capitolo VII
Il dottor
Tofu, Akane e Ranma si avviarono in salotto dove
li aspettavano la madre di Sara, Simone, Giulia, Ukyo, Shampoo, Nabiki,
Ryoga,
Mousse, la guida, Kuno, Kodachi, Happosai, che si strofinava un
reggiseno in
viso, e un preoccupatissimo Gabriele; tutti a bere una calda e
rilassante
camomilla.
In questo
clima di preoccupazione da parte degli amici e
dei familiari di Sara, comincio la spiegazione del dottor Tofu che non
sapeva
come spiegare tutta la faccenda ai presenti.
Dottor Tofu:
bene. Allora… Sara non è malata.
Semplicemente è… “speciale”.
Diciamo che ha dentro di se uno…
“spirito”. Questo
“spirito” è molto strano. Ne ho visti
tanti ma mai così. È istintivo e
particolarmente attaccato alle emozioni di Sara, nel senso che prova
quasi le
stesse cose che prova Sara. Ad esempio una persona normalmante avrebbe
attaccato Happosai o sarebbe scappato,
avrebbe urlato, e difatti è successo, ma non
avrebbe cercato di capire
chi era entrato nel bagno o comunque avrebbe cercato di difendersi.
Perciò a
una mancata reazione di sfogo della rabbia, cosa del tutto normale ma
che
invece Sara cerca di non fare, lo “spirito” si
è fatto vedere. C’è anche da
dire che Sara è una persona molto calma, come ho
già detto prima, e tende a
soffocare la rabbia, non a buttarla fuori, e mi ha confessato che il
padre le
ha insegnato a non arrabbiarsi con gli altri, proprio perché
lo “spirito” si fa
vedere in caso di forte stress o rabbia.
Visto che era
già molto stressata per gli avvenimenti
successi a scuola e qui in casa, se Happosai non fosse entrato nel
bagno, a
quest’ora Sara si sarebbe già calmata e non
avrebbe perso il controllo di se
stessa.
A quelle
ultime parole tutte le persone presenti si
girarono verso Happosai.
Happosai:
bhe… non è colpa mia.
Akane: forse
non solo. Ma in gran parte è colpa tua.
La guida
durante tutto il tempo aveva tradotto la spiegazione
ai presenti italiani.
Simone:
quant’è forte mia sorella?
Dottor Tofu:
è molto agile. Non ha molta forza nei muscoli
però a la predisposizione per essere molto più
abile di quello che non è.
Mentre il suo chi è a dir poco immenso, supera quello del
Signor Saotome e di
Ryoga. Credo anche grazie allo “spirito”.
Genma: quindi
anche quello di Ranma.
Dottor Tofu:
Forse si. Non saprei dirlo con certezza.
Signora:
dov’è Sara??
Dottor Tofu:
è andata a dormire. Un’ultima cosa, ho
chiesto a Sara se vuole venire in Giappone con me per imparare a
controllare lo
“spirito” e il suo chi, e per farla diventare
più forte, d'altronde, più forte
è, più sarà facile per lei mantenere e
riprendere il controllo. Lei che dice??
Signora: non
lo so. Parlerò con lei.
Dottor Tofu:
spero che lei prenderà la decisione giusta.
Sara non
riusciva a dormire. Pensava e ripensava a ciò che
gli aveva detto il dottor Tofu. Andare in Giappone. Sarebbe stato un
sogno.
CLACK. La
porta si aprì con uno scatto.
Akane: ti ho
svegliato??
Sara: no, ero
già sveglia. Non ti preoccupare.
A quella
risposta Akane accese la luce e si avvio verso il
letto.
Akane: non
riesci a dormire??
Sara: come
potrei??
Akane: non so.
Akane si mise
il pigiama, che era sul letto, e si infilò
sotto le coperte.
Akane: tua
madre mi ha detto di dirti che voleva parlarti
e di andare giù, nel caso tu fossi stata ancora sveglia.
Sara: vado.
Akane: credo
che quando tornerai io starò già dormendo.
Sara:
vedrò di non far rumore.
Akane:
un’altima cosa… grazie per la tua
ospitalità.
Sara
uscì lanciando un ultimo sorriso ad Akane, e
spegnendo la luce, che ricambio facendo un cenno con la mano.
Sara scese le
scale dirigendosi verso la sala da pranzo.
Signora:
pensavo stessi già dormendo.
Sara: che ne
pensi??
Signora: devi
decidere tu, bambina mia.
La madre per
tutto il tempo era rimasta girata, ma alle
ultime parole guardò la figlia con la faccia seria.
Sara: voglio
andare in Giappone.
Signora: io
non posso fermarti.
Sara: lo so
che ti faccio preoccupare sempre ma partirò
più serena se tu mi appoggerai. Non ti chiedo di essere
d’accordo con me, ma di
appoggiarmi.
Signora: sono
tua madre, ti appoggerò qualunque decisione
tu prenda.
Sara: grazie
mamma.
Sara si
buttò fra le braccia della madre e
l’abbracciò
fortissimo. Era un bellissimo momento tra madre e figlia.
Sara: ora
torno a dormire, ho sonno.
Signora: vai,
domani parleremo di quando dovrai partire e
come fare.
Sara se ne
andò, sapendo bene che ciò che
l’aspettava ora
era ben più difficile di sua madre, ma lo doveva fare.
Sara svolto
l’angolo e si diresse verso il corridoio e
vide davanti a se una figura che le sembro imponente.
Sara: hai
sentito??
Simone: non
di mia volontà, ne avrei fatto volentieri a
meno.
Sara: cosa ne
pensi??
Simone: sai
perfettamente come la penso. Nostra madre soffrirebbe
moltissimo se tu te ne andassi.
Sara si
avvicinò a Simone e lo abbracciò. Lui
all’inizio
stette rigido, con le braccia lungo i finchi, ma poi
ricambiò l’abbraccio.
Sara: mi
mancherai anche tu.
Sara aveva
capito benisimo che, oltre a essere preoccupato
per la loro madre, suo fratello voleva difendersi dietro la sua figura
per non
fargli vedere che ci stava male anche lui, se lei partiva.
Simone: ormai
non te lo leva più nessuno questo chiodo
fisso di voler partire.
Sara: Io
andrò in Giappone ma tornerò per le vacanze di
Natale, Pasqua e due mesi durante le vacanze estive.
Simone: ti
verrò a trovare appena ti sarai sistemata, e
con me verrà anche nostra madre.
Sara: Ci
conto. Ora vado a dormire. È stata una giornata
faticosa.
Simone: notte
sorellina.
Simone
entrò in camera dopo aver dato un piccolo bacio
sulla fronte della sorella.
Sara
salì le scale ed entrò in camera trovando Akane
addormentata abbracciata da un maialino nero. Lo prese tra le braccia.
Sara: Ryoga
mi dispiace ma dovrai dormire in camera di mio
fratello con Ranma per questa notte.
Ryoga fece
una faccia un po’ contrariata ma poi scese
dalle braccia di Sara e si avviò verso il bagno.
Sara:*com’è
buffo* Ryoga ricordati di non litigare con
Ranma.
Detto questo
si mise a letto e si addormentò.