonnato fece la
stessa cosa e poi si allontanò, per iniziare una qualche
guerra di
cibo con il resto delle persone presenti.
Efestione e Alessandro
si voltarono per assistere alla scena. Tolomeo spinse via Leonnato
per far sì che lui non gli prendesse l'ultimo pezzo di
pollo, ma
quest'ultimo fece in tempo a far cadere il vassoio a terra. Da
lì
partì una guerra di cibo, qualsiasi cosa che si trovavano
sotto mano
veniva scagliato contro qualcuno. Alessandro iniziò a ridere
a crepa
pelle, chinandosi ogni tanto in avanti e la stessa cosa fece
Efestione, avvicinandosi di più al ragazzo approfittando del
momento.
E quando le loro due spalle furono in contatto,
Alessandro si volse verso di lui e portò la mano sulla sua
guancia,
accarezzandola lentamente. In quel momento per entrambi nessun' altro
esisteva. Come ogni volta c'erano solo loro. Efestione baciò
velocemente il palmo della mano del re e poi tornò a
guardare la
battaglia che era in atto decidendo poi di buttarsi nella mischia.
Allora prese il calice dalle mani di Alessandro e glielo
buttò in
faccia iniziando a ridere.
Alessandro rimase a bocca aperta per
un'attimo e poi si avvicinò al tavolo, prese un pomodoro e
glielo
tirò dritto sulla pancia. Da lì in poi anche loro
furono presi di
mira e non finì tutto fino a quando sulla tavola non rimase
nulla.
Alla fine si ritrovarono tutti pieni di cibaglia, da capo a piedi.
Ma
qualche recensione? c.c
Mi
piacerebbe capire se la storia piace o meno. Quindi per favore
scrivetemi qualcosa, ne sarei davvero contenta. <3