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Autore: Gretel85    27/09/2013    6 recensioni
Ranma era furioso, non tanto per lo spavento preso e il conseguente urlo -assai poco virile- uscito dalla sua gola. No. Lui era ansioso, preoccupato e infuriato perché il maestro lo aveva sentito pensare a voce alta. E questo non andava bene. Non andava mai bene in casa Tendo, ma soprattutto, non andava bene con Happosai.
-Allora Ranma, dicevi di Akane?-
Ecco appunto.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akane Tendo, Happosai, Nabiki Tendo, Ranma Saotome, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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How many fond fools serve mad jealousy!”
William Shakespeare, The Comedy of Errors

 

 

 

6. Fra le braccia di un altro.

-Che c’è Ran-chan?- Chiese Ukyo sorridente, ma improvvisamente molto meno sicura di sé. -Non ti senti meglio?-
-Sì, io sto bene, ma volevo dirti che…ecco… non c’è bisogno di…-

-Aaaaaaah! Ranm...-

*E ora che c'è?*
*Akane!*

Con le sue catene Mousse aveva imprigionato la piccola Tendo, che avvolta come un salame era inciampata subito, cadendo a terra.
Fu un attimo, solo un attimo e tutto lo scenario era cambiato; capovolto.

Akane si dimenava a terra, stretta fra le catene di Mousse e Kuno le si era gettato addosso, stritolandola, sussurrando parole sconnesse, fintamente poetiche, e, in un secondo, senza tanti complimenti, le aveva chiuso la bocca. Azzittito le proteste. Con un bacio.

Un bacio di Kuno.

Persino Ukyo rimase impietrita; ad Happosai cadde la pipa di bocca; Nabiki sgranò gli occhi, non ebbe neanche la forza di alzare il braccio e scattare una foto.
No, non è vero, ma ne fece solo cinque. Kuno le avrebbe pagate come oro.

*Povera sorellina, oggi le dice proprio male...a me no, però!*

Ma da quando si erano ripresi quei due? E dov’era finito Ryoga? Certo, con il suo senso dell’orientamento è una domanda inutile, ma non considerarlo affatto, sarebbe scortese.

Infatti eccolo lì. Il piccolo porcellino nero giaceva prono nel laghetto, ancora privo di sensi; sfiorato ti tanto in tanto dalla pinna dorsale dell'eterna carpa portafortuna dei Tendo, non si era accorto di nulla. Né come al solito, e per fortuna, Akane si era accorta di lui e della sua trasformazione.

Ranma però non ebbe modo di fare questi ragionamenti. Sembrava semplicemente annientato. Un secondo per vedere, uno per realizzare, uno per reagire. Ma era già troppo tardi. Ora Mousse sogghignava malignamente da in cima all’albero; teneva ben strette le catene di Akane, quasi fossero le redini di un cavallo imbizzarrito. E Akane, seppur parzialmente coperta dal volto di Kuno, era visibilmente inorridita; si dimenava, cercava Ranma con lo sguardo, lo sfidava a intervenire.

E forse anche a capire.

*Akane…*
*Ranma…*

-Per tutti i Kami, ma che sta succedendo qui?-
-Oh povera sorellina!-
-Bambina mia! Buahhhh! Ranma, salva la mia Akane, ti prego!!- Si aggrappò Soun alla gamba del futuro genero.

Immediatamente erano accorsi tutti, di nuovo.

-Fa male quando succede a te, vero Saotome?- Chiese Mousse, richiamando l'attenzione su di sé.

Occhi negli occhi, verde e blu oltremare, invidia e tempesta, i due si sfidavano.

Era terribilmente vero. La verità fa male, molto male e Ranma finalmente comprese. Aveva offerto quello spettacolino ad Akane per mezza giornata, non pensando a se le avrebbe fatto del male o meno, ma sperando solo di farle capire che i baci delle altre erano inutili per lui.

*Sono stato un vero idiota. Anzi, sono un vero idiota!* Concluse Ranma con amarezza e ira crescente, mentre, i pugni serrati da far male, si dirigeva a passi lenti e decisi verso Kuno.

Inciampò su se stesso un secondo dopo, rovinando miseramente a terra.

-Soun, se fossi così gentile da lasciarmi andare la gamba...-
-Eh? Ah sì, scusa, scusa figliolo, ahahah!-
-Che allievi imbarazzanti! Ehi voi tre, siete proprio una vergogna, lo sapete?- Li rimproverò il maestro, brandendo la pipa a mo' di bacchetta.

In tutto questo caos, solo una persona era evidentemente in visibilio. Quel qualcuno rispondeva al nome di Kuno. Il diciassettenne tuono blu dell'istituto superiore Furinkan aveva preso a dimenarsi, ardente d'amore, contro la sua preda. Impossessatosi delle sue labbra, non le lasciava più andare e tuttavia riusciva di tanto in tanto a rendere il mondo circostante partecipe dei suoi ispirati ed elegiaci pensieri.

-Dolc - - -ima Ak--e Tendo, ora - - mie ambite lab- - - hanno scelto le tue, all'om- - - di q- -sti cil--gi in fiore...-
-Che idiota. Kuno, non abbiamo ciliegi in fiore in questo giardino!- Nabiki, il sopracciglio destro inarcato all'inverosimile, non sapeva se ridere o scattare foto. Nel dubbio optò per entrambe le cose.

-...io ti a-colg- come -ia sp-s-; sarai mia per sempre... aha - - -h - - -h-hah!-
*Kami, che schifo! Povera me!* -E lasc- - m - -dio-a!-
-”Io ti accolgo come mia sposa, sarai mia per sempre. Ah! Ah! Ah!”; risposta di Akane: “E lasciami idiota.”- Tradusse prontamente Nabiki a beneficio dei futuri destinatari del suo video.

-Finiscila, Nabiki!-
-E tu smettila di rimanere lì imbambolato, Ranma. Ti vuoi dare una mossa? La ripresa è troppo statica, mi ci vuole un po' di azione, accidenti!-
-Vai Ranma, contiamo tutti su di te!- Soun e Genma strillavano a gran voce, modello stadio. Mancavano solo le bandierine.

Ranma si bloccò improvvisamente, un piede ancora sollevato.

Davanti a lui, in equilibrio su un ramo posto più in alto rispetto a quello dove si trovava Mousse, Happosai maneggiava con destrezza due pon-pon, zompettando tutto felice, indosso un osceno e striminzito vestitino da scolaretta.
-Datemi una R! Datemi una A! Datemi una N!-
-N-n-non è possibile!- *Che famiglia assurda!*

- Ma insomma ti vuoi muovere? O sei felice di vedere la tua fidanzata fra le braccia di un altro?-
*Maledetta Nabiki...* - E tu taci, per cortesia!- Gli rispose con sgarbo Ranma, con un'improvvisa voce femminile, dirigendosi finalmente, incurante della trasformazione e a grandi passi, verso il Senpai. Quest'ultimo ovviamente ne captò subito la presenza, abbandonando in un nanosecondo le labbra della sua presunta sposa. Che riprese a respirare.

-Ragazza col codino, mio eterno amore, anche tu qui! Oh la tua gelosia mi...-
-Finitela tutti e dueeee!- L'ira di Ranko aveva raggiunto il limite.

Un secondo dopo aveva staccato con mani e piedi il corpo di Kuno da quello di Akane, spedendolo con un calcio in direzione di Mousse e poi entrambi fuori dalle mura del dojo, nell’alto dei cieli. 
-Casanova da strapazzo, non finisce qui! Mi vendicherò per quello che hai fatto alla mia Shampoo!-
-Questo è il giorno più bello della mia vita! Amori miei, io sento le campane!-

Ma Ranko non badò nemmeno alle urla ormai lontane dei due. Stava riprendendo fiato e il controllo di se stesso, quando, voltandosi, si accorse che la sua fidanzata era ancora legata a terra e gli dava le spalle, tanto era bloccata. A quella vista, Ranma Saotome, il più grande artista marziale di sempre, si sentì l'ultimo degli ultimi.

Mentre la liberava, non si scambiarono una parola, troppo scossi dagli ultimi eventi. Appena le fu possibile, Akane si alzò in piedi; finì di scrollarsi di dosso le corde del cinese. Lo sguardo abbassato, le belle labbra arrossate, scelse il silenzio come arma di difesa.

-Akane, io...-
Il suono di un palmo aperto e di cinque dita bollenti risuonò nel silenzio del giardino.

Tutti assistettero alla scena allibiti e incapaci di dire qualcosa di sensato. Quindi la piccola Tendo, come se lo avesse sempre saputo, si diresse verso il laghetto e, afferrato il suo adorato animaletto domestico, ancora svenuto, affrettò il passo, scappando in camera sua.

Aveva voglia di urlare, sciacquarsi la bocca e soprattutto piangere. E nessuna delle tre cose aveva intenzione di farla davanti a lui. Come contraddirla?

La situazione precipitò nella più banale quotidianità e normalità, se così si poteva dire. Finito lo spettacolo, l'interesse scemò rapidamente e tutti rientrarono in casa. Non senza però borbottare sentenze spesso ingiuste contro il giovane Saotome.

-A giocare con il fuoco, prima o poi ci si scotta, cognatino!- Come questa ad esempio.

Ma Ranko non vi badò, la guancia gli doleva e se lo meritava. Era rimasto solo.
No, un momento. Ukyo era ancora lì.

Stanco ed esitante si avvicinò a lei. -Senti, Ucchan, io devo parlarti.-
-Ti ascolto, Ran-chan.- La cuoca di Okonomiyaki era molto sveglia; sapeva a cosa stesse andando incontro rimanendo lì a parlare con lui.
-Ucchan, tu sei la mia migliore amica e l’ultima cosa che vorrei è perderti o farti soffrire e per questo mio egoismo fino ad ora sono stato zitto.-

Ranma prese fiato. Ukyo sospirò. Le era proprio difficile non iniziare a piangere.

-Io...beh... ecco, io ti ringrazio per essere venuta per me oggi. So che ci sei e ci sarai sempre-

Il fatto che Ranma fosse tornato nel frattempo uomo non aiutò la ragazza che cominciò a tremare visibilmente, lo sguardo basso e annebbiato, seminascosto dalla frangia.

-E spero di poter continuare a fare affidamento su di te per ancora molto, molto tempo. Perdonami però se ti escludo dal giochetto che quel malato di Happosai e Nabiki l’arpia si sono inventati. Lo faccio per non complicare ancora di più le cose e perché... *già conosco il risultato*...perché...*non funzionerebbe mai*...- Il tono di Ranma era provato e imbarazzato. Non riusciva a proseguire.

-È perché non avrebbe mai funzionato.- *Ma io lo avrei fatto comunque.* -È questo che vuoi dirmi, vero Ran-chan?-

-Mi dispiace, Ucchan.- Fu tutto quello che seppe rispondere.

-Anche a me, Ranma.- Sussurrò appena la cuoca. -Ma non preoccuparti, io...-

        -Ranma, il pranzo è pronto!-

-Uh, accidenti come si è fatto tardi! Il locale mi aspetta!- Si scusò la giovane cuoca, sfoderando un sorriso tirato e fingendo una sospetta indifferenza. -Ci vediamo, Ran-chan!- E in un lampo corse via.

*Che tempismo, Kasumi!* Lo sguardo di Ranma si spostò velocemente e con simpatia su quello sempre premuroso e gentile della maggiore delle Tendo. Con infinita gratitudine sorrise anche lui.

-Arrivo!- *Grazie al cielo!*
-Bene!- *Non c'è di che, Ranma!*

 

 

 

E siamo giunti anche alla fine di questo capitolo. Non manca molto alla conclusione oramai e vi confesso che un po' mi dispiace. Ma vorrei nuovamente ringraziare tutti, sinceramente e di cuore, lettori e recensori. I vostri commenti, in particolare, mi hanno fatto un piacere immenso, oltre ad avermi supportato e spronato a migliorarmi, capitolo dopo capitolo. Alla prossima!

 

Gretel.

 

  
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