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Autore: Fenrir_23    27/09/2013    2 recensioni
Storia ambientata 25 anni dopo la partenza di Ash da casa. Il protagonista è il figlio di Ash.
"Qual era il Pokèmon migliore per lui? ... Quello che sicuramente l’attirava di più era Charmander."
La pokéball non ebbe nemmeno bisogno di dondolare. Si chiuse al primo tocco. La ragazza misteriosa la raccolse da terra e si avvicinò a Mat, porgendogli una mano per aiutarlo ad alzarsi.
“Piacere, io mi chiamo Maky. E tu?”
Ash osservò il microscopico apparecchio nella mano del professore.
“Un microchip…” Sussurrò, leggendo la piccolissima scritta incisa su di esso. “Team Rocket, fabbrica Dark Pokémon.”
Genere: Avventura, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ash, Delia Ketchum, Gary, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime
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                       IL CUCCIOLO SENZA MADRE
                                     
Quando la recluta di Team Rocket puntò l’apparecchio che aveva chiamato spettrosonda verso lo spirito che era intervenuto per proteggere il piccolo Cubone, un’energia misteriosa iniziò a condensarsi tutta in un unico punto. Mat non mosse un muscolo, paralizzato dalla paura. Davanti a sé iniziò a intravedere le forme di un Pokémon incorporeo molto simile al piccolino che stava proteggendo ma anche pi
ù grosso: testa ricoperta interamente da un robusto teschio, un osso tenuto saldamente nella zampa destra.
“Marowaaaak!”
Esclamò lo spettro adirato, prima di partire all’attacco.
La recluta di Team Rocket mandò in campo prontamente uno dei suoi Pokémon: “Vai Gengar!”
Matthew capì subito che si trattava di un Dark Pokémon. Istintivamente, strinse Cubone a sé, con maggiore forza, non potendo fare a meno di percepire che ora il cucciolo sembrava tranquillo rispetto a prima, come se fosse certo di trovarsi al sicuro.
Quello spettro doveva essere l’anima della defunta madre di Cubone, che ancora non aveva trovato pace sapendo che il suo piccolo aveva bisogno di lei.
“Proteggerò io il tuo piccolino.” Avrebbe voluto dirle Mat.” Anch’ io ho perso mia mamma quando avevo solo due anni … sono sicuro che io e Cubone potremmo capirci.”
Il buio era calato di nuovo e Gengar sembrava prepararsi ad eseguire un attacco ombra notturna: il colpo andò a segno prendendo in pieno lo spirito della madre di Cubone. L’uomo del Team Rocket ne approfittò subito per lanciare una di quelle tremende sfere Poké nere.
Ora il piano di Team Rocket era chiaro: avevano tormentato il piccolino in quel modo per fargli richiamare lo spirito della madre defunta, nella speranza di catturarla con la Dark Ball e creare un vero e proprio mostro. Perché stavano facendo quel genere di esperimenti? Cosa volevano ottenere?
La sfera risucchiò Marowak e Matthew si sentì gelare il sangue. I secondi che passavano fra un dondolamento e l’altro della ball nera furono interminabili.
“é fatta …” Disse la recluta di Team Rocket, in un sussurro maligno. “Ho preso lo spet-“
La Dark Ball si aprì lasciando fuggire lo spettro: Mat ne percepì l’immensa ira all’istante ed ebbe paura come non ne aveva mai avuta. Quell’uomo aveva tentato di catturare qualcosa che non apparteneva più al suo mondo … e niente di buono poteva capitargli.
“Profanatore!”
Una voce femminile melodiosa ma allo stesso tempo brutale, si fece spazio nella mente di Matthew. Anche l’altro uomo doveva sentirla, perché spalancò gli occhi, spaventato.
“Colui che osa disturbare un’anima inquieta, subirà l’ira dei guardiani!”
Risate sinistre iniziarono a risuonare lungo la scalinata che portava al piano inferiore e in tutto l’enorme salone dov’erano ospitate le tombe dei Pokémon defunti. Di nuovo si fece buio. Gastly, Haunter e Gengar si materializzarono in gran numero davanti agli occhi di Matthew, abbandonando le tombe che custodivano.
Charmander si strinse alla gamba del proprio allenatore, avvertendo un’inquietudine che lui, come umano, non poteva percepire.
L’uomo di Team Rocket richiamò il suo Pokémon e senza pensarci due volte si mise a correre più veloce che poteva. Mat lo vide inciampare su i gradoni della scalinata e scomparire nel buio: i fantasmi lo seguirono, con i loro sorrisi terrorizzanti. Matthew sentì un urlo disperato e capì all’istante che era la voce dell’uomo che era scappato. Non provò nemmeno a tentare di immaginarsi cos’era successo. Dopo pochi istanti, la fioca luce che entrava dalle grandi finestre ad arco della torre, tornò ad illuminare la scalinata, come se nulla fosse accaduto.
 Lo spirito di Marowak gli fu davanti, fissandolo con intensità. Cubone si dimenò fra le braccia del ragazzo, nel tentativo di sfiorare la figura incorporea della madre defunta, non sapeva che non avrebbe mai più potuto sentire il suo calore.
“Ti ringrazio umano, per aver protetto il mio cucciolo.”
Lo spettro aveva parlato telepaticamente con voce melodiosa, che trasmetteva una profonda calma. “Coloro che hanno disturbato la quiete di questo luogo, ora sono in preda agli incubi e non potranno più nuocere per diverso tempo.”
La proiezione dell’anima del Pokémon iniziò a farsi sfocata e a sbiadire. Con uno scatto che mosse una folata di vento improvvisa, Marowak si avvicinò di più a Mat, sfiorandolo.
“Riesco a vedere nel tuo cuore … anche la tua mamma umana non c’è più da molto tempo.”
Matthew annuì lentamente, gli occhi che gli brillavano pieni di lacrime salate e calde. In quel momento sentì di avere un legame speciale con quel piccolo Cubone e giurò a se stesso di proteggerlo a qualsiasi costo e di farlo diventare un grande Pokémon.
“Ti prometto … che mi prenderò cura del tuo piccolino con tutte le mie forze.” Disse, in un soffio, fissando lo spettro di Marowak. Un’ondata di gratitudine lo travolse come se i sentimenti fossero stati suoi. Lo spirito della mamma di Cubone era quasi del tutto sparito.
“Diventa forte, piccolo mio …” Fece in tempo a sussurrare. “Ora posso andarmene in pace …”
 
 
Maky e Leon trovarono Matthew ancora fermo sulle scale, intento a fissare il vuoto. Charmander era al suo fianco e sembrava tranquilla; il piccolo Cubone era stretto fra le braccia del giovane allenatore.
“Mat.”
La voce di Maky riportò il ragazzino alla realtà, facendolo sussultare.
“La mamma di Cubone mi ha detto di badare a lui …” Mormorò a voce bassa, come se avesse paura di disturbare qualcosa.
“Dov’è finito l’uomo di Team Rocket che ti aveva inseguito?” Domandò Leon, stranamente troppo serio per i suoi canoni.
“è arrivato lo spirito della madre di Cubone.” Spiegò Mat in un sussurro.” Quello ha provato a catturarla usando uno strano apparecchio, ma facendo così ha scatenato la furia dei fantasmi che custodiscono questo posto.”
Il silenzio durò qualche secondo, poi Matthew riprese a parlare.” è calato il buio … e i Pokémon di tipo spettro sono arrivati a centinaia: lui è scappato … poi ho sentito un urlo agghiacciante.”
“Anche quelli che combattevano con noi hanno fatto la stessa fine.” Spiegò Maky, pensierosa. “Penso che i custodi del cimitero abbiano usato su di loro il mangiasogni. Non si riprenderanno per parecchio tempo.
Mat deglutì pesantemente e il suo pensiero corse a Larvitar. Chissà come stava.
Cubone gli saltellò sulla spalla, aggrappandosi al suo collo. Era una presenza silenziosa ma in qualche modo tranquillizzante.
“Sai qual è la tomba della tua mamma, Cubone? Vorrei portarle dei fiori freschi.”
 
 
 
 
Dopo aver reso omaggio a Marowak, Mat Maky e Leon erano tornati al centro Pokémon di Lavander Town, per accertarsi delle condizioni del piccolo Cubone e di Larvitar.
Il primo, tralasciando lo spavento e un po’ di stanchezza causata dallo stress subito, stava bene, ma non si poteva dire altrettanto per l’altro Pokèmon di Matthew. L’infermiera Joy si avvicinò al lettino in cui stava riposando, sospirando.
“Larvitar avrebbe bisogno di un periodo di convalescenza, è meglio che lo invii al laboratorio Pokèmon di Pallet Town, dove potrà riposare.”
 Mat cercò di farsene una ragione; dopotutto sapeva fin dall’inizio che un attacco mangiasogni poteva rivelarsi davvero micidiale.
Accarezzò lentamente il suo Pokémon, guardandolo negli occhi.” Con il professore starai bene …” Gli disse, dolcemente.” Pallet è un bel posto …Gary Oak è bravo ad accudire i Pokémon e sono sicuro che ti farai un sacco di amici.”
Quando Larvitar fu inviata a Gary, lui gli chiese se voleva farsi dare Haunter o Scyther al suo posto. Matthew indicò con un sorriso il piccolo Cubone, che non ne voleva sapere di staccarsi dalla sua spalla, poi prese una normale Pokéball mostrandola al professore.
“Sarà lui il mio sesto Pokémon, ho promesso a sua mamma che me ne sarei preso cura.”
 
 
Partirono quella sera stessa, accampandosi sotto le stelle per passare la nottata. Il tempo era sereno e non c’era pericolo di rimanere intrappolati nella nebbia.
Gli allenatori chiamarono i loro Pokémon fuori dalle sfere, ad eccezione di Gyarados per ovvi motivi. Cominciava a fare freddo la notte, ed era bello dormire accanto al corpo caldo dei propri Pokémon. Ponyta e Charmander riscaldavano il gruppo col calore delle loro fiamme; Onix li proteggeva con il suo imponente corpo roccioso, facendo da barriera contro eventuali pericoli. Houndoom e Growlithe sonnecchiavano vigili, facendo quasi a gara a chi faceva meglio la guardia. L’ombra di Fearow ricordava la sagoma di uno spaventapasseri gigante, nel buio della notte, allontanando ospiti indesiderati. Eevee dormiva tranquillamente nel sacco a pelo con Maky – cosa che sarebbe stata impossibile fino a qualche settimana prima – lo Squirtle di Leon se ne stava rintanato nel suo guscio e Raichu bloccava la circolazione sanguigna delle gambe del povero Mat, schiacciandolo col suo dolce peso. Meowth dormiva acciambellato su se stesso, poco distante: un occhio sempre aperto e vigile.
Charmander lanciò un’occhiata al nuovo arrivato: il piccolo Cubone, che timidamente stava cercando di infilarsi nel sacco a pelo di Matthew. Si sentiva un po’ gelosa, ma il suo istinto protettivo aveva già cominciato a prevalere: si avvicinò di più al suo allenatore e al cucciolo, mettendo la coda in modo da riscaldare meglio entrambi. Poi chiuse gli occhi. Sognò di essere un Charizard e di proteggere tutti con le sue ali gigantesche.
 
 
 
 
 
 
 
 
Capitolo un po’ piu corto del solito, ma spero che lo abbiate apprezzato. Sto iniziando ad aggiornare un po’ meno spesso perché fra non molto sarò impegnata parecchio. Sono un po’ dispiaciuta che i commenti ormai siano fissi a due, nonostante il numero di visualizzazioni sia sempre abbastanza alto, come nei capitoli prima. Boh.
   
 
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