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Autore: _transmarine    27/09/2013    3 recensioni
Cato/Clove
10 capitoli in cui provo a raccontarvi gli Hunger Games di Cato e Clove.
………………
Lo sapevamo già da tempo, eravamo noi due quest'anno a doverci offrire volontari. I migliori del corso di addestramento, ovviamente. Non avrei mai voluto che capitasse a lei. E non capiterà a lei. Lei non morirà. Io la proteggerò ad ogni costo.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cato, Clove, Katniss Everdeen, Peeta Mellark
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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L'ho abbandonata, e ho abbandonato me stesso.

 

I miei ricordi sono abbastanza sfocati per essere comprensibili giusto un po'. Ricordo di aver guardato Clove negli occhi, aver visto la vita scivolarle addosso come acqua e abbandonarla. Ho provato un senso di impotenza così grande che non mi sono neanche preoccupato di stringerla a me un'ultima volta o, magari, posarle un bacio sulle labbra ancora calde. No, l'ho abbandonata, e ho abbandonato me stesso. Come ora. La pioggia picchia forte sulle sterpaglie che mi circondano e mi offusca completamente la visuale. Ha cominciato a piovere poco dopo che lei se n'è andata. La pioggia ha mascherato le mie lacrime disperate e quelle infelici. Sono stanco e impotente, ed è proprio per questo che me ne sto qui, seduto con le gambe strette al petto, sentendo che ogni singola goccia mi fa bruciare la pelle. Il mio primo istinto è stato quello di seguire Tresh e ucciderlo, per vendicare la sua morte. Sono riuscito a stargli dietro per circa un centinaio di metri poi, pian piano, le gambe hanno ceduto. Sento il vento scompigliarmi i capelli e, nonostante tutto quel che accade intorno a me non riesco ad evitare che le mie palpebre si chiudano.

Mi risveglio che ancora piove, zuppo d'acqua e molto probabilmente devo essermi preso la febbre. Ma dentro di me si fa strada una fortissima sensazione e, senza neanche sapere il perchè le mie gambe si muovono e dalle mie labbra escono grida che potrebbero essere sentite in tutta l'arena se non fosse per questa orribile tempesta. Grido a squarciagola il nome di Tresh per un tempo che mi sembra infinitamente lungo, e deve esserlo, perchè in un battibaleno è di nuovo notte. La pioggia non smette di battere forte e, più passa il tempo, più mi sento euforico. Non smetto di camminare e gridare per tutta la notte poi, finalmente, la tempesta si placa. E' l'alba. Non mangio da due giorni, ma non ho fame, né sete. La gola mi brucia incredibilmente e riesco ad emettere solo piccoli suoni gutturali appena appena udibili. Cammino alla ricerca di Tresh per un'altra giornata e verso sera, quando sto per cedere alla stanchezza, noto una specie di rifugio tra l'erba alta. Non vi trovo nessuno all'interno, ma di sicuro Tresh starà tornando qui perchè ci trovo il pacco del Distretto 2 che ha preso al festino e una grande quantità di bacche, le bacche di Clove. Prima controllo se c'è ancora qualcosa di utile nel pacco destinato a noi due. Vi trovo un'armatura dal tessuto morbido ed elastico, ma infrangibile, e la indosso; forse è troppo piccola per essere indossata da uno della stazza di Tresh. Insieme, c'è un coltello, incredibilmente affilato, che al minimo movimento emette un ronzio da pelle d'oca. Non so perchè Tresh non se ne sia appropriato. Possibile che abbia un'arma più potente? Mentre aspetto che torni mi assicuro di finire tutte le sue scorte.

Un rumore di erba calpestata mi avverte che è arrivato il momento. Sono pronto, non aspettavo altro. Esco allo scoperto e incrocio lo sguardo di Tresh, ma solo per un'istante. Qualcosa dietro di lui attira la mia attenzione. Al buio riesco a scorgere la figura di una specie di lupo, in piedi sulle zampe posteriori e con due occhi decisamente inquietanti, decisamente umani. La mia reazione è così immediata e palese che Tresh distoglie lo sguardo da me e si volta per guardare alle sue spalle. L'ibrido non perde tempo. In un'istante gli è addosso e tenta di sbranarlo. Io non posso fare altro che fuggire via di lì. Corro fino a non avere più fiato affrettando per quanto mi è possibile il passo non appena sento il colpo di cannone. Ho corso leggermente in diagonale e infatti, mi ritrovo nella foresta. Sto addentrandomi sempre di più quando un altro ibrido mi si presenta davanti, incredibilmente vicino. Quando mi attacca ho la prontezza di ferirgli una zampa col coltello, così riesco a togliermelo di dosso e corro nella direzione opposta, verso la Cornucopia. Sto per uscire dalla fitta boscaglia quando noto due figure appena fuori la foresta. Passo tra i due ragazzi del 12 senza preoccuparmi dell'arco teso di Katniss con una freccia che punta dritta al mio cuore. Rimbalza indietro quando tocca l'armatura. Ho intenzione di arrampicarmi sulla Cornucopia. I ragazzi del dodici mi sono alle calcagna, subito dopo di loro una decina di ibridi. Quando arrivo in cima alla Cornucopia non posso fare a meno di vomitare. I conati di vomito sono così forti da farmi mancare il fiato. I rigurgiti salgono su per la gola, bruciando.

Finalmente riesco a fermarmi. Katniss e Peeta sono un po' al di sotto di me. Lei scaglia frecce a destra e a manca colpendo gli ibridi che hanno cominciato ad arrampicarsi sulla Cornucopia. Peeta ferisce quelli più vicini con un coltello. Riscendo arrivando alle loro spalle, senza che neanche se ne accorgano. Afferro Peeta per la giacca e gli sferro un pugno all'altezza dello stomaco. Lui ricade a terra piegato in due dal dolore. Sto per colpirlo ancora quando Katniss mi afferra da dietro e mi scaraventa a terra. Gli ibridi hanno smesso di arrampicarsi, come se si stessero godendo lo spettacolo. Le getto l'arco ad un livello più basso della Cornucopia distraendola per un istante. Così l'afferro per il collo e stringo con quanta più forza posso. Sento che sta per crollare quando, ancora una volta, qualcuno mi afferra da dietro. Io e Peeta ci aggrappiamo l'uno all'altro come due lottatori di sumo mentre Katniss riprende fiato a fatica e tenta di recuperare l'arco. Riesco a bloccare Peeta con il coltello puntato alla gola. Più in giù Katniss tende l'arco nella nostra direzione. Se ne sta lì ferma, e allora capisco che le importa di Peeta. Preso da un'improvvisa compassione comincio a piagnucolare blaterando di esser già morto. Mi rendo conto di quanto possa essere ridicolo e me ne esco con una finta risatina divertita. E' vero, io sono già morto. Sono morto il giorno in cui ho ucciso quel ragazzo durante il bagno di sangue alla Cornucopia, ogni volta che ho ucciso un altro tributo. Ma sono morto del tutto solo quando ho perso Clove. Non posso essere così debole, non ora. Devo resistere per lei.

“Avanti tira! Moriamo entrambi e tu vinci!”. Tuttavia lei rimane immobile, sto prendendo in seria considerazione l'idea di sgozzare Peeta, proprio qui, davanti a lei, quando sento uno strano formicolio alla mano. Abbasso lo sguardo e scorgo il dito di Peeta che scivola via dal dorso della mano che gli cinge il collo. Alzo lo sguardo e, non ho neanche il tempo di ipotizzare le intenzioni dipinte sul volto di Katniss che la sua freccia mi centra in pieno la mano. La ritraggo di scatto, ululando di dolore mentre Peeta mi spinge giù dalla Cornucopia. Non riesco a percepire il dolore della botta dell'atterraggio che qualcosa di molto più doloroso mi attraversa il corpo. I pochi ibridi rimasti mi squarciano pezzi di pelle. Ogni strattone mi provoca un dolore più intenso. Ma si stanno decisamente divertendo. Fanno con calma, facendomi provare un dolore allucinante. Un forte odore di rose si fa strada nelle mie narici. Il sapore del sangue mi riempie la bocca. La cosa dura da così tanto tempo che non faccio neanche più caso al dolore. Mi limito ad emettere piccoli lamenti di tanto in tanto. Mi sono già arreso. Non vedo l'ora che tutto sia finito. Non vedo l'ora di rivedere Clove, di averla ancora accanto. E, nonostante tutto, mi sento più felice di quanto non sia mai stato. Ho voglia di morire il prima possibile così, quando Katniss si affaccia dalla Cornucopia con l'arco teso mormoro un “Ti prego” disperato prima che una freccia mi sfondi il cranio e tutto diventi nero.

 

Fine

 




Grazie a tutti coloro che mi hanno dato la forza di continuare a scrivere. Spero di aver raccontato al meglio la storia di Cato e Clove e che voi ne siate rimasti soddisfatti. Chiedo solo scusa a ile223, avevo tutte le buone intenzioni di riscrivere il capitolo precedente dal punto di vista di Cato, ma veramente non posso, il tempo comincia a mancare del tutto.

 

Un bacio,

_redsnow

  
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