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Autore: Aniel    27/09/2013    3 recensioni
Cosa accadrebbe se Bonnie facesse un incantesimo per far tornare indietro il tempo? E se solo lei e Klaus ne mantenessero il ricordo? Tutto potrebbe essere sistemato! Il problema? L’incantesimo decide da solo fin quando invertire il tempo, può essere fatto una volta sola e ha dei piccoli effetti collaterali.
L'originario vedrà così la sua vita venire brutalmente sconvolta e prendere una piega che nessuno si sarebbe mai aspettato. Buona lettura! =D
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Caroline Forbes, Elena Gilbert, Klaus, Originari, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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13 – SENTIMENTI A LUNGO REPRESSI







Essere il fratello maggiore può essere sia una maledizione che una benedizione, questo Elijah lo aveva sempre saputo bene. Lui era quello che si preoccupava per i fratelli, ma era anche quello che notava i dettagli nei loro comportamenti, e che era quindi in grado, il più delle volte, di parlarne con loro. Quando aprì la porta di casa, quella mattina, e si ritrovò Klaus di fronte, capì subito che era successo qualcosa, ma il fratellino non volle affrontare l’argomento, cosa che preoccupò Elijah oltremodo.
«Sono pronto a rimanere qui, con voi. Ho pensato che ne sareste stati felici» aveva detto, e lui aveva annuito, contento che la sua famiglia fosse tutta sotto lo stesso tetto. Beh... quasi tutta. Mikael era nelle vicinanze, riusciva a sentirlo, sebbene lui rimanesse celato ai loro occhi, ma faceva finta di niente, provando a vivere una vita il più possibile normale, nonostante la minaccia.
Adesso era pomeriggio, ed Elijah osservava il fratello sistemare le proprie cose nella sua stanza. Lui, Kol e Finn erano andati nell’appartamento che Klaus aveva preso vicino alla piazza, avevano inscatolato tutto ciò che gli apparteneva e lo avevano portato in casa, dove era rimasto intatto fino a quel momento. Per la maggior parte si trattava di quadri, pennelli e colori, ma c’erano anche alcuni manufatti collezionati nel corso della loro considerevole vita.
Se ci fosse stato un altro dei suoi fratelli, lì, a svuotare scatoloni, Elijah l’avrebbe probabilmente lasciato solo, ma lì c’era Klaus, il fratello che, negli ultimi mesi, aveva vissuto un cambiamento radicale del proprio essere. Pur non avendo memoria del tempo che era stato cancellato, Elijah poteva dire con certezza che era stato orrendo, semplicemente guardando quanto Klaus fosse stato disposto a modificare tutto ciò in cui aveva creduto, e lui era felice di questo cambiamento. Suo fratello si era avvicinato molto di più a ciò che era stato da umano negli ultimi mesi, che negli ultimi mille anni, come se si fosse improvvisamente reso conto del fatto che con la malvagità non era riuscito ad ottenere nulla. Eppure, nonostante fosse certo che la sua vita era notevolmente migliorata, Elijah riusciva a scorgere un velo di malinconia nei suoi occhi che gli altri suoi fratelli ignoravano.
«Cosa ti affligge, fratello?» gli domandò con voce atona. Klaus si voltò di scatto e accennò un sorriso.
«Sono solo impaziente di tornare alla mia vecchia vita, tutto qui» Elijah si decise ad entrare nella stanza e prese ad aiutarlo con movimenti lenti.
«Non c’è niente di cui vorresti parlarmi?»
«No»
«Ho parlato con Elena» lo scatolone che Klaus aveva appena preso cadde per terra, rovesciando tutto il suo contenuto sul pavimento, ma lui rimase immobile, attendendo che Elijah continuasse. Quello, per tutta risposta, sospirò «Non ho parlato con Elena, ma il tuo improvviso ritorno a casa e il tuo silenzio non sono passati inosservati. Allora: sei pronto a parlarmi adesso?»
Klaus si sedette di peso sul letto e si prese la testa tra le mani.
«Credo di stare impazzendo, Elijah»
«Dimmi» il più piccolo prese un respiro profondo, incapace di guardare l’altro negli occhi. In un angolo della stanza c’era una persona, seduta per terra, con le ginocchia strette al petto, un braccio teso verso di lui, gli sorrideva, e solo lui poteva vederla. Avrebbe tanto voluto parlarne al fratello, ma non sapeva come affrontare l’argomento, così scelse la via più lunga.
«Elena prova qualcosa per me. Per questo ho deciso di tornare» se Elijah era rimasto sconvolto da quell’affermazione, non lo diede a vedere, invece si raddrizzò e formulò una delle domande che assillavano Klaus da tutta la notte.
«E tu provi qualcosa per lei?»
«Ieri ti avrei detto di no. È stato tutto così strano! Sono arrivato in questo tempo sicuro di fare altre scelte, migliori sia per me che per gli altri, e di voler stare con Caroline. Ma…»
«Ma?»
«È stato bello vivere come un ragazzo normale per un po’, con la ragazza che corteggiavo da tempo che finalmente ricambiava ciò che provavo. Ho capito solo dopo che lei se n’è andata che non era la stessa cosa. Caroline non mi manca, e non mi manca perché tutto il rapporto che avevamo creato nell’altro tempo, qui non esiste. Per lei non esiste. Non c’è stato lo stesso percorso, non c’era lo stesso grado di complicità, era come una cotta, e per un po’ ho pensato che fosse quello che volevo, ma lei non è più la stessa persona di cui mi sono innamorato»
«Ed Elena invece?»
«Con lei è ancora più strano! Non dimenticherò quanto l’ho odiata e quanto lei ha odiato me, ma da quando è ricominciato tutto ho visto un’Elena che non avevo mai visto prima, allegra e divertente. Abbiamo vissuto nella stessa casa per settimane e, nonostante tutto, siamo diventati amici, grandi amici, e non avevo mai pensato che potesse esserci altro. Ma ieri sera non ho visto più niente. Lei mi ha baciato e io ho dimenticato chi ero, cosa stavo facendo, la guardavo senza vederla, mi sentivo come se fossi stato fulminato… ed ero felice. Non provavo questo genere di sensazioni da quando…»
«Da quando stavi con Tatia» sussurrò Elijah «ti capisco. È lo stesso tipo di sensazioni che io provavo per Katerina nel 1492»
«Mi dispiace per quello» Elijah rise.
«È passato tanto tempo» disse «Spero solo che Elena non si sia offesa per la tua fuga. Sarebbe un peccato!»
«Non è stata una fuga. Avevo solo bisogno di mettere le dovute distanze tra noi. Non posso vivere più lì, lo sappiamo entrambi»
«Ma puoi cercare di capire se vale la pena approfondire questo rapporto» Elijah gli posò brevemente la mano su un ginocchio, poi si alzò per andare via.
«Aspetta!» urlò Klaus, inducendolo ad interrompersi sulla soglia. «Volevo chiederti: ti è mai capitato di… ehm… capire che qualcuno voglia dirti qualcosa di importante, ma di avere paura di avvicinarti»
«Temo di non capire» l’ibrido gettò uno sguardo veloce verso la figura che continuava a perseguitarlo, la quale annuiva piano, come a spronarlo a proseguire.
«C’è qualcuno che credo voglia aiutarmi, continua a sorridermi e a tendermi la mano, ma io sono terrorizzato anche solo all’idea di avvicinarmi»
«È qualcuno di inaffidabile?»
«No! Io mi fido ciecamente di questa persona, il problema è che… beh, credo si tratti di uno spirito, perché non è più in vita da moltissimo tempo»
«Sei perseguitato?»
«No, non è come la maledizione del cacciatore, è… è uno spirito benevolo, sono sicuro di questo, ma non posso fare a meno di sentirmi spaventato»
«Segui il tuo cuore, Niklaus. Riguardo a tutto»
Elijah si allontanò a grandi passi e Klaus si voltò nuovamente verso la figura.
«Ok, dimmi: perché sei qui? Perché solo io posso vederti?» quello, di rimando, sorrise, e gli tese nuovamente la mano. Lui esitò, poi avvicinò lentamente la propria mano e prese quella dello spirito. Al contatto, la sentì fredda, ma solida, e non appena l’ebbe stretta, svenne.
 


Rebekah bevve un bicchiere di bourbon tutto d’un fiato e riposò il bicchiere sul bancone quasi con rabbia.
«Qualcosa non va?» le chiese il barista.
«Tu sei Matt, vero? L’amico della doppelganger»
«E tu sei…?»
«Rebekah» risposte lei, tendendogli la mano «la sorella di Klaus» Matt la strinse con fermezza, mantenendo un certo grado di circospezione.
«E cosa ci fa un’originaria al Grill ad ubriacarsi? Non dovresti essere a casa a goderti i benefici che questo incantesimo ha portato?»
«Mio fratello Kol sta giocando a biliardo e ci sta provando con circa tre o quattro ragazze contemporaneamente. Finn sta cercando di contattare la sua ex fidanzata di 900 anni fa, Klaus è appena tornato a casa ed Elijah è rimasto con lui per scoprire cosa diamine gli sta succedendo, e nostro padre è nuovamente scomparso, ma nessuno di noi si illude che abbia rinunciato ai suoi propositi di vendetta su Klaus, quindi è una situazione un po’ strana»
«Almeno siete tutti vivi» sdrammatizzò Matt.
«Si, beh, anche voi. Da quello che ha lasciato intendere Bonnie sembra che ci sia stato uno sterminio nel tempo che hanno lasciato. Sono morti quasi tutti»
«Chissà qual era il nostro rapporto»
«Chissà… potremmo sempre chiederlo» i due si sorrisero, solo per venire interrotti dalla voce allegra di Elena.
«Ciao Matt, mi daresti dell’acqua tonica, per favore?» il ragazzo prese una bottiglietta dal frigo e la poggiò sul bancone di fronte ad Elena, poi si recò verso un tavolo.
«Ciao Rebekah»
«Ah, mi saluti, allora non sono invisibile!» replicò la bionda con tono irritato.
«Scusa, è che non so bene come comportarvi con voi»
«E probabilmente hai ragione, visto che mio fratello si è appena presentato davanti casa con l’aria di chi ha appena visto un fantasma. Cosa gli hai fatto?»
«A parte essergli saltata addosso l’altra sera?» rivelò lei, nervosamente. Rebekah spalancò la bocca, stupita.
«Scusa… non ho capito bene… cosa hai detto di aver fatto?»
«Volevo fargli capire che mi sto innamorando di lui, immagino di aver scelto il modo sbagliato. Ma, in effetti, non credo tu ti sbagli molto sul fatto di aver visto un fantasma»
«Cosa vuoi dire?»
«Ci sono stati due momenti, ieri, in cui Klaus sembrava guardare qualcosa, ma non c’era niente. Aveva paura» Rebekah boccheggiò.
«Non ha ucciso nessuno ultimamente, vero?»
 


Klaus si svegliò in una radura erbosa, circondato da alberi alti più di quindici metri, da solo. Alla sua destra, se guardava attentamente tra i rami, poteva scorgere un gruppo di casette sparse. Il suo cuore accelerò notevolmente mentre si avvicinava a quella che era stata la sua casa, quando era umano; dall’interno provenivano una serie di voci concitate e confusionarie che non riusciva a distinguere. Aprì piano la porta e si introdusse all’interno, in parte spaventato, in parte entusiasta di poter vedere una scena come quella ancora una volta. La sua famiglia al completo si stava preparando per una notte di luna piena: tutti si davano da fare per riporre coperte e stuoie sul tavolo, pronte per essere portate nella grotta dove avrebbero dormito. Tutti parlavano con tutti, creando un gran trambusto, tanto che per Klaus fu difficile distinguere una conversazione dall’altra. Osservò sé stesso al lavoro, ignaro di essere uno di quei lupi che la sua famiglia tanto temeva, e si sedette su uno sgabello, continuando a guardare tutti, uno dopo l’altro. Quanto erano diversi! All’epoca, nessuno di loro avrebbe mai pensato di poter fare del male ad uno degli altri, erano così uniti.
Qualche minuto dopo iniziarono tutti a dirigersi verso la caverna, e lui li seguì, non sapendo cos’altro fare. Non succedeva niente di interessante, ma per lui essere lì e poter osservare da lontano come la sua famiglia era un tempo era già una grande opportunità e non voleva rovinarla. Perciò si mise in disparte, sebbene nessuno potesse vederlo né udirlo, e assistette ai battibecchi e alle risate che seguirono, finché non caddero tutti in un sonno profondo. Sospirò e appoggiò la testa alla parete umida  della grotta, beandosi delle espressioni serene che aleggiavano sui visi dei suoi familiari. Poi Henrik sollevò la testa, si guardò attorno, si alzò lentamente dal suo giaciglio e si diresse in punta di piedi verso uno dei tanti ammassi di coperte.
«Nik… Niklaus, svegliati!» Klaus fissò con ansia crescente sé stesso aprire gli occhi sul fratellino.
«Henrik, è notte! Torna a dormire»
«Non riesco a dormire… li senti?» nella grotta calò il silenzio e si poterono sentire con chiarezza le urla lontane di alcuni uomini.
«È spaventoso!»
«Voglio vederli» bisbigliò Henrik con voce eccitata.
«Non possiamo… è proibito»
«Oh, ti prego, Nik. Quando ci capiterà un’altra occasione come questa?»
«È fuori discussione» Henrik si alzò con stizza.
«Se non mi accompagni vorrà dire che andrò da solo!» esclamò. Klaus rise piano.
«Non riuscirai mai ad uscire dalla caverna senza l’aiuto di un adulto» il ragazzino si avviò verso il tunnel che portava all’uscita. «Henrik! Henrik!» si guardò attorno: tutti dormivano di un sonno profondo. In fondo si trattava solo di un’occhiata. Si alzò e seguì il fratellino lungo il tunnel. Lo trovò all’uscita, intento a provare a spostare la pesante porta che chiudeva l’accesso alla grotta. «Spostati» gli disse «faccio io»
In poco tempo furono fuori, esposti all’aria gelida della notte. La luna piena non aveva ancora raggiunto il suo apice, ma non mancava molto ormai.
«Resta vicino a me» sussurrò al fratellino, e, insieme, si avvicinarono alle strazianti urla di dolore che udivano. Si nascosero dietro una roccia e riuscirono a vedere l’intera trasformazione degli uomini.
«È straordinario!» bisbigliò il ragazzino, con occhi luccicanti.
«Soffrono moltissimo» replicò Klaus «Non vorrei mai trovarmi al loro posto» Henrik non rispose, e continuò a guardare, estasiato, gli ultimi momenti della trasformazione. I lupi alzarono i loro sguardi verso la luna e ulularono all’unisono, poi, uno di loro cominciò ad annusare l’aria.
«Cosa stanno facendo?» il lupo si voltò nella loro direzione, continuando ad annusare, ringhiò e cominciò a correre verso di loro.
«Scappa! Henrik, corri!» i due fratelli corsero veloci attraverso il bosco, con tutta l’energia che possedevano. Henrik inciampò in un ramo e cadde rovinosamente per terra. Il lupo li aveva raggiunti e ringhiava, feroce, contro di loro. Klaus si mise davati al fratello, come per proteggerlo e il lupo gli si avvicinò. Lui serrò gli occhi, pronto ad essere ucciso, ma invece di sentire le zanne dell’animale chiudersi intorno al suo collo, udì il fratellino urlare il suo nome.
«NO!» il lupo lo aveva sorpassato e si era gettato contro Henrik «Allontanati da lui!» urlò, arpionando l’animale per le zampe, ma in quel momento apparvero gli altri lupi che si scagliarono contro di lui. Cadde a terra, batté la testa e perse i sensi.
Imprigionato nella sua condizione di spettatore, Klaus vide, dopo mille anni, ciò che era accaduto quella notte, ciò che quel lupo aveva fatto a suo fratello. La mattina dopo, quando il sé stesso di quel tempo si sarebbe svegliato, avrebbe visto solo il corpo senza vita del ragazzino e avrebbe pianto tutte le sue lacrime nella speranza, presto infranta, che la madre fosse in grado di rimediare. Adesso, osservando quella scena, poté prendersi il tempo che gli serviva per piangere senza essere visto, quando sentì una mano fredda stringere la sua e si voltò verso lo spirito che l’aveva condotto lì.
«Perché? Perché farmi vedere tutto questo»
«Per poter rimediare» rispose quello.
«Come?»
«Puoi riportarmi indietro, Nik. La tua strega può farlo»
«Ma… tu eri umano, sei passato oltre»
«È una ricompensa! Per aver restituito una possibilità a tutti quelli che erano morti nell’altro tempo. Ma non sarà facile. C’è ancora una cosa che devi fare»
«Qualsiasi cosa»
 


Quando Elijah trovò Klaus svenuto per terra, il suo cuore saltò un battito. Quel pomeriggio aveva sbrigato molte faccende e aveva speso parecchie ore nel salotto, al telefono o su documenti di famiglia. Solo quando aveva visto che si stava facendo buio si era reso conto che dal piano di sopra non giungeva alcun rumore ed era andato a controllare. Si buttò accanto a lui e cercò di svegliarlo in tutti i modi, ma il fratello non accennava ad aprire gli occhi. Poi, d’un tratto, Klaus si mosse e si svegliò.
«Nik» sospirò il fratello maggiore «Cosa diamine è successo?»
«Ho seguito il tuo consiglio, ho seguito il mio cuore»
«E cos’è successo?»
«Mi ha dato tutte le risposte. È stata colpa mia, e ora devo rimediare» Elijah seguì suo fratello mentre si alzava da terra e si sedeva sul letto. Sembrava esausto, distrutto e risoluto al tempo stesso.
«Che cosa è colpa tua? Nik, di cosa stai parlando?» Klaus lo fissò con sguardo vacuo.
«Sai qual era l’allucinazione che avevo più frequentemente quando ero perseguitato dalla maledizione del cacciatore?» Elijah scosse la testa e Klaus sorrise, tristemente.
«Henrik… la maggior parte del tempo vedevo lui che mi accusava di averlo ucciso. Mi sono ripetuto per tanto tempo che, se fosse stata colpa mia, il mio gene di licantropo si sarebbe attivato in quel momento, ma l’allucinazione aveva ragione. È stata colpa mia»
«Nik…»
«Io l’ho visto» disse, in un soffio, ed Elijah aprì la bocca senza capire. «Ho visto Henrik, in questi due giorni… era lui lo spirito che cercava di parlarmi, e io l’ho seguito e… ho rivisto quella notte, e ho notato dettagli che non potevo vedere all’epoca»
«Che tipo di dettagli?» Klaus esitò.
«Il lupo, quello che ha ucciso Henrik, mi ha… annusato, prima di attaccare nostro fratello. Io ero spaventato, avevo chiuso gli occhi e non avevo visto ciò che aveva fatto. È come se avesse sentito che ero uno di loro, anche se non ancora completamente»
«Questo non significa che è stata colpa tua»
«Elijah, guarda la realtà dei fatti: Henrik non sarebbe mai riuscito ad uscire dalla grotta se io non avessi spostato la porta e il lupo avrebbe attaccato me se non fossi stato uno di loro. Forse non è tutta colpa mia, ma in gran parte lo è. E ora posso rimediare»
«Come? Cosa devi fare?»
«Devo uccidere Mikael»







ANGOLINO AUTRICE:
Capitolo completamente concentrato sugli originari... infatti mi è piaciuto tantissimo scriverlo =D
Vorrei spendere due paroline sul pairing: lo so che è strano vedere Klaus ed Elena insieme, soprattutto pensandoli collegati alla serie tv, però c'è da considerare il fatto che, per Elena e per Caroline, dalla fine della seconda stagione in poi, tutto ciò che è successo nella serie tv, di fatto, non è successo, e dal primo capitolo sono passati più di tre mesi, durante due dei quali Klaus ha vissuto a casa di Elena e hanno quindi avuto modo di conoscersi senza aver provato ad uccidersi a vicenda. Quindi non è poi così strano che i loro sentimenti siano sballati rispetto al telefilm.
Chiusa parentesi: spero che il capitolo vi sia piaciuto, e che l'arrivo di Henrik sia stato una sorpresa (puntavo su questo) =D
Un bacione e a presto!
  
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