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Autore: Postcard    27/09/2013    4 recensioni
Una spada. Dodici ragazzi. Il destino dell'umanità.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prologo

L’organizzazione Alfa agli occhi di tutti può sembrare una semplice e ristretta lega di avvocati e giudici, ma dietro c’è ben altro.
L’organizzazione Alfa si occupa principalmente di dodici ragazzi. Sette ragazzi e cinque ragazze provenienti da tutte le parti del mondo.
Ragazzi apparentemente normali con una famiglia, degli amici ma con un grande segreto da custodire e proteggere.
Loro sono semidei. Ovvero ragazzi nati dall’unione di una divinità e un mortale.
Ognuno di questi ragazzi è figlio di una delle divinità dell’olimpo. E come semidei riportano tutte le caratteristiche del genitore non mortale.
Loro sono i prescelti. Sono loro che avranno il compito di mantenere il controllo sulla terra e su gli umani se mai questo li sarà chiesto.
L’Alfa li prepara a questa eventualità con corsi specifici e studi particolari grazie agli esperti che ogni giorno li seguono e si prendono cura di loro.
1
Delight’s pov.
È mattina inoltrata quando ricevo la telefonata di convocazione da Miss Parpury, la segretaria dell’Organizzazione. Ricevere questa telefonata mi ha aperto gli occhi: le vacanze estive sono finite e devo tornare a fare i conti con la realtà.
Il problema è che quando hai una vita come la mia distinguere la realtà dal resto diventa un compito un tantino complicato.
In men che non si dica la mia vita da normale sedicenne è stata stravolta dall’organizzazione e le sue inutili regole.
Ricordo che una sera di fine Agosto tornai a casa un po’ più tardi del solito, ero terrorizzata alla reazione del mio vecchio vedendomi rincasare a quell’ora, ma a mio padre sembrò non interessare, era immobile nella sua poltrona con lo sguardo perso nel vuoto. Non che mio padre fosse un uomo iperattivo, ma erano davvero rare le volte che il suo sguardo si perdeva. E lì che mi parlò per la prima volta dell’Organizzazione e dei semidei. Scoppiai in una rumorosa risata e non riuscivo a calmarmi. Io semidea? Ma per favore. Pensai a uno scherzo di poco gusto, ma non avevo mai visto mio padre così serio.
Neanche una settimana dopo ero nello studio di Mr. Blunt, Gran Maestro dell’Organizzazione. Fu lui ad accogliermi in quella strana realtà. Rispose alle mie domande e per la prima volta, forse anche l’unica, riuscì a capire qualcosa.
Così da circa un anno vivo nel rigido regime dell’organizzazione. Niente amici. Niente ragazzi. Niente divertimenti. Insomma, niente vita. Solo quelle stupide lezioni e sempre le solite persone.
Aspetto che le porte del treno si aprano in modo da poter uscire dalla metro. Svolto l’angolo di Baker Street con il mio borsone in spalla e dopo neanche quattrocento metri in Marylebone Road eccolo l’edificio rosso in cui ha sede l’Organizzazione. Rimango un attimo a contemplare l’entrata con fare sognante, magari un giorno tutto questo finirà e potrò vivere come una normale diciassettenne. Rimango a sognare con il naso per aria fino a quando non vengo colpita da qualcosa che a momenti mi fa cadere a terra. Arranco nel vuoto cercando di mantenermi in equilibrio, ma proprio quando sto per toccare terra due forti braccia mi afferrano. Alzo lo sguardo riacquistando del tutto la mia stabilità. “Ti ringrazio..” Mormoro al ragazzo davanti a me.
Lui sembra essere di fretta e con un gesto appena visibile del capo si dilegua entrando nel edificio, lo seguo, ormai è tardi e credo che tutti aspettino solo me.
In verità non sono poi così triste di tornare tra queste mura, perché è proprio qua che ho incontrato la mia migliore amica, Honey, anche lei è una semidea, figlia di Poseidone. Ha trascorso le sue vacanze estive in Canada dalla sua famiglia, come del resto anche io sono tornata in Norvegia dalla mia famiglia, così per circa tre mesi il nostro rapporto si è limitato a sms notturni e rare telefonate. È grazie a lei se l’organizzazione non è del tutto una prigione. Certo, siamo a Londra, la città dei sogni, ma non ci è permesso visitarla senza il consenso del Gran Maestro. Per cui la maggior parte del tempo la trascorriamo qua, a Marylebone Road.
Mi chiudo la porta alle spalle e senza neppure accorgermene il vecchio Will mi è già alle spalle “Buongiorno Miss Delight, posso portarle il borsone?” Annuisco piano sforzandomi di non sembrare spaventata dai suoi lunghi baffi grigi. “Credo che la stiano aspettando nella stanza aurea” Mi informa il vecchio affabilmente. Annuisco e abbandonando là le mie cose mi dirigo nella stanza aurea, così chiamata per i suoi due enormi lampadari placcati in oro.
Apro la porta cercando di essere il più disinvolta possibile, ma proprio quando sto per entrare inciampo sui miei stessi piedi e così addio disinvoltura.
“Merda!” Impreco alzandomi dal pavimento.
“Delight, è mai possibile?!” Mi ammonisce Mrs. Blunt.
Sfoggio il mio sorriso migliore in modo da passare oltre la mia magra figura.
“Tutto bene?” Mi domanda Honey affiancandomi.
“Oddio! Honey! Come stai?” Le chiedo stritolandola con uno dei miei abbracci.
“Un po’ di contegno ragazze!” Ci ammonisce nuovamente Mrs. Blunt roteando gli occhi. Nonostante abbia usato il plurale sono sicura che il rimprovero è rivolto a me, come sempre del resto.
“Oh, d’accordo ci rinuncio!” Dichiaro alzando gli occhi al cielo.
“Andiamo a sederci” Mi incita la mia amica trascinandomi per un braccio.
 
Honey’s pov.
La fine delle vacanze estive non piace a nessuno,neanche a un semidio. Si ricomincia con la scuola e con gli allenamenti, l’unica cosa positiva è quella di poter riabbracciare lei, la mia migliore amica, Delight.
 Londra mi è sempre piaciuta come città, credo sia, come dice Delight, ‘una città che ti da il coraggio di sognare’, e il fatto di poterci vivere grazie all’organizzazione non mi fa pentire certo di essere un semidio. Sono canadese, io amo il Canada, ma Londra è Londra.
Mi chiamo Honey , ho sedici anni e sono la figlia di Poseidone. So che vi sembrerà uno scherzo e anche io lo credevo fino a quando una mattina di giugno scendendo a fare colazione, trovai mia madre con un lettera in mano, era in lacrime. All’inizio mi spaventai, pensavo al peggio e quando mi raccontò tutta questa storia non nego che all’inizio scoppia a ridere,ma quando il giorno dopo mi trovai nello studio di Mr. Blunt incomincia a credere a tutta questa storia.
 E così da anno mi trovo ‘costretta’ a venire a Londra, al quartier generale dell’ Organizzazione Alfa, in Marylebone road, sotto tante rigide regole. Che,però, io e la mia migliore amica possibilmente infrangiamo.
Ora sono qui, davanti al gran palazzo rosso aspettando che qualcuno venga ad aprirmi.
<< Chi è? >> disse la voce inconfondibile di Miss Parpury, la segretaria. <
< Honey. >>
<< Honey chi? >>
<< La figlia del mare >> dissi sorridendo.
<< Faccia piano per favore –disse aprendomi la porta- non vorrà mica far sapere a tutti questo piccolo segreto. >>
<< No, certo che no >> dissi ridendo.
<< Dov’è Will? >>
<< Sta facendo un’altra cosa, ora vai, il signor Blunt sta aspettando. >>
Mentre mi avvicinavo alla stanza aurea, una voce mi fece perdere un battito.
<< Chi era alla porta Miss Parpury? >> Un ragazzo alto,leggermente muscoloso, con capelli rossi come il fuoco e occhi verdi come uno smeraldo, con un sorriso mozzafiato e l’allegria negli occhi, usci dalla porta che mi separa dalla mia migliore amica.
<< Oh, piccola Honey, sei tu >> disse sorridendo.
Dirvi che il mio cuore smise di battere è riduttivo. Se non ve ne siete accorti, sono innamorata di questo ragazzo che chiama Jake.
<< Ciao Jake >> dissi con un sorriso a 32 denti.
<< Come hai passato le vacanze? >> disse facendo cenno alle mie due enormi valigie.
<< Ho bene si,ho fatto un po’ di shopping >> dissi ridendo.
<< Lo vedo >> disse sorridendo.
<< Dai vieni , se ne occuperà Will >>
Entrando nella stanza,mi accorsi dell’assenza di Delight, non riesco più a resistere,ho voglia di riabbracciarla. Quest’estate, escludendo qualche telefonata notturna, non ci siamo proprio sentite, colpa del fuso orario forse o della distanza. Lei d’estate è in Norvegia dalla sua famiglia.
Neanche dieci minuti dopo che vedo entrare la mia migliore amica, senza aspettare altro tempo la raggiungo.
<< Tutto bene? >> le chiesi affiancandola.
<< Oddio! Honey! Come stai? >> disse stritolandomi in uno dei suoi magnifici abbracci.
<> ci ammonisce Mrs. Blunt roteando gli occhi.
 << Oh, d’accordo ci rinuncio! >> disse la mia amica alzando gli occhi al cielo.
<< Andiamo a sederci >> le dissi sorridendo.


'Siamo Honey e Delight questa è la nostra prima storia a quattro mani,ci siamo ispirate alla mitologia greca; del prologo/primi capitoli non c'è molto da dire, speriamo vi piaccia non vediamo l'ora di sapere cosa ne pensate per cui recentite, e per capirne un po' di più crediamo che questovi sarà d'aiuto http://www.youtube.com/watch?v=k53UnBCjKmw&feature=youtu.be
Per qualsiasi dubbio, domanda o.. insomma per qualsiasi eventualità noi siamo @horanisanangel e @xcanistay on twitter
Bacioni :*
  
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