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Autore: HateAtFirstSight    27/09/2013    1 recensioni
Crossover ispirato al mondo di Wicked Lovely.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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I must’ve forgot, you can’t trust me,
I’m open a moment and close when you show it before you know it I’m lost at sea,
and now that I write and think about it, and the story unfolds,
you should take my life, you should take my soul.

And I'll be holding on to you.

 

..tu che sarai il giorno nella notte, poiché riposerai sulle ali della notte, più bianco che recente neve sul dorso di un corvo.
Shakespeare.

Il tempo scorreva lento in una comunissima caffetteria di New York. Una ragazza dai capelli rosso scuro stava seduta al suo tavolo, digitando distrattamente qualcosa sul suo portatile. Isobel preferiva quel bar da generazioni: in periferia, un posto tranquillo, lontano dal centro caotico. Roxanne, la proprietaria del locale, si fermò a parlarle per qualche minuto quando le portò la sua solita coppa gelato. Isobel le regalò il suo solito sorriso gentile e distratto. Era sempre troppo impegnata a non dare nell'occhio, a nascondere il rosso intenso dei capelli o il blu degli occhi, un po' tendente al viola. O a controllare le sue Ombre.. Controllò l'orologio e il suo sguardo fu catturatato da uno strano lampione, al di là della strada: funzionava ad intermittenza, illuminando uno strano tipo, vestito di nero. Isobel riconobbe alcuni Segugi al suo seguito e strinse un pugno, attenta a non perderlo d'occhio neanche per un attimo. Entrarono nel locale, tutti quanti, ma nessuno li vide. Nessuno tranne lei.. Trasalì quando capì che..cercavano lei. Lo strano tipo si fermò esattamente davanti a lei, mostrando le lunghe zanne acuminate. Il volto era ricoperto di  strani piercing e ghirigori. La mano sfigurata da innumerevoli cicatrici le porse una busta nera. Isobel la prese, senza proferire una parola. Gli sguardi severi ed irati dei Segugi la studiarono da capo a piedi, mentre sparivano velocemente. Amelia aprì la porta del locale e li fece passare, spingendosi con le spalle contro il muro. Quelli dei Segugi erano dei veri e propri ringhi stavolta. Amelia lasciò che le sue folate di Gelo li investissero, infastidita. Alzò gli occhi al cielo quando finalmente la lasciarono passare. Il rumore dei suoi tacchi attirò l'attenzione di tutti lì dentro. Non imparava mai. Si tolse il lungo cappotto blu scuro e si sedette di fronte all'amica. Sembra tu abbia visto un fantasma. Isobel, intanto, aveva aperto la busta e ne aveva letto il contenuto. La Corte del Buio l'aveva richiamata a sè, con sua grande sorpresa. Aspetta. Quella è una..lettera di James? Cosa? Il Re del Buio cerca..TE?! Isobel si guardò intorno, sperando che nessuno l'avesse sentita: SH! Abbassa la voce. Suona molto più strano a me. Lo so.. Isobel allontanò la lettera, continuando a fissarla. Lo shock era fin troppo. Amelia picchiettava le unghie sul tavolo, poco prima di rubarle l'intera coppa gelato. I suoi capelli biondo platino e i suoi occhi blu elettrico non lasciavano altra possibilità: Amelia apparteneva alla Corte dell'Inverno e ne rispettava tutte le caratteristiche. Imperturbabile, taciturna, pericolosa. Tutto qui? E' già finito il momento di preoccupazione per la tua migliore amica? Isobel spense il portatile e affondò nella sua felpa, scuotendo il capo. Amelia fece spallucce e la guardò. Il gemello di Amelia, Stefan, sbucò al suo fianco. Si aspettava che una delle due lo salutasse o dicesse qualcosa, ma..niente. La sua attenzione si concentrò esclusivamente su Isobel: Sembra tu abbia visto un fantasma. La ragazza alzò un sopracciglio, pensando che quei due fossero più che gemelli e gli indicò la lettera con un gesto del mento. Stefan la prese tra le mani bianche e la lesse. Più volte. Lentamente. Questo non fece altro che aumentare la tensione di entrambi. Non sei costretta ad andare. E' un invito, no? Puoi declinarlo. Isobel rise, nervosamente. La Corte non ti invita..ti obbliga. Amelia annuì teatralmente, seguendo a stento ciò che i due si stavano dicendo. Si stava annoiando a morte. Dovresti saperlo, fratellino. L'Inverno ha richiamato anche noi. I ragazzi avevano deciso di vivere lontano dalla Corte, ma non avevano comunque smesso di servirla. Isobel, invece, ne era stata allontanata. Era condannata a viverne al di fuori. In eterno. La sua famiglia era stata accusata di aver ucciso la consorte di James, molto tempo prima che lei nascesse. Ma era un'assurdità. Aspetta. COSA? E quando avevate intenzione di dirmelo? Stefan era troppo occupato a fulminare con lo sguardo la gemella. L'avrei fatto in un momento più adatto. La sensibilità non è il tuo forte, Amelia. Isobel scosse il capo, raccogliendo le sue cose: Fantastico. Stefan la seguì a ruota, mentre Amelia pagava il conto, a passo di lumaca. Le mani di Stefan si animarono di fulmini cercando di fermare Isobel, sotto la pioggia battente, che probabilmente era tutta opera di Amelia. Non sei costretta ad andare. Troveremo una soluzione. Potremmo..portarti con noi e.. Isobel scosse la testa: Non sai quanto ho aspettato questo momento.. Quello è il mio posto. Non alimentare quella parte di me che vorrebbe solo..fuggirsela a gambe levate. Stefan scosse la testa: Non capisci. Potremmo farlo. Potrei..farlo. Ti seguirei. Non possono costringerci a fare niente che non vogliamo. Isobel abbassò lo sguardo sulle pozzanghere, poi tornò a guardare Stefan: era la cosa più bella che qualcuno le avesse detto in vita sua. Viveva con quei ragazzi da sempre ed erano tutto ciò che aveva, la loro famiglia. E questo non sarebbe mai cambiato. Devo andare.. Stefan la lasciò vincere e si rilassò. Amelia uscì dal locale e li guardò: Come previsto. Vi agitate per niente, visto? Guido io. Prese le chiavi e si allontanò nel vicolo. In realtà era quella a cui questa situazione non quadrava, più di tutti. E che non si sarebbe mai allontanata da Isobel, anche a costo della morte. Ma lei, più di tutti, sapeva che molte cose stavano cambiando nel Mondo magico.

 

Mio Re, Isobel Dixon è a Corte. James e Jude alzarono un attimo gli occhi dalle loro scartoffie e si fissarono. James era l'attuale Re del Buio in carica, Jude il suo unico figlio. Che scherzo è mai questo, Elektra? Tra Jude e la nuova compagna del padre, i rapporti non erano mai stati dei migliori. James odiava il modo in cui il figlio le si rivolgeva e Jude odiava la sua sola presenza a palazzo. Ha attraversato la ferrovia abbandonata di Hutsndale ed è qui. Il Re corrugò la fronte, mentre il figlio era già pronto a darle la caccia: Chiamo Gabriel. Sistemeremo tutto in meno di un attimo. James scosse il capo: Sei troppo affrettato. Un Re non deve mai esserlo. Jude fissò il padre con rimorso, mentre sul viso di Elektra si apriva un largo sorriso. 

Isobel fu accolta da James e da Elektra. Se quella 'accoglienza' poteva definirsi. Il Re le aveva posto un interrogatorio interminabile e, naturalmente, non aveva creduto alla storia della lettera. Isobel sorrise, scuotendo il capo. C'era da aspettarselo. Era solo uno scherzo, un fottuto scherzo. Qualcuno si era soltanto preso gioco di lei. Elektra prese le mani del suo consorte e gli sussurrò qualcosa all'orecchio. Nessuno riuscì a sentire cosa.. James fissò ancora per qualche minuto la figura slanciata di Isobel. Era l'Ombra più potente in circolazione, questo era risaputo e in momenti come quelli, un soldato in più poteva sempre tornare utile. Cosa avrebbe potuto fare, da sola, contro un Re e la sua Corte? Elektra prese sottobraccio la ragazza e la guidò a palazzo: Ti è stata concessa la possibilità di rimanere. Ma Isobel non sapeva se gioire o disperarsi.

Isobel era rimasta in camera sua per tutto il pomeriggio. Il giro in compagnia di Elektra non era stato uno dei suoi momenti migliori. Camminare in quei corridoi era peggio che stare in un film horror. Tutti l'additavano, tutti la disprezzavano. Aspettò la notte, per esplorare l'ala circostante. Quasi aveva scordato il lusso sfrontato della Corte. Gli occhi non riuscivano ad abituarsi.. Nella penombra, riuscì ad intravedere uno strano dipinto affisso ad una parete. Era uno strano stemma, con al centro un leone. Le sembrava di averlo già visto da qualche parte.. Un rumore la fece trasalire. Si voltò di scatto verso l'estremità opposta del corridoio, ma non vi era nessuno. Allarmata, fece per tornare in camera sua, ma un grosso felino, della sua stessa altezza, le bloccò la strada. Ad Isobel il respiro si fece corto, mentre cercava di tenere a freno ogni singolo muscolo. Conosceva bene quell'animale, come tutti del resto. Fissò quegli occhi gialli ed enormi e sperò, con tutta se stessa, che Paluc se ne andasse in fretta. Con sua grande sorpresa, il felino la scansò e continuò la sua strana perlustrazione. Isobel appoggiò le spalle al muro e tirò un sospiro di sollievo. Ma non era finita. Come fai a controllarlo? Si ritrovò il viso di Jude a due millimetri dal suo. La pelle chiarissima, incorniciata dai capelli neri e dall'azzurro chiarissimo degli occhi, incutevano terrore anche nella penombra. Controllare..cosa? Isobel parlò velocemente, immobilizzata dalla Paura, sotto lo sguardo serio ed irato del ragazzo. Devi andartene. Chiunque con un minimo d'intelligenza lo farebbe. Jude era un Gancanagh, una creatura fatale per le mortali. Ma Jude era talmente potente da esserlo anche per lei. O forse no.

  
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