-Bambolina, rimani qui.- mi supplicò ridacchiando, mentre evitavo il suo sguardo palesemente terrorizzata.
Il mio cuore batteva all’inverosimile, la paura si faceva strada con violenza nel mio stomaco. La metropolitana rallentò. Percepivo ancora l’alone di calore sulla mia coscia, e il disagio che provavo mi scorreva sulla pelle come acqua.
Mi concessi un sospiro di sollievo, appoggiando le punte delle dita contro la porta e attendendo che essa si aprisse.
Uno sbuffo, il caos del binario.
Non appena mossi un primo passo fuori dal treno, sentii qualcosa stringere la mia mano destra.