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Autore: LADY ROSIEL    27/03/2008    11 recensioni
{ SASU/NARU }
La paura di veder sgorgare delle copiose lacrime su quel volto solitamente abbracciato dal sole, lo annichiliva a tal punto da lasciarlo senza fiato.
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“Anche se ti dicessi la verità, non mi crederesti.” - Ammise Sasuke, con un velo di malinconia che di certo non sfuggì agli occhi di Naruto.
“Potresti sempre provare.”
“Non posso.”
“Ti crederò.” - Continuò Naruto, cercando invano di persuaderlo.
“Non posso comunque.”
“Hai paura?”
“Ho paura.” – Ammise tra i denti il moro evitando di incrociare e di perdersi nell’oceano azzurro dei suoi occhi lucenti.
“Codardo.”
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Continuò incisivo. Eppure lo sapeva anche lui, che per quanto si ostinasse a decantargli il suo odio, a dir la verità, sembrava stesse urlando l'esatto contrario.
Desiderava ardentemente che quel teme, gli dicesse che il passato vissuto assieme non avesse alcun tipo di importanza, che fosse stato solo un frammento d'infinito.
Desiderava così tanto sentire quelle parole, perché la paura di affogare nei suoi occhi, in quei pozzi oscuri che tutto potevano estorcergli, era assai maggiore.
Così come era evidente che ciò che desiderava più di ogni cosa al mondo era il calore di quegli occhi, di quel corpo, di quell'anima.... Di Sasuke.
Genere: Introspettivo, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: Lemon, Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto prima serie
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starless night

PAIRING/OTP: Sasu/Naru
CANZONE: Almeno Stavolta - Nek

Fan-fict scritta nel Marzo 2008
Testo Revisionato in data 2018.08.02





Starless Night

 

 

Era una notte fredda e silenziosa. 
Teneri raggi di Luna rischiaravano la notte.

All'apparenza non vi era alcuna stella che brillava in quel cielo profondo e così sconfinato, ma non per questo si poteva dire che fosse una notte buia. Tutt'altro.

Erano trascorsi ormai quattro anni, da quando l’ultimo membro del clan Uchiha se ne era andato lasciando dietro di se i suoi compagni di squadra per allearsi con Orochimaru e vendicarsi degli assassini compiuti dal fratello maggiore.
E come se nulla fosse mai accaduto,  Sasuke Uchiha ora era ritornato a Konoha.
Nonostante fosse stato ritenuto un traditore, e il suo arrivo al villaggio avesse generato il panico più totale. Sasuke era stato reintrodotto nel sistema operativo dei Ninja sotto lo stretto controllo di Kakashi-sensei, che ogni giorno valutava e riferiva ai suoi superiori, progressi o eventuali squilibri nel comportamento del ragazzo.

Dal giorno del suo arrivo a Konoha, Naruto non aveva mai proferito parola con lui
I due si evitavano cautamente.
Poi, quella notte, successe finalmente qualcosa.
“Dobe, apri sono io!” - Esclamò Sasuke, percuotendo con le nocche della mano sulla porta.
“Non ho intenzione di farlo, sparisci!” - Gli urlò indispettito il biondino dall’altro capo della porta.
“Non starò qui tutta la notte a bussare!”
“Non ti ho chiesto di farlo! Anzi, è molto meglio se non lo fai, così almeno riuscirò a prendere sonno!”
“Ti ho detto di aprirmi, Naruto!” - Affermò Sasuke, ormai spazientito.
“E io ti ho risposto di sparire! Da quando sei diventato sordo?!” - Rispose incattivito l'altro.
“Maledizione, apri questa fottuta porta! – Imprecò a gran voce – Ok, come vuoi, - si calmò – Sarò costretto a buttarla giù! Dopo non venirmi a dire che non ti avevo avvertito!”
Dopo un attimo di esitazione, Naruto gli aprì, prima che questo sfondasse letteralmente la porta.
Un’incontro di sguardi. 
Un profondo senso di pienezza e calore.
Meraviglioso calore.
“A quanto pare ti sei deciso.” 
“Non ho intenzione di ristrutturare casa.” – Rispose sarcastico Naruto.
“Vuoi farmi entrare o cosa?”
“Se fosse per me ti lascerei pure fuori, ma siccome sono una persona a modo, ti faccio entrare. Semplice cortesia, sia chiaro.” - Ci tenne a precisare, facendogli segno di accomodarsi.
Sasuke non se lo fece ripetere due volte ed entrò.
Non vi era alcun dubbio che Naruto fosse in collera con lui, non lo degnava neanche di uno sguardo.


"Se non ti vuoi fidare, almeno ascoltami.
di rimanermi ostile non serve a te ne a me."


Stufo di quel totale silenzio che aleggiava nella stanza, Sasuke impugnò un kunai e con un balzo felino si avvicinò a Naruto puntandoglielo al collo, ma quest'ultimo non si fece cogliere impreparato e si difese con la medesima tecnica.
I loro sguardi s’incrociarono in un silenzioso duello.
“Dobe.” – Sasuke abbandonò la presa per poi lasciarsi andare a un flebile mezzo sorriso di apprezzamento. 
“Allora, cosa vuoi? Spicciati a parlare e sbrigati a sparire!” – Affermò con visibile irritazione, destando di sorpresa Sasuke, che però non si scompose minimamente.
Lo osservò.
Si osservarono.
Occhi chiari e dai tratti tipicamente orientali si scontravano negli abissi profondi e bui di quelli di Sasuke.
“Non sei cambiato!” – Dichiarò il moro senza distogliere i suoi occhi da quelli di Naruto.
“Tu sì, a quanto pare.”
“Sono trascorsi quattro anni. Non hai nulla da chiedermi?!” 
“E tu? – Lo incalzò Naruto, ormai stanco di trattenere quella rabbia repressa  – Perché sei tornato, teme?”
“Non avevo più nessun obbiettivo da raggiungere. Ho ucciso mio fratello.” – Aggiunse poi dopo una breve pausa.
“Ho imparato ad usare il chakra di Kyuubi” – Lo canzonò successivamente Naruto.
“Davvero,
Usuratonkachi?  Ho rotto il sigillo maledetto.”
“Davvero?! – Naruto sorrise per poi farsi nuovamente serio – hai veramente ucciso Itachi?”
“E’ morto, ma non per mano mia.” – Aggiunse poi, facendo contrarre involontariamente la mandibola di Naruto in una smorfia addolorata.
L'aveva immaginato.
Nonostante l'odio che Sasuke covava dentro di sé per Itachi e per il male che gli aveva causato, portandolo a prefiggersi l'obbiettivo di uccidere il proprio fratello maggiore, Sasuke non era arrivato a tal punto. E questo lo rassicurò nel profondo, arrivando ad elucubrare che forse Sasuke era ancora pervaso da sentimenti buoni e di compassione.
“So usare il Rasenshuriken.” – Riprese in mano il discorso Naruto, vantandosi.
“Ho perfezionato il Chidori Senbon.” – Gli tenne testa Sasuke.


"Non voglio interrogarti, rinfacciarti quel che fai 
io piuttosto sto cercando chi eravamo noi"


Naruto si guardò intorno cercando qualcos’altro da poter dire per controbattere l’affermazione di Sasuke, ma non era ormai più tanto sicuro di quali affermazioni farsi scudo, ora che le sue iridi profonde lo rincorrevano senza lasciargli tregua.
Naruto non era cambiato in quegli anni di lontananza dall'amico.
Era rimasto il solito impertinente orgoglioso.
Il solito casinista imbranato.
Il solito testardo.

E lui? Anche Sasuke era rimasto lo stesso?
No, non poteva essere lo stesso di quattro anni prima.
Ora era un traditore in fase di ri-indottrinamento.
Però, a ben guardare, nulla nel suo carattere sembrava cambiato.
I suoi occhi.
I suoi occhi penetranti non lasciavano trasparire altro che gelo, proprio come allora.
Eppure, anche dietro quegli occhi si celavano sentimenti umani.

Naruto continuò ad osservarlo, mentre la sua mente si lasciava andare a quel sapore agrodolce che solo i ricordi potevano avere. 
Il loro primo incontro, i loro litigi, i loro combattimenti...
Il loro unico rapporto tra amicizia e livore.
Un sentimento forte e incrollabile che univa due ragazzi che in comune non avevano nulla, se non lo stesso sogno di diventare Kage. Due ragazzi l’uno opposto dell’altro al quale però, avevano tranquillamente affidato la loro stessa vita. 
Naruto e Sasuke erano amici.
Naruto e Sasuke erano compagni di squadra.
Naruto e Sasuke erano diventati nemici.
E ora che si erano ritrovati quale sarebbe stato il legame che li avrebbe uniti?
Cosa sarebbero diventati?


"Almeno stavolta, almeno ascolta"


“Non cerchi di uccidermi, dobe?” – Chiese poi Sasuke rompendo ancora una volta quell'irritante silenzio.
“Non ho un motivo per farlo, teme.”
“Sono un traditore, non ti basta come motivazione?” - Domandò pungente.
“Lo sei stato, ma non è comunque una buona motivazione.”
“Ho tentato di ucciderti, non ti basta come motivazione?” - Rincalò la dose Sasuke.
“Ho tentato di salvarti. Ho tentato di ucciderti. No, non mi basta come motivazione.” - Rispose afono Naruto, constatando che nemmeno lui era esente dall'avere colpe.
Sasuke non era l'unico ad aver avuto atteggiamenti riprovevoli, dopotutto.
“Perché?” - Domandò l'Uchiha, tentando di scavare nell'animo di Naruto, per cercare di abbattere quel freddo muro di ostilità che si era venuto a creare per sua stessa scelta.
“Perché non ho voglia di farlo.”
“Non ha alcun senso. Questo lo sai, dobe?”
“Lo so. - Ammise con sicurezza, strofinandosi le dita delle proprie mani , in un insolito tic per allontanare la tensione del momento - Sono irrazionale.”
“Potresti almeno prendermi a pugni.”
“Non lo faccio.”
“Perché?" - Chiese ancora una volta Sasuke, investigando ancora sulle sue risposte.


"Almeno stavolta col coraggio di guardarci in faccia"

 

“Ho le mani indolenzite. - Ammise con furbizia Naruto - E tu? Non cerchi di uccidermi, teme?”
“Perché, dovrei?”
“L’ultima volta mi hai quasi spedito all’altro mondo!”
“Ora è diverso. Non ne ho più la voglia.” - Ammise con scioltezza Sasuke, scacciando i fantasmi del passato.
“Non hai più voglia di giocare con la vita degli altri?” – Alzò la voce colma di rancore.
“Più o meno.” - Si limitò a rispondere l'altro, fingendo disinteresse per la domanda che gli era stata posta.
“Non è una risposta!”
Non voglio ucciderti.” - Aggiunse poi, con serietà e profondità.
“Perché?” -  Questa volta fu Naruto a tentare di scavare nell'animo dell'Uchiha, desiderando una risposta non solo convincente, ma anche sincera.
“E’ inutile spargere ancora sangue, non credi?”
“Si, hai ragione.” - Anche se non era proprio quella la risposta che  cercava, gliela diede per buona.
“Ti ho già detto che ti odio, dobe?” - Affermò con un ritrovato sorriso impertinente Sasuke.
“Anche io ti odio, teme.” – Rispose Naruto mentendo. 
Sì, mentendo. 
Se fosse stato solamente odio, non avrebbe senso il dolore che in cuor suo provava e che cercava di nascondere. Se fosse stato solamente odio, non avrebbe avuto remore ad ucciderlo; e questo Sasuke lo sapeva.


“Cosa sono per te dopo quel che ho fatto, dobe? Resterai mio miglior nemico? Il mio peggior amico? Cosa sono per Kakashi-sensei? E per Sakura?”
“Per  Sakura-chan sai cosa sei sempre stato. Lei ti ha sempre amato.” – Affermò con un pizzico di cattiveria ricordando di essersi a sua volta innamorato della ragazza che, però non ricambiava quel suo sentimento. 
“Lei non sa e non sapeva nulla di me, come può avermi amato?”
“Non è una sciocca, teme. Non trattarla da tale.– Fece un sospiro- Per Kakashi-sensei resterai sempre uno dei suoi miglior allievi e dei migliori ninja.”
“E per te, dobe?” - Domandò ancora, ricercando quell'unica risposta che tanto desiderava conoscere.
“E per me cosa, teme? Ti odio ora proprio come ti odiavo allora, non ho altro da aggiungere.” - Eppure, nonostante la sicurezza con la quale Naruto aveva riposto, il suo cuore tremava nel pronunciare quelle parole.
“Odiavi te stesso proprio come io odiavo me stesso.”
“Odiavo la mia inadeguatezza.” – Ammise abbassando a terra lo sguardo rievocando lo spiacevole passato che aveva sempre vissuto da quando era bambino.
“Odiavo la mia debolezza.” – Aggiunse Sasuke ridisegnando il viso di Itachi nella sua mente.
“Mi hai deluso, Sasuke.”
“Anche tu mi hai deluso, Naruto.”



"Ridammi l'effetto di un battito nel petto"

 

“Ti sei alleato con Orochimaru voltando le spalle a tutte le persone che ti erano amiche. Ci hai tradito e ci hai abbandonato come vecchi giocattoli soltanto per rincorrere la tua sete di vendetta. La tua ira e il tuo odio hanno nutrito il tuo spirito e hai ferito chi cercava di salvarti. Ti sei addirittura lasciato soggiogare dal potere del sigillo maledetto solo per avere la forza di batterti con Itachi!” – Urlò Naruto, riversando tutto quel risentimento che aveva fatto tacere per anni. Non poteva più tenersi tutto dentro.
“Ho compiuto la mia vendetta, Naruto. Anche se, non sono stato io a far perire Itachi.”
“A che prezzo? A che prezzo hai venduto la tua anima a Orochimaru, distruggendo la tua vita?” – Urlò ancora tanto che gli si incrinò la voce, cercando al contempo di ricacciare indietro le lacrime da tempo inespresse che racchiudeva dentro di sé.
“Il potere ha sempre un prezzo, Naruto.” - La voce pacata di Sasuke anche in quella situazione, aveva la stessa forza di uno schiaffo ben assestato.
“Continuo a non comprenderti.” - No, non riusciva a raccapezzarsi. Sasuke era un ragazzo sin troppo complicato per Naruto.
“Ora però sono tornato, il passato è passato.”
“Credi di poter presentarti qui a Konoha dopo quattro anni e ricominciare da capo come se nulla fosse accaduto?”
“Non ho detto questo. Ma ormai ciò che è successo non si può più cambiare.”
“Lo so, maledizione!”
“Dopo quattro anni di allenamenti so che ora posso tranquillamente batterti, dobe!” – Riprese in mano il discorso il moro, dopo una breve ma intensa pausa. 
“Ne sei sicuro? Dovrai uccidermi per riuscirci, teme!”
“Dovrai uccidermi per impedirmelo!” – Si sorrisero complici.



"Sarà che siamo stanchi,  sarà  il carattere
la lista dei difetti l'hai fatta tu,  io mai"

 

Ogni ninja era un connubio di irrazionalità e ponderatezza, egoismo e altruismo, fermezza e instabilità. Ogni ninja doveva essere imprevedibile, ma allo stesso tempo abbastanza chiaro perché le persone giuste potessero prestargli il loro appoggio.
E se i ninja in questione erano Naruto Uzumaki e Sasuke Uchiha, non c’era coppia migliore che potesse racchiudere un dualismo tanto diverso, una continua trasformazione di aspetti ambivalenti e in aperta contraddizione. 
“Sono trascorsi quattro anni da quando te ne andasti, eppure è come se non te ne fossi mai andato. Tu sei sempre stato presente, Sasuke – affermò Naruto rabbuiandosi – Mi eri vicino ogni notte.”
A quell’affermazione il volto del giovane Uchiha impallidì ancor di più della sua -  già nivea -  pigmentazione.
“Di che cosa stai parlando, dobe?” – Gli domandò sempre in preda alla sua proverbiale e immutabile freddezza.
“E’ inutile che tu finga di non sapere. Dannazione, Sasuke! Perché hai continuato ad ossessionarmi così a lungo? Perché mai ogni notte venivi ad osservarmi?!” – Urlò stringendo forte i pugni.
“E così... Te ne eri accorto.” – Rispose Sasuke ancor più pacato dell'istante precedente, innalzando tra se e Naruto un muro di grandi dimensioni. 
Un muro di incrollabile distacco e freddezza.
Un muro che ancora una volta li avrebbe divisi e allontanati.
Per quante volte avrebbero dovuto costruire e distruggere quelle mura?

“Perché, teme? Perché non passava notte senza sentire il tuo inconfondibile profumo volteggiare nell’aria?” – Affermò trattenendo un pianto straziato dal dolore.
Amarezza.
Gioia.
Paura.
Rabbia.
Tormento.
Gelosia, sì anche quella.
“In quelle notti avresti potuto uccidermi, dobe! Se lo sapevi, perché non lo hai fatto?”
“Non è mai stato il mio obbiettivo, teme. Ma tu… Perché mi sei sempre stato vicino?”
“Dovevo controllarti, dobe. Era il mio compito.” - Ammise fingendosi quanto più naturale possibile.
“Bugiardo. Bugiardo, teme!”
“Hai ragione, sono un bugiardo.  In questi anni, ogni notte venivo da te, ovunque ti trovassi. Ti osservavo nel tacito silenzio della notte.”
“Perché?” - Domandò mentre la collera faceva spazio alla mestizia.
“Per poter vedere ciò che mi ero lasciato alle spalle. Per potermi accertare che tu fossi ancora vivo.”
“Avevi per caso paura che qualcuno mi facesse fuori?!” - Strepitò cercando di raccogliere i pezzi del puzzle, mentre accresceva l'amarezza per quel passato che non era stato in grado di cambiare.
“Anche se ti dicessi la verità, non mi crederesti.” - Ammise Sasuke, con un velo di malinconia che di certo non sfuggì agli occhi di Naruto.
“Potresti sempre provare.”
“Non posso.”
“Ti crederò.” - Continuò Naruto, cercando invano di persuaderlo.
“Non posso comunque.”
“Hai paura?”
“Ho paura.” – Ammise tra i denti il moro evitando di incrociare e di perdersi nell’oceano azzurro dei suoi occhi lucenti.
Codardo.”

 

"Ora smetti di pensare a un problema che non c'e' 
e dammi il tempo di inchiodare  tutti i tuoi perché."

 

Per la prima volta nella sua vita, Sasuke si accorse di non aver più la sua nota capacità di razionalizzare.
Non gli riusciva più così semplice nascondere le proprie emozioni, non davanti a Naruto.
La sua mente vagava vorticosamente a tentoni e le parole faticavano a trovare una via di fuga.
Fugaci pensieri e certezze ormai dissolte.
Sentimenti fragili e traboccanti.
“Sapevi di petali di ciliegio, quelli freschi, quelli dalle insolite sfumature rosate. – Alle sue parole Sasuke sussultò interdetto – Quelle calde sfumature che celano il rosso del sangue confusosi con quei candidi petali che hanno l’innato potere di scaldare il cuore delle persone fino ad intossicarlo.”
Amare e Odiare.
Cose difficili da fare entrambe.
Opposti come il giorno e la notte.


"Almeno stavolta, almeno ascolta."


“Oltre ad essere un traditore, ora sono anche un ossessione, un’intossicazione, un veleno! Devi dirmi altro, Usuratonkachi?!” – Sbottò il moro, cercando di deviare quel discorso e quelle strane ma piacevoli sensazioni che si andavano a creare dentro la sua anima. 
“Nessun profumo mi ha mai torturato tanto. Ed è per questo che non ho mai smesso di odiarti.” – Continuò incisivo. Eppure lo sapeva anche lui, che per quanto si ostinasse a decantargli il suo odio, a dir la verità, sembrava stesse urlando l'esatto contrario. E questo rese ancor più instabile Naruto, che si ritrovò a vagare sperduto fra i suoi altisonanti pensieri.
Desiderava sentirsi dire che quel dolore che stringeva nel petto da diversi anni fosse solamente una mera illusione.
Desiderava ardentemente che quel teme, gli dicesse che il passato vissuto assieme non avesse alcun tipo di importanza, che fosse stato solo un frammento d'infinito. Desiderava così tanto sentire quelle parole, perché la paura di affogare nei suoi occhi,  in quei pozzi oscuri che tutto potevano estorcergli, era assai maggiore. Così come era evidente che ciò che desiderava più di ogni cosa al mondo era il calore di quegli occhi, di quel corpo, di quell'anima.... Di Sasuke.



"Almeno stavolta col coraggio di guardarci in faccia"

 

“Non ho mai smesso di sentirmi solo.” – Affermò con amarezza il ragazzo dai capelli biondi come il Sole.
“Non ho mai voluto sentirmi solo.” – Ribatté il moro.
“Non ho mai smesso di sentirmi debole.”
“Non ho mai voluto sentirmi debole.”
“Non ho mai smesso di seguirti.” 
“Non ho mai voluto che mi seguissi.”
“Non ho mai smesso di pensarti.”
“Non ho mai voluto dimenticarti.” - Ammise con voce bassa e mesta Sasuke.
“E’ per questo che ti odio!” – Urlarono simultaneamente cercando di prevalere l’uno sull’altro.

Tutti quei discorsi e quelle parole gonfie di significati più o meno comprensibili, riecheggiavano nella mente confusa di Sasuke. Voleva solamente che Naruto lo lasciasse solo con i suoi pensieri, ad escogitare un metodo per non vacillare, trasformando la verità in menzogna. Voleva che quel maledetto dobe gli urlasse contro ancora e ancora il suo rancore. Voleva così tanto vedere il volto di Naruto accigliarsi preda di quella rabbia incontrollata, perché la paura di veder sgorgare delle copiose lacrime su quel volto solitamente abbracciato dal sole, lo annichiliva a tal punto da lasciarlo senza fiato. E nonostante la sua austera indifferenza, era ormai evidente che ciò che Sasuke desiderava ardentemente era il perdono e la comprensione che solo Naruto avrebbe saputo donargli, intrappolandolo ancora una volta in quei vivaci oceani impetuosi che erano i suoi occhi.

Amicizia.
Rivalità.
Rancore.
Ammirazione.
Un groviglio d’emozioni inscindibili. 
Un battito di ciglia e tutto, stranamente, fu più chiaro.
Senza indugiare ulteriormente, Naruto gli balzò velocemente di fronte e prendendolo alla sprovvista poggiò con leggerezza le sue labbra sulle sue.
Un bacio delicato e candido come neve.



"Ridammi l'effetto di un battito nel petto"


Un bacio arrivato tanto inaspettatamente che Sasuke non riuscì neanche a ricambiare o ad evitare.
“Na-Naruto…” – Sussurrò irrigidito dallo stupore.
Occhi sgranati osservavano quelli chiari e profondi dell’altro.
Si sfiorò leggermente le labbra con il pollice ancora sorpreso per quel gesto a stretto contatto.
L’aveva sentito.
Aveva distintamente sentito quella tempestosa scarica di brividi invadergli il corpo.
Una scossa inaspettata e violenta, ma estremamente piacevole.
Non riusciva a proferire parola nonostante tutto in lui urlasse, strepitasse e implorasse di poter risentire quel fine tocco d’immensità.
Si osservarono.
Le loro pupille rimasero indenni, senza deviare dal loro obbiettivo.
Ferme e statiche.
Le loro labbra si piegavano e si incurvavano in bilico.
Indecise e titubanti.
Un leggero rossore sulle gote.
Gli impulsi si sovrapposero perdendosi in un dedalo senza uscita.
Un energia effervescente, racchiusa in una quieta e salda dicotomia.
Un mugugno incomprensibile.
Una lacrima percorse velocemente quel fugace profilo dalla carnagione olivastra.
Fragilità e incompletezza.
Nella profondità di quegli occhi offuscati dalla nebbia, solo una cosa era chiara:

L’angoscia dei loro cuori.
Perché ogni cuore agitato batte in maniera tanto sgraziata?


"Sono qui, questa notte  dietro a un sì, che non parte"


Naruto aveva il respiro mozzato in gola e poteva chiaramente percepire il battito tonante del proprio cuore inerme.
Anelava toccare quella mano nivea, quella di Sasuke.
Anelava il calore delle sue morbide labbra.
Si sentiva liberato da quelle intense emozioni che per troppo tempo aveva sigillato dentro di sé.  Ignorando le verità che il suo cuore gli aveva sempre suggerito.
Lo sfavillio sussurrò alla notte.
Un folgorante desiderio squarciò quel manto oscuro risuonando nell’universo.
A un bacio assaporato frettolosamente ne seguì uno molto più lento e appassionato.
Ancora un altro.
Un altro ancora.
Una dolce e implacabile tortura.
Senza interrompere quelle frenetiche scariche di languidi baci, le mani di Sasuke, come burro, si insinuarono sotto i vestiti di Naruto, sfiorandogli e accarezzandogli la pelle.
Erano proprio come luce e buio, come Sole e Luna.
Si allontanavano, si cercavano e si seguivano per poi incontrarsi nuovamente spinti da una passione irrequieta, vorace e assetata d’amore.
In preda alla foga di quell’attimo, Sasuke tirò il bavero della maglia di Naruto e si tuffò a baciargli con veemenza l’incavo del collo. 
Piccoli baci concatenati e lievi.
Piccoli baci concatenati e più marcati.
Baci assaporati e lenti.
Baci più veloci e suadenti.
Baci così cercati e ricchi di impeto che riuscirono a farlo fremere di piacere. 
Un breve allontanamento.
Una lieve lontananza di due corpi, di due anime che si bramavano a vicenda.
Una lieve lontananza che pareva esser lunga come l’eternità.
Troppa per loro due.
Si volevano.
Si volevano senza interruzioni.
Desiderio lambito.
Desiderio infuocato.
Desiderio implacabile, senza fine.
Lo avevano sempre saputo, lo avevano sempre confermato con convinzione: Loro due si capivano senza alcun bisogno di parlare. Era sufficiente uno sguardo per leggere nell’anima dell’altro come un libro aperto. 

Il Cielo era immenso ed immobile in attesa di una risposta, di una conferma che però tardava ad arrivare. Una notte senza stelle, che con freddezza ed avidità aveva divorato le piccole nubi pallide e tristi. Una notte senza stelle, che con un tiepido alito di vento aveva portato la gioia e la serenità sprigionate da una luna abbacinante. 
Una notte senza stelle si tinse di arcano. Spezzò le catene e liberò quelle fantasie, quei sogni, che entrambi avevano rinchiuso nel profondo della loro anime. E  in balia di quella lieve pioggia di petali di ciliegio, un profumo tenue e dolce si levò a mezz’aria correndo attraverso un bagliore tremante.
Senza alcuno sforzo apparente, Sasuke lo sollevò, tenendolo stretto a sé, e lo adagiò poi su quelle fresche e candide lenzuola. E con quel poco di lucidità che era rimasta, tentarono invano, di analizzare quello che di lì a poco sarebbe successo. 
Le loro mani tremanti, attraversate da sensazioni mai provate.
Sguardi complici, padronanza mentale ormai vacillante. E vestiti che scivolavano via, veloci, senza che se ne accorsero.
Con adagio, Sasuke prese a lambirgli un capezzolo, seguendone i morbidi contorni e pizzicandolo con sapiente e inattesa maestria, come le corde di un’arpa.
Le fiamme del desiderio  avvamparono voraci, annientando completamente la distanza fra i due. Un gioco pericoloso, un gioco di estremo piacere.
Baci umidi scendevano giù fino al ventre, per poi risalire e ripercorrere il medesimo sentiero. 
Una lingua lasciva disegnava i contorni di quel sigillo virile. 
Gemiti soffocati e smorzati che non volevano uscire da quelle calde labbra, tanto erano imbarazzanti.

Il giovane dai capelli oro come il grano, avrebbe voluto imprecare a gran voce per lenire tutte quelle sensazioni di inteso tripudio, ma la sua gola soffocava ogni singola sillaba.
Non riusciva a fare altro che fremere e mugugnare impotente di compiere qualsiasi altro movimento. 
“S-Sasuke” – Lo implorò di fare qualcosa. Qualcosa che nemmeno lui sapeva con certezza. Qualcosa. Qualsiasi cosa prima che il suo cuore gli scoppiasse in gola.
“Uhn?..” – Non era stato di troppe parole Sasuke, non lo era mai stato a dire il vero, però quella notte lo stava facendo maledettamente apposta. Evidentemente gli piaceva comportarsi come un bastardo impassibile. 

L’amore stava rivivendo su una corda tesa al Sole, come panni ad asciugare, tra due mezze verità. Non si erano mai sentiti così, prima d’ora.
Così rilassati, così tremanti e carichi d'emozioni.

 

"Almeno stavolta con la voglia di guardarci in faccia 
sperando che un'ora ti dia voglia di ridarti ancora"


Asfissiante eccitazione di due corpi che trasudavano e traboccavano.
Braccia, gambe, schiene, mani, labbra, lingue... Era tutto così confuso, ma sapevano entrambi di aver bisogno di quella intima vicinanza.

Una spinta.
Dolore smorzato e piacere nascente.
Un’altra spinta.
Profondo calore.
Ancora un’altra.
Trepidazione e piacere.
Ritmo incalzante.

"E cosi' non so come,  griderai il mio nome..."


Calore invitante.
Spasmi violenti.
Sensazioni folli e sconnesse.
Era tutto così strano da apparir loro come un sogno, tuttavia erano ben consci di quelle vorticose scariche elettriche che perforavano il loro corpo. E quei gemiti, tanto inattesi quanto ricercati risuonavano nelle loro orecchie, come un folle canto appassionato, che mai avrebbero creduto di poter udire. 
“Sa-Sasuke!” – Urlò incarnandosi, quando l'eros raggiunse il culmine.
Stanchi, sudati e annientati si lasciarono scivolare tra le braccia dell’altro per poi assopirsi in un sonno profondo, mentre il fervore scemava sempre più.
Anche dopo tanti anni, anche dopo tutto quello che era successo, Sasuke restava l’unica costante nella vita di Naruto, proprio come Naruto era l’unica costante per Sasuke.
Si appartenevano.
Erano amici e rivali.
Si odiavano tanto quanto si amassero.

Nella profondità di quella placida notte, un inaspettato timore scaturì nella mente di Naruto destandolo dal sonno. Si guardò attorno come alla ricerca di qualcosa o qualcuno.
Sorrise.
Lui
era lì con lui.
Seminudo sulle bianche lenzuola di quel letto, rese ancor più candide dal bagliore ovattato della Luna che con prepotenza entrava dalla finestra.
Non se ne era andato.
Dormiva beatamente al suo fianco.
Si portò una mano sull’addome mentre un leggero dolore si era impossessato del suo corpo senza andarsene. Persisteva.
Naruto sapeva bene a cosa fosse dovuto, ma non ci diede poi tanto peso. Era certamente un dolore persistente, ma non era poi così terribile. Non gli faceva così male come credeva.
Se fosse potuto tornare indietro avrebbe rifatto tutto ogni cosa. 
Sorrise ancora una volta e non appena si voltò si scontrò con un paio di occhi color ebano.
Involontariamente arrossì.
“Teme… Credevo tu dormissi.” -Ammise, sforzandosi di non sembrare tanto impacciato da non riuscire a parlare.
“Mi sono appena svegliato.” - La voce profonda e calma di Sasuke lo trafisse al petto con estrema facilità.
“Scusami."
“Uhn? Perché ti scusi?” – Gli domandò scompigliandosi i capelli corvini.
Sasuke Uchiha gli era di fronte e la sua figura per un instante gli sembrò davvero troppo imponente se paragonata alla sua. Era come se emanasse un'aurea estremamente vibrante, capace di portati nelle tenebre più assolute per poi catapultarti nella luce più abbagliante.
“Che ore sono?” – Gli chiese sviando l’imbarazzo.
“Le quattro e mezza del mattino, dobe!” – Affermò con un folgorante sorriso in volto.
Un sorriso così spontaneo da paralizzare Naruto.
Era la prima volta che lo vedeva sorridere a quel modo. Solitamente il ragazzo si lasciava andare ad inquietanti sogghigni o al massimo a mezzi sorrisi, sempre se un leggero stiramento delle labbra si potesse definire così.
Questa volta però, aveva davvero sorriso!
Le braccia di Sasuke si strinsero su Naruto generando in questo ultimo una lieve tachicardia.
Naruto cercò disperatamente una via di fuga da quell’abbraccio ma inutile dire che Sasuke non lo accontentò, anzi, lo strinse più forte contro il suo petto. Così, cercando di non far trapelare le proprie emozioni, si vide costretto a coprirsi sempre di più il volto con il lenzuolo, fin tanto da scomparire alla vista del compagno.
“Ehi, dobe, che ti prende?” 
“Niente!”
“Ah, dici davvero? Allora perché ti stai nascondendo sotto le lenzuola?!”
“Ho freddo!” – Si difese.
“Si, certo! E io sono nato ieri!”
“Ah, davvero? Caspita, allora sei cresciuto molto in fretta!” – La risposta di Naruto lo lasciò interdetto. A volte davvero non capiva se quel ragazzo fosse davvero un idiota completo o se si fingesse solo tale!
“Diavolo di un Usuratonkachi! Allora, mi dici che ti prende?!” – Domandò prendendogli il volto tra le braccia, ma questi evitò di incrociare i suoi occhi.


"Se non ti vuoi fidare almeno ascoltami, 
di rimanermi ostile non serve a te ne a me..."


Molteplici ricordi e altrettanti dubbi e interrogativi riaffioravano offuscando la mente di Naruto. Era stata davvero la cosa migliore lasciarsi andare a quel modo? E soprattutto quali erano i loro veri sentimenti? Era stato tutto dettato dalla passione del momento o c’era anche qualcos’altro?
“Allora?” – Insistette Sasuke.
“Nulla, nulla. Scusami!”
“Si può sapere perché continui a scusarti?!”
“Teme… Se io ora sparissi improvvisamente da qui, proveresti a cercarmi?” - Domandò con la voce titubante, tipica di chi ha paura di una risposta non cercata.
“Eh? - Di rimando Sasuke lo fissò perplesso - Ok, comincio seriamente a credere che tu sia davvero cretino!”
“Guarda che la mia era una domanda seria, Dattebayo!” – Fece una smorfia di disappunto, solleticando involontariamente l’umore dell’Uchiha.
“Una domanda seria, dici? Allora è la prima che ti sento fare da quando ci conosciamo!”
“Sasuke!” – Trasalì rizzandosi seduto per poi tirargli contro il suo cuscino.
“Mancato!” 
Senza volerlo, in quell’attimo i loro occhi si incontrarono nuovamente.
Un istante che sapeva d'eternità.
“Di, la verità mi stai nascondendo qualcosa?”
"No, assolutamente nulla."
"Dovresti sapere di non essere capace di mentire, Naruto." - Lo ammonì Sasuke.
“Baka!" 
“Dobe.”
"Teme!"
“Usuratonkachi senza speranza." - Si divertì a punzecchiarlo Sasuke, consapevole di quanto Naruto non sopportasse quell'suo atteggiamento insolente.
“Non chiamarmi cosi, maledetto teme!”
"Sei davvero un tontolone irascibile."
“E tu un maledetto lunatico introverso!" - Rispose con decisione Naruto, pronto per un nuovo duello fra parole e insulti, come era sempre stato tipico tra loro. Tuttavia, la frase che sentì poco dopo lo lasciò senza fiato.
Ti amo.” - La voce profonda di Sasuke lo annientò.
Un battito riecheggiò con forza nei loro cuori.
“Ti ho sempre amato, teme.”
E poi arrivò quella risposta. Lucida, abbagliante, disarmante, così ovvia che si sentirono entrambi due perfetti cretini a non aver compreso prima i sentimenti l'uno dell'altro.
“Naruto...” – Sorrise divertito e soddisfatto per poi baciarlo con impeto.
“Sasuke?!”
“Uhn?!”
“Questa notte… Questa notte è stata la mia prima volta…” – Affermò lievemente insicuro, mentre il suo viso oscillava dal porpora al rosso scarlatto - Quand’è stata la tua prima volta?” – Chiese poi.
“Eh?” - Inutile dire che l’espressione dell’Uchiha era visibilmente sorpresa da quella domanda.
“Sei un’idiota, Naruto!”
“E Perché?”
Sasuke dal canto suo si mise una mano sopra la testa scuotendola.
"Non è stata solo la tua prima volta.” – Dichiarò poi.
A quella risposta Naruto sgranò gli occhi  sconcertato.
“Che cosa? Io pensavo che tu, sì insomma... Sasuke, io…” – Arrossì violentemente.
“Mi spieghi con chi avrei dovuto farlo? E se osi dire Orochimaru, ti scaravento via con il Chidori!” – Scherzò giocosamente.
“Veramente io pensavo con Kabuto!” – Lo canzonò l'altro.
“Cosa? Stai scherzando,vero! Pensi che io me ne sia andato in giro bevendo Sakè e assecondando le mie più intime voglie carnali?!” – Affermò mentre un sopracciglio ricco di disappunto fece capolinea sul suo volto, ammonendolo.
“No, direi di no! Questo è quello che farebbe quel vecchio maniaco di Jiraiya!”
“Che non è poi molto diverso da quello che farebbe Kakashi-sensei, intendiamoci!” 
Strane fantasie si delinearono nelle loro menti finirono così per ridere di gusto.
“Vieni qui, dobe.” 
“Non sono un dobe, teme.”
“Sì che lo sei! Sei il mio dobe!” – Lo attirò a sé cullandolo tra le sue braccia. 
Naruto, dal canto suo, si strinse ancor di più al suo petto e riscaldato da quel corpo, senza neanche accorgersene si appisolò nuovamente.
“Sono perdutamente innamorato di te, dobe.” – Sussurrò impercettibilmente al compagno ormai dormiente.
Ben presto anche Sasuke si riaddormentò. Riposarono l’uno accanto all’altro, stretti in un caldo abbraccio, in un sonno tranquillo e profondo.
Sorridevano teneramente come i bambini che non erano mai stati in grado di essere.
Si amavano, era questa la pura e limpida verità.
Una verità da tempo smarrita che però era tornata a vivere. 
Nessuno poteva spezzare quel loro legame.
Nessuno al mondo ci sarebbe riuscito, nemmeno il destino.





NOTE D'AUTRICE: 
Devo ammettere che questa fan-fiction ha preso di sorpresa anche la sottoscritta!
SI, lo so che detta così può sembrare strana, ma è la verità.
Dovete sapere che la mia mente ha partorito l’idea di questa storia ascoltando proprio “Almeno stavolta” di Nek, ma a differenza di tutte le altre volte che magari l’idea si abbozzava dopo alcune volte di ascolto, qui è venuta tutta - e dico tutta - nel medesimo momento, ascoltando per la prima volta, dopo tanto tempo questa canzone. Le immagini si sono hanno preso forma nella mia testa con forza e si sono delineate perfettamente nei minimi dettagli, mentre io stessa mi sentivo sbalordita e sconvolta.

Piccolo Vocabolario:
Dobe: Idiota.
Teme: Bastardo.
Baka: Stupido, sciocco.
 Usurantokachi: con questa parola Sasuke si rivolge spessissimo a Naruto. E' sostanzialmente un modo di dire che può essere tradotto semplicemente con stupido totale. Letteralmente significa "piccolo martello" e quindi potrebbe significare anche inutile. (tradotto come testa quadranella versione italiana. )
Dattebayo: Naruto alla fine delle frasi mette un -ttebayo (o -tteba, dattebayo se pronunciato da solo) che in italiano potrebbe essere come se noi finissimo le frasi con "lo sai?", ma di per sè non vuol dire niente, è semplicemente un tic verbale, un qualcosa che Kishimoto-sensei ha voluto mettere (nei manga conta molto il modo i cui i personaggi si esprimono con le parole) per dare proprio l'impressione che Naruto sia un ragazzo ribelle e vivace, che vuole distinguersi dagli altri.
Nel linguaggio moderno possiamo interpretarlo un po' come il "cioè" che alcuni ragazzi ripetono spesso e lo mettono dove vogliono senza una logica.

   
 
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