PAIRING/OTP: Sasu/Naru
CANZONE: Almeno Stavolta - Nek
Fan-fict
scritta nel Marzo 2008
Testo Revisionato in data 2018.08.02
Starless
Night
Era
una notte fredda e silenziosa.
Teneri raggi di Luna rischiaravano la notte.
All'apparenza
non vi era alcuna stella che brillava in
quel cielo profondo e così sconfinato, ma non per questo si poteva dire
che
fosse una notte buia. Tutt'altro.
Erano trascorsi ormai quattro anni, da quando l’ultimo membro del clan Uchiha
se ne era andato lasciando dietro
di se i suoi compagni di squadra per allearsi con Orochimaru e
vendicarsi degli
assassini compiuti dal fratello maggiore.
E come se nulla fosse mai accaduto, Sasuke
Uchiha ora era ritornato a Konoha.
Nonostante fosse stato ritenuto un traditore,
e il suo arrivo al villaggio avesse generato il panico più totale.
Sasuke era
stato reintrodotto nel sistema operativo dei Ninja sotto lo stretto
controllo
di Kakashi-sensei, che ogni giorno valutava e riferiva ai suoi
superiori,
progressi o eventuali squilibri nel comportamento del ragazzo.
Dal giorno del suo arrivo a Konoha, Naruto non aveva mai proferito
parola con lui.
I due si evitavano cautamente.
Poi, quella notte, successe finalmente
qualcosa.
“Dobe, apri sono io!” - Esclamò Sasuke, percuotendo con le nocche della
mano
sulla porta.
“Non ho intenzione di farlo, sparisci!” - Gli urlò indispettito il
biondino
dall’altro capo della porta.
“Non starò qui tutta la notte a bussare!”
“Non ti ho chiesto di farlo! Anzi, è molto meglio se non lo fai, così
almeno
riuscirò a prendere sonno!”
“Ti ho detto di aprirmi, Naruto!” - Affermò Sasuke, ormai spazientito.
“E io ti ho risposto di sparire! Da quando sei diventato sordo?!” -
Rispose
incattivito l'altro.
“Maledizione, apri questa fottuta porta! – Imprecò a gran voce – Ok,
come vuoi,
- si calmò – Sarò costretto a buttarla giù! Dopo non venirmi a dire che
non ti
avevo avvertito!”
Dopo un attimo di esitazione, Naruto gli aprì, prima che questo
sfondasse
letteralmente la porta.
Un’incontro di sguardi.
Un profondo senso di pienezza e calore.
Meraviglioso calore.
“A quanto pare ti sei deciso.”
“Non ho intenzione di ristrutturare casa.” – Rispose sarcastico Naruto.
“Vuoi farmi entrare o cosa?”
“Se fosse per me ti lascerei pure fuori, ma siccome sono una persona a
modo, ti
faccio entrare. Semplice cortesia, sia chiaro.” - Ci tenne a precisare,
facendogli segno di accomodarsi.
Sasuke non se lo fece ripetere due volte ed entrò.
Non vi era alcun dubbio che Naruto fosse in collera con lui, non lo
degnava
neanche di uno sguardo.
"Se non ti vuoi
fidare, almeno ascoltami.
di rimanermi ostile non serve a te ne a me."
Stufo di quel totale silenzio che aleggiava nella stanza, Sasuke
impugnò un kunai
e con un balzo felino si avvicinò a Naruto puntandoglielo al collo, ma
quest'ultimo
non si fece cogliere impreparato e si difese con la medesima tecnica.
I loro sguardi
s’incrociarono in un silenzioso duello.
“Dobe.” – Sasuke abbandonò la presa per poi lasciarsi andare a un
flebile mezzo
sorriso di apprezzamento.
“Allora, cosa vuoi? Spicciati a parlare e sbrigati a sparire!” –
Affermò con
visibile irritazione, destando di sorpresa Sasuke, che però non si
scompose
minimamente.
Lo osservò.
Si osservarono.
Occhi chiari e dai tratti tipicamente orientali si scontravano negli
abissi
profondi e bui di quelli di Sasuke.
“Non sei cambiato!” – Dichiarò il moro senza distogliere i suoi occhi
da quelli
di Naruto.
“Tu sì, a quanto pare.”
“Sono trascorsi quattro anni. Non hai nulla da chiedermi?!”
“E tu? – Lo incalzò Naruto, ormai stanco di trattenere quella rabbia
repressa – Perché sei tornato, teme?”
“Non avevo più nessun obbiettivo da raggiungere. Ho ucciso
mio fratello.” – Aggiunse poi dopo una breve pausa.
“Ho imparato ad usare il chakra di Kyuubi” – Lo canzonò successivamente
Naruto.
“Davvero, Usuratonkachi?
Ho rotto il sigillo maledetto.”
“Davvero?! – Naruto sorrise per poi farsi nuovamente serio – hai
veramente ucciso Itachi?”
“E’ morto, ma non per mano mia.” –
Aggiunse poi, facendo contrarre
involontariamente la mandibola di Naruto in una smorfia addolorata.
L'aveva immaginato.
Nonostante l'odio che
Sasuke covava dentro di sé per Itachi e per il male che gli aveva
causato,
portandolo a prefiggersi l'obbiettivo di uccidere il proprio fratello
maggiore,
Sasuke non era arrivato a tal punto. E questo lo rassicurò nel
profondo, arrivando
ad elucubrare che forse Sasuke era ancora pervaso da sentimenti buoni e
di
compassione.
“So usare il Rasenshuriken.” – Riprese in mano il discorso Naruto,
vantandosi.
“Ho perfezionato il Chidori Senbon.” – Gli tenne testa Sasuke.
"Non voglio
interrogarti, rinfacciarti quel che fai
io piuttosto sto cercando chi eravamo noi"
Naruto si guardò intorno cercando qualcos’altro da poter dire per
controbattere
l’affermazione di Sasuke, ma non era ormai più tanto sicuro di quali
affermazioni farsi scudo, ora che le sue iridi profonde lo rincorrevano
senza
lasciargli tregua.
Naruto non era cambiato in quegli anni di lontananza dall'amico.
Era rimasto il solito impertinente
orgoglioso.
Il solito casinista imbranato.
Il solito testardo.
E lui? Anche Sasuke era rimasto lo
stesso?
No, non poteva essere lo stesso di quattro anni prima.
Ora era un traditore in fase di
ri-indottrinamento.
Però, a ben guardare, nulla nel suo carattere sembrava cambiato.
I suoi occhi.
I suoi occhi penetranti non
lasciavano trasparire altro che gelo, proprio come allora.
Eppure, anche dietro quegli occhi si celavano sentimenti umani.
Naruto continuò ad osservarlo, mentre la sua mente si lasciava andare a
quel
sapore agrodolce che solo i ricordi potevano avere.
Il loro primo incontro, i loro litigi, i loro combattimenti...
Il loro unico rapporto
tra amicizia e livore.
Un sentimento forte e incrollabile che univa due ragazzi che in comune
non
avevano nulla, se non lo stesso sogno di diventare Kage. Due ragazzi
l’uno
opposto dell’altro al quale però, avevano tranquillamente affidato la
loro
stessa vita.
Naruto e Sasuke erano amici.
Naruto e Sasuke erano compagni di squadra.
Naruto e Sasuke erano diventati nemici.
E ora che si erano ritrovati quale sarebbe stato il legame
che li avrebbe uniti?
Cosa sarebbero diventati?
"Almeno
stavolta, almeno ascolta"
“Non cerchi di uccidermi, dobe?” – Chiese poi Sasuke rompendo ancora
una volta
quell'irritante silenzio.
“Non ho un motivo per farlo, teme.”
“Sono un traditore, non ti basta come
motivazione?” - Domandò pungente.
“Lo sei stato, ma non è comunque una buona motivazione.”
“Ho tentato di ucciderti, non ti
basta come motivazione?” - Rincalò la dose Sasuke.
“Ho tentato di salvarti. Ho tentato
di ucciderti. No, non mi basta come
motivazione.” - Rispose afono Naruto, constatando che nemmeno lui era
esente
dall'avere colpe.
Sasuke non era l'unico ad
aver avuto atteggiamenti riprovevoli, dopotutto.
“Perché?” - Domandò
l'Uchiha, tentando di scavare nell'animo di Naruto, per cercare di
abbattere
quel freddo muro di ostilità che si era venuto a creare per sua stessa
scelta.
“Perché non ho voglia di farlo.”
“Non ha alcun senso. Questo lo sai, dobe?”
“Lo so. - Ammise con sicurezza, strofinandosi le dita delle proprie
mani , in
un insolito tic per allontanare la tensione del momento - Sono
irrazionale.”
“Potresti almeno prendermi a pugni.”
“Non lo faccio.”
“Perché?" - Chiese ancora una volta Sasuke, investigando ancora sulle
sue
risposte.
"Almeno
stavolta col coraggio di guardarci in faccia"
“Ho le mani indolenzite. - Ammise con furbizia Naruto - E tu? Non
cerchi di
uccidermi, teme?”
“Perché, dovrei?”
“L’ultima volta mi hai quasi spedito all’altro mondo!”
“Ora è diverso. Non ne ho più la voglia.”
- Ammise con scioltezza Sasuke, scacciando i fantasmi del passato.
“Non hai più voglia di giocare con la vita degli altri?” – Alzò la voce
colma
di rancore.
“Più o meno.” - Si limitò a rispondere l'altro, fingendo disinteresse
per la
domanda che gli era stata posta.
“Non è una risposta!”
“Non voglio ucciderti.” - Aggiunse
poi, con serietà e profondità.
“Perché?” - Questa volta fu Naruto a
tentare di scavare nell'animo dell'Uchiha, desiderando una risposta non
solo
convincente, ma anche sincera.
“E’ inutile spargere ancora sangue, non credi?”
“Si, hai ragione.” - Anche se non era proprio quella la risposta che cercava, gliela diede per buona.
“Ti ho già detto che ti odio, dobe?”
- Affermò con un ritrovato sorriso impertinente Sasuke.
“Anche io ti odio, teme.” – Rispose
Naruto mentendo.
Sì, mentendo.
Se fosse stato solamente odio, non
avrebbe senso il dolore che in cuor
suo provava e che cercava di nascondere. Se fosse stato solamente odio, non avrebbe avuto remore ad
ucciderlo; e questo Sasuke lo
sapeva.
“Cosa sono per te dopo quel che ho fatto, dobe? Resterai mio miglior nemico? Il mio peggior amico?
Cosa sono per Kakashi-sensei?
E per Sakura?”
“Per Sakura-chan sai cosa sei sempre
stato. Lei ti ha sempre amato.” –
Affermò con un pizzico di cattiveria ricordando di essersi a sua volta
innamorato della ragazza che, però non ricambiava quel suo
sentimento.
“Lei non sa e non sapeva nulla di me, come può avermi amato?”
“Non è una sciocca, teme. Non trattarla da tale.– Fece un sospiro- Per
Kakashi-sensei resterai sempre uno dei suoi miglior allievi e dei
migliori
ninja.”
“E per te, dobe?” - Domandò ancora, ricercando quell'unica risposta che
tanto
desiderava conoscere.
“E per me cosa, teme? Ti odio ora
proprio come ti odiavo allora, non ho
altro da aggiungere.” - Eppure, nonostante la sicurezza con la quale
Naruto
aveva riposto, il suo cuore tremava
nel pronunciare quelle parole.
“Odiavi te stesso proprio come io odiavo me stesso.”
“Odiavo la mia inadeguatezza.” – Ammise
abbassando a terra lo sguardo rievocando lo spiacevole passato che
aveva sempre
vissuto da quando era bambino.
“Odiavo la mia debolezza.” – Aggiunse
Sasuke ridisegnando il viso di Itachi
nella sua mente.
“Mi hai deluso, Sasuke.”
“Anche tu mi hai deluso, Naruto.”
"Ridammi l'effetto
di un battito nel petto"
“Ti sei alleato con Orochimaru voltando le spalle a tutte le persone
che ti
erano amiche. Ci hai tradito e ci hai
abbandonato come vecchi giocattoli
soltanto per rincorrere la tua sete di vendetta.
La tua ira e il tuo odio hanno nutrito il tuo spirito e hai ferito chi
cercava
di salvarti. Ti sei addirittura
lasciato soggiogare dal potere del sigillo maledetto solo per avere la
forza di
batterti con Itachi!” – Urlò Naruto, riversando tutto quel risentimento
che
aveva fatto tacere per anni. Non poteva più tenersi tutto dentro.
“Ho compiuto la mia vendetta, Naruto. Anche se, non sono stato io a far
perire
Itachi.”
“A che prezzo? A che prezzo hai venduto la tua anima a Orochimaru,
distruggendo
la tua vita?” – Urlò ancora tanto che gli si incrinò la voce, cercando
al
contempo di ricacciare indietro le lacrime da tempo inespresse che
racchiudeva
dentro di sé.
“Il potere ha sempre un prezzo, Naruto.” - La voce pacata di Sasuke
anche in
quella situazione, aveva la stessa forza di uno schiaffo ben assestato.
“Continuo a non comprenderti.” - No, non riusciva a raccapezzarsi.
Sasuke era
un ragazzo sin troppo complicato per Naruto.
“Ora però sono tornato, il passato è passato.”
“Credi di poter presentarti qui a Konoha dopo quattro anni e
ricominciare da
capo come se nulla fosse accaduto?”
“Non ho detto questo. Ma ormai ciò che è successo non si può più
cambiare.”
“Lo so, maledizione!”
“Dopo quattro anni di allenamenti so che ora posso tranquillamente
batterti, dobe!”
– Riprese in mano il discorso il moro, dopo una breve ma intensa
pausa.
“Ne sei sicuro? Dovrai uccidermi per
riuscirci, teme!”
“Dovrai uccidermi per impedirmelo!” –
Si sorrisero complici.
"Sarà che siamo
stanchi, sarà il carattere
la lista dei difetti l'hai
fatta tu, io mai"
Ogni ninja era un connubio di irrazionalità e ponderatezza, egoismo e
altruismo, fermezza e instabilità. Ogni ninja doveva essere
imprevedibile, ma
allo stesso tempo abbastanza chiaro perché le persone giuste potessero
prestargli il loro appoggio.
E se i ninja in questione erano Naruto Uzumaki e Sasuke Uchiha, non
c’era
coppia migliore che potesse racchiudere un dualismo
tanto diverso, una continua trasformazione di aspetti ambivalenti e in
aperta
contraddizione.
“Sono trascorsi quattro anni da quando te ne andasti, eppure è come se non
te ne fossi mai andato. Tu sei sempre stato presente, Sasuke –
affermò Naruto
rabbuiandosi – Mi eri vicino ogni notte.”
A quell’affermazione il volto del giovane Uchiha impallidì ancor di più
della
sua - già nivea - pigmentazione.
“Di che cosa stai parlando, dobe?” – Gli domandò sempre in preda alla
sua
proverbiale e immutabile freddezza.
“E’ inutile che tu finga di non sapere. Dannazione, Sasuke! Perché hai
continuato ad ossessionarmi così a lungo? Perché mai ogni notte venivi
ad osservarmi?!” – Urlò stringendo forte i
pugni.
“E così... Te ne eri accorto.” – Rispose Sasuke ancor più pacato
dell'istante
precedente, innalzando tra se e Naruto un muro di grandi
dimensioni.
Un muro di incrollabile distacco e freddezza.
Un muro che ancora una volta li avrebbe divisi e allontanati.
Per quante volte avrebbero dovuto costruire e distruggere quelle mura?
“Perché,
teme? Perché non passava notte senza sentire il tuo inconfondibile
profumo volteggiare
nell’aria?” – Affermò trattenendo un pianto straziato dal dolore.
Amarezza.
Gioia.
Paura.
Rabbia.
Tormento.
Gelosia, sì anche quella.
“In quelle notti avresti potuto uccidermi,
dobe! Se lo sapevi, perché non lo hai fatto?”
“Non è mai stato il mio obbiettivo, teme. Ma tu… Perché mi sei sempre stato vicino?”
“Dovevo controllarti, dobe. Era il mio compito.” - Ammise fingendosi
quanto più
naturale possibile.
“Bugiardo. Bugiardo, teme!”
“Hai ragione, sono un bugiardo. In
questi anni, ogni notte venivo da te,
ovunque ti trovassi. Ti osservavo nel tacito silenzio della notte.”
“Perché?” - Domandò mentre la collera faceva spazio alla mestizia.
“Per poter vedere ciò che mi ero lasciato alle spalle. Per potermi
accertare
che tu fossi ancora vivo.”
“Avevi per caso paura che qualcuno mi facesse fuori?!” - Strepitò
cercando di
raccogliere i pezzi del puzzle, mentre accresceva l'amarezza per quel
passato
che non era stato in grado di cambiare.
“Anche se ti dicessi la verità, non mi crederesti.” - Ammise Sasuke,
con un
velo di malinconia che di certo non sfuggì agli occhi di Naruto.
“Potresti sempre provare.”
“Non posso.”
“Ti crederò.” - Continuò Naruto, cercando invano di persuaderlo.
“Non posso comunque.”
“Hai paura?”
“Ho paura.” – Ammise tra i denti il moro evitando di incrociare e di
perdersi
nell’oceano azzurro dei suoi occhi lucenti.
“Codardo.”
"Ora smetti di
pensare a un problema che non c'e'
e dammi il tempo di inchiodare tutti i tuoi perché."
Per la prima volta nella sua vita, Sasuke si accorse di non aver più la
sua
nota capacità di razionalizzare.
Non gli riusciva più così semplice nascondere le proprie emozioni, non
davanti
a Naruto.
La sua mente vagava vorticosamente a tentoni e le parole faticavano a
trovare
una via di fuga.
Fugaci pensieri e certezze
ormai dissolte.
Sentimenti fragili e traboccanti.
“Sapevi di petali di ciliegio, quelli
freschi, quelli dalle insolite sfumature rosate. – Alle sue parole
Sasuke sussultò
interdetto – Quelle calde sfumature che celano il rosso
del sangue confusosi con quei candidi petali che hanno
l’innato potere di scaldare il cuore
delle persone fino ad intossicarlo.”
Amare e Odiare.
Cose difficili da fare entrambe.
Opposti come il giorno e la notte.
"Almeno stavolta,
almeno ascolta."
“Oltre ad essere un traditore, ora
sono anche un ossessione, un’intossicazione,
un veleno! Devi dirmi altro, Usuratonkachi?!” – Sbottò
il moro,
cercando di deviare quel discorso e quelle strane ma piacevoli
sensazioni che
si andavano a creare dentro la sua anima.
“Nessun profumo mi ha mai torturato tanto. Ed è per questo che non ho
mai
smesso di odiarti.” – Continuò incisivo. Eppure lo sapeva anche lui,
che per
quanto si ostinasse a decantargli il suo odio,
a dir la verità, sembrava stesse urlando l'esatto
contrario. E questo rese ancor più instabile Naruto, che si ritrovò
a
vagare sperduto fra i suoi altisonanti pensieri.
Desiderava
sentirsi dire che quel dolore che stringeva nel petto da diversi anni
fosse
solamente una mera illusione.
Desiderava ardentemente che quel teme, gli dicesse
che il passato vissuto assieme non avesse alcun tipo di importanza, che
fosse
stato solo un frammento d'infinito. Desiderava così tanto sentire
quelle parole,
perché la paura di affogare nei suoi occhi,
in quei pozzi oscuri che tutto potevano
estorcergli, era assai maggiore. Così come era evidente che ciò che
desiderava
più di ogni cosa al mondo era il calore di quegli occhi, di quel corpo,
di
quell'anima.... Di Sasuke.
"Almeno stavolta col
coraggio di guardarci in faccia"
“Non ho mai smesso di sentirmi solo.” – Affermò con amarezza il ragazzo
dai
capelli biondi come il Sole.
“Non ho mai voluto sentirmi solo.” – Ribatté
il moro.
“Non ho mai smesso di sentirmi debole.”
“Non ho mai voluto sentirmi debole.”
“Non ho mai smesso di seguirti.”
“Non ho mai voluto che mi seguissi.”
“Non ho mai smesso di pensarti.”
“Non ho mai voluto dimenticarti.” -
Ammise con voce bassa e mesta Sasuke.
“E’ per questo che ti odio!” – Urlarono
simultaneamente cercando di prevalere l’uno sull’altro.
Tutti quei discorsi e quelle
parole gonfie di
significati più o meno comprensibili, riecheggiavano nella mente
confusa di
Sasuke. Voleva solamente che Naruto lo lasciasse solo con i suoi
pensieri, ad
escogitare un metodo per non vacillare, trasformando la verità
in menzogna.
Voleva che quel maledetto dobe gli urlasse contro ancora e ancora il
suo
rancore. Voleva così tanto vedere il volto di Naruto accigliarsi preda
di
quella rabbia incontrollata, perché la paura
di veder sgorgare delle copiose lacrime su quel volto solitamente
abbracciato
dal sole, lo annichiliva a tal punto da lasciarlo senza fiato. E
nonostante la
sua austera indifferenza, era ormai evidente che ciò che Sasuke
desiderava
ardentemente era il
perdono e la comprensione che solo Naruto
avrebbe saputo donargli, intrappolandolo ancora una volta in quei
vivaci oceani
impetuosi che erano i suoi occhi.
Amicizia.
Rivalità.
Rancore.
Ammirazione.
Un groviglio d’emozioni inscindibili.
Un battito di ciglia e tutto, stranamente, fu più chiaro.
Senza indugiare ulteriormente, Naruto gli balzò velocemente di fronte e
prendendolo alla sprovvista poggiò con leggerezza le sue labbra sulle
sue.
Un bacio delicato e candido come neve.
"Ridammi
l'effetto di un battito nel petto"
Un bacio arrivato tanto inaspettatamente che Sasuke non riuscì neanche
a
ricambiare o ad evitare.
“Na-Naruto…” – Sussurrò irrigidito dallo stupore.
Occhi sgranati osservavano quelli chiari e profondi dell’altro.
Si sfiorò leggermente le labbra con il pollice ancora sorpreso per quel
gesto a
stretto contatto.
L’aveva sentito.
Aveva distintamente sentito quella tempestosa scarica di brividi
invadergli il
corpo.
Una scossa inaspettata e violenta, ma estremamente piacevole.
Non riusciva a proferire parola nonostante tutto in lui urlasse,
strepitasse e implorasse di poter
risentire quel fine
tocco d’immensità.
Si osservarono.
Le loro pupille rimasero indenni, senza deviare dal loro obbiettivo.
Ferme e statiche.
Le loro labbra si piegavano e si incurvavano in bilico.
Indecise e titubanti.
Un leggero rossore sulle gote.
Gli impulsi si sovrapposero perdendosi in un dedalo senza uscita.
Un energia effervescente, racchiusa in una quieta e salda dicotomia.
Un mugugno incomprensibile.
Una lacrima percorse velocemente quel fugace profilo dalla carnagione
olivastra.
Fragilità e incompletezza.
Nella profondità di quegli occhi offuscati dalla nebbia, solo una cosa
era
chiara:
L’angoscia
dei loro cuori.
Perché ogni cuore agitato batte in maniera tanto sgraziata?
"Sono qui, questa
notte dietro a un sì, che non parte"
Naruto
aveva il respiro
mozzato in gola e poteva chiaramente percepire il battito tonante del
proprio
cuore inerme.
Anelava
toccare quella
mano nivea, quella di Sasuke.
Anelava il calore delle
sue morbide labbra.
Si sentiva liberato da
quelle intense emozioni che per troppo tempo aveva sigillato dentro di
sé. Ignorando le verità che il suo cuore
gli
aveva sempre suggerito.
Lo sfavillio sussurrò alla notte.
Un folgorante desiderio squarciò quel manto oscuro risuonando
nell’universo.
A un bacio assaporato frettolosamente ne seguì uno molto più lento e
appassionato.
Ancora un altro.
Un altro ancora.
Una dolce e implacabile tortura.
Senza interrompere quelle frenetiche scariche di languidi baci, le mani
di
Sasuke, come burro, si insinuarono sotto i vestiti di Naruto,
sfiorandogli e
accarezzandogli la pelle.
Erano proprio come luce e buio, come Sole e Luna.
Si allontanavano, si cercavano e si seguivano per poi incontrarsi
nuovamente
spinti da una passione irrequieta, vorace e assetata d’amore.
In preda alla foga di quell’attimo, Sasuke tirò il bavero della maglia
di
Naruto e si tuffò a baciargli con veemenza l’incavo del collo.
Piccoli baci concatenati e lievi.
Piccoli baci concatenati e più marcati.
Baci assaporati e lenti.
Baci più veloci e suadenti.
Baci così cercati e ricchi di impeto che riuscirono a farlo fremere di
piacere.
Un breve allontanamento.
Una lieve lontananza di due corpi, di due anime che si bramavano a
vicenda.
Una lieve lontananza che pareva esser lunga come l’eternità.
Troppa per loro due.
Si volevano.
Si volevano senza interruzioni.
Desiderio lambito.
Desiderio infuocato.
Desiderio implacabile, senza fine.
Lo avevano sempre saputo, lo avevano sempre confermato con convinzione:
Loro
due si capivano senza alcun bisogno di parlare. Era sufficiente uno
sguardo per
leggere nell’anima dell’altro come un libro aperto.
Il Cielo era immenso ed immobile in attesa di una risposta, di una
conferma che
però tardava ad arrivare. Una notte senza
stelle, che con freddezza ed avidità aveva divorato le piccole nubi
pallide
e tristi. Una notte senza stelle, che
con un tiepido alito di vento aveva portato la gioia e la serenità
sprigionate
da una luna abbacinante.
Una notte senza stelle si tinse di
arcano. Spezzò le catene e liberò quelle fantasie, quei sogni, che
entrambi
avevano rinchiuso nel profondo della loro anime. E
in balia di quella lieve pioggia di petali di
ciliegio, un profumo tenue e dolce si levò a mezz’aria correndo
attraverso un
bagliore tremante.
Senza alcuno sforzo apparente, Sasuke lo sollevò, tenendolo stretto a
sé, e lo
adagiò poi su quelle fresche e candide lenzuola. E con quel poco di
lucidità
che era rimasta, tentarono invano, di analizzare quello che di lì a
poco
sarebbe successo.
Le loro mani tremanti, attraversate da sensazioni mai provate.
Sguardi complici, padronanza mentale ormai vacillante. E vestiti che
scivolavano via, veloci, senza che se ne accorsero.
Con adagio, Sasuke prese a lambirgli un capezzolo, seguendone i morbidi
contorni
e pizzicandolo con sapiente e inattesa maestria, come le corde di
un’arpa.
Le fiamme del desiderio avvamparono
voraci, annientando completamente la distanza fra i due. Un gioco
pericoloso, un
gioco di estremo piacere.
Baci umidi scendevano giù fino al ventre, per poi risalire e
ripercorrere il
medesimo sentiero.
Una lingua lasciva disegnava i contorni di quel sigillo virile.
Gemiti soffocati e smorzati che non volevano uscire da quelle calde
labbra,
tanto erano imbarazzanti.
Il
giovane dai capelli
oro come il grano, avrebbe voluto imprecare a gran voce per lenire
tutte quelle
sensazioni di inteso tripudio, ma la sua gola soffocava ogni singola
sillaba.
Non riusciva a fare altro che fremere e mugugnare impotente di compiere
qualsiasi altro movimento.
“S-Sasuke” – Lo implorò di fare qualcosa. Qualcosa che nemmeno lui
sapeva con
certezza. Qualcosa. Qualsiasi cosa
prima che il suo cuore gli scoppiasse in gola.
“Uhn?..” – Non era stato di troppe parole Sasuke, non lo era mai stato
a dire
il vero, però quella notte lo stava facendo maledettamente apposta.
Evidentemente gli piaceva comportarsi come un bastardo
impassibile.
L’amore
stava rivivendo
su una corda tesa al Sole, come panni ad asciugare, tra due mezze
verità. Non
si erano mai sentiti così, prima d’ora.
Così rilassati, così tremanti e carichi d'emozioni.
"Almeno
stavolta con la voglia di guardarci in faccia
sperando che un'ora ti dia voglia di ridarti ancora"
Braccia, gambe, schiene, mani, labbra, lingue... Era tutto così
confuso, ma
sapevano entrambi di aver bisogno di quella intima vicinanza.
Una spinta.
Dolore smorzato e piacere nascente.
Un’altra spinta.
Profondo calore.
Ancora un’altra.
Trepidazione e piacere.
Ritmo incalzante.
"E cosi' non so
come, griderai il mio nome..."
Calore invitante.
Spasmi violenti.
Sensazioni folli e sconnesse.
Era tutto così strano da apparir loro come un sogno, tuttavia erano ben
consci
di quelle vorticose scariche elettriche che perforavano il loro corpo.
E quei
gemiti, tanto inattesi quanto ricercati risuonavano nelle loro
orecchie, come
un folle canto appassionato, che mai avrebbero creduto di poter udire.
“Sa-Sasuke!” – Urlò incarnandosi, quando l'eros raggiunse il culmine.
Stanchi, sudati e annientati si lasciarono scivolare tra le braccia
dell’altro
per poi assopirsi in un sonno profondo, mentre il fervore scemava
sempre più.
Anche dopo tanti anni, anche dopo tutto quello che era successo, Sasuke
restava
l’unica costante nella vita di Naruto, proprio come Naruto era l’unica
costante
per Sasuke.
Si appartenevano.
Erano amici e rivali.
Si odiavano tanto quanto si amassero.
Nella profondità di quella placida notte, un inaspettato timore scaturì
nella
mente di Naruto destandolo dal sonno. Si guardò attorno come alla
ricerca di
qualcosa o qualcuno.
Sorrise.
Lui era lì con lui.
Seminudo sulle bianche lenzuola di quel letto, rese ancor più candide
dal
bagliore ovattato della Luna che con prepotenza entrava dalla finestra.
Non se ne era andato.
Dormiva beatamente al suo fianco.
Si portò una mano sull’addome mentre un leggero dolore si era
impossessato del
suo corpo senza andarsene. Persisteva.
Naruto sapeva bene a cosa fosse dovuto, ma non ci diede poi tanto peso.
Era certamente
un dolore persistente, ma non era poi così terribile. Non gli faceva
così male
come credeva.
Se fosse potuto tornare indietro avrebbe rifatto tutto ogni cosa.
Sorrise ancora una volta e non appena si voltò si scontrò con un paio
di occhi
color ebano.
Involontariamente arrossì.
“Teme… Credevo tu dormissi.” -Ammise, sforzandosi di non sembrare tanto
impacciato da non riuscire a parlare.
“Mi sono appena svegliato.” - La voce profonda e calma di Sasuke lo
trafisse al
petto con estrema facilità.
“Scusami."
“Uhn? Perché ti scusi?” – Gli domandò scompigliandosi i capelli corvini.
Sasuke Uchiha gli era di fronte e la sua figura per un instante gli
sembrò davvero
troppo imponente se paragonata alla sua. Era come se emanasse un'aurea
estremamente vibrante, capace di portati nelle tenebre più assolute per
poi
catapultarti nella luce più abbagliante.
“Che ore sono?” – Gli chiese sviando l’imbarazzo.
“Le quattro e mezza del mattino, dobe!” – Affermò con un folgorante
sorriso in
volto.
Un sorriso così spontaneo da
paralizzare Naruto.
Era la prima volta che lo vedeva sorridere a quel modo. Solitamente il
ragazzo
si lasciava andare ad inquietanti sogghigni o al massimo a mezzi
sorrisi,
sempre se un leggero stiramento delle labbra si potesse definire così.
Questa volta però, aveva
davvero sorriso!
Le braccia di Sasuke si strinsero su Naruto generando in questo ultimo
una
lieve tachicardia.
Naruto cercò disperatamente una via di fuga da quell’abbraccio ma
inutile dire
che Sasuke non lo accontentò, anzi, lo strinse più forte contro il suo
petto.
Così, cercando di non far trapelare le proprie emozioni, si vide
costretto a
coprirsi sempre di più il volto con il lenzuolo, fin tanto da
scomparire alla
vista del compagno.
“Ehi, dobe, che ti prende?”
“Niente!”
“Ah, dici davvero? Allora perché ti stai nascondendo sotto le
lenzuola?!”
“Ho freddo!” – Si difese.
“Si, certo! E io sono nato ieri!”
“Ah, davvero? Caspita, allora sei cresciuto molto in fretta!” – La
risposta di
Naruto lo lasciò interdetto. A volte davvero non capiva se quel ragazzo
fosse
davvero un idiota completo o se si fingesse solo tale!
“Diavolo di un Usuratonkachi! Allora, mi dici che ti prende?!” –
Domandò
prendendogli il volto tra le braccia, ma questi evitò di incrociare i
suoi
occhi.
"Se non ti vuoi
fidare almeno ascoltami,
di rimanermi ostile non serve a te ne a me..."
Molteplici ricordi e altrettanti dubbi e interrogativi riaffioravano
offuscando
la mente di Naruto. Era stata davvero la cosa migliore lasciarsi andare
a quel
modo? E soprattutto quali erano i loro veri sentimenti? Era stato tutto
dettato
dalla passione del momento o c’era anche qualcos’altro?
“Allora?” – Insistette Sasuke.
“Nulla, nulla. Scusami!”
“Si può sapere perché continui a scusarti?!”
“Teme… Se io ora sparissi improvvisamente da qui, proveresti a
cercarmi?” -
Domandò con la voce titubante, tipica di chi ha paura di una risposta
non
cercata.
“Eh? - Di rimando Sasuke lo fissò perplesso - Ok, comincio seriamente a
credere
che tu sia davvero cretino!”
“Guarda che la mia era una domanda seria, Dattebayo!” – Fece una
smorfia di
disappunto, solleticando involontariamente l’umore dell’Uchiha.
“Una domanda seria, dici? Allora è la prima che ti sento fare da quando
ci
conosciamo!”
“Sasuke!” – Trasalì rizzandosi seduto per poi tirargli contro il suo
cuscino.
“Mancato!”
Senza volerlo, in quell’attimo i loro occhi si incontrarono nuovamente.
Un istante che sapeva d'eternità.
“Di, la verità mi stai nascondendo qualcosa?”
"No, assolutamente nulla."
"Dovresti sapere di non essere capace di mentire, Naruto." - Lo
ammonì Sasuke.
“Baka!"
“Dobe.”
"Teme!"
“Usuratonkachi senza speranza." - Si divertì a punzecchiarlo Sasuke,
consapevole di quanto Naruto non sopportasse quell'suo atteggiamento
insolente.
“Non chiamarmi cosi,
maledetto teme!”
"Sei davvero un tontolone irascibile."
“E tu un maledetto lunatico introverso!"
- Rispose con decisione Naruto, pronto per un nuovo duello fra parole e
insulti, come era sempre stato tipico tra loro. Tuttavia, la frase che
sentì
poco dopo lo lasciò senza fiato.
“Ti amo.” - La voce profonda di
Sasuke lo annientò.
Un battito riecheggiò con forza nei loro cuori.
“Ti ho sempre amato, teme.”
E poi arrivò quella
risposta. Lucida, abbagliante, disarmante, così ovvia che si sentirono
entrambi
due perfetti cretini a non aver compreso prima i sentimenti l'uno
dell'altro.
“Naruto...” – Sorrise divertito
e soddisfatto per poi baciarlo con impeto.
“Sasuke?!”
“Uhn?!”
“Questa notte… Questa notte è stata la mia prima volta…” – Affermò
lievemente insicuro,
mentre il suo viso oscillava dal porpora al rosso scarlatto - Quand’è
stata la
tua prima volta?” – Chiese poi.
“Eh?” - Inutile dire che l’espressione dell’Uchiha era visibilmente
sorpresa da
quella domanda.
“Sei un’idiota, Naruto!”
“E Perché?”
Sasuke dal canto suo si mise una mano sopra la testa scuotendola.
"Non è stata solo la tua prima volta.” – Dichiarò poi.
A quella risposta Naruto sgranò gli occhi sconcertato.
“Che cosa? Io pensavo che tu, sì insomma... Sasuke, io…” – Arrossì
violentemente.
“Mi spieghi con chi avrei dovuto farlo? E se osi dire Orochimaru, ti
scaravento
via con il Chidori!” – Scherzò giocosamente.
“Veramente io pensavo con Kabuto!” – Lo canzonò l'altro.
“Cosa? Stai scherzando,vero! Pensi che io me ne sia andato in giro
bevendo Sakè
e assecondando le mie più intime voglie carnali?!” – Affermò mentre un
sopracciglio ricco di disappunto fece capolinea sul suo volto,
ammonendolo.
“No, direi di no! Questo
è quello che farebbe quel vecchio maniaco di Jiraiya!”
“Che non è poi molto diverso da quello che farebbe Kakashi-sensei,
intendiamoci!”
Strane fantasie si delinearono nelle loro menti finirono così per
ridere di
gusto.
“Vieni qui, dobe.”
“Non sono un dobe, teme.”
“Sì che lo sei! Sei il mio dobe!” –
Lo attirò a sé cullandolo tra le sue braccia.
Naruto, dal canto suo, si strinse ancor di più al suo petto e
riscaldato da
quel corpo, senza neanche accorgersene si appisolò nuovamente.
“Sono perdutamente innamorato di te, dobe.” – Sussurrò
impercettibilmente al
compagno ormai dormiente.
Ben presto anche Sasuke si riaddormentò. Riposarono l’uno accanto
all’altro,
stretti in un caldo abbraccio, in un sonno tranquillo e profondo.
Sorridevano teneramente come i bambini che non erano mai stati in grado
di
essere.
Si amavano, era questa la pura e limpida verità.
Una verità da tempo smarrita che però era tornata a vivere.
Nessuno poteva spezzare quel loro legame.
Nessuno al mondo ci sarebbe riuscito, nemmeno
il destino.
NOTE
D'AUTRICE:
Devo
ammettere che questa fan-fiction ha preso di sorpresa anche la
sottoscritta!
SI, lo so
che detta così può sembrare strana, ma è la verità.
Dovete sapere che la mia mente ha partorito
l’idea di questa storia ascoltando proprio “Almeno stavolta” di Nek, ma
a
differenza di tutte le altre volte che magari l’idea si abbozzava dopo
alcune
volte di ascolto, qui è venuta tutta - e dico tutta - nel medesimo
momento,
ascoltando per la prima volta, dopo tanto tempo questa canzone. Le
immagini si
sono hanno preso forma nella mia testa con forza e si sono delineate
perfettamente nei minimi dettagli, mentre io stessa mi sentivo
sbalordita e
sconvolta.
Piccolo
Vocabolario:
•
Dobe: Idiota.
• Teme: Bastardo.
•
Baka: Stupido,
sciocco.
• Usurantokachi:
con
questa parola Sasuke si rivolge spessissimo a Naruto. E'
sostanzialmente un
modo di dire che può essere tradotto semplicemente con stupido totale.
Letteralmente significa "piccolo martello" e quindi potrebbe
significare anche inutile. (tradotto come “testa
quadra”nella versione italiana. )
•
Dattebayo: Naruto
alla fine delle frasi mette un -ttebayo (o -tteba, dattebayo se
pronunciato da solo) che in italiano potrebbe essere come se noi
finissimo le
frasi con "lo sai?", ma di per sè non vuol dire niente, è
semplicemente un tic verbale, un qualcosa che Kishimoto-sensei ha
voluto
mettere (nei manga conta molto il modo i cui i personaggi si esprimono
con le
parole) per dare proprio l'impressione che Naruto sia un ragazzo
ribelle e vivace,
che vuole distinguersi dagli altri.
Nel
linguaggio moderno possiamo interpretarlo un po' come il "cioè" che
alcuni ragazzi ripetono spesso e lo mettono dove vogliono senza una
logica.