Storie originali > Introspettivo
Ricorda la storia  |      
Autore: Teliqalipukt    27/09/2013    0 recensioni
Cosa succede quando si è troppo felici? Quando la felicità arriva in un attimo tutta insieme. C'è chi gioisce, chi impazzisce e chi...
Quest'uomo l'ha trovata in cima ad una montagna, che farà? Il cavaliere salva la principessa?
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Non ci si alza una mattina e si decide di farlo! Lui si alzò una mattina e partì.
Partito alla ricerca della felicità, può sembrare utopico...tanto da apparire banale, ma lui lo fece e sembrava quasi l'inizio e il pretesto per scrivere una meravigliosa fiaba di sorprese, scoperte, amori e “vissero per sempre tutti felici e contenti”. Non fu così.
La metà all'inizio era imprecisa... verso oriente, magari qualche esotica spiaggia, pensò anche se fosse il caso di convertirsi al Buddismo. Trovò la destinazione sul fondo di un boccale di birra, appoggiato su un volantino di viaggi. Scolata la bibita, sbattuto il bicchiere sul bancone scorse un' immagine distorta dal vetro del boccale. Verde, verde e ancora verde. Credette fosse l'Amazzonia (se solo fosse stato più lucido, spostando il bicchiere avrebbe potuto leggere con chiarezza la scritta “Central Park- New York”). In un modo ci arrivò scelse una montagna, la più imponente e cominciò a scalare.
Fu dura arrivare fino in cima, immaginatevi un uomo di media statura, non molto robusto, che ha passato tutta la sua vita a braccetto con l'arte, con lo studio e quando il sabato c'era la partita di calcetto lui era in una galleria d'arte, che improvvisamente si trova a dover arrivare in cima ad una montagna affiancata e resa scivolosa da un'imponente e maestosa cascata
Finalmente ce la fece, giorni di fatiche e imprecazioni quando finalmente la vide, la sentì la felicità pervadergli le membra. Era lì davanti a lui, così grande, così immensa. Poteva vedere la cascata sgorgare dalle rocce multiformi marroni e rossastre e quando andava ad infrangersi, vista dalla giusta angolazione, e lui era nel posto giusto, non c'era luogo migliore, dava vita ad un piccolo arcobaleno attraversato dai potenti schizzi dell'acqua. Mai vide spettacolo più bello. Il sole si specchiava lucente nel flusso costante e potente della cascata e la sua luce accarezzava, dipingeva, risaltava la potenza di tanta vita. Non sentiva che lo scrosciare delle acque, percepiva la freschezza di quel luogo, quasi potesse arrivare allo spirito per rinvigorirlo e ammirava le piante che lo circondavano: verdi, folte, rigogliose, rese dolcemente umide da un velo bagnato, delicatamente stesovi dalla brezza. La grande Madre e la sua vena artistica che sanguinava ovunque. Quello era uno dei più grandi capolavori che avesse mai visto. Lui, lì, in quel momento dove la cascata copriva il suo lento respirare si sentì felice, felice e soddisfatto come mai nella sua vita operosa, vissuta nei grigi spazi creati dall'uomo. E con gli occhi che percorrevano, accarezzavano e baciavano piante, rocce e acqua... ubriacato di gioia, con lo stesso piglio sconsiderato che dalla birreria l'aveva portato lì, decise di morire per poter tornare nel ventre della creatrice di tanta meraviglia.
Aveva iniziato quel viaggio per volare lontano dalla mortalità. Aveva scalato quella montagna alla ricerca della completezza della sua anima e una volta trovata, una volta scovata la possibilità di felicità, una volta averla sentita scorrere dentro di sé, capì di potersene andare in pace e che fosse il momento, perchè non avrebbe voluto scorgere nient'altro che potesse infrangere la consapevolezza di far parte del capolavoro.
Lui, critico d'arte, che di opere ne aveva viste e apprezzate, ammise a sé stesso di non aver mai appreso niente, di non avere mai colto il vero senso dell'Arte, della vita stessa. Per la prima volta la bellezza pura, in tutta la sua essenza si stagliava imponente davanti a lui.
Tra tutte le decisioni che avrebbe potuto prendere,senza riflettere sulla sua vita in città che gli pareva non appartenergli più, decise di morire. Quasi gli sembrasse la decisione più ovvia, l'unico modo per proteggersi da ulteriori sofferenze. Sua moglie, le carte del divorzio per una relazione trascinata pietosamente negli anni tra un tradimento e l'altro, un lavoro che non appagava più, ma che aveva affamato la sua sete di perfezione e bellezza fino quasi alla follia e che l'aveva spinto in quella terra, parevano ombre e mostri da cui preservarsi, fuggire...definitivamente. Il cavaliere che non ha più coraggio per affrontare il drago e conquistare l'amore della principessa, depone la spada e si rinchiude nelle segrete del castello.
Ci volle poco: un salto ed era nel vuoto, cadeva, volava forse, accanto alla sublime cascata... quando si pentì. Lui, lì, nel momento sbagliato si rese conto che avrebbe preferito vivere, anche solo con il ricordo dell'agognata felicità, ma vivere, così da poterla assaporare nelle notti cupe, riportare la mente a quella freschezza, cibarsi del ricordo. Si rese conto troppo tardi che nella morte non c'è memoria e gioia alcuna. Lo schianto fu violento, il decesso immediato. Le acque inarrestabili sommersero il corpo e il critico d'arte scomparve, invisibile agli occhi di chiunque, sparì da quel paradiso senza appartenere a nessuna meraviglia, madre natura cancellava un errore nel dipinto.
Quando il cavaliere si accorse che la segreta non avesse finestre e lo rinchiudesse, sì dalla paura, ma da qualunque altro sentimento, pensò che sarebbe stato meglio combattere il drago e sposare la donzella, sopportare le ferite ed il terrore, ma poter assaporare la vittoria e l'amore...perché si sa che i draghi muoiono e i cavalieri vincono; perché si sa che con tenacia il dolore diventa cicatrice e l'uomo sopravvive.
  
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Introspettivo / Vai alla pagina dell'autore: Teliqalipukt