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Autore: StruckedGirl    27/09/2013    1 recensioni
Cècile è una normalissima donna, che lavora come insegnante di francese in una normalissima scuola superiore di Boston. Cècile però non ha passato un'infanzia tutta rose e fiori con una madre affettuosa, anzi, ha passato un'infanzia completamente il contrario di quella descritta prima e in più non ricorda molto della sua infanzia. Ma non finisce, perché sarà la nuova preside a sconvolgere tutto il suo mondo...
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Mi avvicinavo sempre di più alla classe di Francese. I ragazzi continuavano a entrare nella classe di fretta, la campanella era suonata da poco.

Le immagini della chiaccherata in sala professori erano ancora vive nella mia mente.

 

-Rachel Williams- disse la donna che ora aveva un nome. -Sono la nuova preside-

Io e Chbosky ci guardammo un un minuto e poi riguardammo Rachel Williams.

-Che è successo al preside Smith?- chiese Oliver.

-Si è ritirato dalla carica di preside- rispose la bionda.

Io continuavo a fissarla. Era decisamente molto meglio del preside Smith, ora sarei venuta a lavoro con molto piacere.

-E tu come hai fatto a sostituirlo, lo conoscevi?- chiesi io.

Rachel si voltò verso di me mostrando un enorme sorriso.

-Sì, lo conoscevo-

-Parente stretta, amica di famiglia o...amante?-

Era risaputo che il preside Smith aveva assunto alcune insegnanti perchè se le portava a letto. Un esempio era la epica Professoressa di Letteratura Inglese, che era già tanto se conosceva Shakespeare. Era un disastro, ma agli alunni maschi non dispiaceva, per via delle sue tette enormi che metteva sempre in mostra. L'epica Professoressa era stata licenziata due settimane dopo, il preside Smith era venuto a sapere che era stata a letto con il mio amico Oliver.

-Direi più una conoscente che ha voluto aiutare. Stavo cercando disperatamente un lavoro- rispose Rachel.

Oliver tra poco scoppiava in una fragorosa risata. Non era da preside Smith aiutare le persone, soprattutto delle belle donne con cui non era stato a letto.

-Hai qualche esperienza in questo campo almeno?- chiese Oliver

-Sì, certo, sono stata preside in una scuola superiore di New York City e in un liceo di Nashville-

-Immagino che quelle scuole ora saranno diventate le migliori quando sei diventata la loro preside- disse Chbosky ammiccando.

 

Sentì qualcosa dentro di me, qualcosa di non piacevole. Quella frase scatenò una guerra dentro me. Mi aveva irritato in qualche modo. Sapevo che davanti a una bella donna Oliver ci provava sempre e di solito tendevo a ridere alle sue stupide frasi, ma quella volta no. Quando sentì quelle parole nella mia testa quella sensazione ritornò. Cercai di ignorarla e entrai in classe.

-Bonjour- dissi camminando velocemente verso la cattedra messa davanti all'enorme lavagna, al centro in modo da avere una buona visuale della classe.

Primo giorno, Prima ora, Primo anno. Odiavo quelli del primo anno, soprattutto alla prima ora...il primo giorno di scuola! Ogni volta che parlavo con loro mi sembrava di parlare a bambini dell'asilo che dovevano ancora imparare l'alfabeto.

Gli alunni stavano in piedi, non avevano fiatato.

-Okay, quando io entro in classe e dico “Bonjour” voi rispondete con “Bonjour Madame”- spiegai.

La classe in coro disse - Bonjour Madame-

Tirai un sorriso a labbra serrate. Amo il mio lavoro ma certe volte preferirei stare a casa.
 

  ~


22.30, Il mio appartamento.

Voi non ci pensate mai? A quando siete stati giovani come quei ragazzi che io incontro ogni giorno, a quando eravate spensierati e ridevate per un nonnulla, a quando sognavate di un futuro strambo e pieno di avventure o almeno interessante? Io ci penso e ci penso sempre una volta ogni mese. A quando camminavo per i corridoi di una piccola scuola in una piccola cittadina del Massachussets, quando sognavo di andare a vivere a New York City e farmi conoscere come un'artista e quando sarei diventata abbastanza famosa sarei andata ad abitare a Parigi, a quando qualsiasi cosa mi capitava la prendevo con leggerezza e non avevo paura dei giudizi degli altri. A quando sentivo di essere veramente libera.

Abbassai lo sguardo sulla lettera di mio padre.

Mi scriveva una volta al mese. Scriveva che gli mancavo, scriveva che avrebbe voluto davvero portarmi con se, scriveva che avrebbe voluto tantissimo vedermi e che era stanco di immaginarsi come ero cresciuta e diventata. Scriveva di tante cose riguardanti me e anche della sua vita, ma io non dovevo mai rispondergli, non dovevo mai rispondere alle sue lettere. Questa cosa andava avanti da anni ormai.

Presi un grosso respiro e aprii la lettera. Era stranamente più corta del solito.

Rilessi quelle parole non so quante volte. Perché qualcuno che non conoscevo sarebbe venuto da me? Perché mi avrebbe mentito? Perché mio padre era tanto preoccupato per me su questa cosa, era qualcuno di pericoloso? Una persona mandata da lui? Una persona mandata da qualcuno di cattivo che mio padre conosceva? Volevano farmi del male?

Lasciai perdere quelle domande e mi alzai. Indossavo la maglietta di un vecchio concerto dei Coldplay e un paio di boxer maschili rossi. Avevo centinai di boxer e li usavo più delle culotte o dei perizoma. I perizoma poi li odiavo.

Andai in cucina e mi versai un bicchiere di latte ma appena il bicchiere toccò le mie labbra suonarono al campanello. Sbuffai e posai il bicchiere per poi correre velocemente alla porta.

Appena l'aprì qualcosa di morbido si poggiò sulle mie labbra. Altre labbra. Labbra conosciute. Labbra che conosco fin troppo bene. La lingua di Eveline Cornet cominciò a pressare le mie labbra per aprirle. Le aprii lentamente ma la sua lingua si infilò velocemente andando contro la mia.

Non sentivo niente, solo il mio cuore che batte regolarmente o forse leggermente più veloce. Era come sempre, solo sesso.

La sua lingua continuò a spingere la mia quando anche io comincia a partecipare vivamente a quel bacio. Infilai le mie dita tra i suoi capelli corti e lucenti. Io assaporavo la sua bocca e lei assaporava la mia. Era tutto un attorcigliarsi e spingersi tra le lingue. Le gambe di Mrs. Cornet cinsero la mia vita. Automaticamente spostai le sue mani sotto le sue cosce per reggerla, non era tanto pesante, anzi.

La poggiai contro muro e le levai velocemente la maglietta. Lasciai veloci baci sulla sua mascella e poi lungo il collo. La sua pelle era così chiara e candida, il suo corpo era freddo sotto il mio riscaldato dal calore proveniente dal caminetto elettrico acceso. Con la mano sinistra strinsi con forza il braccio sinistro, mentre la mano destra riuscì a slacciarle il reggiseno per poi posarsi sul suo seno destro, il mio pollice si posò sul capezzolo e cominciò a fare movimenti circolari mentre mi attaccai con la bocca al capezzolo destro. Piccoli sospiri e gemiti ora riempivano la stanza e tutte quelle domande era svanite via come speravo, ora pensavo solo a procurare a Mrs. Cornet i piccoli piaceri che suo marito non poteva offrirle. Ma...una domanda uscì dalla mia bocca, dopo aver smesso di mordicchiarle il capezzolo. Quelle parole furono pronunciate dalla mia bocca, senza pensarci dissi il mio pensiero ad alta voce:

-Perché vuoi continuare così?-

Lei aprì gli occhi di colpo; teneva ancora la bocca aperta da dove prima uscivano dolci gemiti per le mie orecchie e invece ora non usciva niente se non silenzio assoluto.

-Non mi sembra il momento adatto per parlarne?- disse lei dopo i 5 minuti di silenzio.

-Giusto, perché dobbiamo scopare- dissi secca,fredda e anche con tono abbastanza scocciato. Che male c'era in un po' di conversazione?
-A me non mi interessi sinceramente, cioè sei una bella donna,è che  io sono sola e tu ti senti sola e...e tu ti metti a disposizione- Mi fermai perché stavo rivelando troppe verità.

Lei poggiò i piedi per terra e mi guardò, eravamo faccia a faccia. Il suo viso impassibile alle mie parole che non lasciava trasparire alcuna emozione. La guardai in attesa di risposta ma lei stava in silenzio. Quando dopo circa 3 minuti disse:

-Allora, andiamo in camera da letto?-



 



 Anche la scrittrice parla: Ciao bella gente, siccome ho tempo voglio usare questo tempo per fare un Angolo scrittrice intelligente, cosa che purtroppo non riuscirò mai a fare.
Comincio da dove è partita l'idea, visto che non ne ho parlato nel primo capitolo: l'idea è partita quando ho si è stabilito un buon rapporto di amicizia con la mia compagna di banco (parla inglese yay). Okay, non c'entra niente, ma mentre parlavo con lei l'idea è scattata. Ho sentito il bisogno di non buttarla via questa idea, come ho fatto con le altre idee originali che non mi convincevano molto e così ho cominciato a buttare giù questa cosa.
Appena ho letto che in pochi giorni è arrivata a 5 persone che l'hanno messa nelle seguite sono rimasta a bocca aperta, non me l'aspettavo per niente, anzi stavo anche pensando di eliminarla e invece ora ho anche scritto il secondo capitolo! Spero che l'ispirazione non faccia capricci e che continui a scrivere perché veglio vedere anche io dove le mie idee arriveranno.
Ringrazio kay978, MrsMimiAnima, nanna63, serafyn83 e Zeta81 per aver aggiunto la storia nelle seguite, anche se non avete lasciato alcuna recensione appena ho visto che l'avevate aggiunta mi sono convinta che la storia poteva funzionare e ho cominciato a scrivere questo capitolo, grazie ancora.
Un ringraziamento speciale va a holls che ha recensito e mi ha fatto notare degli errori che ho subito corretto, grazie mille e spero che recensirai anche questo capitolo e che mi fari sapere se ci sono degli errori (cosa molto probabile XD).
Vi informo che, se non arriva un improvviso blocco dello scrittore, aggiornerò ogni venerdì quindi se non posto prima sapete il motivo, è perché è quello il giorno che ho scelto per l'aggiornamento.
P.S: Traduco la famosa frase che il padre ha detto a Cècile prima di andarsene (ovvero "Vivre votre vie comme vous le souhaitez et que vous essayez de faire le moins de conneries que possible"): "Vivi la tua vita come vuoi e cerca di fare le meno cazzate possibili"
Un abbraccio,
StruckedGir
  
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