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Autore: Lady Moonlight    27/09/2013    12 recensioni
Freya è un'arma, una guerriera creata e plasmata per conquistare Asgard.
Il suo destino sembra tracciato, ma il fato prende una piega diversa la notte in cui i suoi genitori vengono uccisi.
Sfuggita alla morte, viene accolta da Odino e cresciuta insieme ai suoi figli.
Mille anni dopo, conclusosi l'attacco a New York, Loki è condotto su Asgard in catene, in attesa di conoscere il giudizio del Padre degli Dei.
Privato dei suoi poteri, è costretto a osservare mentre un nuovo nemico minaccia la sua vita e quella di Odino.
Freya e Loki.
Diversi, quanto simili, si troveranno a condividere insieme più tempo di quanto entrambi desiderino e il loro passato segnerà in modo indelebile il futuro di Asgard.
[…]"Tu sei come queste farfalle, figlia" le aveva detto un giorno suo padre.
"Ora sei solo una piccola larva, un bruco. Ma un giorno ti trasformerai e, come queste farfalle che si librano inconsapevoli tra i prati, diventerai un'arma perfetta. Tu sarai lo strumento che mi permetterà di avere Asgard tra le mie mani."

[Post Avengers] Loki/Nuovo Personaggio
Possibili accenni Loki/Sigyn
Genere: Azione, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loki, Nuovo personaggio, Thor
Note: Movieverse | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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Capitolo 4: Chi sei?
 
 
 
Che Loki lo desiderasse o meno, era diventato lui la principale fonte di pettegolezzi di tutta Asgard. Non c'era guerriero, precettore o ancella che non nominasse il dio degli inganni almeno una volta al giorno.
Quel nome era costantemente sulle bocche di tutti e Freya cominciava a trovare quella cosa snervante. Passare per i corridoi di palazzo significava dover affrontare un'infinità di sussurri malevoli che mettevano in cattiva luce anche i restanti membri della casa reale.
 
La sala dei banchetti è semideserta a quell'ora della mattina, ma Freya riesce comunque a notare Volstagg impegnato nel divorare un cinghiale, Fandral fare la corte ad una giovane asgardiana e Hogun fissare qualcosa alle spalle di Sif.
Thor è in mezzo ai Tre guerrieri e non sembra aver apprezzato un commento fatto su Loki da una delle guardie.
Suo cugino la saluta e lei risponde in maniera piuttosto sbrigativa, prima di avanzare verso le cucine e di chiedere due piatti pieni di dolci che ha deciso di portare con sé nelle prigioni.
Ricorda che a Loki sono sempre piaciuti i dolci e ha il vago sospetto che il cibo dei prigionieri non sia particolarmente appetibile.
"Non credo che addolciranno il carattere di Loki." commenta Sif quando lei le spiega le sue intenzioni.
"Non credo ci riuscirebbero nemmeno con il tuo, Sif." le risponde infastidita.
Volstagg scoppia a ridere e il cinghiale gli va di traverso, costringendo Thor a dargli una pacca sulla schiena.
Sif ha le labbra serrate e fissa Freya come un cacciatore di fronte alla sua prossima preda, mentre Hogun scuote lentamente la testa.
"Buona giornata." augura a tutti, prima di andarsene.
 
 
"La mia intrepida cugina è tornata!" esclama Loki, canzonando la sua ospite. "Ammetto di essere sorpreso." continua "Non credevo che dopo l'incidente di ieri avresti avuto il coraggio di parlarmi di nuovo."
"Punti di vista, immagino." considera Freya.
Loki lancia in aria la mela e la riprende prima che possa cadere a terra. Ha passato l'ultima ora facendo quell'esercizio, constatando con sollievo che almeno la sua forza e i suoi riflessi sono ancora quelli di un tempo.
Stringe il frutto, quasi sovrappensiero, e lo lancia verso l'ospite inattesa.
Freya è girata dall'altra parte, intenta ad appoggiare due piatti sul tavolo, ma il suo braccio scatta all'indietro e prima che la mela possa colpirla al volto lei la afferra con prontezza e la fissa sorpresa. Non sembra capacitarsi neanche lei di quello che ha appena fatto.
Loki ride, il capo rivolto all'indietro, e prova un'impagabile sensazione di vittoria nello scoprire che le sue impressioni su Freya non erano false.
Quale è il tuo segreto, Freya?
"Straordinario." osserva Loki, riprendendo il controllo. "Chi avrebbe mai detto che tu possedessi simili qualità. Ti ricordo ancora come la ragazzina ricoperta di sangue che rifiutò il mio aiuto quando mio pad... Odino venne a strapparti dalle fiamme."
Non smette di sogghignare il dio degli inganni, orgoglioso di avere davanti a sé una pedina dal valore insperato. I bracciali forgiati dai nani sono fastidiosi, ma ora esiste qualcuno che potrebbe aiutarlo. Deve solo portare Freya dalla sua parte ed è certo di riuscirci. Deve riuscirci.
"È... stato un caso." obietta Freya, fissando inorridita le sue mani e poi lui. "E in merito ai ricordi su quanto è accaduto quella notte... Rammentiamo le cose diversamente."
"Dicesti che il sangue apparteneva a tua madre." continua Loki, imperterrito nel voler scoprire la verità. "Comincio ad avere qualche dubbio sulla versione ufficiale di questa storia. Chi hai ucciso, Freya?"
"Avevo tredici anni, Loki. Pensi davvero che avrei potuto uccidere qualcuno? È Sif la guerriera, non io. La tua è pazzia." lo accusa furente.
Freya mente. Loki riconosce un bugiardo quando lo vede, ma pensa che è troppo presto per soddisfare simili curiosità. Deve ottenere la fiducia di Freya e non può farlo continuando a stuzzicarla a quel modo.
Decide di cambiare argomento. "Oh, la mia non è mai stata follia, ma tu questo lo sai vero? Come va la gamba, oggi?"
Sì, la sua non è mai stata la mente di un folle, ma quella di un uomo spezzato e distrutto. Lei non può sapere i motivi che lo hanno condotto ad agire in quel modo, nessun asgardiano lo sa a detta di Thor, ma è una scintilla di comprensione quella che vede passare negli occhi di Freya. Loki si domanda fino a che punto lei intuisca, quanto sappia di tutta la faccenda.
Freya non esita un istante a rispondergli. "Bene, era solo una caduta da cavallo."
"E il collo?" le chiede Loki, portandosi automaticamente una mano al suo. "Devi aver provato terrore, nevvero? L'aria che scivola via dai polmoni, la stretta sulla gola che impedisce di chiedere aiuto... Una fortuna che sia arrivata Sif."
"Una fortuna." gli fa eco Freya.
Loki si sforza di mantenere un tono di voce calmo, mentre dentro freme. Lui è il dio degli inganni, come osa Freya mentire davanti a lui?
"Cosa hai portato?" la interroga, sporgendosi a destra per vedere cosa contengono i piatti che lei ha messo da parte.
"Qualcosa che avrei fatto meglio a lasciare in cucina: torta e biscotti."
Loki non può fare a meno di allungare una mano avida verso il primo biscotto e addentarlo con foga. Vede Freya inarcare i sopraccigli con fare sconsolato.
"Prego, non c'è di che." commenta ironica passandogli un piatto.
 
 
Loki non ricorda più da quanto tempo il cibo ha smesso di avere gusto. L'ultima volta che ha mangiato era un re, poi... bhe, poi non c'era più stato tempo per assaporare certi bisogni terreni.
"Puoi mangiare anche i miei se lo desideri." lo informa Freya, indicandogli l'altro piatto. "Non ho fame."
Anche quella è una menzogna, ma Loki non vede perché dovrebbe preoccuparsene visto che lui ne trarrà solo vantaggi. Non la ringrazia, ma Freya non sembra aspettarsi il contrario da lui. Loki potrebbe quasi abituarsi ad averla intorno, se Odino decidesse di rinchiuderlo lì per il resto dell'eternità.
Ma lui non rimarrà lì tanto a lungo. Troverà il modo di fuggire e tutti i suoi nemici la pagheranno per come lo hanno trattato.
Loki trascorre il resto della mattina ad osservare Freya, la cui mente sembra essersi smarrita tra le pagine dei libri.
Si domanda quando è stato che la sua cella si sia trasformata in una piccola stanza studio. Anche lui dovrebbe provare a cercare se in qualche volume è scritto un modo per liberarsi e fuggire, ma non riesce a concentrarsi con Freya nei paraggi.
E poi, è quasi confortante dividere la propria solitudine con altri.
"Che cosa sai delle guerre combattute tra elfi oscuri e nani?" chiede Freya.
Loki si sente euforico come quando da bambino è riuscito a dare forma alla sua prima illusione. Nessuno prima di allora si è mai preso il disturbo di chiedere a lui spiegazioni di qualsiasi genere. Thor rideva ogni volta che tentava di illustrargli le infinite possibilità del Seiðr, gli altri si limitavano ad evitarlo.
Loki si appoggia alla parete, meditando su come esporre il discorso. "Nessuno rammenta più il motivo che ha scatenato il conflitto, non i libri comunque." ci tiene a precisare. "La storia di Svartálfaheim si perde tra miti e leggende. I nani incolpano gli elfi, gli elfi i nani... Non credo che nessuno di loro sappia più la ragione che li ha spinti a combattersi. Perché vuoi saperlo?" domanda sospettoso.
Freya abbassa gli occhi, giocherellando distrattamente con qualche ciocca di capelli. "Mio padre e mia madre, come hai ricordato poco fa, furono uccisi da un manipolo di nani provenienti da Svartálfaheim. Da quella notte, il mio interesse per quel mondo non fa che aumentare."
Nel complesso, Loki ritiene accettabile quella spiegazione, ma sa anche che si tratta solo di una mezza verità e la cosa lo infastidisce. Ha inghiottito l'ultima fetta di torta e per il momento decide di tacere. È convinto che il momento propizio per scoprire la verità su Freya arriverà e che lui deve solo attendere.
"Secondo alcuni fu per colpa di una donna: Ashery[1], principessa degli elfi, che fu rapita dal re dei nani, Gonthur[2], e costretta a sposarlo. Gli elfi per indignazione chiesero la loro vendetta, iniziando una guerra. Stando ad altre fonti..." prosegue Loki. "...la colpa fu di un nano che, ucciso un elfo, si inimicò tutto il resto della razza."
"Il diverso non è mai accettato ben volentieri." commenta Freya e Loki preferisce non rispondere. C'è qualcosa nel modo in cui Freya lo guarda che gli fa credere lei possa vedere lo Jotun che è in lui. Scaccia l'idea dalla testa e sbuffa, incrociando le braccia al petto. "Miglior esempio di me..." replica beffardo.
 
 
Freya non ha idea del perché si sia trattenuta tanto a lungo nella cella di Loki. Avrebbe potuto andarsene subito dopo aver portato il suo regalo, o quando il dio degli inganni ha cominciato a dubitare di lei, delle sue parole, eppure è ancora lì; gambe incrociate e un libro sulle ginocchia.
Nessuno si è spinto oltre quelle prigioni per vedere Loki e Freya preferisce evitare di pensare a quanto ciò possa o non possa ferire l'uomo che si trova davanti.
Se concentra il Seiðr negli occhi, sulla vista, Freya riesce a vedere al di là dell'incanto operato da Odino e guardare Loki come lo Jotun che sarebbe potuto essere.
...Se Laufey non l'avesse abbandonato a morte certa.
Loki è un gigante di ghiaccio anomalo. Troppo piccolo, dalle sembianze troppo umane, per essere figlio di uno Jotun purosangue.
Non lo trova brutto o ripugnante, forse perché ha visto esseri peggiori, o forse perché Loki è Loki e lei ha passato l'infanzia al suo fianco, ignorando la verità.
In ogni caso, immagina che la reazione del popolo di Asgard non sarebbe simile alla sua. D'altra parte anche lei è un'anomalia, un'anomalia differente, ma pur sempre un'anomalia.
"Tra una settimana è il tuo compleanno." dice, per spezzare il silenzio che si è creato.
"Festività inutile. Non mi occorre ricordare quando-" Loki si interrompe di colpo e Freya è tentata di annuire di dirgli che capisce cosa prova, ma tace.
"Già, ho sempre odiato i compleanni." il commento le sfugge di bocca e lei tenta di sorridere per evitare di dover riferire scomode verità.
"Davvero?" Ora Loki è tornato a prestargli attenzione e lei non ha idea se il fatto sia positivo o meno.
"Tutti quei regali, quei cerimoniali infiniti..." fa un gesto vago della mano, mentre le spalle si irrigidiscono.
"Così noiosi." asserisce Loki.
 
 
"Un pugnale degno di un re." osserva suo padre, rigirandosi l'arma tra le mani. "E per un re è destinato." commenta con uno sguardo folle. "Prendilo."
Freya afferra il pugnale al volo, ammirando l'elsa intarsiata di gemme, opera dei nani.
"Tua madre ti ha fatto un gran dono, figlia."
"Sì, padre." risponde Freya con tono monocorde.
"Ucciderai mio fratello, le tue gesta saranno lodate in eterno."
Freya deglutisce, le labbra serrate e la voglia di mettere alla prova quel pugnale su Víli. "Come volete, padre."
Víli sorride, soddisfatto. "Buon compleanno, Freya."
 
 
"Noiosi, sì." conviene Freya.
"La tua mano sta tremando." dice Loki, indicandola.
Lei le nasconde entrambe dietro la schiena. "Non è nulla." replica.
Loki si stringe nelle spalle quasi a voler dire che a lui non importa, ma è impossibile non notare il lampo di curiosità che gli attraversa lo sguardo.
Le sbarre della cella stridono ed una guardia annuncia l'arrivo del pranzo. Quella lancia un'occhiata perplessa a Freya, poi fa cenno ad un compagno di posare il cibo sul tavolo.
"Minestra." mormora Loki con una smorfia schifata. "La detesto. Non credevo che l'avrei mai detto ma al momento invidio Volstagg e i suoi cinghiali."
Freya non può fare a meno che ridere, sebbene un pensiero molesto la infastidisca. Il Seiðr è agitato, irrequieto, e di conseguenza anche lei lo è.
Non capisce cosa c'è che non vada e il sorriso continua ad aleggiare sulle sue labbra.
La guardia esce e Loki avanza verso il pranzo con l'espressione di un condannato a morte. "Non ti chiederò se vuoi favorire." dice ironico, immergendo il cucchiaio nella ciotola e mescolando con fare annoiato.
Freya si alza, sconcertata per come la magia si è accumulata dentro di sé in un muto grido d'allarme.
"Sei pallida." Il parere di Loki non le è di conforto e Freya lancia un'occhiata alle guardie per assicurarsi che siano ancora alla loro postazione.
Loki si stringe nelle spalle e fa per portarsi il cucchiaio ricolmo di minestra alle labbra quando Freya gli stringe un polso con foga.
"Aspetta!" L'ordine è così improvviso e perentorio che il cucchiaio scivola dalle mani di Loki che fissa inorridito il suo braccio.
"Ma cosa...!"
Freya segue la direzione del suo sguardo e si irrigidisce. Si morde il labbro e prende un respiro profondo.
Devo calmarmi.
Si ripete quella frase ancora e ancora, mentre allenta la presa su Loki.
Da blu, il braccio del dio ricomincia ad assumere il suo solito color carne, ma lo sguardo inorridito di Loki rimane e l'accusa che legge nei suoi occhi è pesante come il segreto che Freya si porta nel cuore.
"Che cosa sei?" sibila Loki, fissandola con rabbia. "Chi sei, tu?"
Freya muove un passo all'indietro, non prima di aver gettato a terra la ciotola di minestra che rotola fino all'altra estremità della cella.
"E tu?" gli domanda di rimando, ferita per quanto trova assurda la situazione.
Il figlio di Laufey o il figlio di Odino?
"Non bere ne mangiare nulla. La minestra era avvelenata. Devo avvertire il Padre degli dei."
Lo lascia così.
Non gli deve nulla, si dice, né spiegazioni né altro.
Freya non si accorge di correre finché non incontra Thor nel corridoio, che la afferra per un gomito chiedendole cosa le è accaduto.
"La vita di Loki è in pericolo." si limita a dire e il dio del tuono sparisce nella direzione dalla quale lei è appena arrivata.
 
 
Loki non capisce e se c'è una cosa che detesta da sempre è proprio l'ignoranza. Il sapere è potere e quel potere in particolare è l'unico che gli rimane.
È ancora impegnato nell'osservare il suo braccio quando Thor fa irruzione con Mjolnir tra le mani.
"Loki! Stai bene?" tuona la voce di Thor, scuotendolo completamente dai suoi pensieri. "Cos'è accaduto? Freya ha detto..."
"Cosa?" lo sprona Loki. Cosa ha raccontato Freya? Deve saperlo. Deve vederla.
"...che eri in pericolo." prosegue Thor, scrutando la cella come se dovessero spuntare nemici invisibili da ogni angolo. "Dove sono i nemici? Quando li prenderò, nostro padr-"
"Thor..." Loki lo interrompe prima che possa nascergli un principio di emicrania, ma Thor non gli da tregua.
"Dimmi dove!"
Loki non riesce a trattenersi dal prendere in giro il dio del tuono. È sempre stato semplice ingannarlo con le parole. "Nella zuppa."
Thor è furente. "Sono serio, fratello."
"Anche io. Hanno tentato di avvelenarmi."
Il figlio di Odino sembra volergli concedere il beneficio del dubbio. "Come lo hai scoperto? Veleno? Sono pochi i veleni capaci di nuocere agli Æsir."
"Ma io non sono un Æsir, giusto? Non completamente, almeno!" esclama Loki.
Non ha intenzione di parlare a Thor di Freya, perché dovrebbe farlo poi? Se la tradisse ha il sospetto che qualsiasi speranza lui avesse riposto in lei verrebbe infranta.
"Rafforzerò la vigilanza. Troveremo il colpevole e lo puniremo. Severamente." aggiunge Thor. "Come hai capito che era veleno?" lo interroga sospettoso, fissando i bracciali dei nani.
Loki si punta il dito alla testa. "Io ho studiato molte discipline, rammenti Thor? E il Tesseract ha ampliato di molto le mie conoscenze."
Una menzogna, l'ennesima, e quasi gli dispiace che Thor non abbia alcun dubbio.
"Qualcuno in grado di oltrepassare le difese di Asgard. L'uomo con la maschera è astuto..." mormora il dio del tuono.
"Un uomo con la maschera, dici?" Loki incrocia le braccia al petto. "Com'era?"
"Non l'ho visto. I prigionieri che Sif ha catturato hanno descritto così questo nemico. L'hanno chiamato Aster. Ti dice nulla?"
"No." Loki scuote la testa. "Ma non avrà la mia testa." sibila. "Trovo umiliante il fatto che abbiano voluto usare del veleno per uccidermi. Sono diventato patetico come i miseri midgardiani che tanto ti ostini a voler proteggere."
"È stata le gente di Midgard a sconfiggerti."
"Un errore di calcolo." ribatte trattenendo la rabbia che lo pervade. "La prossima volta non accadrà." ci tiene a precisare.
"Non ci sarà una prossima volta, Loki."
Tacciono entrambi, Thor intento a fissare i resti della sua cena, lui impegnato a fissare l'orizzonte dalle grate della sua finestra.
C'è un intero universo che lo attende, fuori, e Loki non intende farlo aspettare a lungo.
 
 
Il sepolcro è ricoperto di edera, sebbene Odino abbia ordinato ad alcuni servitori di tenere in ordine la tomba di Víli. La costruzione è stata eretta secondo il parere dei migliori architetti di Asgard; un mausoleo di pietra bianca e grigia che rende onore ai traditori del regno.
Sono sempre state rare le volte che Freya ha trascorso in quel luogo di morte; più per mantenere le apparenze che per la necessità di far visita a due cadaveri.
La tomba dei suoi genitori è stata eretta nella Valle degli Eroi, uno spiazzo erboso poco lontano da Vàlaskjàlf e raggiungibile a cavallo. Il prato è perennemente ricoperto di fiori e la leggenda vuole che rappresentino i guerrieri asgardiani morti durante una delle grandi battaglie combattute su Asgard.
Freya non ha idea se quella vecchia storia possa corrispondere al vero, ma lì il Seiðr è forte, percepibile persino dai bambini.
Una guardia di Odino la segue da lontano e lei sospetta che lo faccia per ordine di Thor. Nell'erba c'è una figura femminile intenta a raccogliere i fiori che Freya, invece, ha quasi il timore di sfiorare.
Sono poche le persone che si spingono fin lì e lei decide di avanzare, di scoprire chi è la ragazza che si cela dietro il mantello.
"Lady Sigyn.[3]" la chiama, sorpresa.
L'altra sobbalza e si volta verso di lei con un sorriso imbarazzato. Ha le gote arrossate, i capelli scarmigliati dal vento e tra le mani corone di fiori intrecciati.
"Lady Freya." la saluta Sigyn con un breve inchino. "Mi dispiace aver disturbato il vostro... lutto." le dice, lanciando un'occhiata al sepolcro.
"Non sono in lutto da moltissimi anni." replica Freya, più bruscamente di quanto avesse voluto.
Sigyn sobbalza come se lei le avesse dato uno schiaffo. "I fiori qui sono molto belli." tenta di giustificarsi.
"Puoi prenderne quanti vuoi." la rassicura.
Freya trova la cosa bizzarra. Ricorda Sigyn come una ragazza timida e schiva, perennemente in imbarazzo e perennemente impaurita dalle occhiate d'astio che le lanciava Loki ogni volta che si presentava a corte a seguito di suo padre.
Entrambi erano stati promessi sposi l'una dell'altro da bambini ed entrambi detestavano quell'idea. Per qualche ragione Freya prova fastidio nel sapere ciò.
"Non sapevo fossi giunta a palazzo." le dice, osservando le mani di lei recidere altri fiori.
"Sono arrivata ieri. Mio padre doveva parlare con il Padre degli dei." risponde Sigyn, intrecciando gli steli tra loro. "Voleva essere presente per... la sentenza di Loki." esita nel nominare il dio degli inganni e non la guarda negli occhi quando lo fa.
Ovviamente.
Il padre di Sigyn è uno dei dodici consiglieri di Odino, sarebbe stato insolito se non si fosse presentato per la sentenza del principe cadetto.
"Oh, quest'erba è ottima per alleviare il dolore provocato da febbre." le spiega Sigyn, indicandole una pianta medicinale. "Quella, invece, provoca allucinazioni." continua, mostrandole una pianta dalle sfumature violacee.
Freya si congeda con discrezione, con un sorriso e la promessa che si sarebbero riviste a corte.
 
 
La pietra è gelida sotto le sue mani, ma Freya non bada a quel particolare e le dita seguono i segni delle iscrizioni incise sulla tomba dei suoi genitori.
Da qualche parte Sigyn sta canticchiando una vecchia ballata che Freya ricorda di aver letto in un libro.
Vorrebbe sbriciolare quel monumento, ridurlo in polvere, ma non lo farà. Non può farlo, esattamente come non può rivelare nulla della sua infanzia.
Si accascia al fianco di quel mausoleo maledetto e chiude gli occhi per un breve istante.
 
Sdraiato sul letto della sua dimora eterna, Víli era stato onorato con tutto il rispetto e l'attenzione dedicata ad un re. La salma era stata preparata dai guaritori di Odino e i sarti avevano cucito un completo da guerriero.
Qualcuno gli aveva giunto le mani al petto e sotto di esse aveva appoggiato l'elsa della spada con cui in vita suo padre aveva mietuto numerose vittime e ferito lei in altrettante occasioni.
Nessuno però era stato capace di porre rimedio al danno che il fuoco aveva operato sulle carni di Víli. La maggior parte della pelle sotto la tunica era bruciata, ma coperta dai vestiti; lo stesso non si poteva dire del volto.
Freya allunga la mano e le dita tracciano senza pietà il contorno di quel viso in parte carbonizzato. La parte destra è quella meno rovinata, la sinistra è un agglomerato di carne viva e nera.
"Freya..." il richiamo di Odino le giunge distante, ma sente con chiarezza la presa del Padre degli dei sulla sua spalle. "Ricordarlo per come era in vita." le suggerisce, trascinandola lontana.
Oh, Freya vorrebbe quasi ridere. Ridere e piangere.
Lei ha tutta l'intenzione di ricordare Víli per come è adesso: una creatura sconfitta che mostra finalmente la sua vera faccia; quella di un demone.
Freya si lascia portare via, lungo la navata del mausoleo pieno di fiori. Servono per soffocare il puzzo della carne bruciata, ma Freya respira quell'aria acre come il miracolo che attendeva da tempo.
"Stai tremando. Non dovresti stare qui. Dovevo dare ascolto al consiglio di Frigga e..."
Freya non presta attenzione a ciò che dice suo zio.
"Condoglianze."
"Una perdita terribile per Asgard."
"Una famiglia così unita..."
"...Terribile."
Le voci si confondono tra loro e Freya si sforza di prestare attenzione ad ogni asgardiano che la guarda come una pecorella indifesa in procinto di andare al macello. Non rivolge la parola a nessuno di loro e prosegue nel punto in cui dovrebbe trovarsi sua madre.
Skaði non è stata risparmiata dalle fiamme. Ciò che resta del suo corpo è stato sigillato nella bara e solo Odino ha posato gli occhi sul suo cadavere per accertarsi della morte effettiva.
Freya trova ironico che proprio Skaði, abile dominatrice del Seiðr, e non Víli abbia ottenuto quel risultato. È quasi delusa di scoprire che sua madre non sia stata capace di mettere a frutto gli insegnamenti che a lei, invece, hanno salvato la vita.
Il funerale è celebrato in fretta e il sepolcro sigillato da Odino in persona.
Thor e Loki la aspettano ai margini del prato fiorito e Frigga è con loro.
"Povera piccola." la sente mormorare, scuotendo la testa.
Freya avverte lo sguardo di Loki su di sé, ma non ha il coraggio di guardarlo in quegli occhi dal colore troppo simile a quello di Víli.
"Sei strana." le sussurra il cugino. "Dovresti piangere. Padre lo ha fatto..."
Freya pensa che è consiglio giusto, un consiglio che dovrebbe provare a seguire.
Quando torna nella sua camera, Freya prende un pugnale e si incide un taglio sul palmo della mano. Le lacrime esitano a mostrarsi anche allora, ma ora Freya ha capito.

Sa come dovrà fare per tessere le sue menzogne.


 


 Capitolo betato da: Jales
 

[1]              Ashery: personaggio inventato, principessa degli elfi oscuri.
[2]              Gonthur: personaggio inventato, re dei nani.
[3]              Sigyn: nella tradizione mitologica moglie di Loki


Note: Appena risorta dalle mie ceneri dopo due giorni di influenza! xD Fortuna che la prossima settimana non dovrò andare in università ù_ù Voi come ve la siete passata? Questa sera Iron Man in tv. Chi di voi lo guarderà?
Tornando alla storia... Come vi sembra? Mi devo peparare a ricevere una montagna di pomodori?


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