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Autore: giorgiabratta00    27/09/2013    3 recensioni
Dal 1 Capitolo:
Mi limitai a annuire e osservarla.
I suoi movimenti erano affrettati e ansiosi, ma non me ne curai più di tanto.
In fondo, erano due mesi che andava avanti così.
Siccome la prima volta non mi ascoltò gli ripetei “Mamma, ti prego togliti il giubbotto, fai caldo a me!”.
Questa volta sembrò capire il messaggio e mi rispose “Oh è vero! Vado subito a togliermelo!”.
La vidi correre su per le scale.
All'improvviso sentì dei gridi accompagnati da gemiti.
Mi prese il panico totale, ma rimasi ferma al mio posto, pronta a scattare in piedi.
Pensai subito ad un atto di amore, sennò che altri poteva essere?
Genere: Erotico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Bondage, Contenuti forti, Violenza | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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La salita delle scale mi sembra di più una avanzata verso il patibolo.
Quelle fottute scale percorse mille volte di corsa, ora le attraverso con una lentezza snervante.
È meglio iniziare tutto dal principio.
Qualche ora fa ero distesa sul divanetto bordeaux rilassata, quasi dormiente.
Ad un certo punto sentì un rumore secco.
Mi voltai di scatto, impaurita da quel suono improvviso, ma mi rilassai subito quando vidi mia madre varcare la porta.
Appena entrata, non feci in tempo a proferir parola, che lei già era hai fornelli, cosa strana per lei dato che ordinavamo sempre cinese.
“Tesoro, oggi viene Davide a cena” disse mia madre in tono allegro.
 Da quando frequentava Davide, il suo nuovo compagno da quando se ne era andato papà, era sempre di fretta e quei pomeriggi mamma e figlia erano spariti.
Quella relazione non la capivo e non la capisco tutt'ora.
Perché un ragazzo giovane e, dicendola tutta, pure sexy, doveva mettersi con una donna vent'anni più grande e senza grande esperienza in campo sessuale?
Sospirai e dissi con fare preoccupato “Mamma, almeno togliti il cappotto. È troppo caldo, non puoi cucinare così”.
L’unica risposta che ottenni fu un sorriso, accompagnato da un “Sto bene Andrea” mentre cominciava a fischiettare.
Mi limitai a annuire e osservarla.
I suoi movimenti erano affrettati e ansiosi, ma non me ne curai più di tanto.
In fondo, erano due mesi che andava avanti così.
Siccome la prima volta non mi ascoltò gli ripetei “Mamma, ti prego togliti il giubbotto, fai caldo a me!”.
Questa volta sembrò capire il messaggio e mi rispose “Oh è vero! Vado subito a togliermelo!”.
La vidi correre su per le scale.
All'improvviso sentì dei gridi accompagnati da gemiti.
Mi prese il panico totale, ma rimasi ferma al mio posto, pronta a scattare in piedi.
Pensai subito ad un atto di amore, sennò che altri poteva essere?
Però con chi, non essendoci nessuno in casa?
La mia teoria si distrusse quando sentì uno sparo, e poi un altro.
Ora mi trovo qui, sul primo gradino, a cercare di salire le scale.
Vengono ancora urla di dolore.
Gli occhi pizzicano, ma non posso e non devo piangere.
Forse è solo un brutto sogno da cui mi risveglierò presto.
Non so chi ci sia di sopra, mi sto preoccupando.
Non può averla uccisa lui, è impossibile mi dico tra me e me.
 Salgo un gradino, e poi un altro. Sembro un automa.
Arrivo alla fine delle scale e mi cadono le gambe.
Vedo una macchia di sangue enorme, dove mia mamma vi è immersa e ricoperta.
Sposto lo sguardo velocemente da mia madre a Davide, il quale si trova lì di fronte con occhi sgranati e braccio teso.
Alle sue spalle, la finestra è spalancata, molto probabilmente è il punto da cui è entrato.
Nella mano vi è una Walter calibro 22 che è stata appena usato contro una donna indifesa.
La prima viene lasciata e cade a terra con un tonfo, che sembra echeggiare per tutto il piano.
Lo sento sussurrare un –Cosa ho fatto…-.
Le lacrime iniziano a scendere silenziose dal mio viso, ma trattengo i singhiozzi.
Non voglio che mi creda debole, facile da abbindolare con un sorriso più falso che mai.
“Hai ucciso mia madre…  ecco cosa hai fatto…” dico, trattenendo l’ultima lacrima che scende dal mio viso.
Su di esso appare un sorriso amaro.
Alzo lo sguardo e vedo i suoi occhi verdi, quelli magnetici che non ti fanno guardare nient’altro, spenti.
All'improvviso scatta in piedi e si dirige a passo svelto verso di me.
Io indietreggio fino all'ultimo scalino, rischiando di cadere.
Lui in un balzo mi raggiunge e, chinandosi per arrivare alla mia altezza, afferra il mio polso.
La sua presa è ferrea, quasi da farmi male.
Si avvicina pericolosamente a me ma, a pochi centimetri dal mio viso, cambia direzione e si avvicina all'orecchio.
“Scusami, ma non ho altra scelta” dice ad esso in modo stranamente sensuale.


♥ angolo dell'autrice ♥
ciao ragazzi/e! questa è la mia prima storia in questo campo, spero vi piaccia! ho voluto fare una storia un po' diversa che mi è venuta durante una chiamata XD ♥.
se vi è piaciuta o meno lasciatemi una recensione! ♥
al prossimo capitolo (spero!) XD 

by giorgiabratta00 ♥

 
  
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