Anime & Manga > Ranma
Segui la storia  |       
Autore: Gretel85    28/09/2013    6 recensioni
Ranma era furioso, non tanto per lo spavento preso e il conseguente urlo -assai poco virile- uscito dalla sua gola. No. Lui era ansioso, preoccupato e infuriato perché il maestro lo aveva sentito pensare a voce alta. E questo non andava bene. Non andava mai bene in casa Tendo, ma soprattutto, non andava bene con Happosai.
-Allora Ranma, dicevi di Akane?-
Ecco appunto.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akane Tendo, Happosai, Nabiki Tendo, Ranma Saotome, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

That man that hath a tongue, I say is no man, if with his tongue he cannot win a woman.”
William Shakespeare, The Two Gentlemen of Verona.


 


 

  1. Molto rumore per... un bacio.

Il sole era tramontato da un pezzo e Ranma, sdraiato sul tetto del dojo, osservava le prime stelle della sera illuminare piccoli angoli d'infinito sopra di lui. Ripensava a quanto successo. La giornata era trascorsa molto lentamente. A pranzo Akane non si era fatta vedere, così come per tutto il pomeriggio. A tavola Soun aveva fatto il terzo grado a Ranma, Ranko e poi di nuovo Ranma nel giro di soli due minuti. La sua maledizione era davvero impazzita.

-Ranma! Ti avevo avvertito! Hai fatto soffrire la mia bambina, come hai potuto permettere che le accadesse una cosa del genere?-

-È vero figliola, ehm volevo dire figliolo! Mi vergogno moltissimo di essere tuo padre in questo momento! Vai immediatamente di sopra a chiedere scusa alla tua fidanzata e risolvi questa situazione! Non voglio avere un figlio che ogni due minuti si trasforma in una smidollata donnicciola!-

Ma la porta di Akane era rimasta chiusa, nonostante la buona volontà che il giovane ci aveva messo.

A cena il posto a fianco a Ranma era ancora vuoto e il problema del ragazzo e quanto capitato ad Akane erano argomenti che continuarono a tenere banco per tutta la sera.

*Come se per me non fosse abbastanza umiliante!* Ranma era molto affranto. -Come se per me non fosse abbastanza umiliante! E a me non ci pensa nessuno? Non dite niente al vecchio pervertito che mi ha conciato in questo modo? E a Nabiki che ne ha tratto profitto per tutta la giornata?-

Nabiki dal canto suo già contava mentalmente i soldi. L’incidente con Kuno non aveva fatto altro che incrementare esponenzialmente le sue possibilità di guadagno. Sorrideva sotto i baffi, convinta che quella giornata non sarebbe potuta andare meglio.

-Beh io mi stupisco di te, Ranma, sei crudele! Come puoi prendertela con un povero vecchietto? Mi sento profondamente offeso!-

-Maestro!!! Lo perdoni è uno sciocco ragazzino che ancora non sa nulla della vita!-

-Non mi interessa, Genma! Io gli sto facendo un favore e lui ancora non l’ha capito! Sarà meglio che si sbrighi a trovare la sua soluzione tra le altre cose, o Ranma sarà per sempre Ranko e io ho già tanti zuccherini da farle provare, ahahahah!-

Ranko rabbrividì al solo pensiero, ma non ebbe tempo di reagire.

-Ora non le sembra di esagerare, maestro?- Il tono serio di quell’anima solitamente santa di Kasumi lasciò tutti di sasso. Era rimasta tutto il giorno in disparte a occuparsi della casa, stendere panni e cucinare, ma evidentemente non le era sfuggito nulla di quanto accaduto. -Lei maestro ha le sue colpe e anche tu Nabiki, non si fanno queste cose! Ora porto qualcosa da mangiare ad Akane; Ranma, tu sarà bene che trovi velocemente una soluzione, quanto a voi altri, vi conviene smetterla di gonfiare questa storia e interessarvi ad altro.- Prese un vassoio con alcune pietanze e, ripristinata la modalità “sono felice”, si avviò verso il piano superiore.

Nessuno ebbe il coraggio di replicare. O quasi.

-La dolce Kasumi non ha tutti i torti, Ranma.-

-E hai anche il coraggio di parlare, vecchio?-

-Stammi a sentire piuttosto. Se è successo tutto quel che è successo e non sei ancora riuscito a chiarire con la mia Akanuccia è in fondo tutta colpa tua che sei un incapace! Ma io...- Riprese dopo un momento, schiarendosi la voce. -Posso farti atto di grande magnanimità, concedendoti il mio aiuto.-

-Oh maestro, lei sì che è un grand'uomo! Generoso, altruista...- Blaterarono i due genitori all'unisono, inchinandosi a ripetizione di fronte al canuto nanetto.

-Eh-ehm! Lo so, lo so...modestamente!-

-Sarebbe a dire?- Chiese il giovane interessato, con la solita arroganza.

-Non te lo meriteresti affatto, Ranma, ma io posso mettere al tuo servizio la mia decennale esperienza di amatore e poeta, mio caro. Non c'è donna che resista ad un uomo che sa cosa dire, quando dirlo e come dirlo. E quindi Ranma... e ascoltami quando ti parlo, zucca vuota! Dicevo, io sarò il tuo “suggeritore” e ti assicuro che non puoi fallire! Eheheh!-

Happosai in pantaloncini nel frigorifero, versione neonato, cheerleader e ora anche alato amorino. Quattro raccapriccianti immagini in meno di ventiquattro ore. Sarebbe stato troppo per chiunque e Ranko per un momento pensò di non aver digerito troppo bene la cena.

-Vorrai scherzare, spero! Non pensarci nemmeno, maniaco!-

Tutti ebbero reazioni tra il preoccupato e il disgustato. Ma non avevano ancora visto niente.

-Mmmh, ci sono!- Si rallegrò il vecchio maestro, sbattendo il piccolo pugno destro sul palmo sinistro. - Preferisci maggiore discrezione, eh? Beh lo sai che sono un maestro anche nel nascondere la mia presenza. Posso mimetizzarmi da scaldacuore solo per te, zuccherino bello, oppure da borsetta da sera! Guardami...- E così dicendo, unì le sue piccole mani sopra la testa, formando una tracollina di carne umana; ripiegandosi su se stesso assunse in breve le fattezze di una pochette viola. -...non sono forse irriconoscibile? Eheheh!-

-Oh mio...-

-Ma è disgustoso!-

-Maestro, ma questa sarà mica la millenaria tecnica...-

-Ma piantatela con queste idiozie!- E con un calcio Ranko spedì il maestro a prendere il fresco tra le nuvole.

-E allora, visto quanto sei bravo, puoi fingerti svenuto e faccio tutto io! Ahahah!!- Si ricompose il maestro volante, congedandosi con una sonora pernacchia.

*Maledetto.*

Solo a ripensarci Ranma incrinò una tegola con un pugno.

La situazione era disperata. Aveva fatto soffrire Akane, aveva lasciato che quella piovra di Kuno si avventasse su di lei e, cosa non meno grave, aveva a disposizione solo una manciata di ore prima di rischiare di rimanere donna per sempre. Ripensando alla scena del bacio rubato alla sua fidanzata, non poté fare a meno di sfiorarsi con l'indice e il medio sinistro le proprie labbra. Avrebbe voluto essere al posto di quell'idiota. Anzi avrebbe dovuto essere al posto di quell'idiota. *Sono io il suo fidanzato, accidenti!* Il ricordo di quell'immagine gli faceva male oltre ogni dire.

Immerso in questi pensieri, nell’indecisione e nella paura di non sapere cosa fare, lo sguardo perso nel cielo notturno, non si era accorto che qualcuno lo aveva appena raggiunto a guardare le stelle.

*Akane…*

-Ranma.-

-Ah sei tu, Ryoga.-Non riuscì a nascondere un filo di delusione.

-Ne deduco che stessi aspettando qualcun altro.-

-Se sei venuto per impicciarti di affari che non ti riguardano, puoi anche tornare a farti coccolare da Akane in camera sua!- *Almeno tu ci sei entrato.*

-Ranma!- Lo richiamò l'altro, scrocchiandosi le nocche. -Forse non ti rendi conto di quanto mi costi stare qui a interloquire con un idiota come te, senza averti ancora ridotto in frantumi, come evidentemente meriteresti.-

-E sentiamo un po', P-chan...cosa ne vuoi sapere tu di quello che io merito o meno? Sei rimasto svenuto tutto il tempo...-

-So molto di più di quello che sai tu, maledetto Saotome...e non chiamarmi P-chan!-

-Che vuoi dire, Ryoga?- Improvvisamente serio.

-Sei sempre il solito, Ranma! Tutto il mondo gira intorno a te, pensi sempre che non ci sia niente di più interessante di quello che ti è successo o hai fatto. Sei egocentrico ed egoista...-

-Ehi, se sei qui per offendere...-

-Ed è per questo che...- Riprese l'altro senza badargli. -Contro ogni mia previsione e volere, un pomeriggio in camera della dolce Akane, mi ha convinto a venire qui e a non ucciderti immediatamente.-

Nel frattempo Ryoga si era accucciato accanto a Ranko, assumendo uno sguardo sognante nel preciso momento in cui aveva pronunciato il nome della sua amata. Ma si costrinse a tornare subito serio.

Per un tempo che a entrambi parve interminabile, i due rimasero in silenzio; Ranko si fissava la punta dei piedi, fino a quanto non ce la fece più.

-Ryoga, che cosa è successo in camera di Akane oggi?-Appena un sussurro.

-Niente che in fondo il tuo cuore e forse anche quel cervello bacato che ti ritrovi non sappiano già, Ranma. Non starò qui a ripeterti ciò che ho visto e sentito, non lo farei mai ad Akane. Tu l'hai fatta soffrire, tante, troppe volte. Ma mai, mai come oggi.-

Le sue parole erano affilate come lame; le aveva selezionate con cura. Voleva fargli male e ci stava riuscendo.

-E per questo meriteresti di morire, altro che un suo schiaffo. Ma ti basti sapere che se mi sto trattenendo, e ti assicuro lo faccio a stento, è per un solo motivo.-

Ranko si rese conto in quel momento di aver smesso del tutto di respirare.

-Non voglio che lei soffra ancora di più.-

Un crampo all'addome, misto di ansia ed emozione, la costrinsero a piegarsi leggermente in avanti, celando almeno agli occhi del suino, il volto dell'insperata felicità, quello di chi ha temuto fino a quel momento l'irrimediabile e improvvisamente ha ancora una speranza.

-Ryoga, io...- *Grazie...*

-Sta zitto, Ranma e pensa solo a come risolvere velocemente questa situazione- Ryoga si era alzato in piedi.-E se vuoi un consiglio, impara a parlare decentemente, sei davvero pessimo con le donne...-

-Ehi, ma che avete tutti stasera da criticare?- Si riprese velocemente, ferito nel solito orgoglio. -Io sono Ranma Saotome e posso fare tutto, intesi?

-Ah già, dimenticavo, Ranma Saotome “l'invincibile!”- Lo schernì l'altro amaramente. -Peccato che tu una donna non puoi, né tanto meno devi, batterla fisicamente, Ranma e mi auguro sinceramente che tu lo sappia. Piuttosto, è con le parole che devi saper annientare le sue difese e addolcire la sua ira.-

Così dicendo l'amico/nemico del giovane Saotome si allontanò un poco. Era intenzionato ad andarsene il prima possibile.

-E finché non sarai in grado di fare ciò, in nessun angolo del mondo potrai definirti un uomo a tutti gli effetti, Ranma. A prescindere dalla tua maledizione.-

Ranma inspirò profondamente; quelle parole lo avevano davvero colpito.

-Ora me ne vado, per stasera ho sopportato la tua vista a sufficienza. A domani.-

-A-a d-domani?- Si riscosse rapidamente dai suoi pensieri.

-Mmmh? Beh, non avrai pensato davvero di passarla liscia in questo modo, vero?- Chiese l'altro sinceramente stupito. -Per stanotte ti lascio libero di continuare a rovinarti con le tue mani, imbranato come sei, ma domattina alle otto ti aspetto in giardino. E sarà la tua fine. Poi ovviamente toccherà a quegli altri due miserabili.- Strinse il pugno ripensando a ciò che Akane inconsapevolmente gli aveva raccontato.

Gli occhi di Ranma si appiattirono perplessi. -Come vuoi. Buona notte.- Rispose piatto.

Ryoga non avrebbe fatto due passi senza perdersi e finire dall'altra parte del mondo.

O forse no? Un rumore alle sue spalle, lo fece girare di scatto.

-E ora che c'è, porcellino? Hai forse cambiato idea?-

-...-

-A-Akane...-


 


 

  
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Ranma / Vai alla pagina dell'autore: Gretel85